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Autore: RiverWood    01/05/2016    2 recensioni
Alicia roteò gli occhi al cielo e l'afferrò per il colletto del giubbotto di pelle.
"Sei davvero un'idiota."
La bionda rise.
"Dovresti dirmelo più spesso." mormorò prima di baciarla di nuovo.
Elyza non era sicura di come o di cosa fosse successo, ma finalmente dopo tanto tempo, sentiva che lì, tra le braccia di Alicia, tutti i pezzi di lei erano tornati a posto.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Elyza non era solita girovagare in casa Clark, e Alicia non era solita cercarla, a parte il fatto che invece lo faceva.

Quella non era nemmeno davvero casa loro, avevano deciso di accamparsi per un po' in quel posto semplicemente perché sembrava più tranquillo degli altri. Da quando la bionda era entrata a far parte del loro gruppo, le cose avevano preso una piega diversa. 

Alicia l'avrebbe definita una piega interessante.

Era stato a causa sua se adesso Elyza era con loro. Il giro di perlustrazione per le provviste con Nick e Chris non era andato poi così bene come avevano sperato, erano stati attaccati da alcuni walkers ed Elyza era praticamente apparsa dal nulla per salvarli. Il minimo che i tre avevano potuto offrirle era stato un tetto sotto cui stare e la loro compagnia.

Elyza non sembrava poi così preoccupata, anzi... ad Alicia sembrava che quella ragazza non avesse alcuna preoccupazione al mondo in certi momenti. La disinvoltura con cui uccideva quelle persone.

Morti.

Morti viventi? Come avrebbe dovuto chiamarli?

Zombie?

Alicia non era sicura di cosa esattamente fossero, ma sapeva bene di dover stare alla larga il più possibile da loro.

E forse avrebbe dovuto stare alla larga anche da Elyza, la differenza era che non ci riusciva.

"Mamma?" chiamò mentre scendeva le scale al piano inferiore.

"Sì, tesoro?" rispose Madison.

"Sai dov'è finita Elyza?"

La donna si guardò intorno, ponderando la risposta per qualche secondo.

"Perché me lo chiedi?"

Alicia roteò gli occhi e si trattenne dallo sbuffare. Sapeva che sua madre cercava sempre e solo di proteggerla, ma doveva davvero fare così? Elyza non era un pericolo, lo sapevano.

Alicia lo sapeva.

Lo sentiva.

Scrollò le spalle cercando dimostrarsi neutrale il più possibile.

"Nick, Chris e Ofelia sono da qualche parte e non mi va di restare ancora da sola chiusa in quella stanza."

Madison sospirò e annuì; sapeva quanto fosse difficile per la figlia, e sapeva di non starle rendendo le cose più semplici da parte sua... ma c'era qualcosa in Elyza Lex che ancora non era riuscita ad inquadrare bene, e l'ultima cosa che desiderava era che sua figlia soffrisse a causa di un suo errore di giudizio.

"Credo sia fuori in garage con la sua moto... o almeno così ha detto quando è uscita." rispose un po' controvoglia.

Alicia annuì e, infilando le mani all'interno delle tasche della sua felpa, si avviò verso la porta principale. Una volta lasciatasi la casa alle spalle, si diresse verso il garage.

Era aperto, quindi dedusse che Elyza fosse ancora lì; bussò allo stipite per annunciare la sua presenza ma non udì risposta. Quello che invece sentì fu un canticchiare leggero, le parole appena accennate di una canzone che non riusciva bene a capire, ma era piacevole da ascoltare.

Si morse il labbro sentendosi quasi in colpa a dover interrompere qualsiasi cosa la bionda stesse facendo, ma davvero non voleva stare da sola in quella casa ancora per un minuto. 

Era solo per quello.

Nient'altro.

Certo.

Non che le mancasse Elyza o le sue costanti battute che la facevano arrossire o quel sorrisetto che avrebbe volentieri cancellato dalle sue labbra a suon di schiaffi... o forse di baci.

- Piantala, okay? Smettila con questi pensieri inappropriati. Vi sta solo aiutando, è solo di passaggio, non le interessi in quel modo... o forse sì? -

"Elyza?" chiamò per essere sicura di non spaventare la bionda.

