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Autore: pandafiore    08/05/2016    3 recensioni
Oggi è l'otto maggio e molti di voi sapranno che, secondo la trilogia di Hunger Games, Katniss Everdeen compie gli anni proprio l'otto maggio.
Ho provato ad immaginare un bel compleanno con la nostra amata famiglia "Everlark" al completo;)
Dal testo:
"Gli occhi della bambina, di quel blu impossibile - come quelli di Peeta -, sfumavano in saette dorate per l'allegria e i pensieri vivaci che si nascondevano dietro di essi; quelli argentati del piccolo Ryan brillavano come non mai, e sembravano cieli in tempesta, con un quantitativo di lampi fenomenale. Daisy era il cielo sereno, estivo, solare; Ryan era l'uragano, l'inverno, il freddo, ma nonostante ciò era comunque adorabile, perché sarebbe stato tanto simile alla mamma, se non fosse stato per i riccioletti d'oro che aveva sparpagliati sul capo."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OneShot

 

Happy Birthday Mom!





Anche quell'anno l'otto Maggio era arrivato, e il dolce ragazzo del pane aveva piani ben precisi.

-Allora ragazzi.- Peeta si accucciò per raggiungere l'altezza dei due bambini, con un sorriso sulle labbra da fare invidia al sole. -Oggi è l'otto Maggio. E cosa succede l'otto Maggio?-
-È il compleanno della mamma!- Esultarono entrambi i bambini all'unisono, tentando di imitare il sorriso ingegnoso del papà.
-Perfetto. E che cosa ne dite se le facciamo una sorpresa per quando torna a casa?- Katniss quella mattina, come ogni altra, era andata a caccia nei suoi boschi, e non sarebbe tornata prima del tramonto.
I piccolini acclamarono a gran voce il papà, con le loro manine paffute che applaudivano gioiose. Gli occhi della bambina, di quel blu impossibile - come quelli di Peeta -, sfumavano in saette dorate per l'allegria e i pensieri vivaci che si nascondevano dietro di essi; quelli argentati del piccolo Ryan brillavano come non mai, e sembravano cieli in tempesta, con un quantitativo di lampi fenomenale. Daisy era il cielo sereno, estivo, solare; Ryan era l'uragano, l'inverno, il freddo, ma nonostante ciò era comunque adorabile, perché sarebbe stato tanto simile alla mamma, se non fosse stato per i riccioletti d'oro che aveva sparpagliati sul capo.
Peeta, a quel panorama, non poteva che sorridere e ripromettersi che, appena avrebbe potuto, avrebbe dipinto sull'ennesima tela quelle iridi magiche.
-Allora prima di tutto facciamo una bella torta!- Propose il ragazzo del pane raccogliendo tra le braccia il bimbo più piccolo, che annuiva soddisfatto.
-La faccio io! La faccio io!- Gridava Daisy, agitata come sempre. -E poi gonfiamo tanti palloncini! E le facciamo tanti disegni, e li appendiamo tutti ai muri, così quando torna vede tutto colorato!- La bambina, come ogni anno, sconvolse i piani del papà con la sua fantasia, ma questo nuovo progetto, al ragazzo del pane, piaceva come non mai.
-Perfetto! Brava Daisy! Ora tieni, guarda, devi montare le uova con lo zucchero in questo modo. Ce la fai?-
-Certo che ce la faccio, non sono mica una bambina!- Rise di gusto, Peeta, a quel caratterino, muovendosi con il piccolo tra le braccia e raccogliendo il biberon.
-Invece tu...- Gli sussurrò, baciandogli teneramente la fronte. -Tu incominci a fare i disegni da appendere alle pareti, ti va?- Il bambino annuì soddisfatto, con il biberon tra le labbra e le guance rosse rosse e paffute.
-È un compito molto importante, mi raccomando, fallo bene!- Cercava di dargli importanza, Peeta, mentre poneva i pastelli e le cere sul tavolino, con la bambina alle calcagna che gli chiedeva ogni due secondi se le uova andavano bene come le aveva fatte.
Tornò in cucina, prese il contenitore dalle sue piccole mani, girò velocemente con la frusta, e rispose che erano perfette, e che ora dovevano aggiungere la farina, il burro e il lievito. Daisy annuì soddisfatta e passo la farina al papà che, giocosamente, gliene lanciò un po' addosso, facendola adirare.
Ecco, Peeta amava quando la bambina si arrabbiava, perché in quei momenti era la copia esatta della madre. Spalancava la bocca, sgranava gli occhi, poi arrossiva di colpo e metteva il broncio, incrociando le braccia al petto e voltando il viso da un'altra parte.
Ma con lei bastava una piccola attenzione, un piccolo bacio del papà, che immediatamente le tornava il sorriso e ricominciava a saltellare in giro per la stanza, come una furia.
Peeta tentava di creare quella benedetta torta, ma la bambina non stava un attimo ferma e Ryan aveva incominciato a piangere nella stanza accanto.
Sbuffó, diede a Daisy da imburrare ed infarinare una teglia a forma di cuore, e raggiunse il salotto, dove trovò il frugoletto in lacrime seduto sul divano, dove lo aveva lasciato.
Lo prese tra le braccia, facendogli abbandonare i colori sul tavolo e tentò di spazzare via le sue lacrime con un pollice. -Che hai?- Gli domandò, baciandogli la guancia tenera.
-Io... io... mamma. E disegno. Brutto.- Ancora non parlava bene, era tanto piccino, ma Peeta riusciva a capirlo lo stesso; raccolse il foglio tra le dita e vi trovò disegnata la figura di Katniss con l'arco e le frecce, in modo stilizzato ma divino per quell'età. -Ma amore, è bellissimo!- Lo consolò, facendolo saltellare sul suo braccio.
-Brutto!-
-No, no. Ti dico che è proprio bello, guarda l'arco come lo hai fatto bene! E la treccia della mamma è perfetta, è molto difficile disegnare le trecce, lo sai?- Il bambino biondo annuì e si passò le dita cicciotte sulle guance, togliendo le ultime lacrimucce. -Bello?-
-Molto più che bello!- Rispose il papà, accarezzandogli una tempia con la punta del naso. Allora il bimbo sorrise, tirò su con il naso in modo adorabile e scalciò per farsi rimettere sul divano e riprendere a colorare.
-Fra un po' arriva Daisy a darti una mano, va bene?-
-No, Daisy no!- Peeta rise in modo cristallino, e tornò in cucina, dove la bambina iniziava a versare l'impasto nella teglia.
-Che brava!- Esclamò accarezzandole la schiena dolcemente.
-Che aveva Ryan?- Domandò la piccola, sbuffando come se suo fratello fosse infantile e sciocco a piangere sempre.
-Nulla, fra poco vai anche tu ad aiutarlo, e io gonfio i palloncini, va bene?-
-Ma io voglio aiutare te, papà!- Sospirò, Peeta, alquanto esausto. Perché Katniss doveva sempre andare a caccia? Questi bambini lo sfinivano!
Infornò la torta e spinse Daisy fino in salotto, da suo fratello. Li chiuse dentro godendosi quegli istanti di pace, ed andò a preparare i palloncini.

