Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |      
Autore: DarkZiska    07/05/2016    2 recensioni
Crawley 1865.
One Shot prima degli avvenimenti di Assassin's Creed Syndicate.
Vi siete mai chiesti per quale motivo Ethan Frye e Jacob Frye non sono mai andati d'accordo? Ve lo siete mai immaginati il passato dei Gemelli Frye? Io sì e questa è la prima One Shot che scrivo e che dedico al passato dell'assassino più pazzo e sfrontato di Londra!
Buona Lettura!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Evie Frye, Jacob Frye
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Crawley, 9 Novembre 1865

"Sei sicuro che così possa imparare la lezione, Ethan?" domandò George sbattendo la mano sul tavolo. Ethan Frye rimase seduto con le gambe accavallate e le braccia incrociate; la stanza era buia, solo una piccola candela illuminava il viso dei due assassini. Fuori pioveva, c’era un gran temporale e molti tuoni; i due assassini rimasero in silenzio, si sentiva solo il dolce picchiettare della pioggia sui vetri della finestra fino a quando Ethan decise di ribattere.

"Solo così può imparare ad evitare di commettere gli stessi errori." ripose con tono freddo e pacato.

"Ethan così non imparerà mai! E’ da quando aveva 10 anni che gli impartisci sempre la stessa punizione! Così ti farai odiare più di quanto lui ti odi già!" gridò George su tutte le furie. Non aveva mai amato le punizioni che Ethan impartiva a suo figlio Jacob: ogni qual volta il figlio disobbediva ai suoi ordini lo puniva, non aveva alcun tipo di tatto era sempre stato duro con Jacob, invece era sempre stato fiero di Evie; la ragazza aveva sempre seguito le sue lezioni mentre il fratello stava sempre fuori a divertirsi nei pub con il suo gruppo o andava ad uccidere Templari senza il consenso del padre e appena Ethan veniva a sapere delle peripezie di Jacob dalla Confraternita, partivano i rimproveri. Ma questa volta fu diverso; Evie fu quasi aggredita da un gruppo di Templari e appena Jacob venne a saperlo, si buttò nella mischia senza pensarci due volte procurandosi una brutta cicatrice sulla guancia sinistra; quando Ethan lo vide tornare pieno di sangue e ferito lo medicò, ma appena finì gli diede uno schiaffo: il suo primo schiaffo in 18 anni e lo cacciò fuori di casa come al suo solito.

"Non m’interessa George. Non mi ha mai ascoltato, non ha mai seguito i miei insegnamenti, non ha mai seguito le regole della Confraternita; così non diventerà mai un buon assassino. Sua sorella Evie viene considerata la miglior assassina in tutta Crawley al posto suo. Mio figlio può avere forza fisica rispetto ad Evie, ma il suo modo di pensare è totalmente sbagliato." replicò l’assassino alzandosi e dirigendosi davanti alla finestra.

"Potevi evitare di mandarlo fuori con questo tempaccio … E’ anche ferito, ha salvato sua sorella e poi oggi …" esitò George.

"Oggi cosa?" domandò Ethan guardando il collega negli occhi.

"Oggi è il nostro compleanno padre.." intervenne Evie che scese dalla sua camera origliando tutta la conversazione del padre. George abbassò gli occhi e fissò il pavimento mentre Ethan diede le spalle alla propria figlia.

"Oggi compi 18 anni, Evie. Sei stata una ragazza matura sin dalla tenera età, ma ora lo sei a tutti gli effetti." affermò Ethan.

"Non è solo il mio compleanno padre…" ribatté la ragazza. Il padre rimase in silenzio senza dire niente, mentre George fece cenno ad Evie di andare fuori a far rientrare Jacob, così la giovane assassina corse fuori con un ombrello e andò a cercare suo fratello.

"Jacob! Jacob dove sei!" gridò, ma nessuna risposta, solo il rumore della pioggia e dei tuoni. Evie sapeva che ogni qual volta Jacob era arrabbiato se ne andava sul retro della casa riposandosi sotto l’albero vicino al fiume, perciò si diresse subito lì e non sbagliò: Jacob era là disteso con lo sguardo rivolto verso l’alto, non si accorse neanche dell’arrivo della sorella. Il suo sguardo era impassibile, ma i suoi occhi erano pieni di rabbia e di tristezza, era bagnato fradicio tanto che anche il cerotto che aveva nella guancia sinistra era quasi del tutto scivolato. Evie poteva vedere ancora la ferita fresca così si avvicinò di corsa e coprì il fratello con l’ombrello riparandolo dalla pioggia.

"Che ci fai qui cara sorella? Dovresti rimanere a letto a riposare dopo quello che ti stava per succedere oggi." disse con voce rotta e roca.

"Non ho bisogno di riposo, sto bene. Tu piuttosto devi rientrare, la pioggia ti sta rovinando la fasciatura e c’è il rischio che ti prenda un malanno." rispose preoccupata.

"Non ce n’è di bisogno, ci sono abituato."

"Vuoi ascoltarmi almeno una volta, Jacob!? Non ascolti papà, ma almeno ascolta me!" gridò Evie sul punto di piangere. Si stava trattenendo, doveva essere forte, gli assassini non piangevano e non dovevano mostrare neanche un briciolo di debolezza. Ma l’assassina era preoccupata per Jacob, anche lei non amava i metodi del fratello, ma odiava il modo in cui lui e suo padre litigavano o tutte le punizioni che doveva sopportare; sapeva che l’accanimento di Ethan verso Jacob era per la morte della madre, Cecily, ma lui non ne era a conoscenza. Evie porse la mano verso il ragazzo, lui la guardò e dopo decise di prenderla, si alzò e si diressero verso casa.