La voce smise di canticchiare e un paio d'occhi azzurri come il cielo fecero capolino da dietro la sella della grossa moto. Alicia era così immersa nei suoi pensieri da non aver notato la moto di Elyza proprio al centro del garage.

Dopo gli occhi fu il turno dei capelli dorati e poi quel classico sorriso sempre stampato sul suo volto. 

Almeno... tutte le volte che si rivolgeva ad Alicia.

"Guarda un po' chi è uscita dalla sua fortezza... a cosa devo l'onore, principessa?" disse Elyza mentre si puliva le mani con uno strofinaccio trovato lì vicino.

Non soddisfatta del risultato, si diresse verso il piccolo lavabo all'interno del garage e immerse le mani sotto il getto d'acqua ghiacciata.

Alicia sbuffò infastidita e incrociò le braccia al petto.

"Ti ho detto di smetterla di chiamarmi in quel modo."

Elyza diede una scollata di spalle.

"Ho mai detto di aver acconsentito?"

Era una battaglia persa in partenza. Alicia lo sapeva ormai.

"Comunque non hai risposto alla mia domanda, come mai sei qui? Ti mancavo?"

Alicia inarcò un sopracciglio con scetticismo.

"Mancarmi? Niente affatto, ero solo stanca di starmene da sola e volevo un po' di compagnia, ma vedo che sei impegnata con... qualsiasi cosa tu stia facendo, quindi ti lascio al tuo lavo-"

Elyza le posò due dita sulle labbra spezzando la risposta.

Alicia prestò un po' troppa attenzione a quelle labbra di fronte a lei che si piegarono in un altro sorriso, questa volta più dolce.

"I miei occhi sono qui sopra, Alicia; e poi non voglio che tu te ne vada, puoi restare se ti va," Elyza spostò le dita per indicare la moto alle sue spalle. "Non sto facendo nulla di troppo interessante o complicato in ogni caso."

Alicia avrebbe voluto maledirsi perché desiderava ancora di poter sentire la pressione di quei polpastrelli sulle sue labbra. La mano di Elyza era ancora umida a causa dell'acqua e aveva ancora impresso l'odore pungente del ferro, ma non le dispiaceva.

Oh, non le dispiaceva affatto.

Elyza riprese la posizione che aveva in precedenza - sdraiata a terra, sotto la moto fino all'altezza del petto- muovendo le mani esperte per sistemare qualcosa che non andava. Aveva un ginocchio piegato e l'altra gamba totalmente distesa, i jeans erano sporchi in alcuni punti - Alicia non capiva bene se fossero macchie di olio dovute al motore o sangue dovuto beh... non voleva pensarci - immaginò che Elyza avrebbe volentieri fatto una doccia dopo e ne avrebbe semplicemente presi un altro paio dall'armadio della casa in cui stavano.

Non che ai precedenti proprietari potesse importare qualcosa ormai.

Alicia pensò a dove potessero essere, che persone fossero... erano ancora vivi o si erano uniti all'orda di morti viventi? Erano state delle brave persone o no? Se erano davvero morti, avevano sofferto o era stato indolore?

"Non dovresti pensarci così tanto, posso sentire il tuo cervello girare come una trottola fin da qui." la voce di Elyza la riscosse dai suoi pensieri e la fece sussultare.

Quegli occhi azzurri la stavano scrutando con serietà adesso.

"Come fai a sapere a cosa stavo pensando? Sei dotata di super poteri di cui non siamo a conoscenza?" domandò ironicamente Alicia, cercando di smorzare un po' la tensione del momento.

Elyza scosse la testa ridendo e, facendo forza sugli avambracci, si sollevo in piedi.

"Oh sì... e non hai ancora visto le parte migliore: quella in cui li uso sul serio."

Alicia le diede una spinta sulla spalla, non era per nulla forte ma Elyza finse comunque di essersi fatta male e indietreggiò di qualche passo.

"Ouch. Credevo che una principessa dovesse possedere più grazia e delicatezza." scherzò, avvicinandosi nuovamente.

