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Autore: midori_ninjin    04/05/2016    0 recensioni
Quante volte avete pensato al momento in cui tutto si sarebbe rivelato, il momento in cui il mago ed il futuro re, facce della stessa medaglia, si sarebbero finalmente guardati negli occhi, senza alcun segreto a frapporsi tra loro, a separarli solo i loro ceti sociali?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Seconda stagione
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Erano tante le cose che occupavano la mente del moro, mentre cercava di ripulire le camere di Artù, il più velocemente possibile, per poi raggiungerlo. Aveva finalmente finito, e si apprestava ad andare, quando voltandosi urtò, distrattamente, un vaso posto sul tavolo, veloce, con una mano tesa e gli occhi dorati, fermo l'oggetto a mezz'aria, per poi notare la sagoma che, difronte a lui, avanzava sconvolta. L'uomo si avvicinò e Merlino poté notare i capelli biondi e gli occhi azzurri, il vaso, poco prima fermo, riprese la sua caduta verso il pavimento e si infranse in mille frammenti.
-M-Merlino?-
Fu l'unica frase pronunciata da Artù, che, fermo davanti al giovane mago, non voleva credere a ciò che aveva visto.
-M-Merlino?-
-I-io... Non è quello che sembra- Intervenne subito questo, cercando di allontanarsi dai frammenti del vaso.
-Allora dimmi cos'è che sembra!- Esclamò Artù, avanzando verso Merlino con passo deciso, facendo indietreggiare e sbattere alla parete l'altro, per poi continuare -No, perché sembrava tu stessi facendo librare in volo il vaso!-
-Vedete e che io... Io non stavo... Cioè stavo ma...
-Merlin taci e spiegami cosa sta succedendo!- Lo interruppe il principe, estraendo la sua spada e puntandola al petto del mago.
-Scusate ma come faccio a fare entrambi contemporaneamente?- Ecco il senso dell'umorismo di Merlino, che si faceva sentire proprio nei momenti meno opportuni.
-Pretendo delle spiegazioni... Ora!-
-Forse e meglio che vi sediate...
-MERLINO!- Sbotto il biondo avanzando ancora.
-...Sono un mago- Le flebili parole uscirono veloci e tenui dalle labbra del moro, ma come lame trafissero il biondo che udendole iniziò ad arretrare, con un espressione sul volto di sorpresa mista a rabbia, infondo la scena non lasciava altre interpretazioni eppure lui ci aveva sperato fino all'ultimo... che non fosse vero... Che fosse solo un malinteso... Eppure era così... Merlino era un mago.
-Tu cosa...? Stai mentendo!-
-Perché dovrei? Tengo alla mia vita, ma... ormai e innegabile l'ovvio-
-Tieni alla tua vita...? Pensi che correrò da mio padre a dirgli tutto?-
-No... Certo la spada al petto mi rassicura-
La voce di Merlin andò pian piano sfumando... non era il momento di scherzare, conosceva il trattamento che era riservato a chiunque avesse avuto a che fare con la magia a Camelot e certo non l'allettava. Nonostante la sua poca attenzione era sempre riuscito a scamparla, ma solo ora si rendeva conto del fatto che al minimo errore sarebbe finito al rogo, accusato proprio dalla persona che, per ironia della sorte, avrebbe dovuto proteggere, e se così non fosse stato, si ritrovava a mettere in pericolo proprio la persona che più di tutte avrebbe voluto proteggere.
-Perché non me l'hai detto prima?-
-Cosa avrei dovuto dirvi...? Non è proprio un argomento da conversazione e poi ciò non cambia niente-
-Non cambia niente!? Certo mi hai solo mentito... inoltre la magia a Camelot e proibita, se te ne fossi dimenticato! Perché sei qui? Perché sei il mio servitore?- Entrò in confusione il biondo riavvicinandosi all'altro con la spada.
Merlino non poteva permettersi un passo falso, se solo Artù avesse sospettato un complotto per attentare alla sicurezza del regno non avrebbe dubitato un secondo prima di trafiggerlo con la spada... Al giovane mago non rimaneva che dire la verità, per quanto questa potesse essere assurda.
-Vedete... io ho un destino da compiere- Disse il moro, cercando di non ferirsi da solo con la spada del principe che, pian piano, stava salendo verso la gola.
-E quale sarebbe?- Chiese Artù, continuando a puntare Merlino indeciso sul da farsi.
