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Autore: Jichan    04/05/2016    5 recensioni
"Jin si sporse di più dalla finestra, premendo il binocolo sulla faccia talmente tanto che l’altro ragazzo temette gli stesse per entrare nelle orbite, quando il giardiniere, un ragazzo dai capelli chiari, con un bel fisico, jeans vecchi e scoloriti e una larga canotta grigia, entrò nel giardino.
«È mio» affermò frettolosamente senza staccare gli occhi dalla figura dell’altro."
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Namjin [Side YoonSeok, perché non ne posso fare a meno]
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Love Blossoms





Yoongi, dopo essersi lamentato per tutto il tempo di starsi annoiando, era stato fornito di una lima per svagarsi, ed ora si stava limando le unghie senza troppa convinzione, fermandosi a rimirarle ogni secondo. Sbuffando sonoramente, annoiato da tutta quella situazione, si sistemò più comodamente sull’enorme letto su cui era sdraiato.
«Non vi sentite minimamente patetici?» decise di spezzare il silenzio.
«Shh» lo rimproverano all’unisono Jin e Hoseok, intenti a fissare il giardino fuori dalla finestra, sgranocchiando ad intervalli regolari dei pop-corn.
Yoongi alzò gli occhi al cielo, disperato «Ma insomma, si può sapere almeno cosa state facendo?»
Jin girò di scatto la sua sedia battendo una mano sul materasso.
«Mia madre ha assunto un ragazzo a fare da giardiniere» gli disse, come a sottolineare la sua infinita stupidità.
E quindi?
«E quindi?»
«E quindi se è un figo me lo lascio scappare così? Mpf» lo sbeffeggiò rigirandosi e tirando fuori un binocolo.
«Tanto sceglierà me» intervenne Hoseok.
Yoongi decise di alzarsi dal letto e avvicinarsi alla finestra giusto per prendere in giro i due. In quel momento il cancelletto del giardino sul retro si aprì e Yoongi sentì i due trattenere il respiro. Jin si sporse di più dalla finestra, premendo il binocolo sulla faccia talmente tanto che l’altro ragazzo temette gli stesse per entrare nelle orbite, quando il giardiniere, un ragazzo dai capelli chiari, con un bel fisico, jeans vecchi e scoloriti e una larga canotta grigia, entrò nel giardino.
« È mio» affermò frettolosamente senza staccare gli occhi dalla figura dell’altro.
«Oh tanto non è proprio il mio tipo» si allontanò dalla finestra Hoseok, recuperando dal letto la lima.
Yoongi si sedette affianco a Jin, che non lo degnò di uno sguardo.
«Non lo conosci nemmeno. Potrebbe essere un coglione. Hyung, non fare il pazzo, ok?»
«A me non interessa il suo carattere, chiaro? Mi basta che abbia un gran ca-» Yoongi si girò a guardare il ragazzo male «… carisma»
Hoseok sbuffò una risatina, mentre Yoongi avrebbe voluto uccidere il più grande.
«Bene, allora vai e scopri quanto è grande il suo carisma» borbottò Yoongi incrociando le braccia al petto.
«Si direbbe quasi che sei geloso» ridacchia Hoseok «Lascialo sognare»
«Sono solo preoccupato per lui. Lo sai come fa quando si infatua di qualcuno»
Jin lanciò un urletto poco virile interrompendolo e Yoongi si girò verso la finestra per scoprire che il giardiniere si era tolto la canotta per il caldo.
«Oh cielo» sussurrarono Jin e Yoongi all’unisono, uno con un tono trasognante, l’altro disperato
 
 

«Ho chiesto a mia madre ed ha detto che si chiama Namjoon~» gli fece sapere Jin il giorno dopo, nuovamente appostato alla finestra.
Nessuno dei due amici sembrò però interessato alla cosa, impegnati a farsi delle foto dal letto.
Hoseok arpionò con un braccio le spalle di Yoongi facendo un enorme sorriso, l’espressione dell’altro più che altro costipata, e scattò la foto.
Jin si schiarì la voce per attirare l’attenzione dei due.
«Ehi, volete prestarmi attenzione? Si sta parlando di affari di stato»
«La tua libido non è un affare di stato» gli rispose Yoongi senza dargli importanza, l’espressione ancora infastidita, pronto all’ennesimo scatto.
Jin li guardò male, per poi tornare ad osservare il ragazzo nel giardino intento ad armeggiare col tosaerba sotto il sole cocente. Jin immaginò gocce di sudore scorrere sul petto dell’altro, e la sua faccia diventò immediatamente rossa.
«Sicuramente sta pensando qualcosa di sconcio» sussurrò Hoseok all’orecchio di Yoongi.
«Guarda che ti ho sentito!» fece indispettito quello.
Hoseok inarcò un sopracciglio «Non era mio intento non farmi sentire. E non puoi fingere che io non abbia ragione»
Jin sbuffò gettandosi sul letto tra loro due e coprendosi la faccia con un braccio.
«È così hot» disse tragicamente «Che devo fare?»
«Una doccia fredda?» suggerì Yoongi.
 
