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Autore: Sottopelle    08/05/2016    1 recensioni
Svegliarsi da un incubo
per viverne uno peggiore
e da cui sai che non ti risveglierai mai.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte

dicono

sia fatta per dormire.

Dove il nero rigenera

le mani le gambe le schiene più stanche

ma non guarisce

questa mia mente instabile

né gli occhi miei

tristi ed aridi 

come pianure durante la siccità.

Dicono

la notte porti consiglio.

Ma forse solo agli uomini

che non hanno peccato come me

a quelli che sanno sorridere

e respirare davvero.

A me la notte

ha concesso l'insonnia

e lacrime che non lavano via

né rabbia, né dolore.

Mi ha concesso incubi

che non avrei mai voluto vivere

realtà che non avrei mai voluto vedere

dita che stringono ghiaccio

e la sensazione

di vuoto al petto

di non ricordare più come si fa

a respirare

per poi riemergere

in un giorno di temporale

senza niente da stringere

niente su cui piangere

solo silenzio

che si accartoccia

tra i miei tremori

e l'ansimare

di chi si scordato cosa significhi

essere

- svegliarsi da un incubo

per viverne uno peggiore

e da cui sai che non ti risveglierai mai.

E tu

che mi guardi come se

fossi foglia d'autunno pronta a cadere

- siamo in primavera ormai

ricordi? -

come se potessi crollare

di nuovo

senza comprendere

che le mie fondamenta già 

sono state distrutte

non capisci

che io ho paura

di me di te del mondo là fuori

la paura del sopravissuto

ad una catastrofe naturale

e che non vede altro

che macerie

e la casa amata bruciare.

È cenere il mio cuore

e le mie braccia che non sanno più

abbracciare

è tutta polvere

che non ricorda d'esser leggera

il mio corpo la mia anima la mia mente

che non sente il vento

gettarla altrove.

Non resta che

la disillusione

di chi ha smesso di credere

di amare di vivere

e porta la morte con sé

perché è certezza unica

in questo cielo di nuvole grigie

quando fuori è primavera

ma l'inverno è sovrano tra le costole

è tutto ciò che rimane

la mia fine

che ancora non vede il suo inizio

perché crede ancora 

- bambina ingenua -

nella sofferenza degli altri

per la mia assenza

ignorando però

che io ho smesso ormai

di essere viva nei miei pensieri.

Tu

notte 

ora chiudimi gli occhi

con le tue mani blu

ed avvolgimi 

con tutte quelle stelle cadenti

portatrici di desideri

che non si realizzeranno mai in futuro

concedimi il sonno

di cui mi hai privata fino ad ora

oppure

se non sai donarmi nulla

di piacevole

porta con te

questo mio patire

ed i miei demoni i miei mostri

lontano

o portami con te

lontano da lui la sua memoria il suo profumo

forse lì tornerò a respirare

oppure finalmente morire

senza pianti sulla mia tomba

senza cuori feriti

solo io e le mie palpebre chiuse

in un riposo eterno

se non puoi concedermi la gioia

né l'amore né i suoi occhi

concedimi

la privazione d'ogni cosa

a me appartenuta

e che mai m'apparterrà.













 
  
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