"Ethan tu non puoi fare così, Jacob non ha colpa per quello che è successo a Cecily! Lo hai lasciato anche all’oscuro di tutto ciò. Sai cosa significa per un figlio essere odiato dal proprio padre senza sapere il perché!?" urlò George prendendo per il braccio Ethan cercando di incrociare il suo sguardo. In quel momento l’assassino andò su tutte le furie, si dimenò dalla presa del collega e nel momento in cui Jacob ed Evie rientrarono a casa gridò:

"Perché dovrei dirglielo!? Non ascolta mai nulla, non gli importerebbe! LUI E’ SOLTANTO L’ASSASSINO DI CECILY! Quando nacque Evie tutto era perfetto, le complicazioni iniziarono non appena nacque Jacob! Io non ho mai desiderato avere due figli, uno era più che sufficiente!"
Evie appena sentì quelle parole rimase pietrificata, non voleva che Jacob sapesse cosa il padre pensasse di lui, non in questo modo: gliel’avrebbe raccontato lei o George quando le acque si fossero calmate. Si girò verso il fratello, i suoi occhi si spalancarono appena vide Jacob; i suoi occhi erano pieni di lacrime, ma soprattutto di rabbia. Corse verso il padre, ma George cercò di fermarlo prendendolo per le braccia.

"Allora è questo quello che pensi di me!? Che sono l’assassino della mamma!? Di averla uccisa a pochi secondi dalla mia nascita, come se avessi voluto farlo di proposito!? E tu ti ostini a punirmi e farmi imparare la lezione!? Quando ero piccolo ti ammiravo e ti volevo bene, ma non ricambiavi mai, perciò ho deciso di mandare i tuoi cazzo di insegnamenti a puttane perché non capivo il motivo per cui preferivi sempre Evie a me. Sparisci dalla mia vista, Ethan Frye!" disse Jacob con voce spezzata e piena di dolore. Ethan rimase sconvolto dalle parole del figlio, era la prima volta che il ragazzo ammettesse di volerlo bene. Evie non si trattenne più, scoppiò a piangere, mentre George trasformò la presa per trattenere Jacob in un abbraccio. Ethan non riuscì a sopportare quella scena, si girò verso la finestra e rimase immobile.

"Buon compleanno Jacob Frye.." fu l’unica cosa che disse.

Jacob corse verso la sua stanza, Evie lo seguì fino a quando i due gemelli rimasero soli, isolati dal resto del mondo. La sorella aveva preso un asciugamano e l’aveva posato sopra la testa del gemello, massaggiandogliela dolcemente per asciugargli i capelli, dopodiché cercò di cambiargli la fasciatura della ferita. Jacob rimase in silenzio, si sentivano soltanto i suoi singhiozzi. Cercava di non piangere, ma non ci riusciva; non aveva mai pianto in tutta la sua vita, si era aspettato di tutto da suo padre, ma non questo. Non riusciva neanche a chiamarlo “padre” o “papà”, lo aveva sempre chiamato per nome: come Ethan non lo riconosceva come figlio, il ragazzo non poteva mai riconoscerlo come padre.

"Tu…lo sapevi..?" domandò tra i singhiozzi ad Evie.

"Sì… ma non volevo che lo sapessi in questo modo…"rispose la gemella con lo sguardo rivolto verso il basso. Tutti e due erano seduti sul letto con gli occhi abbassati, fino a quando Jacob iniziò a ridere, una risata piena di dolore e di auto convincimento.

"Divertente, è stata un scena divertente! Non pensavo che Ethan potesse arrivare fino a questo punto!" Evie crollò nel sentire quelle parole. Perché Jacob trasformava tutto in uno scherzo come se non fosse successo niente? Perché ritornava a ridere? Cercava sempre di rompere il ghiaccio, aveva sempre odiato le situazioni complicate, ma voleva soprattutto dimenticare, cercava di auto convincersi di non aver sentito quelle parole uscire dalla bocca di suo padre e Evie sapeva benissimo che era così, perciò si buttò fra le braccia del fratello piangendo e lo pregò:

"Ti prego Jacob… Chiamalo “papà”… Ti prego.." Jacob ricambiò l’abbraccio e nascose il viso sulla spalla della sorella.

"Non… posso, Evie.."

Nel frattempo Ethan era ancora immobile, George rimase a guardare la porta della stanza dei gemelli Frye dopodiché decise di parlare cercando di mantenere la calma:

"Sei soddisfatto, Ethan? Volevi che andasse così? Perché, dimmi solo il perché? Cos’hai provato nel vedere tuo figlio piangere davanti ai tuoi occhi? Perché non capisci quanto tu sia importante per i tuoi figli?"
Ethan era come se fosse pietrificato; in testa aveva ancora la scena di Jacob che gli gridava in faccia, che gli diceva di volerlo bene. Non riusciva a capire, i suoi pensieri erano sempre offuscati a causa della morte della sua adorata Cecily non vedendo mai il lato buono del figlio, ma solo quello di uno sforzo invano della moglie. L’assassino pensava sempre “Cecily ha sacrificato la sua vita per far nascere un figlio così?”. Voleva ricominciare da capo, ma non poteva più tornare indietro, non dopo 18 anni, non dopo aver detto quelle parole orribili.

"Io ho sbagliato tutto.." disse amareggiato e pieno di dolore.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: DarkZiska