Manchi | Binari | Nove
Mi manchi quando piove,
quando l’acqua diventa terra e da essa nasce un fiore,
manchi quando la notte
mi ruba i pensieri e te li dedica sottovoce,
manchi anche se non lo sai
rimpiango i secondi persi a stare con la testa sui binari
pensando che non ci sia via d’uscita,
o che sia finita,
avvilita non te ne vai e resti nella mia vita.
Mi manchi a mezzogiorno
dove la luna è ormai passata ed aspetto il ritorno,
manchi sulla bocca
le cicatrici si manifestano se non le curi a loro volta,
manchi senza occhiali
che quando li tolgo non ti vedo e ti aspetto sui binari
per parlare di come ci siamo finiti,
psicanalizzarci l’un l’altro senza ferirci,
e senza nutrirci.
Mi manchi sulle spalle
il peso di un niente delicato sulla mia pelle,
manchi tra le dita
travalichi anche gli animi di una creatura, come me, assopita,
manchi in piedi distante due mari
a dividerci siamo noi seduti sui binari
speculari nel limite della realtà,
schiena a schiena senza falsità,
che poi mi giro, ti giri, e siamo ancora qua.
Mi manchi tra l’inchiostro
sento il tuo sangue comparire sul mio volto,
manchi ai miei specchi
riflessi i tuoi occhi s’illuminano depressi,
manchi anche ai librai
compriamo ora libri da leggere sui binari
di treni di parole,
tra le tante leggo il tuo nome,
di colpo mi anniento sentendo il tuo calore.
Mi manchi nell’intimità
in cui deve essere il tuo essere per essere la mia donna,
manchi al buio
dove l’anima ti sfiora e diventiamo un tutt’uno,
manchi senza eguali
come il bruciore sulla schiena sdraiato sui binari
che sembrano frustate,
con emozioni frustrate,
lo stesso calore che provochi quando baci me.
Mi manchi, e forse questa poesia scritta male non è finita;
per ora si
-DreamEater