-Bè vedete da un punto di vista prettamente personale, cioè quello di uno scontroso, scorbutico e inaffidabile drago, io dovrei proteggere il futuro re di Camelot... quindi... voi-
-Tu che proteggi me?- Disse il biondo come risvegliatosi, ignorando completamente il drago menzionato, infondo quando c'era da vessare verbalmente il suo povero servo lui era sempre pronto.
-Vi stupireste nel sapere quante volte vi ho salvato la vita-
-Ma se a malapena riesci a tenere una spada in mano-
-Voi continuate a negare l'ovvio... avete capito che sono un mago?-
-Quindi... Il vaso lo hai fatto volare tu?- Chiese Artù come risvegliatosi.
-Si- Disse Merlino chinando il capo, non poteva più sostenere lo sguardo di Artù, non riuscendo a comprendere se la sua espressione fosse di rabbia, odio o semplicemente sconvolta.
-Non puoi rimanere a Camelot per una cosa così assurda!- Disse il principe senza neanche accennare di voler abbassare l'arma.
-Cosa ma...
-Non puoi rimanere è troppo pericoloso-
-Non ho intenzione di andarmene!- Disse Merlino preso alla sprovvista,e avvicinandosi con passo deciso al principe, senza accorgersi della lama che, premuta sulla sua gola, gli aveva procurato una piccola ferita da cui colava un rivolo di sangue, per poi continuare più pacato -Scusate.. Io devo rimanere, se il re sospetterà qualcosa giuro che me ne andrò-
-Quando il re sospetterà qualcosa, ti devo forse rammentare quanto sia forte il suo odio verso la magia...? Se usi la magia sei un mago e a Camelot questi sono puniti con la pena di morte-
-Mi state dicendo che non dovrei più usare la magia?-
-Se non usi la magia allora non sei un ma...
-Mi dispiace deludervi ma vi avviso che non ho un interruttore per spegnerla- Disse Merlino arrabbiato, non aspettandosi questo completo rinnego verso ciò che era.
-Non essere stupido non hai bisogno della magia per vivere-
-Io forse non ho bisogno della magia per vivere ma lei e parte di me che voi lo vogliate o meno!-
-Allora non puoi rimanere!-
-Non me ne andrò! Se non avete intenzione di farmi rimanere allora dovrete mettermi al rogo- Non capiva cosa gli desse il coraggio di pronunciare quelle parole... ma forse era solo la convinzione che Artù non l'avrebbe mai fatto.
-Ma... Ma... tu non sei certo nelle condizioni di avanzare pretese!-
-Non ho intenzione di andarmene... Mai- Disse Merlino deciso, alzando finalmente lo sguardo e piantandolo nelle profonde iridi azzurre dell'altro.
-Non puoi rimanere-
-Io rimarrò!-
-Non...
-Io non me ne vado da Camelot- Lo interruppe Merlino calcando bene ogni singola parola.
-Cosa sei? un bambino?-
-Se comportarmi come un bambino vi farà desistere allora...
-E va bene o capito... Ma sappi che quando per colpa della tua stupidità ti sarai fatto scoprire e ti sarai fatto mettere al rogo io sarò lì per dirti "te l'avevo detto"!- Disse il principe, mentre a Merlino spuntava uno stupido sorriso sul viso.
-Ora esci voglio riposare!-
-Hamm Artù...
-Che c'è!-
-La spada... non posso andare se continuate a puntarmi la gola-
Artù fisso il mago per altri venti secondi prima di decidersi ad abbassare l'arma e lasciarlo andare. Merlino uscì dalle stanze del principe e, una volta fuori, si appoggiò alla porta con la schiena, scivolando fino a toccare terra, i respiri che seguirono quella azione furono intrisi delle preoccupazioni e del sollievo del povero giovane mago, che aveva il fiato corto e il battito accelerato come dopo una corsa. Non riusciva a capacitarsi dell'accaduto... Artù aveva scoperto tutto ed era ancora lì... vivo, a discapito di tutta la poca fiducia che gli aveva dato e di tutte le volte che aveva affermato che il mentire con il principe lo mantenesse in vita... Ora si sentiva in colpa... Nessuno l'aveva trafitto, decapitato, infilzato, torturato o messo al rogo... Ora tutte quelle pessimistiche previsioni lo facevano sentire stupido... Avrebbe dovuto riconoscere prima che la verità era proprio quella che aveva ripetuto così spesso, avvolte più per convincere se stesso che gli altri, loro non erano semplicemente padrone e servitore... Fra loro c'era di più... E Merlino si pentiva di aver dubitato di quel qualcosa di più. Ripreso fiato si alzò a fatica, per poi andare da Gaius a riferirgli la novità.
