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Autore: leseieventisei    10/05/2016    1 recensioni
Poi era arrivato Baekhyun, una fredda giornata di maggio, in cui la temperatura era scesa rispetto al normale. I suoi genitori lo avevano adottato pochi giorni dopo la sua nascita. Chanyeol aveva quattro anni, le guance piene e due orecchie da elfo spuntavano da sotto i folti capelli corvini. In realtà non lo voleva un fratello, avrebbe preferito un cane. Temeva di perdere l’amore dei suoi genitori. Nonostante questo, aveva capito da solo che non sarebbe cambiato nulla, per cui il momento di panico era durato relativamente poco. Chanyeol finì per affezionarsi a Baekhyun, gli cambiava il pannolino, gli cantava vecchie canzoni di Buncheon, il suo paese, e gli agitava i sonagli quando piangeva. Tra loro, nel corso degli anni, si era andata via via ad instaurare sempre di più quella complicità che lega due fratelli, e quell'amore che lega due amici.
La shot partecipa al contest "I never thought I'd say goodbye" di Liis
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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C A M E L I A
 
"Stopping the time, (I) go back to you
I open this book of memories and I open up your page
And in the book I’m in there, in there with you
The things that I met that winter"


 
Chanyeol si sentiva soffocare, chiuso in quella casa che sembrava non appartenergli più, circondato da mura impregnate di ricordi e sensazioni e prime volte. Era come infilarsi un paio di scarpe troppo strette, e il ricordo di tutto quello che aveva lasciato lo martellava alle tempie e gli lacerava lentamente il cuore. La sua vita era composta per lo più dai successi ottenuti a scuola, dalle gare di spelling e dai tornei di scacchi a cui suo padre lo obbligava a prendere parte. Ma Chanyeol aveva altre aspirazioni, non gli interessavano né targhe né medaglie, voleva essere e vivere da musicista. Sentiva minuto dopo minuto la passione crescere dentro di lui, e quando si sedeva davanti al pianoforte, di nascosto, nell’auditorium della scuola, le dita scorrevano inevitabilmente sopra i tasti, senza nemmeno doversi concentrare su uno spartito. Si può suonare anche senza saper leggere le note, pensava lui, e così componeva ad orecchio le basi migliori che la sua insegnante avesse mai sentito da un ragazzo. Ma i suoi genitori non lo sapevano. Non approverebbero, diceva lui. Dopo la nascita di Chanyeol, scoprirono di non poter avere più figli, e Chan ricordava bene i giorni seguenti a questa notizia, sua madre si era chiusa in camera per giorni e il padre rientrava a casa a notte fonda, mentre lui era confinato in casa del vicino. Poi era arrivato Baekhyun, una fredda giornata di maggio, in cui la temperatura era scesa rispetto al normale. I suoi genitori lo avevano adottato pochi giorni dopo la sua nascita. Chanyeol aveva quattro anni, le guance piene e due orecchie da elfo spuntavano da sotto i folti capelli corvini. In realtà non lo voleva un fratello, avrebbe preferito un cane. Temeva di perdere l’amore dei suoi genitori. Nonostante questo, aveva capito da solo che non sarebbe cambiato nulla, per cui il momento di panico era durato relativamente poco. Chanyeol finì per affezionarsi a Baekhyun, gli cambiava il pannolino, gli cantava vecchie canzoni di Buncheon, il suo paese, e gli agitava i sonagli quando piangeva. Tra loro, nel corso degli anni, si era andata via via ad instaurare sempre di più quella complicità che lega due fratelli, e quell’amore che lega due amici. Chan guardava gli occhi di Baek e vedeva il suo mondo splenderci dentro, era grato a quella piccola creatura per strapparlo via dalla sua vita e dai suoi impegni per qualche minuto ogni giorno. Dal canto suo, Baek si sentiva profondamente riconoscente verso suo fratello, era la sua roccia e il suo punto fermo. Non avrebbe saputo immaginarsi una vita senza di lui, e lo stesso Chanyeol. Avevano condiviso i migliori momenti della loro vita, come quella volta in cui erano andati di nascosto ad un concerto, o quando Baekhyun saltava gli allenamenti per andare a sentirlo suonare il piano. In quei momenti erano loro due e non importava più il coprifuoco, la gara di scacchi o la partita di calcio. A Chanyeol serviva Baekhyun per scrivere e comporre e a Baekhyun serviva Chanyeol per andare avanti. Erano ormai totalmente dipendenti l’uno dall’altro, come il giorno per la notte o il sole per un’ombra. Quando Baekhyun era felice, sentiva il bisogno fisico di dirglielo e quando era triste, doveva parlarne con lui. Nessuno occupava lo stesso posto di Chanyeol, per lui era l’unico.
Ma ora Chanyeol era seduto su un treno, la tendina del finestrino tirata e una mano a stringere il bracciolo del sedile. Stava diventando come suo padre, costretto in una vita che non era la sua, e l’unico modo per impedirlo era quello di andarsene via, mollare tutto e tutti e partire, anche se questo significava lasciarlo.
 