 

Il terzo giorno da quando il giardiniere aveva iniziato a lavorare lì, Jin li invitò a attenderlo in camera sua per poi rinchiudersi in bagno. I due alzarono le spalle, poco preoccupati della cosa e si misero ad ascoltare musica con l’MP3, litigando per le cuffie troppo corte e la canzone da ascoltare.
Dopo quelle che sembrano ore, quando Jin rientrò trionfale in camera, indossava solamente un costume da bagno striminzito, i capelli pettinati alla perfezione.
«In piscina!» urlò ai due tirandogli due costumi e uscendo dalla camera.
I due si osservarono.
«Fuori di qui, Jung Hoseok» borbottò Yoongi, le guance rosse, spingendo l’altro fuori dalla stanza.

Una volta tutti pronti Jin spiegò ai due come gli fosse venuta la geniale idea di sedurre l’altro facendo il bagno nella piscina vicina.
«Lo stregherò col mio fisico» aveva detto sognante Jin toccandosi lascivamente lo stomaco.
Quindi stavano camminando in ciabatte e accappatoio sul portico della casa verso la piscina, quando passarono vicino al ragazzo giardiniere e Jin rallentò il passo.
«Ciao! Io sono Jin» disse all’altro agitando la mano in segno di saluto.
L’altro però non rispose, e subito prima di riprovare notò che quello aveva le cuffiette e non poteva sentirlo. Con lo sguardo un po’ deluso continuò la sua sfilata verso la piscina.
Arrivato sul bordo di essa si tolse con estrema lentezza l’accappatoio, ravviò i capelli per poi tuffarsi perfettamente nella piscina e iniziare placidamente a nuotare, i muscoli delle spalle che si contraevano. Finito lo spettacolo si girò a guardare il giardiniere, che però era concentrato sul suo lavoro.
Jin avrebbe battuto un piede a terra, se non si fosse trovato in acqua.
A migliorare le cose ci pensarono Hoseok e Yoongi, che decisero di tuffarsi in piscina a bomba e iniziare subito dopo a schizzarsi a vicenda. «Ti farò pentire di ciò, Jung Hoseok, quanto è vero che mi chiamo Min Yoongi!» lo minacciò mentre veniva affogato dall’altro.
Durante la loro lotta coinvolsero Jin, che venne colpito allo zigomo e si lamentò in modo poco virile.
Ripresosi dal colpo, notò che Namjoon aveva scelto proprio quel momento per guardarli, e stava ridendo di loro.
Jin sospirò frustrato, tentando di affogarsi per lo sconforto.
 
Poco più tardi dell’episodio della piscina, Jin aveva malamente cacciato quelli che si definivano i suoi due migliori amici e si era rintanato in cucina a bere dell’acqua.
Come se in piscina non ne avesse bevuta in abbondanza.
Se ne stava seduto sul bancone della cucina a guardarsi i piedi, muovendo le gambe avanti e indietro, quando sentì lo scatto della porta del retro, che dava proprio sulla cucina, e si girò.
«Ehm, scusa, potrei avere dell’acqua?» chiese il giardiniere passandosi una mano sulla nuca imbarazzato, stiracchiando un sorriso nervoso.
Con quella fossetta lì potresti avere tutto.
E con quel “tutto” Jin non parlava di se stesso. Affatto.
Jin si ricordò che gli era stata fatta una domanda, così arrossì mentre rispondeva in ritardo.
«Oh, certo. Entra e siediti al tavolo» glielo indicò distrattamente, mentre tentava di prendere un bicchiere per l’altro.
Suddetto si trovava su uno scaffale troppo alto, al quale Jin non arrivava nemmeno mettendosi in punta di piedi e allungandosi il più possibile. Riuscì a sfiorarlo di qualche millimetro, ma non poté cantare vittoria che quello, come a sbeffeggiarlo, andò un po’ più infondo verso il muro. Jin stava per sospirare frustrato, quando una mano si poggiò sul suo fianco, facendolo saltare sul posto emettendo uno squittio non molto virile. Voltatosi leggermente notò Namjoon dietro di lui, il petto a toccare la sua schiena e il braccio teso a prendere il bicchiere al posto suo.
Namjoon agguantò il bicchiere per poi porgerglielo dicendogli «Mi sembravi un po’ in difficoltà» con un sorriso dolce.
Jin tentò di ricambiare, ma dato lo sguardo confuso dell’altro non gli doveva essere riuscito molto bene.
«Grazie» gracchiò prendendo il bicchiere, stando attento a non toccare le dita dell’altro per sbaglio.
Si girò verso il lavello riempiendo velocemente il bicchiere e sbattendolo con un po’ troppa forza sul tavolo, tanto che qualche goccia fuoriuscì.
«Ecco. Se ti serve qualcosa, sono al piano di sopra» parlò frettolosamente fuggendo dalla stanza altrettanto velocemente, facendo gli scalini a due a due.
Namjoon ridacchiò, per poi bere finalmente la sua acqua.