Ne aveva già fatti molti, quando improvvisamente Daisy gli saltò sulle spalle e gli fece prendere un colpo. -Noi abbiamo finito!-
Peeta si voltò e scorse il piccolino - molto meno esuberante - sulla porta d'ingresso con il ciuccio in bocca e gli occhietti bassi.
-Va bene, fra poco dovrebbe arrivare la mamma, andiamo a sfornare la torta.- Detto fatto, la torta era candida e soffice appoggiata su un vassoio da portata, con la bambina che la annusava con piacere.
-Sai cosa, papà?- Si voltò e la guardò con occhi ridenti. -Alla mamma piacciono tanto i fiorellini! Possiamo prenderne un mazzolino?-
-Fiorellini!- Ripeteva a pappagallo Ryan, mordicchiando il suo ciuccio.
-Va bene, però non prendere le primule.- Rispose il papà, pensando che di certo a sua moglie non avrebbe fatto piacere ricordare Primrose il giorno del suo compleanno.
La bambina corse fuori, e il piccolino tentava di starle dietro, ma inciampava ogni due passi, così Peeta lo raccolse in braccio e, con un piccolo bacio, gli propose di aiutarlo ad appendere i loro disegni.
Nel farlo, notò poi che entrambi i suoi figli erano portati per l'arte, e sorrise a questo dolce pensiero, a questa caratteristica che avevano sicuramente preso entrambi da lui.

La bambina li raggiunse dopo poco con il suo mazzolino di fiori di campo tra le manine, ed incominciò a spargere i palloncini in giro per la casa.
Prese poi dei nastri per i pacchi regalo e li appese in ingresso; in seguito riprese i suoi fiorellini e si sedette davanti alla porta, immersa tra mille colori. Anche così Peeta l'avrebbe dipinta, di lì a breve.
Tutti si zittirono sentendo la porta d'ingresso scricchiolare, e sicuramente Katniss si insospettì a quel silenzio di tomba. Aprì piano il legno cigolante, e, non appena mise piede in casa, le voci che le erano più care gridarono all'unisono:-Sorpresa!!-
Rimase un attimo spiazzata, cercando gli occhi celesti di Peeta, ma incontrò quelli turchini della sua bambina; la raccolse tra le braccia e la baciò tante volte tra i capelli.
-Buon compleanno, mamma.- Le sussurrò all'orecchio, facendole il solletico.
Nel frattempo Peeta aveva tra le braccia un bambino che scalciava per correre dalla sua mamma; il ragazzo del pane lo lasciò andare, e si godette infinitamente la vista di quell'abbraccio a tre.
Non resistette molto però, prima di consigliare ai bambini di andare a prendere la torta, per poter avere qualche attimo di solitudine con la donna che amava.
-Buon compleanno, amore.- Le disse sottovoce, appena soli, prima di raccogliere le sue labbra in un casto bacio.
-È per me?- Domandò lei, indicando i colori vivaci e brillanti che la circondavano. Ecco un altro dei motivi per il quale Peeta amava Katniss; nonostante gli anni trascorsi assieme fossero già tanti, lei continuava a sorprendersi per ogni singolo gesto d'affetto che il ragazzo del pane le porgeva.
-Ti amo.- Le rispose semplicemente, prima di appoggiare una mano sul suo volto e ricongiungere le loro labbra in un nuovo ed eterno bacio.

   
 
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