Anche Alicia sorrise questa volta.

"Forse questo ti aiuterà a capire che non sono affatto una principessa e la smetterai di chiamarmi così."

La bionda sollevò le mani in segno di resa.

"Come preferisci allora."

Rimasero per diversi minuti in silenzio, osservandosi l'un l'altra, e Alicia sentì la  completamente quando lo sguardo di Elyza percorse il suo corpo interamente e senza alcuna vergogna.

Avrebbe voluto richiamare la sua attenzione dicendole che fissare in quel modo era davvero poco educato, ma si rese conto di averla già la sua attenzione, e dire che quegli occhi affamati la stavano divorando sarebbe stato un eufemismo.

Le metteva addosso un certo senso di potenza sapere che Elyza la desiderava. Eppure, per essere una persona impulsiva, a parte i soliti commenti maliziosi, la bionda non aveva mai tentato un approccio inappropriato, qualcosa che potesse metterla estremamente a disagio.

Aveva paura di essere rifiutata o aveva semplicemente tanto rispetto verso di lei?

Alicia non lo sapeva... e non avrebbe avuto abbastanza coraggio da porle la domanda, non ora almeno.

Qualcuno si schiarì la voce alle loro spalle interrompendo quell'intima connessione fra le due.

Travis, riconobbe Alicia non appena si voltò. Subito gli occhi di Elyza passarono da infuocati ad affabili, e un sorriso gentile si fece spazio sul suo volto.

"Ehi Travis," lo salutò con un cenno della mano.

L'uomo ricambiò e continuò a spostare lo sguardo dall'una a l'altra.

"Che succede qui?" chiese incerto.

Alicia fece per rispondere, ma la bionda la precedette.

"Oh nulla, Alicia mi sta soltanto aiutando con la mia moto; ha avuto qualche problema ma sono riuscita a capire cose sia e la sto sistemando."

La voce era così disinvolta che Alicia si chiese quanto Elyza fosse brava a mentire. Non che fosse propriamente una bugia poi, tranne la parte in cui lei la stava aiutando.

Avrebbe volentieri aiutato Elyza a fare un sacco di cose, come per esempio strapparle quei vestiti di dosso - smettila, smettila, smettila - ma non sapeva praticamente nulla di motori.

"D'accordo," asserì Travis ancora dubbioso. "Noi stiamo andando ad esplorare la zona alla ricerca di medicinali e munizioni; Daniel, Ofelia, Nick e Chris sono in giro per le provviste, saremo di ritorno fra massimo un'ora, credete di potercela fare senza di noi? Abbiamo bisogno di qualcuno che resti a controllare la casa."

Elyza annuì con sicurezza e indicò Alicia di fronte a lei.

"Certo, nessun problema. Va bene se Alicia resta qui con me?" non voleva davvero un'approvazione da parte di Travis, ma voleva essere sicura che la mora non si sentisse a disagio sapendo di essere da sola con lei.

"Questa immagino che sia una sua scelta, se vuole venire con noi può farlo." rispose Travis.

Alicia fu veloce a scuotere il capo, ma non colse il sorrisetto malizioso che Elyza le lanciò.

"No, preferisco restare qui; qualcuno dovrà pur dare un'occhiata alla casa se Elyza è in garage."

Lui fece un cenno affermativo con il capo e rientrò a chiamare Madison.

Alicia si voltò verso Elyza, ma la bionda stava raccogliendo gli attrezzi sparsi in giro con cui aveva sistemato la sua moto.

"Credi che potresti insegnarmi a portarla?" chiese Alicia all'improvviso.

Elyza si girò con uno scatto fulmineo, il viso che non celava la sorpresa.

"Insegnarti ad andare in moto?" replicò sorpresa.

"Sì."

"Sul serio?"

"Sì, cosa c'è di strano?"

Elyza ridacchiò e mosse una mano.

"Oh niente di che, mi era solo sembrato di capire che non fossi particolarmente una fan di queste cose." rispose accarezzando con le dita la sella in pelle nera, mantenne gli occhi sempre puntati in quelli verdi della ragazza difronte a lei.

Alicia si grattò la nuca, un lieve rossore le colorò le guance. 