 

«Non ci crederete mai. Tra il suo petto e la mia schiena c’era tanto spazio così» spiegò Jin indicando con due dita lo spazio ai suoi due amici, che però, come al solito, non gli prestavano attenzione.
«Wow. Avvincente» mormorò apatico Yoongi, gli occhi chiusi mentre giocava sulla sedia girevole della scrivania di Jin.
«Quindi? Ti ha sbattuto sul tavolo e l’avete fatto?» chiese Hoseok toccando distrattamente i dorsi dei libri nella libreria.
«No, brutto coglione» ribatté Jin, non sicuro se essere indignato o triste perché non fosse effettivamente andata così. Nel dubbio diede un pugno sul braccio di Hoseok.
«Ahi! Non c’è bisogno di essere aggressivi» disse l’altro massaggiandosi la parte colpita.
«Se non è successo niente non vedo come possa interessarci» riportò l’attenzione su di sé Yoongi.
«Ma è successo qualcosa! Il suo petto ha toccato la mia schiena!» ripeté per la seconda volta Jin agitando le braccia.
Yoongi decise non fosse necessario rispondergli, iniziando a vorticare più velocemente.
«Qual è la tua prossima mossa, tigre?» lo schernì dopo un po’ di silenzio.
«Oh beh. Lo vedrete» fece con un sorriso, a detta dei due, da pazzo.

 

Il giorno seguente Yoongi e Hoseok ebbero modo di vederlo benissimo, quando Jin semplicemente si mise a guardare dalla finestra la figura del giardiniere, lamentandosi e piagnucolando di quanto la vita fosse ingiusta.
«Che piano geniale. Tu sì che sai come si conquistano i ragazzi» fece sarcastico Yoongi.
«Non è colpa mia! È che mi vergogno!»
Yoongi e Hoseok alzarono entrambi un sopracciglio. Insomma, visti i precedenti tutto si poteva dire tranne che Jin fosse vergognoso.
«Questa è una bugia. Tu ami essere al centro dell’attenzione. È che hai paura di un rifiuto» spiegò brevemente Hoseok.
«Non è vero! Non potrebbe mai rifiutarmi, mi avete visto?» scattò in piedi indicandosi «…vero? Ragazzi?» fece più insicuro.
Si rigettò sulla sedia vicino la finestra passandosi una mano tra i capelli e tirandoli leggermente.
«Oddio. Potrebbe rifiutarmi eccome. E se lo facesse?» chiese preoccupato guardando i due alternativamente.
«Hyung. Non sa nemmeno il tuo nome. Come potrebbe rifiutarti?» chiese Hoseok.
Jin lo odiò per avergli fatto notare l’ovvio.
«E quindi che dovrei fare?»
«Che ne dici di presentarti?»
Jin si alzò in piedi nuovamente, l’espressione vittoriosa.
«Ma è ovvio! Grazie Hoseok!» disse uscendo di corsa dalla stanza.
Il ragazzo si sedette sul letto vicino a Yoongi, che giocava a uno sciocco giochino da telefono.
«Io non capisco perché ti ci sprechi» borbottò Yoongi.
«Bisogna sempre assecondare i pazzi, no?»
 
Jin teneva un bicchiere di succo all’arancia in mano, mentre si avventurava in giardino alla ricerca del giardiniere. Lo trovò vicino un arbusto intento a potarlo con grandi cesoie. Spezzò un ramo molto grande con un grugnito, per poi buttare le cesoie a terra, togliersi i guanti da giardinaggio e asciugarsi la fronte sudata con il braccio.
«Ehi» si annunciò Jin «Ti ho portato qualcosa di fresco da bere» fece un piccolo sorriso.
Namjoon si girò verso di lui, un’espressione grata nonostante la stanchezza. Prese il bicchiere, sfiorando le dita dell’altro ragazzo e bevve il contenuto tutto d’un sorso. Jin non poté evitare di guardare il movimento della gola mentre inghiottiva. Si portò una mano al colletto della maglietta allentandolo. Improvvisamente faceva caldo.
«Grazie mille. Namjoon» si presentò tendendogli la mano.
Jin la afferrò delicatamente «Seokjin, ma puoi chiamarmi anche Jin» sussurrò in trance.
Namjoon strinse la sua mano per poi lasciarla andare.
«Ti dispiacerebbe se facessi una pausa, Jin? Questo arbusto mi ha tolto tutte le energie» rise.
Jin avrebbe voluto registrare il modo in cui il suo nome veniva pronunciato dall’altro. O la sua risata. Non era ancora sicuro quale dei due preferisse.
«Certo che no. Potremmo parlare un po’ intanto, vuoi?» chiese in uno slancio di coraggio.
Così si misero all’ombra di un albero, Namjoon sdraiato e Jin con la schiena poggiata alla corteccia dell’albero.
Jin parlò di sé, di quei due squinternati dei suoi amici, dei suoi hobby e di tutto quello che lo riguardava. Namjoon per tutto il tempo lo ascoltò, commentando ogni tanto con qualche battuta o complimento, ma non sembrò dispiaciuto di ascoltarlo. Jin oserebbe quasi dire che fosse interessato alle sue chiacchiere, e nessuno lo era mai, tranne Yoongi e Hoseok in rarissimi casi. Questo diffuse uno strano calore nel suo petto, all’altezza del cuore.
Quando tutti gli argomenti sembrarono finiti, Jin chiuse gli occhi e si distese vicino a Namjoon, abbastanza distante da non poterlo sfiorare neanche involontariamente.
Dopo qualche minuto in quel confortevole silenzio si quasi dimenticò della sua presenza, iniziando a canticchiare distrattamente una canzone sentita alla radio. La sua voce scemò piano quando sentì uno sguardo penetrante fissarlo. Aprì un occhio, notando che Namjoon lo stava fissando con la bocca leggermente aperta.
«Hai una voce davvero delicata» è tutto quello che gli disse.
Jin arrossì.
Quando Namjoon reputò la pausa finita si alzò, per poi porgere una mano a Jin e tirarlo su, con talmente tanta forza da far toccare i loro petti, i nasi che si sfioravano.
Entrambi arrossirono separandosi velocemente.
«Ehm. A domani» borbottò Jin avviandosi verso l’interno della casa.
Non riuscì però a muovere più di un passo, poiché la mano di Namjoon si serrò intorno al suo polso.
«A domani» gli sussurrò all’orecchio per poi lasciargli un delicato bacio sulla guancia.
Il cuore di Jin perse un battito.

