Una piccola nota, prima di
leggere questa storia! Questa è stata la mia primissima storia che ho scritto e
pubblicato qui, su efp. Non l’ho riscritta ne cambiata, non ho voluto cambiare
la mia primissima storia. Rileggendola mi sono resa conto che forse non è tutto
questo capolavoro, ma ci sono troppo affezionata! La storia è stata scritta
così, e rimarrà così.Ho solo corretto qualche errore d’ortografia e sistemato
il codice html, che nella prima versione era un disastro, colpa mia, all’epoca
non ero molto pratica di queste cose. Ora non dovrebbero esserci problemi, e si
dovrebbe leggere meglio la storia!
Buona Lettura
Juls18
L’inizio di tutto
Sono passati diversi anni da
quando tutto è finito. I digiprescelti erano tornati alle loro vite, e trascorrevano
le giornate come semplici ragazzi.
Eppure niente era più come una volta. A poco a poco tutto stava per
cambiare, e molte cose non sarebbero più state le stesse. I ragazzi si stavano
per scontrare contro fatti a cui non erano assolutamente pronti…
È una normale mattina, come
tutte le altre. Un ragazzo sta passeggiando tranquillo per la città, senza
nessuna meta precisa…
Contemporaneamente una ragazza
sta correndo, con una meta ben precisa: stare il più possibile lontana da casa.
Non sa dove sta andando, vuole lasciarsi tutto alle spalle. Le lacrime le offuscano la vista,
eppure continua a correre, le gambe incominciano a farle male, il suo respiro
diventa sempre più affannoso. Le gambe incominciano a cederle, sta per cadere a
terra quando due braccia l’afferrano al volo. Spaesata, la ragazza guarda chi
l’ha presa, vede solo due occhi azzurri, bellissimi, che la fissano
preoccupata. Poi tutto si fa più scuro, e mentre scivola giù nell’oblio sente
una voce che la chiama, una voce familiare, poi il silenzio.
…No, no… ora basta… smettetela…
BASTA…
-… Svegliati, Mimi svegliati!-
La ragazza apre gli occhi. È
distesa su un letto, ma non è il suo. Anzi, quella stanza, quella non è casa
sua.
-Dove sono?-
-A casa mia… ti ho vista mentre
correvi e poi, è stato un attimo. Sei caduta, ti ho afferrato e poi sei
svenuta. Ti ho portato qua a casa mia, mia mamma si è presa cura di te…-
Quella voce, la conosceva. Mimi
alzò lo sguardo sul suo salvatore, e lo riconobbe.
-Matt…-
Fu un attimo. Mimi si gettò tra
le sue braccia, scoppiando a piangere.
-Mimi cosa c’è? Cos’hai?-
-Ti prego, Matt, ora
abbracciami, soltanto questo, ti prego…-
Matt la strinse, coccolandola,
dimenticandosi di tutto, eseguendo la richiesta della ragazza. La tenne stretto
a se, protettivo, dolce, aspettando che la ragazza si sfogasse. Restarono
abbracciati per qualche minuto, poi, così come tutto era iniziato, così finì.
Mimi si ritirò bruscamente da quella stretta, rossa in volto, come stordita.
-Scusa, io non…-
-Non ti preoccupare. Sei
sconvolta, ma cosa ti è successo? Perché correvi come una pazza?-
Mimi non rispose.
-Mimi, se non parli è peggio.
Cosa sarebbe successo se non ti avessi travata io? Ti rendi conto di quello che
poteva succederti?-
-Non è questo il momento per
fare certe domande Matt. Non vedi che questa ragazza è sconvolta?-
La signora Ishida era ferma
sulla porta e guardava severamente il figlio. Matt uscì silenzioso dalla
stanza, lanciando un’ultima occhiata preoccupata all’interno della stanza prima
di chiudersi la porta alle spalle. La signora Hishida intanto si era avvicinata
al letto, e rivolto un caldo sorriso alla ragazza, le disse
-Scusa per mio figlio, ma era
molto agitato. È arrivato di corsa qua, portandoti in braccio. Eri svenuta, e
non sapeva cosa ti era successo. Gli hai fatto prendere un grande spavento.-
-Mi scusi, non volevo creare
problemi-
Altre lacrime stavano spuntando
dagli occhi di Mimi.
-Non ti preoccupare cara, ora è
tutto a posto. L’importante è che tu ora stia bene. Ti ho portato qualche cosa
da mangiare, devi essere affamata. Su quella sedia troverai i tuoi vestiti,
quando hai finito e ti sarai rivestita se vorrai, potrai dire quello che ti è
successo. Ma prima mangia, perché forse non te ne sei resa conto, ma hai
dormito tutta la mattina e anche per buona parte del pomeriggio. Ti aspettiamo
di là-
E detto questo, si alzò dal
letto e uscì dalla stanza.
-Ti ha detto qualche cosa?-
-No Matt, non ha detto niente.
Ora lasciala stare tranquilla, sta mangiando. Vedrai che quando sarà pronta ci
dirà quello che le è successo-
Matt tuttavia era preoccupato.
Da tutti gli anni che conosceva Mimi lei non si era mai comportata in un modo
così strano. Che cosa mai poteva esserle successo? E cos’era quella strana
sensazione di disagio che Matt stava provando ora? Perché proprio lui aveva
dovuto vederla in quello stato, disperata, terrorizzata? Da che cosa stava
sfuggendo Mimi? Per ricevere una risposta Matt non poteva fare altro che
aspettare, aspettare che lei gli desse una risposta. Aspettare, tuttavia, si
rivelava la parte più difficile.