Qualche giorno prima, Chan stava suonando Čajkovskij e Baek gli era davanti, i gomiti appoggiati al piano, il mento sopra i pugni chiusi delle mani. Ad un certo punto le sue dita si erano fermate, incapaci di andare avanti, mentre gli occhi si facevano sempre più lucidi e i pensieri si riconcorrevano alla rinfusa dentro la sua testa. Non sapeva cosa fare o cosa dire, come comportarsi. Come si dice addio a tutto quello che si ha di più caro al mondo?
Chanyeol, per la prima volta nella sua vita, era completamente senza parole.
Allungò una mano sopra il piano per prendere quella di Baek, mentre una lacrima scorreva sul suo viso. Doveva dirgli addio, per se stesso e per lui. Doveva dare una svolta alla sua vita, cambiare le carte in tavola.
«Baekhyun devo andarmene. Se resto qui i nostri genitori non mi permetteranno di diventare un pianista.»
Baekhyun ritrasse la mano di colpo. Era come se tutta la stanchezza nascosta in quegli anni gli fosse caduta addosso. Sentiva ogni secondo gravargli sulle spalle e l’aria sembrava più pesante di quanto non fosse in realtà. Una frase venuta a spezzare la serenità di quel momento, un pugno sullo stomaco. Avrebbe voluto dire tante cose, compiere tanti gesti. Avrebbe voluto fermarlo, pregarlo di portarlo con lui, cercare di fargli cambiare idea, qualsiasi cosa pur di non vederlo partire via. Ma rimase fermo, i suoi occhi puntati sul viso scuro e abbassato di Chanyeol, le mani sui fianchi strette nei pugni.
«Baekhyun dimmi qualcosa, – sussurrò Chan – ti prego. Qualsiasi cosa.»
Baekhyun si sentiva svuotato di tutta la sua energia, di tutta la sua felicità. In quel momento per lui nulla aveva più senso.
«Vorrei tanto che tu venissi con me, ma tu hai la tua vita qui a Buncheon, io cos’ho?»
«Hai me.» rispose Baekhyun con una voce appena udibile. «Credevo di essere importante.»
Chanyeol si alzò, fece il giro del pianoforte e prese il viso di Baekhyun tra le mani. «Sei tutto quello che ho.»
«E allora non lasciarmi, non andartene via da me.»
«Ho bisogno di andare via Baek, devo prendere in mano la mia vita. Dammi un anno di tempo, è l’unica cosa che ti chiedo.»
 
Chanyeol sentì da lontano il rumore delle ruote che strisciavano sul pavimento del vagone, e poco dopo comparve da dietro al sedile una graziosa ragazza con i capelli raccolti dietro la testa in una crocchia.
«Salve! Vuole qualcosa da mangiare o da bere?» Chiese questa con un sorriso.
Chan fece un cenno di assenso con la testa mentre con una mano cercava i soldi dentro la tasca della borsa. Tirò fuori un pezzo di carta piegato accuratamente. Aveva il suo profumo.
Rimase, assorto nei suoi pensieri, a osservare quel foglio che teneva in mano con più attenzione del previsto. Come un flash, il viso di Baekhyun si illuminò nella sua mente, un volto che aveva imparato a conoscere e a capire. Non si era mai reso conto seriamente, come in quel momento, quanto il modo in cui Baekhyun piangeva, rideva, parlava, fosse grande per lui. Quanto la sua presenza significasse davvero.
«Allora signore? Vuole prendere qualcosa?»
«No, grazie.» rispose Chanyeol.
La mani gli tremavano mentre cercava di aprire quel foglio di carta e il respiro era spezzato.
 
Caro Chanyeol-hyung,
ancora non riesco a immaginare come saranno i prossimi giorni senza di te. Non ti dirò cosa mi mancherà del nostro rapporto, di noi, perché confido che manterrai la tua promessa e che ci saranno altri momenti in futuro da poter condividere e passare insieme.
Se ti ho lasciato andare è solo perché quello che provo per te va oltre delle semplici parole messe su carta, e non credo neanche che sia quantificabile. Ma sai come si dice, se ami qualcuno lascialo libero.
Una parte di me vuole averti tutta per sé, vuole rincorrerti e trovarti, ovunque tu sia in questo momento, e non lasciarti scappare, stringerti tra le sue braccia e assaporare ogni istante come se fosse l’ultimo. È la parte di me che odio di più, quella più debole, ma anche quella che ignorerebbe i tuoi sentimenti per la propria felicità, e questo non te lo nascondo. Spero solo che quello che ci lega sia più forte della distanza. Non dimenticarti di me.
Vorrei poter tornare indietro nel tempo per dirti tutto questo di persona, ma vedere i tuoi occhi mi blocca. Mi rendi debole, Chan-hyung. Quello che abbiamo mi rende debole.
Sono grato per quello che ho, per quello che avremo, per quello che ci lega. Sono grato di essere nella tua vita, e sono grato che tu sia nella mia.
Il mio amore continuerà in eterno, non scordarlo mai.
Per sempre tuo,
Byun Baekhyun
PS. Apri il tuo diario.
 
Chanyeol prese in mano quel libricino dalla copertina nera che gli aveva regalato Baek, in cui insieme avevano attaccato le foto scattate con la Polaroid. Nella prima pagina Baekhyun aveva infilato una Camelia rosa chiaro, sopra una foto che li ritraeva abbracciati, in cui indossavano una maglia a righe e un cappello rosso finito in chissà quale scatola del ripostiglio. E Chanyeol rise, con gli occhi e con il cuore, mentre a chilometri di distanza Baekhyun sapeva che non sarebbe riuscito a colmare il vuoto.

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#Angolo dell'Autrice
Salve a tutti! Sembra passato (lo è) un'eternità dall'ultima volta che ho pubblicato qualcosa. Diciamo che sentivo la mancanza di EFP, ma in generale di scrivere. Non so se ritenermi pienamente soddisfatta di queesta One Shot, anzi credo di no, ma ormai è fatta.
Ringrazio immensamente Rainagain, per avermi fornito tutte le informazioni sulla Corea, su Buncheon, sugli EXO e sulla cultura coreana. Lots of love, leseieventisei

 
   
 
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