Hoseok, che stava guardando tutta la scena dalla finestra della camera di Jin, lanciò un urletto.
«Yoongi, alza il tuo culo pesante e vieni qui!» lo richiamò agitato.
«Ugh, che c’è?» borbottò quello, che nel frattempo si era addormentato.
«Devi vederli!»
Yoongi si alzò di malavoglia avvicinandosi alla finestra e lanciò uno sguardo alla coppietta. Namjoon stava sussurrando qualcosa a Jin, per poi stampargli un delicato bacio sulla guancia, che si era infiammato come una dodicenne alla sua prima cotta.
«Tutto qui?» rispose annoiato.
«Come tutto qui! Guarda come sono carini!» li indica con un sorriso.
Yoongi osservò Hoseok, la cui espressione felicità per il loro amico gli faceva scintillare lo sguardo.
«Tu sei molto più carino» fece spallucce tornando a letto.
Hoseok arrossì, il sorriso che si espandeva.
 

«Credo di essermi preso una bella cotta» esordì Jin entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle, per poi scivolare contro di essa fino a sedersi «Sono fottuto»
«Ma come, non interessava solo il suo carisma?» gli chiese Yoongi sarcastico.
«Prima sì. Ma è così dolce! Abbiamo parlato tanto. Cioè, per lo più ho parlato io, ma lui mi ascoltava con interesse! E mi ha fatto un sacco di complimenti» sospirò «Ho canticchiato per un po’ e lui ha detto che ho una voce delicata, capite? Oddio, mi piace così tanto!»
Jin sospirò ancora una volta e Hoseok gli si andò a sedere davanti.
«Ti ha invitato ad uscire!?» chiese eccitato.
Yoongi capì di aver perso anche il suo ultimo alleato.
«No!» gemette frustrato battendo una mano sulla moquette «Ed ora?»
«Perché semplicemente non glielo chiedi tu?» tentò di aiutare controvoglia Yoongi, sedendosi affianco ad Hoseok.
«No, deve essere lui a chiedermelo!» fece imperterrito.
«Beh, allora dobbiamo invogliarlo!» lo appoggiò Hoseok prendendogli le mani.
«I miei migliori amici sono due ragazzine del liceo» sospirò affranto Yoongi.
I due gli diedero un pugno sul braccio contemporaneamente.
 
 

