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Autore: AliceRobi    01/05/2016    0 recensioni
Ciao a tutti, siamo due ragazze di Torino e abbiamo deciso di scrivere questa prima fanfiction insieme su Root & Shaw.
Il primo capitolo inizierà con la fine della puntata 4x11, dove noi analizzeremo le emozioni di Root e Shaw provocate dall'accensione di quell'ascensore e su cosa proveranno nei mesi successivi fino al loro incontro e ancora dopo :)
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Lionel Fusco, Root, Sameen Shaw
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Riuscirono finalmente ad arrivare all'ascensore: Reese trascinato da Finch e Fusco invece Root e Shaw continuarono a sparare agli agenti di Samarithan. 
Si ritrovarono nell'ascensore, ce l'avevano fatta, erano salvi ma ecco che Finch esordisce con: "accidenti i comandi non rispondono". 
Shaw ruota la testa e sul muro di fronte vede un pulsante rosso che serve per attivare i comandi e pensa ad alta voce: "La scrivania...vicino c'è un pulsante, qualcuno lo deve andare a premere"
Sii sentì afferrare per un braccio era Root, "Sameen scordatelo, sarebbe troppo rischioso"
"Non abbiamo scelta" replicò lei. 
Dopo uno sguardo intenso, Shaw, tirò verso di se Root: la baciò e subito dopo la spinse nell'ascensore e chiuse la grata. Riuscì a schiacciare il pulsante, l'ascensore iniziò a salire e l'hacker si aggrappò a quelle inferiate, un urlo straziante le uscì dalla bocca, gli occhi le si riempirono di lacrime mentre vedeva la donna che amava essere colpita da proiettili degli agenti di Samarithan. 
L'ascensore saliva velocemente, ma a me sembrava ci stesse mettendo una vita. Ero seduta per terra, ancora tra le braccia di Finch e Fusco che mi avevano appena staccato da quella dannatissima grata di ferro. Mi sentivo vuota, spaesata, non mi sentivo le gambe, avrei solo voluto tornare su e andare indietro nel tempo per salvarla.
E invece no, ero impotente, mi sentivo quasi inutile. Tu stavi rischiando la vita per noi, per me...e io ero solo capace a urlare e avvinghiare quella grata sempre più forte come a volerla rompere e poterti raggiungere.     Ancora una volta eri tu a proteggere le persone e non io, quando era l'unica cosa che ho cercato di fare da quando Samarithan ti ha rintracciato. Quella volta ti avevo rimproverato perché avevi pensato solo a te stessa e non avevi immaginato alla tristezza che avresti lasciato nel cuore delle persone che tenevano a te.
Questa volta non hai pensato a te ma alle persone che avevi intorno e alle quali volevi bene, anche se difficilmente l'avresti ammesso.
Allo stesso tempo mi sento in colpa per tutto quello che sta succedendo, sono stata io a chiederti di fare questa missione, è colpa mia, solo colpa mia... 
Vengo "risvegliata" di colpo da un rumore, l'ascensore si è fermato, siamo arrivati al piano terra, Fusco va ad aiutare Reese ad alzarsi, Finch mi guarda come per chiedermi: riesci ad alzarti?
Rimango un po' perplessa, ma gli faccio cenno di sì con la testa. 
Mi rialzo, mi guardo intorno, sembra un labirinto, pieno di corridoi ma Finch fa segno di seguirlo ed usciamo da una porta di servizio, siamo dietro Wall Street. 
Le persone camminano, parlano, mangiano, lavorano, ridono ignari di quello che sta succedendo. 
Fermo un taxi con la mano, faccio salire Finch, Reese e Fusco andranno diretti al rifugio almeno lì sono al sicuro. 
Io prendo un altro taxi e mi faccio lasciare a casa, salgo le scale, apro la porta e la richiudo dietro di me. 
Tolgo il giubbotto e lo poso sul divano nello stesso momento mi sfilo le scarpe e mi dirigo verso il bagno. Mi slaccio i jeans e me li tolgo, lentamente, sono pieni di sangue, contemporaneamente mi tolgo anche la maglietta mi dirigo davanti alla doccia, apro l'acqua, dev'essere bollente. 
Mi slaccio il reggiseno e lo lascio cadere a terra, mi sfilo anche le mutande e mi ritrovo nuda, entro in doccia e penso a tutto quello che è successo, penso a te, penso al fatto che forse sei morta e non potrò più vedere il tuo sorriso, i tuoi occhi, continuo a ripetermi è solo colpa mia, scoppio a piangere e mi ritrovo seduta nella doccia con l'acqua bollente che mi scorre addosso ma nonostante ciò sento freddo, un freddo che solo tu potresti colmare. 
   
 
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