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Autore: imtheonekeepingyoualive    08/04/2009    10 recensioni
- Giovanotto. -
Una voce lo riscosse.
Con una faccia confusa si voltò a sinistra, verso la donnona col Martini.
Sembrava meno in casa di prima, ma ancora abbastanza lucida da poter dare consigli.
- Ascolta una che di queste cose se ne intende. Non lasciarlo andare, se ne sei innamorato. Perchè, quando ci ripenserai, potrebbe essere tardi. -
Ascoltò le parole, che scatenarono in lui un moto interiore.
Come, non doveva lasciarlo andare? Era stato lui ad andarsene, abbandonandolo proprio nel momento del bisogno.
Non se la sarebbe scordata quella notte, no.
*Frerard AU*
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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voice1 My Fading Voice Sings Of Love
Capitolo 1





Uscì dal bagno, con i capelli ancora umidi e una salvietta attorno al collo.
Era vestito con dei jeans stretti, una maglietta di Madonna a maniche corte e solo delle calze di un turchese improponibile, si distinguevano dagli altri indumenti, tutti neri.
Aveva sentito il cellulare suonare, era arrivato un messaggio.
Andò in camera e raggiunse il comodino, su cui era appoggiato il telefono.
Lo prese e schiacciò il tasto per leggere il nuovo messaggio appena arrivato. Era di suo fratello.


"Ehi Gee, è da un pò che non ci si vede.
Anche gli altri vorrebbero tanto passare del tempo in compagnia.
Quindi abbiamo pensato, perchè non fare un viaggio tutti insieme, come ai vecchi tempi? Sarebbe bello, no?
Ho già sentito Ray e Bob, loro sono entusiasti.
Dai, vieni anche tu.
Fammi sapere, ok?
Spero accetterai.
Ti voglio bene.

Mikey."


Lesse il testo altre quattro volte, per capire se aveva preso un abbaglio o se veramente c' era scritto così.
No, era proprio un invito a reincontrarlo.
Non poteva crederci, quanto era passato da quando erano stati insieme l' ultima volta? Dall' ultima volta che avevano condiviso esperienze ed emozioni insieme?
Lo sapeva bene, però pensarlo era sempre doloroso.
Due anni di silenzio. Due anni di sporadici contatti, non si erano più visti di persona, solo messaggi o lettere. A volte capitava di sentirsi via internet, addirittura.
Da quando era finita, nessuno aveva più avuto il coraggio di rivedersi, quindi avevano iniziato tutti una nuova vita.
Anche suo fratello aveva cominciato a pensare più a sè stesso e a non renderlo più partecipe come una volta. Poteva anche capirlo un pò, alla fine.
Quello che aveva detto addio a tutto era stato lui.
Schiacciò il tasto di risposta, e vide lo schermo bianco davanti a lui.
Non ci pensò molto prima di pigiare i tasti.


"Ok. Quando?"