Il giorno dopo, come avevano deciso i tre precedentemente, Jin si era messo i pantaloni più stretti che possedeva e la maglia più scollata che aveva trovato nell’armadio. Poi Hoseok gli aveva pettinato i capelli e messo un filo d’eyeliner e Yoongi l’aveva un po’ preso in giro a quello, con conseguente occhiataccia da parte dei due, ma poi si era arreso e aveva borbottato che stesse bene.
Jin così, abbastanza sicuro di sé, andò nel giardino, dove Namjoon aveva appena finito di piantare dei fiori.
«Ehi Nam!» si fece notare poggiando una mano sulla spalla dell’altro.
Quello aveva tolto le cuffie dalle orecchie e si era girato verso di lui facendogli un enorme sorriso.
«Ohi Jin-hyung» contraccambiò «Ti serve qualcosa?»
Tutto il coraggio di Jin a quella domanda sembrò svanire. Guardò verso la finestra della sua camera, dove Hoseok gli faceva segno di parlare.
«Ehm, niente di preciso. Avevo solo voglia di stare con te» sputò fuori senza pensare.
Namjoon spalancò leggermente gli occhi e Jin si diede uno schiaffo sulla fronte mentalmente.
«Cioè, non… non era quello che volevo dire, io… ecco, insomma…»
Namjoon aveva ridacchiato leggermente «Hyung, mi fa piacere stare con te, tranquillo» gli poggiò una mano sul braccio rassicurante, muovendola piano verso l’alto e il basso.
Il cuore di Jin prese a battere un po’ più velocemente, sentì la faccia infuocata e il punto in cui Namjoon lo stava toccando bruciare.
«Tutto ok Jin? Sembri un po’ accaldato» gli mise una mano sulla fronte «Andiamo a metterci un po’ all’ombra» continuò prendendolo per mano e trascinandolo verso l’albero del giorno precedente.
Jin si fece trascinare con un’espressione ebete, per poi sedersi a terra con le gambe incrociate. Namjoon lo seguì senza dire una parola.
«Allora, ehm… tu hai… una ragazza?» chiese sfregandosi nervosamente le mani senza guardarlo.
L’altro ragazzo sorrise alla domanda, sapendo di non essere stato visto «No hyung, niente ragazze. E tu?» domandò sapendo già la risposta.
«Oh no! Ew. Ho altri… gusti»
Namjoon sorrise ancora «Fantastico»
Jin lo guardò di sbieco «Già» pronunciò.
Il silenzio li avvolse, un silenzio imbarazzato per Jin e rilassato per Namjoon. Jin osservò l’altro, che se ne stava ad occhi chiusi, completamente a suo agio. Inevitabilmente, arrossì.
«Sei molto carino quando arrossisci, hyung» gli disse.
Jin si toccò le guance, trovandole calde, e chiedendosi come diamine avesse fatto l’altro a vederlo.
«Anche tu sei… carino. Più di carino, in realtà» ridacchiò fra sé e sé «La tua fossetta è adorabile» continuò senza pensare troppo. Namjoon gli rivolse un sorriso, facendo apparire la famigerata fossetta e Jin senza troppo indugio ci affondò un dito dentro, l’espressione completamente rapita.
Namjoon scoppiò a ridere tenendosi lo stomaco e Jin arrossì, ancora.
«Smettila! Non ridere di me!» lo rimbeccò dandogli un leggero schiaffetto sul petto.
Quando la risata di Namjoon si calmò il ragazzo osservò il cielo, tinto di un colore rossastro, decidendo di tornare a casa. Si alzò senza dire niente e Jin lo guardò pietrificato, incapace di dire alcunché per fermarlo.
Una volta in piedi, senza girarsi disse «Domani ti passo a prendere alle otto» e si incamminò verso casa.
Jin gli sorrise, nonostante non lo potesse vedere.

 
 

«Mi ha chiesto di uscire!» esultò Jin irrompendo nella camera, dove Hoseok stava al momento truccando Yoongi con un rossetto rosso preso da chissà dove.
Jin preferì non chiedere.
«Wow, siamo felici per te amico!» gli diede una pacca sulla spalla Hoseok per poi riprendere il suo lavoro da make-up artist sull’altro ragazzo.
Jin si gettò sul letto portando le braccia sotto la testa, sospirò e si mise a fissare il soffitto.
«Ha detto che mi viene a prendere alle otto» cominciò «Quindi alle quattro in punto vi voglio qui, che mi dovete dare una mano a prepararmi»
«Quattro ore di anticipo non ti sembrano un po’ esagerate?» chiese Yoongi, la faccia ridotta a qualcosa tra Joker e un babbuino.
«Stai forse scherzando? Devo farmi la doccia, idratarmi la pelle, asciugare i capelli, pettinarmi, scegliere cosa mettermi, truccarmi…» iniziò ad elencare per poi essere fermato dalla mano del ragazzo-clown che si posò con irruenza sulla sua bocca.
«Ok, ricevuto capo» rispose lasciando la presa.

 

L'indomani, alle quattro del pomeriggio, due poveri e innocenti (forse) ragazzi erano arrivati a casa di Jin pronti ad aiutare l’amico. Quello che non si aspettavano però era di trovare in atto nella sua camera la terza guerra mondiale.
Il letto, il pavimento e qualsiasi superficie esistente era ricoperta di vestiti di ogni genere e l’armadio aveva le ante spalancate a vomitare altri tessuti. Un cumulo di vestiti sul letto prese a muoversi e Hoseok balzò all’indietro squittendo. Yoongi si avvicinò piano spostando qualche maglietta e sussurrando «Hyung?» piano. Il ragazzo immerso tra i vestiti aveva gli occhi sgranati e puntati sullo schermo del telefono, la pagina internet aperta su un blog per ragazzine che parlava di primi appuntamenti. I due ragazzi si guardarono cercando di capire quanto la situazione fosse grave. Jin a quel punto balzò in piedi scrollandosi degli indumenti sopra di lui con un urlo selvaggio e rigettandosi in un altro cumulo. Yoongi si portò un dito alla tempia a segnalare come la pazzia si fosse ormai impossessata del loro amico e Hoseok fece un risolino. Un altro verso non ben identificato fece ritornare l’attenzione dei due sull’amico che era uscito dal secondo cumulo vittorioso, due pezzi di stoffa tra le mani.
«Che dite, boxer classici bianchi ad indicare purezza e castità o slip neri attillati a simboleggiare erotismo e passione?» chiese sventolando le suddette mutande in faccia agli amici.
Hoseok strillò schifato mentre Yoongi si diede uno schiaffo in fronte.
«Ho anche dei boxer rosa con i cuoricini!» continuò l’amico.
Erano fregati.
 