Era vero, non era particolarmente amichevole nei confronti delle moto; il solo pensiero di dover guidare qualcosa di tanto veloce la terrorizzava, ma forse Elyza avrebbe davvero potuto aiutarla.

"B-beh magari... magari prima potresti solo insegnarmi come si usa senza doverla esattamente guidare."

Era una proposta?

"È una proposta questa, Clark?"

- Dannata Elyza, come faceva a capire sempre cosa pensava? Avrebbe seriamente dovuto chiederglielo. -

"Questo dipende da quanto sei brava a leggere all'interno delle mie frasi, Lex." replicò con una punta di orgoglio Alicia.

Elyza rise e aspettò di sentire il cancello chiudersi, segno che il resto del gruppo era uscito e loro due erano davvero sole.

"Sali."

Alicia sbatté le palpebre un paio di volte, non sicura di aver sentito bene.

"Come scusa?"

"Sì avanti, sali su," Elyza si strinse nelle spalle. "Siamo da sole e non credo che ci sia nulla di tanto interessante da fare dentro casa, quindi salta su e iniziamo quest'avventura."

"A-adesso?" replicò di nuovo la mora indietreggiando di qualche passo.

Elyza roteò gli occhi e finse di guardarsi il polso alla ricerca di un orologio.

"Hai forse qualche appuntamento di cui non sono a conoscenza?"

"I-io uhm... no, certo che no, ma-"

"Allora sali." ripeté la bionda.

Alicia fissò l'imponenza della moto, ancora incerta.

Elyza sospirò e le si avvicinò cautamente, le prese le mani tra le sue e puntò i suoi occhi azzurri in quelli verdi della ragazza.

"Alicia, non succederà nulla, non lascerò che ti accada nulla di male... te lo prometto, okay?" la rassicurò.

La mora sembrò lasciar crollare le sue difese e si avvicinò alla moto, Elyza le fece posare i palmi aperti sulla sella, pose le sue mani su quelle di Alicia e le mosse piano.

"Senti? Non è una bella sensazione? Ti assicuro che non ti mangerà... non è di questa moto che dovresti preoccuparti in ogni caso."

Il modo in cui sussurrò l'ultima frase fece salire dei brividi lungo la schiena di Alicia.

Poi il movimento delle loro mani si fermò.

Alicia cercò di nuovo il contatto con gli occhi di Elyza.

"Se salgo non è che cade?"

E la bionda scoppiò a ridere.

"Il mondo potrà decisamente aver deciso di ribaltarsi facendo tornare i morti in vita, pronti a mangiarci, ma ti assicuro che le leggi della gravità sono ancora rimaste intatte. Alicia, la moto è ferma e ben fissata... non cadrà e non lo farai nemmeno tu." la rassicurò.

Alicia inspirò e salì in sella alla moto.

"Bene, finalmente." commentò Elyza con un mezzo sorriso, prima di imitare i suoi movimenti e piazzarsi in sella alle sue spalle.

Alicia entrò in panico per un attimo.

"Che stai facendo?" chiese sentendo la moto muoversi un po' sotto di sé.

Elyza scivolò un po' in avanti a causa del sedile inclinato, il corpo premuto contro quello della mora. 

Fece passare una delle sue mani a cerchiare i fianchi di Alicia, le labbra che le sfioravano l'orecchio.

"Nulla che tu non voglia." sussurrò con voce roca.

Alicia si costrinse a deglutire con fatica il groppo che aveva in gola. Non c'era più distanza tra i loro corpi e poteva sentire benissimo le forme di Elyza premute contro la sua schiena.

Il braccio attorno ai fianchi non la stringeva in una morsa possessiva, ma sapeva che l'intento era quello: tenerla più vicina, tenerla esattamente come la bionda voleva che stesse. E ad Alicia non dispiaceva nemmeno un po'.

Con l'altra mano, Elyza afferrò delicatamente quella della ragazza e le fece sfiorare una leva. Il metallo era freddo contro la sua pelle che sembrava andare a fuoco.

