Dead
Rispolverata dal fondo di
un cassetto e riadattata per questo anime, una one-shot forte, violenta, forse
un po' hot (non più di tanto) ma sicuramente deprimente. Un vero pugno nello
stomaco per aprire questa sezione del forum!
Una
BrightXFine (assurdo che io mi metta a scrivere su di loro, ma la mancata
partenza della primavera fa questi effetti), o meglio, una Dark BrightXFine, dai
toni rosso sangue…
…perché ciò
che comincia con la morte, con la morte deve finire.
°°°°
Non
aveva capito, era questa l'unica spiegazione.
Non
aveva capito le sue buone intenzioni, il suo desiderio di trasformare Wonder in
un mondo di pace e felicità per tutti.
Lei
non aveva capito, si era opposta con tutte le sue forze. E l'aveva obbligato a
quel bagno di sangue: Rein, Shade, Tio, Altessa…erano stati spazzati via insieme
a quelli che osteggiavano la sua ascesa.
Solo lei, Fine, era stata
risparmiata. Fine, che era sua e di nessun'altro.
Sua, sì, con il dolore che
si portava dietro da quel giorno maledetto. Con le lacrime che versava appena
Bright usciva dalla stanza. Con i pianti, in cui chiedeva perdono alla gemella e
agli amici per non essere stata abbastanza forte da salvarli…da portare a
termine quanto avevano iniziato insieme.
Perché erano arrivati a
tutto questo?
Perché lei non aveva capito,
non avrebbe mai capito.
-Fine.
La
ragazza non si volse nemmeno, continuando ad osservare il paesaggio oltre il
vetro: aveva perso ogni interesse verso la vita, si sentiva estranea in quel
palazzo dove era cresciuta, divenuto ormai il centro del regno di Bright. E
soffriva.
Avrebbe voluto essere una
semplice bambola di pezza, così le emozioni non l'avrebbero raggiunta. Invece
era una bambola di vetro infranto, e i pezzi rotti la tagliavano
ancora.
Desiderava morire, ma allo
stesso tempo sapeva di dover vivere: era l'unica barriera tra il ragazzo e
Wonder. Se fosse morta, il pianeta sarebbe stato raso al
suolo.
Quanti erano già morti per
una parola fuori posto o un semplice sguardo?
Quanti era riuscita a
salvarne? Pochi, troppo pochi. Una goccia strappata ad un mare di
sangue.
Dei
vecchi compagni erano sopravvissuti solo Milky, Narlo, Mirlo e cinque
principesse di Tana-Tana. Per gli altri non c'era stato scampo: non aveva potuto
fare niente e aveva assistito inerme alla loro fine.
Persino Boomo era stato
eliminato: si era reso conto troppo tardi che il suo piano era degenerato…aveva
provato a fermare quella discesa catastrofica e aveva
pagato.
Non
reagì alle mani che si posarono sui suoi fianchi, né alle labbra che le
percorsero il collo. I baci di Bright erano delicati e senza furia…entrò in lei
lentamente, senza farle male.
Non
era un dolore fisico che le causava, ma era riuscito comunque a ferirla come
nessun'altro e quei vuoti amplessi le ricordavano ciò che le aveva strappato. Le
ricordavano che, purtroppo, era umana, non una bambola.
Lui
indugiò sulle sue labbra, cercando di illudersi ancora che fosse sua
completamente, anima e corpo, tentando di ignorare l'infelicità di quegli occhi
cremisi. Quegli occhi in cui persistevano i volti dei
morti.
Quegli occhi che l'avrebbero
sempre considerato un mostro.
-Perché non hai capito?- le
chiese, stringendola a sé.
-Perché non c'era niente da
capire. Solo combattere: era il nostro destino.
-Io
ti amo, ma tu non ricambierai mai questo sentimento, vero?
-Ho
voluto bene al ragazzo che eri, ma anche lui è morto. Tu hai solo il suo nome e
il suo aspetto- rispose atona. –Mi hai tolto ogni cosa avesse un senso per me:
non so più amare.
-Io
non volevo tutto questo- confessò il sovrano di Wonder, nascondendo il viso
nell'incavo del collo di Fine.
-È
troppo tardi- replicò lei, avvertendo le sue lacrime bagnarle la pelle. –Non
puoi tornare indietro.
Già, ormai era sprofondato
nelle viscere dell'Inferno, talmente in basso da non poter più risalire. La sua
anima era dannata: non c'era luce, redenzione o speranza. Solo le
fiamme.
O
l'oscurità eterna.
Aveva desiderato la pace per
il suo mondo, ed ora Wonder viveva sotto l'oppressione della sua crudele
tirannia.
Aveva desiderato l'amore di
Fine, e aveva ottenuto un corpo privo di alcun sentimento non fosse il
dolore.
Aveva desiderato soltanto la
felicità e forse poteva ottenerla. In un unico modo, il solo che mettesse
davvero fine a tutto.
-Non c'è perdono per me-
sussurrò, posandole una mano sul petto all'altezza del cuore. –Ma posso porre
rimedio a parte dei miei peccati. Posso restituirti a Rein…a Shade…alle persone
che ti ho portato via. Sappi che ti ho sempre amata e che ti amerò per sempre-
concluse, usando i suoi poteri per fermare il battito della fanciulla,
uccidendola.
Ora
era di nuovo con sua sorella, con il ragazzo che amava, con i suoi genitori e i
suoi amici. Dormiva serena, come un angelo, dolce come quando l'aveva
conosciuta. Lei era felice.
Perché lo fosse anche lui,
c'era ancora una cosa da fare. La sua felicità risiedeva nella lama di un
pugnale: ciò che cominciava con la morte, con la morte doveva necessariamente
finire.
-Torno da voi, amici miei-
mormorò, conficcando il coltello nel torace senza alcuna esitazione e crollando
sul pavimento.
La
morte li accolse nel suo abbraccio, riunendoli agli altri come era stato in
vita.
Stavolta per
sempre.
FINE