Ore dopo, quando finalmente i due erano riusciti a sedare Jin, quest’ultimo aveva finito di prepararsi per il fatidico appuntamento, optando per dei semplici skinny jeans neri, una t-shirt bianca più grande della sua taglia e un giubbotto di pelle nero.
Hoseok gli aveva pettinato i capelli all’indietro e li aveva fissati con la lacca per poi truccarlo leggermente, mentre Yoongi aveva dato i suoi “indispensabili consigli di moda”, che erano molto più simili a borbottii contrariati per qualsiasi cosa. Jin stava amabilmente fantasticando con i due su come avrebbe voluto si fosse svolta la serata quando il campanello suonò. Hoseok e Jin saltarono sul posto.
«È arrivato!» fece eccitato Hoseok.
«Oddio, che devo fare!?» si fece prendere dal panico Jin.
«Aprirgli la porta?» suggerì Yoongi mentre il trillo del campanello lo interrompeva.
«Ah! Giusto!» si riprese correndo all’ingresso. Una volta davanti la porta principale si asciugò le mani leggermente umide sulle cosce e sentì se l’alito era fresco.
«Ti vuoi muovere, sì o no?» sibilò Hoseok dalla cima delle scale.
Jin sbuffò per poi mettere su un sorriso nervoso e aprire velocemente la porta. Stava per salutare l’altro quando la sua bocca si bloccò spalancata per la visione che aveva davanti. Aveva sempre visto Namjoon in vestiti larghi e vecchi ma così era tutta un’altra storia. Il ragazzo davanti a lui portava dei jeans chiari sbiaditi con una maglia particolarmente scollata e una giacca sopra.
«Ehi» sussurrò porgendogli uno splendido tulipano «Per te»
Jin afferrò delicatamente il fiore stringendoselo inconsciamente contro il petto, mentre le sue guance si tingevano di rosso. Fece una mezza piroetta e scappò in cucina, dove afferrato velocemente un bicchiere e riempito d’acqua mise il fiore. Tornò in fretta alla porta esclamando «Ok, sono pronto!» e uscendo con l’altro ragazzo verso il loro primo appuntamento.

 

Namjoon, contrariamente a tutti i suoi sogni su ristoranti di lusso e passeggiate sulla spiaggia al chiaro di luna, lo portò al luna park. Jin avrebbe volentieri storto il naso, non particolarmente amante di quel tipo di luogo, ma Namjoon aveva un sorriso rilassato che tranquillizzava anche lui, e mentre guidava verso la loro meta gli aveva poggiato una mano sul ginocchio ad ogni semaforo rosso, facendolo irrimediabilmente arrossire.
Arrivati a destinazione, Namjoon aprì la portiera per lui e gli offrì la sua mano mentre si dirigevano all’ingresso. Pagò i biglietti ad entrambi e subito trascinò Jin verso uno stand.
«Voglio vincere qualcosa per te!» gli spiegò sorridente mentre prendeva la mira sui barattoli con un fucile a pallini.
Alla fine Namjoon si rivelò incapace e con una mira scarsissima, cosa che procurò tante risate in Jin e qualche ferita nell’orgoglio dell’altro. Per farsi perdonare di non aver mantenuto fede alle sue parole però gli comprò dello zucchero filato, che Jin sembrò apprezzare.
Finito lo snack, Namjoon aveva proposto di fare un giro su qualche giostra e la faccia di Jin si era scurita.
«Oh, hai per caso paura?» aveva domandato senza nessuna traccia di scherno nella voce.
Jin aveva borbottato qualcosa sulla sua virilità e sul non aver paura di niente e fu così costretto a prendere posto nei sedili di una montagna russa dall’aspetto poco rassicurante.
«Ehm… Nam» attirò la sua attenzione tirandogli la manica, prima che la giostra partisse «Ma a cosa servono le reti lì?» indicò con un dito tremante le suddette.
«Quelle? Beh, se per caso qualcuno dovesse cadere!»
Jin non ebbe neanche il tempo di protestare e fuggire, che la giostra partì alla massima velocità, accompagnata dalle sue urla. Namjoon rise per tutto il tempo e gli strinse la mano, che Jin non si risparmiò di stritolare per bene.
Finita quell’orribile tortura Jin scese in fretta e furia dall’attrazione, le gambe tremanti come gelatina, tanto da rischiare di cadere di faccia. Fortunatamente Namjoon doveva aver già previsto che sarebbe successa una cosa del genere, poiché il suo braccio arpionò prontamente i fianchi di Jin tirandoselo contro.
Jin sarebbe arrossito per la loro vicinanza, se non fosse stato occupato a tenere sotto controllo il contenuto del suo stomaco.
«Hai una pessima cera» lo schernì l’altro col sorriso, che venne ripagato da Jin con una sottospecie di occhiataccia.
«Portami via di qui» brontolò.
«Aspetta! Prima dobbiamo andare a ritirare le foto!» sorrise.