Come sempre il medico sedeva alla sua scrivania e consultava svariati libri, Merlino gli si avvicinò per poi schiarirsi la voce, Gaius lo notò e disse.
-Ah... Merlino non ti avevo visto-
-Tutto bene?-
-Si... facevo delle ricerche-
-A certo... capisco, devo fare qualcosa? Pulire la vasca delle sanguisughe, lavare i pavimenti o fare delle consegne?-
-Merlino mi devi dire qualcosa? Non so per caso c'è qualche novità?-
-Novità dite, vediamo... no non mi pare, cioè ci sarebbe questo dettaglio ma più che un dettaglio lo vedrei come un piccolo errore di percorso che...
-Merlino non tergiversare-
-Artù potrebbe aver scoperto il mio segreto... Insomma lo ha scoperto-
-Il tuo cosa! Ha scoperto cosa?-
-Ha scoperto che sono un mago-
-Lo ha scoperto?! Come?- Chiese il medico alzandosi.
-Io cercavo solo di salvare un povero vaso innocente e vedete poi lui è entrato e... e... però l'ha presa bene-
-Come puoi essere così calmo?-
-Non saprei forse è l'età, sapete sono troppo giovane per farmi prendere dal panico-
-Non sei troppo giovane sei solo un idiota... Non capisci quanto questo sia grava... Metti in pericolo te stesso e Artù... Per non parlare del fatto...-
-Devo andare Artù mi vorrà per la cena- Lo interruppe Merlino e così dicendo uscì di corsa, ignorando i richiami di Gaius ancora sconvolto. Merlino scese nelle cucine per poi risalire con la cena per Artù ed entrò dimenticandosi, come sempre, di bussare.
-Merlino quante volte devo ripeterti che devi bussare?- Chiese il principe, già seduto al tavolo apparecchiato.
-Scusate... l'avevo dimenticato-
-Comunque volevo chiederti una cosa...-
-Cosa?-
-Prima hai detto che il tuo compito è proteggermi...-
-...Si-
-Quante volte è successo... Che tu rischiassi per proteggermi-
-Non è che tenga il conto...
-Merlino!-
-Quattordici- Disse veloce il castano.
-Quattordici...?- Ripeté un po' incredulo l'altro, per poi continuare -In che occasioni?-
-... Ultimamente ho curato vostro padre, ho ucciso il grifone, il mostro di creta e il più potente mago della storia... Anche se quest'ultimo più che altro l'ho rinchiuso in una pietra quando voleva entrare nel mio corpo-
-Cosa... Tu...-
-Dovreste mangiare o si raffredda- Disse il mago notando la faccia sorpresa dell'altro.
-Non mi avevi detto di aver curato mio padre-
-...L'avevo dimenticato- Disse Merlino in un tono poco credibile.
-Hai la mia cena? Ho hai dimenticato anche quella?- Chiese Artù evidentemente infastidito.
-Eccola- Affermo Merlino passando i tre piatti di fronte al principe.
-Almeno non sei un completo idiota- Disse Artù, mentre il castano versava dell'acqua nel bicchiere del principe, la brocca gli scivolò finendo per versare tutto il contenuto sul tavolo e in fine cadde in frantumi sul pavimento.
-Rettifico... sei un completo idiota- Si corresse alzandosi per evitare di bagnarsi ancora.
-Scusate... Io..- Disse Merlino inginocchiandosi per cercare di raccogliere i cocci della brocca rotta... Fermandosi un secondo dopo e alzandosi tenendosi una mano.
-Ti sei tagliato...? Non ci credo sei un pericolo ambulante!- Disse Artù guardando la mano dell'altro da cui colava del sangue.
-Non è niente... Dovreste cambiarvi!-
-A certo quel taglio inquietante non e niente... Più che altro preoccupiamoci del mio possibile raffreddore-
-Voi siete più importante...- Iniziò a dire Merlino per poi essere interrotto.
-Si... Infondo tu devi proteggere il futuro re non preoccupiamoci del grifone assassino che ti avrebbe potuto fare in mille pezzi o del mago più potente della storia che voleva entrare nel tuo corpo per possederti... infondo e più importante il raffreddore di Artù Pendragon?!- Alzò la voce Artù avanzando.
-Forse non avrei dovuto rischiare la mia vita così tante volte se voi non aveste dubitato delle mie parole in ogni singolo momento...- Rispose Merlino avanzando anch'esso.
