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Autore: destiel87    05/05/2016    1 recensioni
Dopo aver assistito al bacio tra Jace e Clary, i sentimenti di Alec emergono prepotentemente:
Rabbia, tristezza, gelosia, sconforto.
Amore, quell' amore così profondo da soffocarti e bruciarti.
Quando Jace lo sorprende a piangere, controllare le proprie emozioni diventa impossibile.
La verità, quella che ha sempre taciuto, sconvolgerà per sempre le loro intere esistenze.
Tuttavia, ad ogni azione corrisponde una conseguenza.
Saranno pronti ad accettarla?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- FALLEN ANGELS -






CAPITOLO 1 -  WHERE THERE WAS ME AND YOU

 
Now I know you're not a fairytale
And dreams were meant for sleeping
And wishes on a star
Just don't come true
Cause now even I can tell
That I confused my feelings with the truth
Because I liked the view
When there was me and you


 
 
Alec Lightwood non si era mai sentito così stupido in vita sua.
Era steso sul suo letto, le lacrime non la smettevano di uscire e sentiva il suo corpo bruciare dalla rabbia.
Fissava una vecchia fotografia di lui e Jace, l' unica che aveva.
Era di qualche anno prima, l' avevano fatta per scherzo il giorno del suo compleanno, probabilmente Jace neanche sapeva che lui la conservava ancora, tirandola fuori da sotto il cuscino ogni sera prima di addormentarsi.
Era un po spiegazzata, sullo sfondo c' erano degli alberi e un frammento di cielo azzurro, loro sorridevano e Jace aveva il braccio intorno al suo collo.
Una parte di lui voleva strapparla in mille pezzi, ma l' altra, si ostinava a guardare il sorriso del ragazzo biondo, per quanto male facesse.
Ricordava ancora quanto fosse stato felice, quel giorno della fotografia, quando Jace si era lasciato andare e gli aveva dato un bacio sulla guancia, sorridendogli dolcemente.
Quel giorno aveva creduto di vivere in un sogno, aveva creduto che tutte le emozioni che aveva provato fossero vere, e che un giorno, quella favola d' amore che riscaldava il suo cuore, si sarebbe avverata.
Si sbagliava.
Ripensò al bacio che Clary aveva appena dato a Jace, e a come lui avesse ricambiato.
Ripensò ai loro corpi che si intrecciavano e alle loro labbra che si cercavano, e di nuovo, sentì come se il suo corpo stesse bruciando.
Lanciò via la fotografia e chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, ma tutte le lacrime che versava non facevano che aumentare il suo dolore.
Si mise a sedere e si prese la testa tra le mani, nascondendosi tra le ginocchia.
"Stupido! Stupido! Stupido!" Ripeteva tra i singhiozzi.
Quando la rabbia e il dolore divennero insopportabili, Alec si alzò in piedi e diede un calcio al comodino accanto al suo letto.
Per un attimo, tutto quel caos che aveva dentro sembrò placarsi, così afferrò la sedia e la gettò contro il muro, ansimando.
In breve tempo, prese a distrurre tutta la sua stanza.
Ho confuso i miei sentimenti con la realtà, e ora è tutto finito... Lui non mi amerà mai...
Pensò, dando un pugno allo specchio.
Osservò la sua mano sanguinante, con gli occhi vitrei e la testa vuota.
Poi la porta si aprì.
"Alec che diavolo stai..." Jace non riuscì a finire la frase.
Fissò inorridito la stanza distrutta, poi quando vide la mano sanguinante del suo amico si precipitò da lui.
"Che hai fatto alla mano? Fammi vedere!" La afferrò bruscamente e le diede un occhiata.
C' era un grande taglio sul palmo, da cui usciva sangue scuro e denso.
Quando Jace vide gli occhi di Alec, sgranò i suoi.
Erano spenti, lucidi, rossi.
"Stavi piangendo?!" Chiese incredulo.
Lo conosceva fin da quando erano bambini, eppure non lo aveva mai visto piangere, neppure una volta.
"Che ti importa?!" Sbottò Alec, lasciando la presa di Jace e voltandosi.
Farsi vedere in quelle condizioni da lui era troppo doloroso. Sostenere il suo sguardo, ancora di più.
"Ma che cosa dici? Si può sapere cosa ti prende?" Il tono di Jace era preoccupato, anche se nascondeva una venatura di rabbia.