Entrarono in un negozietto adiacente la giostra dove le foto scattate durante la corsa venivano stampate e vendute. Namjoon si era appoggiato al muro con le braccia conserte e Jin camminava nervosamente intorno a lui attendendo che sullo schermo apparisse la loro foto. Non ebbe nemmeno bisogno di girarsi per capire quando essa apparì, vista la fragorosa risata di Namjoon. Jin lo fulminò con lo sguardo per poi girarsi e vedere se stesso con una faccia tremendamente spaventata e verdognola e Namjoon al suo fianco che rideva sguaiatamente. Il particolare che però attirava il suo sguardo erano le loro mani intrecciate.
«La compriamo?» gli chiese Namjoon alle sue spalle.
«Ew, ma ti pare? Sono venuto malissimo!»
«A me sembri carino»
Jin arrossì al complimento e perse la capacità di ribattere, così che l’altro ebbe modo di comprare due copie della foto, una per ciascuno.
Comprate le foto uscirono dal negozio camminando lentamente, l’uno vicino all’altro, fin quando Jin non sbadigliò. Namjoon lo guardò con un leggero sorrisetto.
«Si è fatto tardi, dovrei riportare Cenerentola a casa» gli disse facendogli notare l’orario dal suo orologio.
Jin annuì stanco, così si avviarono verso la macchina, le mani intrecciate.

Il viaggio di ritorno fu silenzioso come il primo, ma stavolta a renderlo tale fu Jin, le cui palpebre faticavano a restare aperte. Si era infatti accoccolato come meglio poteva sul sedile, chiudendo gli occhi dicendosi di starli solo riposando, per poi finire per addormentarsi.
Quando Ritornati a casa venne svegliato da una mano gentile che gli scuoteva la gamba non gli sembrarono passati nemmeno cinque secondi dal momento in cui aveva chiuso gli occhi.
«Hyung, siamo a casa» gli sussurrò piano Namjoon.
Jin aprì lentamente gli occhi mettendo a fuoco la figura dell’altro che gli sorrideva ad un palmo del naso.
«Oh. Ehm, scusami per essermi addormentato… non sono di grande compagnia, eh?» si grattò la nuca.
«Nah, sei adorabile mentre dormi» disse passando un dito sul labbro inferiore di Jin «Mentre dormi le tue labbra si schiudono leggermente, come un invito a baciarle» sussurrò, i loro nasi che si sfioravano.
Jin di tutta risposta aprì leggermente le labbra, catturando quelle dell’altro. La mano sulla sua coscia intensificò la presa, l’altra andava ad accarezzargli gentilmente il fianco, facendolo sospirare leggermente. Le sue braccia si incrociarono dietro la testa dell’altro, le mani ad accarezzare i capelli morbidi. Spinse piano la testa di Namjoon contro la sua per intensificare il bacio, il cui ritmo era lento ma passionale. La lingua di Jin tentò timidamente di farsi strada nella sua bocca, non trovando nessuna restrizione dall’altro. Quando finalmente la sua lingua toccò quella dell’altro lo stomaco di Jin si contorse in modo dolorosamente piacevole, facendogli provare una scarica di adrenalina come quella provata poco tempo prima sulle montagne russe. Quando il respirò cominciò a mancare si separarono lentamente, le fronti a toccarsi.
Le labbra di entrambi si stirarono in due timidi sorrisi complici.
«È stata una serata favolosa» sussurrò Namjoon.
«Già» chiuse gli occhi Jin sentendo la mano dell’altro toccargli gentilmente una guancia.
Namjoon lasciò un altro tenero bacio sulle labbra gonfie di Jin, promessa che si sarebbero rivisti presto, mentre l’altro scendeva dall’auto.