-Dubitare... Se dubitassi di te saresti già sul rogo-
-O per favore... Come con Cedric... se si presentasse un servo più efficiente mi sostituireste senza pensarci due volte!-
-Non è vero...!- Disse Artù ma fu interrotto velocemente dalle parole del castano.
-Ah si certo se dite "Non è vero!" E tutto a posto... Perché badare ai fatti e alle parole di un semplice servo quando abbiamo la parola del grande Artù Pendragon- Urlò Merlino ormai fuori di se.
-Io non ti considero semplicemente un servo lo sai...!- Rispose Artù.
-Una volta vi ho pure detto che ero un mago... Avevo confessato, per salvare Gwen certo, ma quella era pur sempre una vera e propria confessione e voi l'avete considerata un opzione così assurda da non darle neanche una possibilità... Era così impossibile credere che il vostro semplice servo possedesse la magia?-
-NO...! MI ERA IMPOSSIBILE CREDERE CHE TU MI AVESSI MENTITO...!- Concluse Artù in un urlo che colpì Merlino zittendolo, per poi continuare a bassa voce -Perché io mi fidavo di te... Perché pensavo che tu fossi l'unico che non mi mentiva, che mi chiamava "Babbeo" e mi diceva le cose così come stavano, senza badare a chi fossi... Ma a quanto pare mi sbagliavo-
-Io non... Non... Volevo mentirvi-
-Ma l'hai fatto- Concluse Artù... Ormai entrambi avevano abbassato lo sguardo.
-Non sapete quante volte avrei voluto dirvelo ma Gaius...
-Aspetta Gaius sa che tu...-
-...Si-
-Chi altro?-
-Bè solo Gaius... Lancillotto, I druidi e gli abitanti di Eldor... Ah e poi anche altre streghe e...
-Fammi capire praticamente ne ero l'unico all'oscuro!-
-No... Bè elencati ad alta voce sembrano di più di quelli che in realtà sono effettivamente-
-Si certo-
-Io sapevo che avrei messo in pericolo chiunque ne fosse stato a conoscenza e non potevo... Proprio voi...- Artù guardò Merlino... Sguardo basso, mani a torturarsi fra di loro e labbra semichiuse, come a voler dire qualcosa senza trovare le parole, che tremavano delicatamente ad ogni suo respiro... Ma lo vide realmente solo quando il castano alzò gli occhi verso di lui, non l'aveva mai visto così... Vulnerabile, neanche quando era stato avvelenato o quando la madre era arrivata a Camelot con dei lividi sul viso. Quella volta era diverso, nello sguardo di Merlino si leggeva qualcos'altro... una supplica a smettere quella conversazione ma allo stesso tempo era come se fosse convinto di meritarsi tutte quelle sofferenze. Gli occhi scuri parevano quasi liquidi mentre cercava nello sguardo di Artù i pensieri che erano diventati troppo difficili da pronunciare a voce, che quindi potevano solo rimanere silenziosi a vagare fra i due, che si scrutavano a vicenda... Uno era Artù Pendragon, futuro re di Camelot, e l'altro era Merlino, mago, e quello che stava succedendo in quella stanza era quanto di più sbagliato potesse succedere... eppure erano entrambi lì, pronti ad ignorare ogni singolo neurone che supplicava loro di riprendere il controllo della situazione... Mentre Artù alzava una mano verso la mascella dell'altro per sfiorarla, chiedendosi se fosse sempre stata così chiara, praticamente nivea, o se la luna stesse partecipando a quel gioco, di cui entrambi si sarebbero pentiti... E così poco dopo, nessuno dei due sapeva bene come, si ritrovarono più vicini di quanto mai i loro ruoli gli avessero permesso di essere. Le labbra del biondo si posarono su quelle dell'altro per poi allontanarsi portandoselo dietro, più vicino di qualche passo, nessuno dei due volva separarsi dall'altro, quella mano ancora lì a ripercorrere la mascella del castano per sentire ogni battito ed ogni respiro... Per non perdersi nulla di quel corpo, eppure Merlino, racimolando ogni briciola di controllo perso, posò veloce le mani sul petto dell'altro per allontanarlo e per concludere quella pazzia.
