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Autore: NotteStellata    03/05/2016    1 recensioni
Raccolta di drabble, sono ricordi e momenti fissati nella memoria del mio primo amore (ovviamente finito male :P).
Spero di non essere stata troppo peripatetica e che qualcuno possa ritrovarsi in qualcosa di quello che ho provato anche io!
Dal testo:
"Ancora non ho capito cosa sia veramente questo bisogno che sento nello stomaco di infilare le dita tra i tuoi boccoli di petrolio, rimane silenzioso e fisso in un angolo della mia testa.
O forse sono solo troppo vigliacca per definirlo."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Veramente bella

 

 

   

“Mentre i sogni si dissolvono

e gli inverni si accavallano

quanti spilli sulla pelle

dentro il petto sulle spalle

e vivo fino a sentir male

con la gola secca sotto al sole”

Che rumore fa la felicità - Negrita

 

 

 

 

 

Siamo sul pulmino in gita e il tuo migiore amico ha fatto una domanda semi-seria, io rispondo qualcosa di profondo con un sorriso sulle labbra, trattandolo con leggerezza.

Per i successivi dieci minuti non smetti di fissarmi mentre spero che la frangia si allunghi improvvisamente e mi copra il viso per la vergogna.

Ti diverte farmi sentire a disagio?

 

                                

Al ritorno ti siedi sul sedile davanti al mio e non faccio altro che fissarti la nuca.

Vorrei poterla baciare e darle piccoli morsi.

Ancora non ho capito cosa sia veramente questo bisogno che sento nello stomaco di infilare le dita tra i tuoi boccoli di petrolio, rimane silenzioso e fisso in un angolo della mia testa.

O forse sono solo troppo vigliacca per definirlo.

 

 

Il tuo è il primo compleanno dell’anno.

E’ la prima volta che mi trucco e mi vesto bene, mi guardano tutti sorpresi e mi fanno un sacco di complimenti, mentre facciamo una foto mi sussurri all’orecchio ‘veramente bella’.

 

 

La nostra compagna di classe, che ti piace dalla prima, è diventata mia amica, si confida solo con me per quanto ti riguarda, la gente tende a fidarsi della mia apparente riservatezza, lei ha già un ragazzo e non sa se farebbe bene a lasciarlo e dirti di sì oppure rimanerci insieme.

Tutte le volte che fai qualcosa di carino per lei, tutte le volte che le parli di quello che senti, lei me lo dice.

Rispondo sinceramente cosa farei nella sua situazione e quello che provo comincia a preoccuparmi.

 

 

Alla fine riesco a convincerla a scaricare il tizio con cui stava, che lasciatelo dire, non è niente a che vedere con te anche da un punto di vista oggettivo.

Lei corre per darmi la buona notizia e io mi rendo conto, nel preciso istante in cui termina la frase, che sono appena andata in frantumi. Per fortuna sono un’ottima attrice, ma dentro di me so che sarà un lavoraccio racogliere tutti i pezzi e rimetterli insieme.

 

 

Siamo d’accordo.

Siamo d’accordo e sosteniamo la stessa parte della discussione contro i nostri compagni.

Siamo d’accordo e sosteniamo la stessa parte della discussione contro i nostri compagni e ci basta un solo sguardo per scegliere chi dei due debba controbattere all’ultima critica, quando il professore ci ferma ti faccio un sorriso storto e mi fai l’occhiolino.

Irresistibile.

 

 

E’ successo l’irreparabile.

Il focolaio è scoppiato e non posso fare niente, ma io e te siamo ancora fuori dal balcone della stanza dell’hotel a discutere di quello che è successo, mentre due nostri compagni amoreggiano da una parte.

Ci confrontiamo e cerco di essere del tutto oggettiva nello spiegarti come stanno le cose, anche se ti parlo della mia migliore amica, ma purtroppo hai il punto di vista della tua ragazza e infondo non puoi contraddirla e schierarti dalla nostra parte.

Dalla mia parte.

 

 

E’ da due anni che ho smesso bruscamente di tenere un diario.

E’ da due anni che faccio finta di non sentire niente quando ti vedo.