"Guarda... questa è la frizione," continuò a mormorare da quella breve distanza, il suo respiro le solleticò l'orecchio e il collo; poi si spostò e le fece posare il palmo sul freno, lo strinse con più forza e di conseguenza strinse anche la mano della mora. "Questo è il freno, beh uno dei due freni."

Questa volta il contatto con le labbra di Elyza si prolungò e Alicia fece scattare, inconsapevolmente, il piede colpendo una leva in basso.

"Attenta, così hai tolto la folle." l'avvertì Elyza, nulla era successo perché la moto era spenta.

"Quindi è quella la leva  per cambiare le marce..." commentò la mora, giusto per non darle l'impressione di aver azzerato completamente le sue funzioni cognitive avendola vicina.

Elyza annuì e sollevò entrambe le sopracciglia.

"Che c'è? Ho la patente e anche se non l'avessi, non significherebbe che non potrei comunque conoscere certe cose."

La bionda ridacchiò.

"D'accordo, commander, non c'è bisogno di scaldarsi tanto, tutto il contrario... dovresti rilassarti invece."

Elyza girò la chiave d'accensione nel quadro e la moto ruggì. Alicia trasalì spaventata e colta alla sprovvista.

"Sta tranquilla, non ti farò guidare, voglio solo farti provare cosa si sente..." tornò a bisbigliare al suo orecchio.

Alicia sentì uno strano formicolio all'interno coscia, lasciato scoperto dagli shorts, risalire lentamente fino all'apice delle sue gambe. Elyza sembrò notarlo, ma non disse nulla.

La stessa mano che aveva acceso il motore tracciò i contorni degli shorts di Alicia.

"Elyza c-che s-sta-"

"Shhh, non c'è alcun bisogno di parlare, devi solo sentire... voglio solo farti sentire bene,Alicia."

Il braccio che circondava i fianchi della ragazza mora si spostò sul retro, nella parte bassa della sua schiena.

"Spingiti un po' avanti." il sussurro di Elyza fece scendere un'altra cascata di brividi lungo la sua spina dorsale.

Senza aspettare che la mora eseguisse il movimento, Elyza la spinse in avanti con i suoi fianchi.

"Oddio..." fu il sospiro che lasciò le labbra di Alicia.

La mora non avrebbe potuto dirlo con certezza, ma era sicura che Elyza stesse sfoderando il suo solito ghigno da schiaffi in quel momento. Ma non aveva tempo di pensarci adesso, non voleva pensarci... non voleva fare nulla se non spingere disperatamente i fianchi in avanti per una qualsiasi frizione maggiore al suo centro.

Alicia avvertì il il suo cuore accelerare i battiti – come se fosse possibile andare più veloce di così – quando le labbra di Elyza si posarono sul suo collo lasciando dei baci delicati proprio sotto il suo orecchio.

La mano che tracciava il contorno dei suoi shorts risalì fino a sfiorare il suo interno coscia, poi le dita di Elyza scivolarono all'apice e la pressione delle sue labbra sul collo di Alicia crebbe d'intensità.

Elyza poteva sentire il calore dal tessuto premuto contro la pelle di Alicia, e quel breve ma intenso contatto la stava mandando fuori di testa.

"E-Elyza..." chiamò la voce di Alicia.

"Uhm?" la bionda non staccò nemmeno per un momento la bocca da quella pelle morbida .

I suoi baci erano diventati più umidi e un segno decisamente notevole stava iniziando a formarsi sul collo di Alicia.

Elyza si ritrovò a sorridere pensando alla faccia di Madison quando l'avrebbe visto e avrebbe realizzato cosa era successo.

Si sporse in avanti, il petto premuto contro la schiena di Alicia – Elyza avrebbe potuto giurarlo, si era inarcata a quel contatto – per girare un po' l'acceleratore.

Il motore emise un altro rombo, ma non fu quello a farle perdere il controllo... fu il gemito forte e chiaro di Alicia che, abbandonando ogni remora, fece scivolare i fianchi con un ritmo costante contro il sedile anteriore.

Elyza poteva sentire con quanta forza vibrasse, ma era solo una vaga misura di ciò che Alicia stava provando in quel momento. E, ad ogni modo, non era la moto a renderle la biancheria umida, ma la ragazza di fronte a lei che si strofinava con disperazione nel tentativo di raggiungere il piacere più assoluto.