-No- Sussurrò a fior di labbra allontanatosi di svariati passi indietro, per poi portarsi le mani ai capelli e continuare -No... No... No...- Disse più volte, voltandosi a dare le spalle al principe -No- ripeté quella sillaba ancora una volta come a poter cancellare l'accaduto. Di contro Artù era fermo, dove l'altro l'aveva lasciato, con lo sguardo a vagare lungo la schiena di questo, a ripercorrere la spina dorsale per poi soffermarsi sulla nuca, Merlino si girò abbassando le braccia, come se avesse sentito lo sguardo del biondo sfiorargli la pelle, per poi dire.
-No... Non potete- Gli occhi particolarmente sgranati.
-Lo so... I... Io- Balbettò il biondo prima di essere interrotto.
-Io dovrei andare...-
-Si... Devi andare- Disse Artù mentre ogni singola cellula del suo corpo pregava l'altro di rimanere... Di non voltarsi... Di non andarsene. Eppure per quanto lo desiderasse non riusciva a comunicare i propri desideri in modi che non prevedessero le parole... Erano entrambi lì fra il buio della notte e il calore delle svariate candele della stanza... E il biondo sapeva di non potersi permettere di perdere quell'occasione... Quel corpo... Quelle labbra. E così riaccadde, in un istante la bocca di uno era di nuovo premuta su quella dell'altro, questa volta in un contatto meno delicato e più intenso... Le labbra di Merlino si schiusero al contatto con la lingua dell'altro che con una mano lo circondò in vita, per avvicinarlo, ed in quell'istante tutte le candele della stanza si spensero all'unisono, lasciando piombare la stanza nell'oscurità... Artù si separò di un centimetro dal castano, per poi chiedere con estrema dolcezza.
-sei stato tu?-
-Non ne sono sicuro- Gli rispose l'altro con il fiato corto e gli occhi di un meraviglioso oro bronzato, prima che il biondo si riappropriasse delle sue labbra, ormai il principe era caduto in quella tentazione ed era conscio che da quel momento gli sarebbe stato impossibile anche solo stare nella stessa stanza di Merlino senza desiderare di sfiorare quella pelle e quelle labbra... Ma non importava, in quel momento non gli importava di niente, se non dell'innaturale caldo che sembrava gli si stesse generando da dentro... Perché così come le flebili fiamme delle candele si erano spente, dentro Artù ora si era acceso un qualcosa di mai provato prima. Non aveva bisogno di vedere di fronte a se... Conosceva alla perfezione ogni centimetro del corpo dell'altro, come se fossero due metà finalmente ricongiunte. Non era realmente sicuro di dove fossero le mani di Merlino, mentre con la sua sinistra accarezzava ancora una volta quella mascella per poi scendere sul collo e sfiorare il pomo d'Adamo e sentirlo tremare sotto le sue dita. I due si separarono lentamente, restando comunque vicini per continuare a sentire il calore l'uno dell'altro.
-Cosa... Diavolo... Stiamo facendo?- Chiese Merlino, con le palpebre semi chiuse che lasciavano intravedere gli occhi ancora dorati, ma non ottenne alcuna risposta... Artù sembrava troppo preso a scrutare il viso dell'altro, alzò la mano, poco prima ferma sulla gola, e sfiorò quelle labbra oggetto di tanti pensieri sconnessi... Ma in quel momento le parole non servivano a niente... nessuno dei due voleva realmente trovare una risposta alla domanda posta da Merlino... "Cosa stiamo facendo?" la risposta non era facile e nessuno dei due era nelle condizioni mentali per trovarla... Così Artù, notando il castano troppo preso con le sue lucubrazioni sull'accaduto, decise di prenderlo per una mano e condurlo al letto matrimoniale, d'altronde il biondo aveva sempre pensato che quel letto fosse sempre stato troppo grande per una singola persona e troppo vuoto, eppure quella notte fu felice di quel letto troppo grande adatto ad accogliere due persone e a nascondere quel qualcosa che nessuno dei due riusciva a spiegarsi. Artù fece distendere Merlino su di un fianco per poi distendersi anch'esso di fronte e circondargli la vita con un braccio, L'uno verso l'altro... Volto contro volto così che quella notte nessuno dei due avrebbe potuto nascondersi ed entrambi si sarebbero potuti guardare negli occhi senza preoccuparsi del resto del mondo... Perché quella notte sulla terra per Artù cerano solo gli occhi scuri di Merlino e per questo c'erano solo gli occhi chiari dell'altro, si addormentarono così, scrutandosi a vicenda come non erano mai riusciti a fare... svegli nell'oscurità della notte... Nel medesimo letto, pronti ad ammettere che da quel momento in poi non avevano più bisogno del resto del mondo.
   
 
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