Scese dal taxi, guardando attraverso il grande portone di vetro dell' ingresso.
Vide persone entrare, uscire, chiacchierare, salutasi, ridere, abbracciarsi, trascinarsi dietro grandi valigie oppure guardarsi in giro, spaesate.
Scene comuni in una stazione ferrioviaria.
Ancora doveva capire perchè proprio lì avevano deciso di incontrarsi, ma ormai era arrivato, non poteva tirarsi indietro.
Vide il tassista scendere dalla vettura ed avvicinarsi al bagagliaio, aprirlo e prendere i suoi due bagagli. Li poggiò a terra, per chiudere lo sportello.
Allungò delle banconote all' uomo anziano, che sorrise inchinandosi.
- Buon viaggio. - Gli augurò quest' ultimo.
Annui, sorridendo. Fece un cenno con la mano, prima di recuperare le due valigie ai suoi piedi ed entrare.
Superò un pò di gente, con difficoltà nel tratto di maggior concentrazione. Ma riuscì a salire le scale e a raggiungere il punto prestabilito.
Il primo che vide fu Bob, con i suoi capelli biondissimi. Indossava la solita felpa nera che tanto gli piaceva e stava indicando qualcosa dietro di lui, ridendo.
Automaticamente spostò lo sguardo a destra, verso l' interlocutore del suo amico e vide suo fratello Mikey ascoltarlo con un sorriso divertito sulle labbra.
Almeno già si divertivano.
Li raggiunse, con passo veloce ma studiato. Voleva fargli una specie di sorpresa.
Ma suo fratello lo addocchiò subito. Non fece in tempo a lasciare i bagagli che Mikey l' aveva già stretto in un abbraccio soffocante, che sapeva tanto di nostalgia e felicità.
O almeno lui sentiva così.
- Gee, che meraviglia, sei arrivato! Ho temuto per un attimo che ci avresti bidonato. Finalmente, fratellone, ti posso riabbracciare. -
Non pensava che una volta rivisti i suoi vecchi amici, una volta rivisto suo fratello, avrebbe sentito quel dolore così piacevole all' altezza del cuore.
Gli diede una pacca affettuosa sulla schiena e si staccò da lui, sorridendo con gli occhi lucidi.
Bob stava guardando la scena con un sorriso sul viso. Anche lui gli era mancato, ovviamente.
Aprì le braccia per invitarlo ad abbracciarlo e subito il biondo gli si avvicinò, sfondandogli la schiena con delle sberle da capogiro. Ma andava bene così, per una volta...
- Ehi, brutto vampiro. Te la sei passata bene senza di noi? - Gli chiese il biondo, sarcastico.
Avrebbe risposto che in realtà c' era stato di merda, che non aveva più smesso di pensare a cosa si erano persi e a come sarebbe potuti crescere insieme in questi due anni andati perduti.
Ma non disse nulla, se ne stette zitto. Come succedeva da molto ormai.
Scosse solamente la testa, con una triste espressione.
- Ma... Non parli ancora? -
Di nuovo un muto diniego.
Bob scoccò una veloce occhiata a suo fratello al suo fianco, con un' espressione preoccupata e schioccò la lingua, prima di parlare.
- Gee, non va bene che tu faccia così, però. Cioè, la voce se ne andrà se tu non la usi. -
Lo sapeva bene, ma ormai non voleva più usarla, se non con lui.
E lui aveva deciso che lasciarlo sarebbe stata la cosa migliore. Evidentemente non gliene importava poi molto della sua voce.
Cercò di sorridere, mentre alzava le spalle.
Mosse una mano, come per dire che non c' era da preoccuparsi e si guardò in giro. Mancava Ray.
Scrisse qualcosa sul suo cellulare, poi lo passò a suo fratello, che lo lesse curioso.
Alzò gli occhi su di lui, annuendo.
- Sì, arriverà. Anch' io ci stavo pensando infatti. Sarà in ritardo per il traffico... -
- Cosa? - Chiese Bob, curioso.
Suo fratello si voltò verso di lui, per spiegargli.
- Gee mi ha chiesto dov' è Ray. Infatti che sia in ritardo non è da Toro. Strano... - Rispose suo fratello, facendosi pensieroso.
Bob iniziò a guardarsi in giro, per vedere se per caso riusciva ad addocchiarlo.
In lontananza vide un bar. Aveva bisogno di caffeina, se si prospettava un lungo viaggio. Ne avrebbe preso anche sul treno, in quel caso, ma meglio non rischiare che il caffè nelle sue vene si esaurisse.
Diede un colpo con il dorso della mano sul braccio di suo fratello, per richiamare la sua attenzione.
Indicò il bar con un dito e fece capire che voleva andarci subito a prendere qualcosa.
- Ah, ok. Tieni il tuo cellulare, se dovesse arrivare ti chiamo, va bene? - Disse il minore, allungandogli l' oggetto.
Gerard annuì, indicando le sue valigie.
- Sì, vai, non succede nulla alle tue cose. Scemo! - Rise, Bob, che lo spinse via.