E’ da tre mesi che fai finta di non aver mai sentito nemmeno il mio nome, anche se spesso ti ritrovo a fissarmi con insistenza.

 

 

Siamo entrambi al primo banco, divisi da una sfilza di compagni, ma io riesco a guardarti lo stesso.

Ti guardo per tutto il tempo, nessuno se ne accorge mai.

Conservo ogni tua espressione: i tuoi occhi quando sorridi, le tue labbra carnose che rimangono aperte mentre ti sforzi di capire cosa stia scrivendo la professoressa alla lavagna, le tue sopracciglia folte che si uniscono in un cruccio quando ti vengono rivolte delle domande; ridacchio segretamente delle tue facce buffe.

Quando la mia compagna di banco mi chiede cosa sto guardando io mi invento mille scuse, d’altronde lo sai, sono un’ottima attrice e l’improvvisazione è il mio forte.

 

 

Mi permetto di struggermi per te solo quando sono da sola nella mia stanza, senza nessuno che può sentirmi o vedermi, rendendomi conto che mi sono accorta di te molto prima di quando sono stata costretta.

Non l’ho detto a nessuno.

Sono un’attrice così brava che nemmeno io ci ho creduto fino all’ultimo, ma l’amore più lo ignori più si beffa di te, più ti tormenta e ti deride.

Tu non senti niente e io continuo a scivolare ed a sanguinare dove la ferita è fresca.

 

 

Ogni rara volta che mi capita di scambiare due parole in croce con te, appare lei…forse sospetta qualcosa.

Da quando è successa quella cosa tra la mia migliore amica e la sua amica-appena-acquisita, si è dimenticata di chi l’ha accolta e aiutata a riambientarsi, di chi era diventata sua confidente e le ha aperto gli occhi su di te.

 

 

Mi sono accorta della faccia che hai fatto quando ho letto una poesia in lingua originale, non ti aspettavi che sapessi leggere il francese e ho sentito il tuo sguardo addosso per tutto il tempo.

Lo hai distolto solo quando la professoressa aveva già iniziato la traduzione da un po’, quando ti ho rivolto il mio, di sguardo, dandoti il permesso di staccare gli occhi dai mei, cosa che hai fatto lentamente, senza nasconderti.

 

 

Mi hai fatto incavolare come una belva ieri, è inutile che mi fissi per scusarti, solo perché siamo in pochi a Religione alla prima ora, tra cui spicca la mancanza della mia ‘ex-amica’ e tua attuale ragazza, non vuol dire che devi starmi addosso.

Ok. Zitta. Respiri profondi, è solo un caso che mi stia guardando, ieri non c’entra niente, stai tranquilla, non arrossire per nessun motivo!

Smettila di fissarmi, il prete comincia a guardarti male!

Basta. Ora ti sta guardando malissimo ed anche la mia vicina di banco comincia ad esserne irritata.

Dopo che lei sbotta chiedendoti che vuoi e il professore ti riprende per la seconda volta, sono costretta a guardarti e lo faccio con un’espressione dura sul viso, che si scioglie subito vedendo la tua contrita.

Ti rigiri immediatamente chiedendo scusa e tutto torna normale, senza che nessuno dia peso alla cosa.

 

 

Mentre abbracci sorridente la tua ragazza, fuori dalla porta aperta dell’aula, mi lanci sguardi casuali, come se l’occhio ti fosse caduto per sbaglio su questa persona del tutto ignorabile, cosa su cui non discuto perché nessuno mi trova abbastanza minacciosa per preoccuparsi di me, qualità che giova molto alle mie doti attoriali. Ma non puoi nasconderti, sono diventata brava in quest’arte prima di te.

Ti vedo.

E mi sento morire ogni volta che lo fai.

 

 

Ogni giorno una nuova tortura.

E’ sbagliato, devo convincermi che tu non mi vuoi, sei stupido e l’unica cosa che ti interessa è l’apparenza!

Io non devo…non dovrei, eppure sono qui a trattenere le lacrime perché sei molto più distante di quanto tu sia mai stato e non so come fare a raggiungerti.

