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Autore: KatrineBlake    09/05/2016    0 recensioni
Teresa Yorkport è una giovane ragazza di Boston. L'ultima citata, però, lavora ogni tanto come fotografa, anche se il suo sogno è fotografare i più belli paesaggi per i giornali più famosi del paese. Però, un amore si appresta a entrare nella vita della ragazza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Che bellissimo suono. Quel momento in cui la mia Olympus lo emette mi fa per un attimo staccare da tutto, per catapultarmi nel mondo della fotografia. È complicato spiegare come mi sento in quel momento, anche perché verte cose credo rimarranno inspiegate anche a me medesima. Per quell'istante in cui il bottone viene premuto, il senso della vista si attiva in tutta la sua ampiezza per potermi dare una perfetta visuale della situazione. O, meglio dire, una fotografia. Vi farò un esempio recente, un lavoro che mi è capitato circa due giorni fa.

Mi ritrovo come fermata nel tempo e a essere solo io l'unica a poter assaporare il momento in tutta la su bellezza. Una coppia di sposi novelli, Nathan e Dolores Choman, che osservano intorno a loro con aria decisamente divertita il riso che tra pochi secondi sarebbe stato sui loro vestiti. 
Ma la mia mente non si limita solo a immobilizzare la scena nella mia mente, bensì cerca anche di farmi immedesimare di più dandomi anche la sensazione di percepire gli odori e i suoni che probabilmente si trovavano nello scenario. 
E in quel momento, avrei potuto percepire l'aria fresca entrare nei polmoni-visto che gli sposi erano appena usciti dalla chiesa, la quale non era affatto grande; il battito leggero di una colomba senza macchia , gli esulti degli amici dei Choman e il profumo delicato,quasi impercettibile, della sposa- odorava di ciliegie. 
Il mio cervello era un database di suoni e odori, mentre le fotografie erano la mia memoria visiva. Diciamo che la mia mente non ha mai ricordato bene le cose semplicemente guardandole, cosa che invece a molti capita. È per questo che per me la mia Olympus è una delle cose più importanti che ho, è parte di me e lo resterà finché potrà esserlo. 
Tutte le volte che vedo una foto, rimango come a fissarla per un paio di secondi, immergendomi completamente nella scena. Molte persone dicono che mi perdo completamente e ignoro persino i loro discorsi con un leggero lamento, anche se provocato inconsciamente. Perdersi nei pensieri credo che sia un qualcosa che capiti a tutti gli "artisti", un posto mentale in cui ci si può rifugiare a trovare idee e a stare soli. 
Comunque, parlare della mia fotocamera per sempre non mi porterà a nulla, per questo passerei alle presentazioni. Sono Teresa Yorkport, una delle tante ragazze di Boston, sempre accompagnata dalla sua fedele compagna Hestia! 
Perché ho dato un nome alla Olympus? Beh, ne abbiamo passate così tante che tenerla anonima mi sembra abbastanza rude, almeno per i miei canoni. 
Insieme arriveremo alla vetta, alla cima del nostro Everest: diventare la più famosa fotografa di Boston, e così poter finalmente lavorare come inviata per qualche giornale famoso. 
Perché in realtà io non ho un lavoro. Vivo con mia madre, in una di quelle villette a schiera messe vicino al centro, dai colori rossastri. Non dimentichiamo il fatto che mia madre lavora come donna delle pulizie e il suo stipendio è così basso che a malapena ci mantiene entrambe...,meglio dire, tutti e tre. Un giorno trovai un gatto randagio con una zampa sanguinante malridotto, il quale sta ora tutto il giorno vicino al termosifone mentre ci osserva con i suoi piccoli occhi zaffiro mentre si liscia il pelo beige, il tutto mentre la sua zampa artificiale è adagiata sul suo ampio cuscino porpora. 
Per questo cominciai a offrirmi come fotografa, in modo da racimolare soldi per poter campare. Dopo vari test imparai che le persone a cui mi offrivo sono tutte troppo gentile, così finendo a domarmi quei $30 per album pieno. Sono pochi, ma sempre meglio di nulla sono. Poi, la cosa importante è saper dare il meglio di me ad ogni scatto, perché una cosa fatta con impegno può essere sempre etichettata meglio di una basata sul nulla. 
Ma questo libro non narra di come io sia riuscita a diventare una fotografa professionista-cosa che non è neanche accaduta- o di come abbia capito di dover crescere e concentrarmi su altro-cosa sbagliata,sotto al mio punto di vista-,ma di come uno scatto mi abbia fatto capire chi sia la persona con cui ho deciso di passare la mia vita.

   
 
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