Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: arujean    04/05/2016    0 recensioni
"Fui incauto.
Nell’arder dell’ingannevole passione.
Commisi uno sbaglio.
Lo sbaglio più grande della mia vita.
Ti lasciai cadere.
E rompesti silenziosamente.
Miseramente tornai al tuo capezzale supplicando chiunque potesse udire le mie preghiere che tu ti ridestassi ancora una volta.
Aspettavo quel momento dove avrei potuto finalmente chiederti perdono e di donarmi ancora parte del tuo cuore e stavolta non lo avrei lasciato mai cadere.
Nessuno aveva notato che stavi cedendo. Ti stavi lasciando portare via dal crudele vento mentre noi ti abbandonavamo."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fui incauto.
 
Nell’arder dell’ingannevole passione.
 
Commisi uno sbaglio.
 
Lo sbaglio più grande della mia vita.
 
Ti lasciai cadere.
 
E tu rompesti silenziosamente.
 
Miseramente tornai  al tuo capezzale  supplicando chiunque potesse udire le mie preghiere che tu ti ridestassi ancora una volta.
 
Aspettavo quel momento dove avrei potuto finalmente chiederti perdono, di donarmi ancora parte del tuo cuore e stavolta non lo avrei lasciato mai più cadere.
 
Nessuno aveva notato che stavi cedendo. Ti stavi lasciando portare via dal crudele vento mentre noi ti abbandonavamo.
 
Il branco, la tua famiglia, io! Non siamo riusciti a salvarti. Non siamo riusciti a salvare un membro del branco dalla disperazione in cui si era lanciato. Non sono riuscito a salvarti. Tu che eri e sei mia ancora e mia anima. Ed ora ho capito,tu eri aggrappato a me, al nostro amore. Era il tu sostegno.
 
Non faccio altro che chiedermi “Perché ti ho abbandonato? Perché, quando ti avevo finalmente trovato?” Me ne sono andato senza voltarmi indietro e tu eri lì a piangere abbracciandoti da solo. Cercando di sopravvivere.
 
E in quel frangente, mentre ti accarezzavo il viso ferito, ripensavo al nostro amore e ai miei sbagli.
 
 
 
Ci siamo conosciuti ad agosto, ricordi?
 
Io e la mia famiglia avevamo deciso di stabilirci a Beacon Hill. Sembrava una cittadina pacifica e ordinaria. Avrei dovuto capirlo si da subito che non lo era. Sin da quel ragazzino che, nel pieno della notte, era uscito nel bosco alla ricerca di non si sa quale creatura mistica. È stata la notte in cui sentii il tuo odore per la prima volta. Seguii quell’odore e ti trovai steso nell’erba a goderti i tenui raggi della luna. Eri cosi bello, amore mio. Non ho resistito alla tentazione e mi sono avvicinato. Ti spaventasti ma subito dopo mi sorridesti e mi inondasti con quella parlantina che ti è così naturale. Sarei stato giorni interi a sentirti parlare.
 
Parlammo fino a che i primi leggeri raggi del sole non sbucarono. Mi dicesti che dovevi andare e io ti diedi appuntamento per quella stessa notte, e quella dopo e quella dopo ancora. 
 
I giorni passavano e noi ci incontravamo tutte le  notti.
 
 Mi raccontasti di te, della tua famiglia, dei tuoi amici. Io ti raccontai di me e per la prima volta mi aprii davvero con qualcuno, con te e solo te.
 
 
“Quella” notte c’era la luna piena, ricordi?
 
Eri nel bosco come sempre e io ti raggiunsi. Non so con quale coraggio o forse era proprio la luna a spingermi a seguire l’istinto ti baciai. Un bacio casto e delicato, il primo di una lunga serie. E in quella sera, come in tutte quelle avvenire, ci amammo al chiaro di luna.
 
Era una notte senza luna quando scopristi la mia vera natura e, inaspettatamente, non scappasti, sei rimasto e mi hai tenuto stretto tra le tue esili braccia. Fu in quel momento che capì che tu eri diventato il mio tutto.
 
Le settimane passavano e approfittavamo di ogni secondo che avevamo per stare insieme, non importava se illuminati dai raggi del sole o nascosti da quelli della luna.
 
Ti feci conoscere la mia famiglia, il mio branco.  Tu mi presentasti a tuo padre.
 
Nel branco tutti ti adoravano, ormai eri diventato a tutti gli effetto “l’umano del branco” o “quello che non taceva mai”. Lo sei ancora e lo sarei sempre.
 
Tutto crollò quando iniziai ad essere scostante e crudele nei tuoi confronti. Non mi accorgevo di quello che stavo facendo. Non mi rendevo conto del tuo cuore che giorno dopo giorno si spezzava. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo, dentro di me ti amavo allo stesso modo di sempre, ma fuori non riuscivo a dimostrarlo. Era come se non fossi padrone di me stesso. Succedeva e io vivevo la mia vita da spettatore, uno spettatore esterno che non può fare nulla per cambiare il corso della storia.
 
Poi accadde. Non so come.. ricordo solo la tua faccia sconvolta mentre guardavi me quella donna  baciarci. Ricordo il tuo odore pieno di tristezza e delusione. Ricordo i tuoi occhi colmi di lacrime. E peggio di tutto ricordo l’esatto momento in cui il tuo cuore si è frantumato del tutto.
 