 

 

Finalmente lei non c’è e passiamo la giornata insieme, non da soli, impossibile, ma con altri compagni.

Mi piace quando ricominci a guardarmi come prima, come se ti incuriosissi, mi piace quando ascolti ogni cosa che dico e cerchi di interpretare ogni mia espressione; lo so che studi le persone a distanza perché sei un tipo calcolatore, che non sgarri mai, che fai tutto ciò che ti porta più vantaggi e ti va bene così.

Il problema è che non riesco ad arrendermi all’idea.

 

 

Giochiamo all’Uomo nero¹ e rimaniamo solo io e te, devo scegliere le carte dalle tue mani e ci fissiamo insistentemente sorridendoci.

Per la settimana successiva non faccio altro che pensare ai tuoi occhi verdi, macchiati di pagliuzze dorate, e non mi rendo conto che una piccola parte di me si sta illudendo di qualcosa che non sarà mai.

 

 

E’ il tuo compleanno e fanno uno stupidissimo gioco in cui ti bendano e fanno mettere in fila tutte le ragazze di classe e tu devi riconoscere lei.

Con le altre ti basta il tocco delle mani per capirlo, ma arrivato a me dici che non riesci a deciderti e, senza riuscire a trattenere un sorriso storto, proponi di valutare in base al mio odore, così mi dicono di guidarti le mani sulle spalle e, dopo che mi hai quasi sfiorato il collo con il naso, ti tiri indietro dicendo che non sono lei.

Giochi con una mia ciocca di capelli sorridendo storto, a mo’ di saluto e passi a quella dopo.

Sto tremando.

Esibisco il miglior sorriso falso del mio repertorio e dichiaro di star morendo di freddo, quando la trovi sono nell’altra stanza a far finta di prendere il maglioncino passandomi le mani perennemente gelate sul viso in combustione per riprendermi, il mio sguardo di terrore si riflette sul vetro della finestra che mi sta davanti restituendomi l’immagine di una ragazza sperduta.

 

 

E’ l’ultimo giorno di scuola, lei esce di classe prima di te, tu ti avvicini al nostro gruppo e saluti tutte, me per ultima, tentennando e guardandomi dritta negli occhi prima di lasciarmi la mano stretta per dire addio.

E so che lo sarà, un addio, perché non ti interessa fare ciò che vuoi, ma solo ciò che gli altri si aspettano da te.

Una parte di me è appena crollata e si è trasformata nell’acqua in cui sento di affogare.

 

 

La mia aula all’università è vicino alla tua e, a parte una sola volta in cui ti saluto ironicamente, non ci guardiamo nemmeno.

Quando passo mi guardi, ma io sono diventata la donna di ghiaccio per te.

Sono stanca, troppo stanca per continuare a cercare di farti ragionare, sei libero di fare ciò che vuoi.

 

 

Ora sorridi alle mie amiche quando sei costretto, solo io vengo ignorata completamente.

Le prime volte si fanno delle domande, ma poi desistono perché non so assolutamente che spiegazione dare loro, non avendone una nemmeno per me.

La ferita ora è chiusa, ma la cicatrice rimane.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

¹Gioco di carte chiamato anche Asino

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Ho gravi problemi di comprendonio con l’html, quindi da vera profana sto cercando di capire come fare! >.<

Per ora sono riuscita a racimolare ciò, anche se non capisco perché metta il corsivo anche dove non vorrei, comunque per ora va bene, poi cerco di sistemare.

Questa raccolta è conclusa, spero che abbia qualche senso, anche perché ho scritto le drabble in ordine sparso e solo successivamente le ho riordinate.

Non so se sia uscito qualcosa di decente, è la prima cosa che pubblico su questo sito e si tratta di una cosa che mi porto dietro da un po’!

Sono terrorizzata dall’idea di aver fatto violazioni e robe simili, quindi se vedete qualcosa che non va per favore fatemelo sapere!!!!!

Per il resto se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate, se avete voglia di farmi domande o se volete chiarimenti o, soprattutto, se trovate errori e volete correggermi, mi farebbe molto piacere ricevere una parolina  ;)

 

 

Un grande bacio

Dannie Nightsky

  
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