Elyza diede gas un'altra volta e Alicia gettò la testa all'indietro, sulla sua spalla, pronta a catturarle le labbra in un bacio. Ma la bionda ridacchiò e scosse giocosamente la testa. Alicia morse con forza l'unica porzione di pelle – accanto alla gola – che fu in grado di raggiungere.

Elyza superò il bordo degli shorts e fece rapidamente scivolare la mano all'interno, la posizione non era tra le più comode, ma sarebbe stata dannata a vita se non avesse permesso ad Alicia di raggiungere l'orgasmo più potente di sempre.

Le sue dita non incontrarono alcuna resistenza, solo il tessuto fradicio delle mutandine, incollato alla pelle di Alicia.

"Ma guarda," le mormorò all'orecchio provocandola "sei così bagnata per me e non ti ho nemmeno toccata."

Un altro gemito le riempì le orecchie, ma iniziò a muovere le dita solo quando sentì uno strozzato "Elyza... ti prego."

Alicia pensò che non era possibile andare più a fuoco di così, ma capì di essersi sbagliata quando sentì la punta delle dita di Elyza toccarla così intimamente e così delicatamente da farla quasi sciogliere tra le sue braccia.

La stretta sui suoi fianchi si era intensificata e lei era cosciente di star spingendo all'indietro contro il corpo di Elyza, nel tentativo di sentire di più, di avere di più.

La voce della bionda che le sussurrava all'orecchio era tutto ciò che le serviva per raggiungere il picco in quel momento.

"T-ti prego... Elyza, più veloce." rantolò con gli occhi chiusi Alicia.

Elyza fece come richiesto e accelerò ancora una volta con più forza, il sedile vibrò più intensamente e Alicia sentì il respiro spezzarsi in gola mentre raggiungeva il culmine. Il calore che defluiva in un unico punto e il braccio di Elyza attorno a lei che la teneva ferma contro di sé.

In qualche modo, durante quei minuti, era divenuto più un abbraccio che una presa, ma ad Alicia non dispiaceva affatto. Non le dispiaceva sentire il corpo di Elyza premuto contro il suo, né il respiro accelerato e bollente contro il suo collo madido di sudore.

Elyza girò la chiave e spense la moto. Rimasero in silenzio per diversi secondi, Elyza in attesa e Alicia cercando di elaborare qualcosa di coerente da dire.

"Vuoi che ti aiuti a scendere?" le chiese Elyza con una premura inaudita.

Alicia non credeva di certo che quella ragazza fosse senza cuore, ma decisamente non si aspettava nulla del genere.

Nulla di ciò che era successo.

La mora annuì, non fidandosi delle proprie gambe che stavano ancora tremando. Ed Elyza l'aiutò, senza aggiungere altro, nessuno dei suoi commenti pungenti o sarcastici o qualche battutina stupida, e Alicia fu grata di quello perché non era ancora sicura di cosa avrebbe potuto rispondere.

Non passò molto tempo quando sentirono il cancello riaprirsi e le voci del resto della famiglia farsi strada verso la porta d'ingresso.

Soltanto un paio di passi solitari si avvicinarono al garage. L'ombra di Madison le raggiunse prima della sua presenza, e Alicia cercò di darsi un contegno prima di trovarsi di fronte allo sguardo indagatore di sua madre.

"Travis mi ha detto che vi avrei trovate qui, che state facendo?"

"Elyza aveva bisogno di aiuto con la sua moto e allora..." Alicia pregò che la sua voce non mostrasse il nervosismo che si stava impadronendo di lei.

Madison inarcò un sopracciglio notando l'espressione più tesa della figlia. Prima che però potesse chiedere qualsiasi cosa a riguardo, il braccio di Elyza si poggiò sulla spalla di Alicia e la bionda sorrise come se nulla fosse.

"Sì, Alicia mi ha dato una mano, voleva imparare qualcosa di più su questo gioiellino qui." indicò la moto con un cenno della testa.

