STILL
HERE
-Numbing the senses
I feel you slipping away
Fighting to hold on
Clinging to just one more day
Love turn to ashes
With all that I wish I could say-
Still Here- Digital Daggers
Clarke si rigirò la scatola contenente la Fiamma tra
le mani, senza osservarla. Stava tornando ad Arkadia, al momento era
all’interno di una grotta per ripararsi dalla pioggia, dopo aver deluso
Octavia, ma di certo non poteva lasciarla
in quel momento. Sperava di riuscire a salvarla dopotutto, però per qualche
motivo tutto quello che sua madre le aveva insegnato le era svanito dalla
mente, rimpiazzato dalla paura di perderla,
di perdere l’unica persona in quel mondo che la faceva sentire umana. Evidentemente non meritava di
sentirsi normale, dopo tutto quello che aveva fatto.
Aprì il contenitore e prese tra le dita il chip; per qualche strano motivo ogni
volta che lo teneva in mano riusciva a sentirla lì, vicino a lei. Lo rigirò diverse volte, guardandolo da
diverse angolazioni, pensando a Lexa.
Cosa aveva detto Titus? La Fiamma uccideva chi non era un nightblood, forse
quella sarebbe stata la soluzione. Forse avrebbe dovuto già farlo prima, quando
ancora stava scappando da tutto e da tutti. Nessuno d’altronde avrebbe sentito
la sua mancanza, tutti le davano le colpe di qualsiasi cosa, anche di quelle in
cui non c’entrava nulla, quindi sarebbe stato meglio se lei fosse scomparsa
definitivamente.
“Maybe someday you and I will owe nothing more to our people”
Le sue stesse parole le tornarono in mente. Il suo popolo ancora
non era salvo, avevano ancora bisogno di lei. Clarke non sarebbe stata Clarke
se avesse messo il suo bisogno di lasciarsi andare prima della sua gente, dei
suoi amici.
Sospirò e strinse a se il chip, reprimendo indietro le lacrime. Non era ora di
versarle.
Sentì dei fruscii fuori dal suo rifugio e rimise istantaneamente la Fiamma e la
scatola dentro la sua armatura ed estrasse il suo coltello, quello che aveva usato per salvarle la vita da Quint.
Tre figure entrarono nella grotta e la guardarono stupiti, sguardo che nemmeno
lei esitò a ricambiare.
Octavia, Bellamy e Jasper abbassarono le armi e così fece anche lei. L’altra
ragazza la guardò in modo freddo mentre gli altri due in modo diffidente, era
vestita da Terrestre d’altronde.
Nonostante l’atmosfera fredda il gruppo ritrovò in fretta la parola, i ragazzi
si scambiarono le terrificanti novità che portavano, sia da Polis che da
Arkadia, che a quanto pare non era più sicura.
-Devo trovare Luna e solo Lincoln può aiutarmi. Luna deve diventare il nuovo
Comandante, solo lei può aiutare la nostra gente.- disse afferrando il braccio
di Octavia, nella speranza di convincerla a portarla da lui.
-Lincoln è morto. Pike l’ha ucciso.- rispose l’altra guardando il fratello con
odio, liberandosi dalla stretta della Flamekeeper.
Il mondo intero crollò su Clarke, che uscì di corsa sotto la pioggia e urlò in
direzione della torre di Polis. Per un momento tutti videro la stanchezza e la
distruzione che si portava dentro la ragazza e ne furono quasi spaventati. Solo
la più piccola ebbe il coraggio di andare a riprenderla, forse perché era
ancora arrabbiata con lei, ma ogni sentimento negativo passò quando vide che
non solo la pioggia bagnava il suo viso, ma anche lacrime. Ad Octavia
finalmente sembrò una ragazza della sua età, non una persona spietata, quando l’altra
la strinse in un abbraccio per sorreggersi.
Clarke liberò tutto il pianto a cui non aveva dato sfogo e la guerriera non
seppe che fare se non accarezzarle i capelli.
-Faresti bene a piangere anche tu. Lui non tornerà indietro.- sussurrò all’orecchio
Wanheda prima di rientrare nella grotta.
Octavia scosse il capo e Clarke capì, la più piccola si sentiva più una
terrestre.
All’interno della grotta avevano acceso un fuoco ed il silenzio faceva da
padrone, anche se tutti avevano molte domande da rivolgerle, prima tra tutti la
persona che l’aveva seguita sotto la pioggia.
Clarke emise un sospiro stanco e riprese la scatola con il chip, rigirandosela
tra le mani.
-Cos’è?- chiese Bellamy guardandola incuriosito, allungando una mano per
farsela passare.
Lei istantaneamente si ritrasse scuotendo il capo, non avrebbe mai ceduto a
nessuno che non fosse Luna l’ultima cosa che le restava della persona che ha
amato e che tutt’ora amava, però aprì il contenitore e prese l’AI tra le mani,
mostrandolo a tutti.
-È Lexa.-sussurrò con voce tremante, trattenendo ancora una volta le lacrime –Una
parte di lei è ancora qui dentro.-
-Avanti Clarke non puoi credere sia davvero in quel coso! È
morta, lasciala andare. - dissero Bellamy e Jasper in coro.
- La consapevolezza che lei sia qua dentro è l’unico motivo per cui riesco ad
andare avanti in questo momento.- disse guardando Octavia con un sorriso
esasperato in viso nella speranza che capisse.
La guerriera ci mise un po’, ma spalancò gli occhi quando arrivò al significato
dietro quelle parole, mentre gli altri due sospirarono.
Clarke si svegliò nel cuore della notte, con la
faccia bagnata a causa del sogno che aveva appena fatto. Ricordava sangue,
molto sangue nero tutto intorno a lei. Ricordava una fonte di calore diventare
sempre più fredda. Ricordava un sorriso spegnersi. Ricordava la morbidezza
delle sue labbra.
It’s okay.
Si guardò intorno alla ricerca della voce, ma tutti stavano dormendo. Si rese
conto poi che era la sua voce, non di
qualcun altro.
You are safe.
Annuì alla voce, fidandosi ancora una volta dell’unica persona che l’aveva
vista come un essere umano dopo tutte le cose inumane che aveva compiuto.
-Every night
I dream you are still here
The ghost by my side
So perfectly clear
When I awake
You disappear
Back to the shadows
With all I hold here-
Still Here-Digital Daggers