Quella volta ti ho lasciato andare via senza nemmeno provare a inseguirti. Sono rimasto con quella donna mentre tu tornavi a casa tua a piangere e a disperarti. A maledirmi e maledire il tuo cuore che ti aveva fatto vivere un dolce inganno.  
 
Non ti  facesti più vedere dal branco e loro chiedevano sempre spiegazioni.
 
Venni a casa tua e come al solito entrai dalla finestra. Tu eri accasciato sul letto tremante e pallido. “Si può sapere che hai?” ti chiesi. Tu saltasti in aria e mi guardasti in silenzio. Mi hai chiesto di andarmene e io come un idiota me ne andai.
 
Quella fu la gocci che fece traboccare il vaso. Una settimana dopo tornai a vedere cosa avevi e non come stavi.
 
Ma tu non c’eri.
 
Venni a sapere che eri andato via in chissà in quale stato d’America. Provai a chiedere informazioni a tuo padre, ma fu inutile. Mi disse di sparire.
 
Fu in quell’istante con la consapevolezza di averti perso che sono riuscito a tornare me stesso.
 
Il Derek che amavi e che non ti avrebbe mai fatto del male in nessun modo. C’era qualcosa che non quadrava in tutto quello che era successo cosi andai a cercare aiuto. Io sentivo che qualcosa non andava ma le uniche cose di cui m’importava eri tu e il mio cuore lacerato dalla tua mancanza.  
 
Ci volle un po’ per capire cosa fosse successo.  Qualcuno aveva giocato con il mio corpo controllando tutte le mie azioni.
 
 Ero distrutto. Qualcuno ti aveva portato via da me e lo shock mi aveva risvegliato dal suo controllo. Era incredibile come riuscivi sempre a salvarmi.
 
Ed è incredibile come solo un tuo possibile movimento possa farmi tornare a vivere e come il tuo essere addormento mi stia uccidendo, eppure amavo vederti dormire. Forse perché avevo la certezza che prima o poi ti saresti svegliato.
 
Ti ho cercato per molto tempo, amore mio. Per settimane. Settimane che divennero mesi, lunghi mesi in tua lontananza.
 
E quando finalmente ti trovai tu non mi attendevi più. Non eri seduto sul divano davanti al camino ad attendere il mio ritorno. Non c’erano più quegli occhioni vispi e felice che mi seguivano ogni volta che giungevo da te. Non c’era più quella corsa sfrenata per ricevere un abbraccio e un bacio. Non c’era più nulla. Solo tu, disteso su un anonimo letto ospedaliero e una macchina a tenerti in vita.  
 
« “Tentato suicidio”.  Queste parole si inseguono nei miei pensieri. Sono causa di altro dolore.
 Amore, come hai potuto farlo?
 Hai deciso di abbandonarmi davvero? Mi dispiace, non posso rispettare questa tua scelta. Non posso permettere che tu mi abbandoni. Non un’altra volta. Ti prego non farmi questo. Lotta. Lotta per te, per me, per il nostro amore. Lotta per tutte quelle persone che ti amano e che insieme non riescono nemmeno lontanamente ad eguagliare l’amore che provo per te. Lotta perché tu puoi farlo, puoi vincere e io potrò stringere il tuo esile corpo al mio, un corpo vivo che corrisponde il mio amore.
 Lotta affinché io possa farmi perdonare.  Lotta affinché tu possa perdonarmi. Lotta affinché le nostre anime e i nostri corpi possano finalmente ricongiungersi e amarsi come solo loro sanno fare. Lotta affinché tu possa amarmi e io possa amarti. »
 
Dissi queste parole con la speranza nel cuore. Aspettavo solo un cenno, un battito qualsiasi cosa. Ma nulla. Rimanevi fermo e immobile.
 
Non abbandonai il tuo capezzale per giorni. L’unica pace che trovavo era ascoltare i battiti del tuo cuore.
 
Ti parlavo, ti parlavo di tutto ciò che mi venisse in mente, futile o utile che fosse. Quanto desideravo che tu aprissi ancora gli occhi.
 
Poi un giorno accadde. Stringesti a tua volta la mia mano e piano piano apristi gli occhi. Erano cosi belli. Proprio come li ricordavo. Ambra fusa e caramello.
 
Appena ti rendesti conto della mia presenza sgranasti quei pozzi d’ambra. Iniziasti a piangere, ti accarezzai il viso e ti dissi di smetterla di piangere, non ce n’era più motivo. Mi chinai sul tuo viso e raccolsi con le labbra tutte le lacrime che versavi sussurrandoti il mio amore.
 
Iniziasti a singhiozzare debolmente tra le mie braccia, e io ti strinsi più forte a me. Mi guardasti negli occhi. E mi donasti  un soffice bacio a fior di labbra, prima di stringermi le tue braccia, più scarne e magre di una volta, ai fianchi. Rimanemmo cosi finché i medici non giunsero nella stanza per esaminarti.
 
 
 
Da allora sono passati anni. Anni felici, trascorsi con te, mio amore. Anni trascorsi l’uno circondato dall’amore che solo l’altro riesce a donargli.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: arujean