Se Madison nutrisse ancora dei sospetti, non lo diede a vedere, poiché si limitò ad annuire con il capo.

"Per favore, non fargliela guidare però." raccomandò.

"Mamma-" la risata di Elyza interruppe le parole di Alicia.

"Non si preoccupi signora Clark, sua figlia è un talento naturale sopra questa." batté una mano sul sedile anteriore.

Alicia avrebbe potuto giurare di averla vista sfiorare proprio il punto su cui era venuta tanto intensamente solo una manciata di minuti prima.

Deglutì con difficoltà ma forzò un sorriso di circostanza.

Quando i passi di Madison si allontanarono, Elyza rimosse il braccio poggiato sulla spalla della più piccola.

"Wow... c'è mancato poco che vedesse questo adorabile segno sul tuo collo che - accidenti – mi sa che non andrà via per settimane." rise.

Ma Alicia si voltò di scatto e la spinse all'indietro con i palmi aperti sul petto. Elyza quasi cadde rovinosamente a terra, ma riuscì a mantenere l'equilibrio poggiandosi ad una parete.

"Ouch... che c'è, Leash? Uno non è stato abbastanza soddisfacente?"

"Sei un'idiota!" le inveì contro Alicia.

"Me lo dici ogni volta... non sarà il caso di cambiare battuta?"

"Idiota e irresponsabile!" Alicia le si avvicinò pericolosamente battendole un pugno sul petto, non troppo forte da farle male, ma abbastanza da sentirlo.

"Assolutamente." replicò Elyza con il solito ghigno.

Alicia non era sicura se volesse più iniziare a schiaffeggiarla o baciarla.

"Non-... non provare a farlo mai più." ma il suo tono non era poi così deciso.

"Eppure non mi sembrava che tu ti stessi lamentando poco fa, anzi era più qualcosa sul genere – Ti prego Elyza, va più veloce – o mi sbaglio, principessa?" la sbeffeggiò con ironia.

"Smettila di chiamarmi così!"

"E tu fammi smettere."

Alicia avrebbe voluto non cedere perché davvero... quella era la cosa più sbagliata che entrambe potessero concedersi durante un'apocalisse, ma non sarebbe riuscita a resistere nemmeno se avesse voluto.

Lei non lo voleva affatto.

Si ritrovò con la bocca su quella di Elyza e le sue braccia che le stringevano possessivamente ai fianchi, di nuovo.

Era passionale, era intenso, era dolce, era affamato. Era tutte quelle cose messe insieme. Era quanto lei volesse Elyza. Era quanto Elyza volesse lei. Era quanta voglia avevano di sopravvivere. Era quanta altra voglia avevano di azzerare il tempo e vivere davvero.

Si staccarono ed Elyza non perse tempo con una delle sue solite battute.

"Woah... dovrei darti lezioni sulle moto decisamente più spesso."

Alicia sorrise.

Un sorriso sincero, mentre le sue mani ancora vagavano tra le ciocche bionde di Elyza e le dita dell'altra disegnavano cerchi con i pollici appena sotto il tessuto della sua canottiera bianca.

Elyza le sorrise di rimando.

E forse fu lì la scintilla di riconoscimento che Alicia riuscì ad intravedere negli occhi azzurri di Elyza.

Ma non avrebbe potuto esserne certa.

Forse in un'altra vita l'aveva già incontrata. Forse in un'altra vita l'aveva già amata. E forse Elyza aveva fatto lo stesso.

Perché Alicia la vide sporgersi in avanti, ma le labbra di Elyza non raggiunsero le sue.

"Non mi uccideresti definitivamente se ti baciassi di nuovo, vero?" era così vicina che il suo respiro s'infrangeva sulle labbra della mora.

Alicia roteò gli occhi al cielo e l'afferrò per il colletto del giubbotto di pelle.

"Sei davvero un'idiota."

La bionda rise.

"Dovresti dirmelo più spesso." mormorò prima di baciarla di nuovo.

 

Elyza non era sicura di come o di cosa fosse successo, ma finalmente dopo tanto tempo, sentiva che lì, tra le braccia di Alicia, tutti i pezzi di lei erano tornati a posto.  

  
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