Alec aveva perso il controllo, non era in grado di mascherare le sue emozioni come faceva sempre, o di fingere che non gli importasse.
"Lasciami in pace Jace! Tornatene dalla tua ragazza!"
Jace era confuso, non capiva il comportamento del suo amico, capiva solo che stava soffrendo, e cercava un modo per aiutarlo.
"Cosa c' entra Clary? Alec, parlami, cosa ti sta succedendo?"
Afferrò il braccio dell' amico, costringendolo a voltarsi verso di lui.
"Sai, non capisco se sei uno stronzo, o sei soltanto stupido..." Rispose Alec, mentre le lacrime scendevano sulle sue guancie.
Non voleva dire quelle cose, non voleva ferirlo, non voleva dire la verità.
Solo, non riusciva a fermare le parole, uscivano da sole, come un fiume che straripa.
Notò dagli occhi di Jace che lo aveva ferito, ed una piccola parte di lui, ne fu contento.
"Non so cosa... - Iniziò a dire titubante Jace - Non so cosa stia succedendo, ma se ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare, ti chiedo perdono... Se solo tu mi dicessi cosa c'è, forse potrei aiutarti..."
"Non puoi aiutarmi... Perciò vattene! Vattene via e lasciami solo..."
Jace si voltò, deciso ad andarsene, arrabbiato e frustrato per il suo comportamento.
Fece un passo, ma non riuscì a proseguire.
Guardò quella stanza distrutta e pensò che, se l' esterno della vita del suo amico era così, il suo interno doveva essere ancora peggio.
"Per favore. Lascia che ti aiuti... Sono il tuo Parabatai..." Disse con gli occhi lucidi, guardandolo intensamente.
Alec lo guardò a lungo, avrebbe voluto dirgli che andava tutto bene, che gli sarebbe passata, ma le parole erano incastrate in gola, e per quanto ci provasse, non volevano saperne di uscire.
Non ce la faceva più, era troppo stanco e deluso per poter mentire.
"Non puoi aiutarmi, perchè non puoi amarmi." Fu l' unica cosa che riuscì a dire.
Si odiò per averlo detto, si odiò perchè stava di nuovo piangendo.
Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.
Fu in quel momento, che Jace capì.
Sentì come se gli avessero appena dato un pugno nello stomaco, e per un momento perse il respiro.
Faticò un po a rendersi conto che quello che stava succendo fosse reale, a dir il vero, non riuciva ad accettarlo, non gli sembrava possibile.
"Alec... - Fece un profondo respiro, mentre la testa gli esplodeva - Tu non sai quello che dici... Ti stai confondendo, tu credi... Credi di amarmi, ma è solo affetto ok? Noi siamo come fratelli e forse hai creduto che fosse qualcosa di più..."
"Creduto? Creduto?! io so quello che provo Jace, e il fatto che per te non sia lo stesso, non lo rende meno reale!" Urlò Alec.
Di tutte le cose che poteva dire, cercare di convincerlo che in verità non era innamorato di lui, era la peggiore. Ebbe la tentazione di tirargli un pugno.
Dovette usare tutta la sua buona volontà per non farlo.
"Come puoi saperlo Alec? Tu non sai cos' è l' amore... Insomma pensi di saperlo ma... Queste cose sono complicate... E tu sei così giovane, non hai mai avuto un fidanzato, perciò come puoi essere certo che sia amore e non solo affetto?"
"Io ti amo Jace. Se c'è una cosa di cui sono certo nella mia vita, è questa."
Questa volta non stava piangendo, non si stava nascondendo, voleva solo urlargli in faccia la verità, una volta per tutte.
L' amico lo guardò sconvolto, mentre il respiro si faceva affannoso.
"Sono il tuo Parabatai - Riuscì a dire infine - Il nostro legame è così forte, così profondo, da superare qualsiasi tipo di amore. E' questo quello che ci lega. Sono sicuro che se anche io ti chiedessi di uscire, o se ti prendessi per mano, o se ti baciassi, ti renderesti conto che non provi quello che credevi di provare. Non saresti felice con me... "
Alec non pensò a quello che stava per fare.
Non si interrogò, come faceva di solito, su quale fosse la cosa giusta, sul piano meno rischioso, non calcolò le probabilità di riuscita, o gli eventuali danni.
Fece quello che voleva fare, quello che il suo cuore e il suo corpo, gli urlavano di fare.
Lo baciò.


 
  
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