Dopo che le mani di Jin finirono di tremare e gli permisero di infilare le chiavi nella serratura ed entrare in casa, il ragazzo ebbe a malapena la forza di trascinarsi nella sua camera. Una volta aperta la porta di essa purtroppo il desiderio di abbandonarsi al tepore del suo letto lo abbandonò alla vista dei suoi due amici addormentati sopra di esso, aggrovigliati in modo completamente scomposto.
«Ma non ce l’avete una fottuta casa?» chiese Jin stremato.
Hoseok mugugnò qualcosa e quando lo notò sullo stipite della porta le sue facoltà mentali tornarono completamente.
«Hyung! Siamo rimasti perché volevamo sapere come sarebbe andata!» gli spiegò questo con uno sbadiglio.
«E se non fossi tornato?» fece in tono malizioso.
«Impossibile. Il tuo fidanzatino è troppo romantico per deflorarti al primo appuntamento»
«Yoongi!» replicarono stizziti i due all’unisono.
«Che c’è? È vero. Ti ha regalato un tulipano, che è il fiore delle dichiarazioni d’amore» rispose quello.
Il cuore di Jin sentendo quelle parole sussultò.
«E tu da quando sai tutte queste cose?» gli chiedeva Hoseok mentre Jin era perso nei suoi pensieri.
«C’è un motivo se esiste internet» fece con ovvietà l’altro.
«Allora gli piaccio davvero?» sospirò Jin, lo sguardo fisso davanti a sé, interrompendoli.
«Hoseok andiamo via di qui prima che inizia a svarionare in modo melenso, ti prego» lo supplicò Yoongi tirandolo per una manica.
«E va bene, ma domani voglio sapere tutti i dettagli!» sottolineò Hoseok.
«Ciao hyung! E non fare pensieri sconci mentre non ci siamo!» lo salutarono i due andandosene via, ma Jin li sentì a malapena, perso completamente nei suoi pensieri per Namjoon.


 
Il giorno successivo Jin chiese ai suoi amici di non venire a casa sua e si rinchiuse in essa a fare ricerche e ricerche su internet, per poi uscire di fretta e furia di casa, un obbiettivo fisso nella mente. Finite tutte le sue mansioni, il cuore in gola, Jin chiamò Namjoon invitandolo a casa sua.
«Oh hyung, volentieri! Tanto dovevo già venire per il lavoro da giardiniere!» gli aveva risposto l’altro con un tono di voce allegro.
Jin sentendo l’entusiasmo dell’altro si era un po’ calmato, ma non abbastanza da evitargli di percorrere in lungo e in largo il portico della sua casa. Quando sentì il cigolio del cancello sul retro si girò di scatto e arrossì per quanto dovesse sembrare ridicolo agli occhi dell’altro. Namjoon però, come sempre, aveva un bellissimo sorriso contornato dalla fossetta che tanto amava e sembrava sinceramente felice di vederlo. Si avvicinò a lui e lo salutò con un bacio a cui Jin non riuscì a rispondere pienamente. Namjoon si staccò dalle labbra dell’altro, l’espressione leggermente corrucciata.
«C’è qualcosa di cui volevi parlarmi?»
Bene. Il momento della verità.
«Io… effettivamente sì» lo invitò a sedersi sotto quello che per Jin era ormai diventato il loro albero.
«Ho saputo il significato del tulipano…» mormorò guardando a terra «…e così ti ho preso questi» disse porgendo a Namjoon un mazzo di fiori dall’aspetto selvatico, piccoli e gialli.
Namjoon li riconobbe immediatamente come ambrosia e sorrise.
Prese i fiori dalle mani di Jin per poi poggiarli a terra e alzare il mento di Jin a guardarlo.
«Ehm, lo so che non sono molto belli, ma è il significato quello che conta, no?» arrossì torturandosi le mani, che vennero prontamente afferrate da quelle dell’altro.
In risposta Namjoon sorrise per poi annuire piano, avvicinandosi all’altro per baciarlo teneramente sulle labbra.













 
Annyeong haseyo, Jichan imnida~ ♥
Per chiunque se lo stesse chiedendo, l'ambrosia è il fiore dell'amore corrisposto,
o almeno così l'internet mi dice, visto che io non capisco un tubo di botanica.
Che romanticoni, eh? :3
Ci tengo a precisare però che questi due carciofini adorabili sono solo cotti e stracotti,
non innamorati, visto che sarebbe impossibile innamorarsi in così poco tempo.
Per quello ci sarà tempo ;)
Infatti il mio obbiettivo era rendere la storia il più realistica possibile,
meno "fan fictionesca possibile", facendo evolvere il rapporto per gradi.
Quindi fatemi sapere se ci sono riuscito o meno,
visto che sono molto insicuro a riguardo

Passando a qualcosa che non c'entra nulla,
ma oggi mi sento particolarmente chiacchierino,
avete sentito Fire, vero?
No perché ho bisogno di sclerare a riguardo, per dire.

Ok ok, chiedo perdono, non volevo parlare di altro, scusatemi ^^
Tornando a noi, spero la storia nel bene e nel male vi sia piaciuta almeno
la metà di quanto io mi sono divertito a scriverla!
Se invece non è questo il caso, fatemelo comunque sapere,
apprezzo tutti i tipi di pareri!

Grazie tante anche solo per aver letto!
(e già che ci sono grazie a tutti quelli che hanno preferito, seguito o ricordato le mie storie precedenti e tanto amore per chi ha invece recensito)

Alla prossima!
Jichan ♥
*sparisce in una gaya nuvola di glitter rosa*
  
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