Rise silenziosamente anche lui e si diresse a passo spedito verso il localino.
Subito raggiunse il bancone e tirò fuori il biglietto che usava sempre in quelle occasioni. Un biglietto scritto da lui, che recitava "One coffee, please."
Lo mostrò alla ragazza che annuì, sorridendo.
Immediatamente venne servito e si beò del gusto dolce-amaro del liquido nero. Lo sorseggiò tranquillamente, rilassandosi.
Questa idea del viaggio solo loro era strana, davvero. Non riusciva capire dove volessero andare a parare, cioè... Era strano, punto.
Era diventato pessimo anche a pensarle le parole.
Scosse la testa e appoggiò la tazza sul bancone, prese degli spiccioli che aveva in tasca e li mise accanto.
Poi se ne andò, dopo aver salutato la ragazza che gli aveva quasi perforato un timpano con il suo, così a voce alta.
Forse pensava che fosse anche sordo, oltre che muto. Ma se fosse stato sordo sarebbe stato inutile urlare in quel modo.
Sorrise di nuovo, divertito, e allungò il passo per raggiungere gli altri.
Sembrava fatto apposta, proprio mentre lui tornava, Ray stava arrivando ridendo e correndo, con una valigia in mano.
Era sempre il solito capellone, pensò. Non era cambiato di una virgola, tranne forse che adesso la sua capigliatura era più lunga e meno voluminosa.
Lo vide alzare un braccio e agitarlo, in lontananza.
- Ragazzi! - Urlò, esaltato.
Eccolo il ragazzino nascosto in lui, che ogni tanto usciva.
Adesso era abbastanza vicino per sentire anche quello che diceva, perchè stava parlando.
O aveva qualche problema psichico e pensava di avere un amico immaginario accanto a lui, oppure aveva comprato un' auricolare trasparente e ci stava ciarlando dentro, perchè non riusciva a capire perchè la sua bocca non si fermasse.
Ma soprattutto, perchè continuasse a voltarsi indietro.
- Ma allora, ti vuoi muovere? Sei sempre il solito lumacone! - Lo sentì dire, sempre rivolto al nulla.
Oddio, era impazzito. Ma come aveva fatto ad uscire dal centro di cure? Era evaso, per caso?
- Ehi, calmino, eh! Io ho la valigia più grossa della tua, faccio fatica! Aiutami visto che sei così in defibrillazione. -
Gerard sentì il calore abbandonare il suo corpo. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, anche tra un miliardo.
Era la sua. La sua e basta.
- Oh, e va bene. Dammi qui, porta la mia. Toh, vedi? Non trovo così difficile trascinare un bagaglio quando ha delle comode rotelle sotto. -
No, non poteva esserci anche lui. Non potevano avergli fatto quello.
Lo sapevano quanto ci aveva sofferto per tutto e quanto ancora continuasse a starci male. Eppure loro non si erano fatti scrupolo di tradirlo e di invitare anche lui.
Non sarebbe rimasto un secondo di più, non avrebbe condiviso il suo tempo con lui. Assolutamente.
- Ciao! -
La voce di Ray giunse squillante e alta ai suoi timpani, come uno sparo. Prima che potesse raccattare le sue cose, si ritrovò avvinghiato a lui, senza via di scampo.
- Gerard, quanto mi sei mancato! Come va, bello mio? Booob! Vieni qui, fatti abbracciare! -
Ray era impazzito sul serio, soffocava la gente a turni.
Cercò di riprendere fiato, mentre anche suo fratello subiva quella tortura. Si stava massaggiando il collo indolenzito quando Bob lo costrinse a ritornare alla realtà.
- No, ma... Frank! Anche tu qui? Ma è fantastico! Vieni amico, fatti picchiare! -





Oddio, questa doveva essere una shot all' inzio. Invece adesso è una long. O.O
Me completamente lesa, ma già si sapeva. XD
Allora, è una storia che racconta di un viaggio, dopo ben due anni di lontananza, in cui non si erano praticamente sentiti, che serve come riconciliazione.
Soprattutto tra Frank e Gee, che come sempre hanno dei precedenti che si scopriranno poi, nel corso della storia. Ho già pronto un altro capitolo e ne scriverò presto un altro. XD
Sarà, ma mi sono presa bene.
Soprattutto perchè il treno è un posto piccolo, uno può scappare fino ad un certo punto, ma poi gli tocca comunque affrontare tutto.
E ci saranno racconti, ricordi, sensazioni e sentimenti.
Lo so che la storia di Gee che non parla è più surreale di un quadro di Dalì, ma suvvia non è interessante? Perchè quando quell' uomo si zittirà, il mondo si capovolgerà.
Bene, spero che vi piaccia, mie care. Perchè sembra che sia diventando di un certo peso come l' altra mia fic, la GeeBert.
Si prospettano tempi duri. XD

Xoxo Sory ^^
   
 
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