Il ragazzo dai capelli blu, ormai diventato uomo, si appoggiņ ad un cassa di legno. Non aveva pił forze, e riusciva a malapena a tenere la testa dritta. Puntó il suo sguardo verso un punto indefinito della sala e inizió a ripensare alla sua vita. Tutto il calore, tutto il dolore, era sparito tutto. La sua mente gli ricordó i primi anni della sua giovinezza, quando incontró quel ragazzo cosģ bizzarro. Avevano all'incirca la stessa etą e non si erano mai visti. Nessuno dei due sapeva che quell'incontro avrebbe sconvolto cosģ tanto la loro esistenza. L'estraneo non era stato gentile nei suoi confronti, ma da come aveva capito avrebbe iniziato a vivere con lui, nella villa della sua famiglia, e quindi avrebbe dovuto imparare a conviverci. I primi tempi non erano stati facili -gli atteggiamenti del ragazzo biondo non erano amichevoli; sembrava che volesse isolarlo dal mondo, mettendogli contro la gente che conosceva-, ma dopo un paio d'anni erano riusciti ad instaurare un rapporto d'amicizia. Gli anni volavano in fretta, e i due erano diventati in fretta maggiorenni. Con il passare del tempo la loro amicizia si era rafforzata, ogni conflitto si era ormai concluso. Perņ, all'improvviso, il ragazzo era cambiato radicalmente -e se fosse tornato come quello di un tempo, con delle cattive intenzioni nei suoi confronti?-. Aveva iniziato a tramare qualcosa di losco contro la sua famiglia, e la conferma era arrivata quando aveva cercato di avvelenare suo padre, uomo che l'aveva accolto come un secondo figlio. Il suo cervello saltó molti avvenimenti e lo portó direttamente allo scontro avvenuto non troppo tempo fa, quando era stato costretto ad ucciderlo per colpa di una maschera di pietra. Quella maschera l'aveva cambiato, l'aveva fatto diventare un demone, un misto di crudeltą e immortalitą -cosģ immortale non era, dopo quella trasformazione non poteva esporsi ai raggi del sole, altrimenti si sarebbe disintegrato-. Lo scontro fu vinto dal ragazzo dall'animo buono, ma il mostro riuscģ lo stesso a sopravvivere tagliandosi la testa. E in quel momento era ricomparso, accompagnato da uno zombie che gli faceva da servitore. 
L'uomo dai capelli color notte era stato colpito mortalmente, era per quei colpi che si trovava con la schiena appoggiata al legno, e il suo destino era stato definitivamente segnato. Ma perché proprio quel giorno? Lui e la ragazza dei suoi sogni si erano appena sposati. Potevano finalmente vivere una vita piena di felicitą, dopo tante difficoltą. Non voleva andarsene, non voleva lasciarla, ma qualcuno pił potente di lui lo chiamava a se. Se solo avesse avuto pił tempo da passare con lei, se solo avesse avuto pił occasioni per dirle quanto l'amava. Ora l'avrebbe aspettata a lungo -sperava per molto tempo, dopotutto voleva che lei vivesse una vita lunga e felice-. 
 Se ne andó, mentre i ricordi della sua vita scorrevano nella sua testa. Lasció quel mondo crudele, con un lieve sorriso sulle labbra. La testa si chinó verso il basso, le forze l'avevano abbandonato definitivamente.
Jojo morģ, con la testa del suo vecchio amico Dio stretta tra le braccia.


Spazio autrice: Ciao a tutti!
Č la prima fanfiction che scrivo, oltretutto l'ho buttata gił a mezzanotte e trentacinque, quindi sarą piena di errori e farą schifo. Sigh, non uccidetemi.
Proprio ieri ho finito Phantom Blood, e non potevo non scrivere una storia sul finale. Finale che mi ha distrutta e mi ha fatto piangere tantissimo. Concludendo, spero che almeno un po' piaccia -mi sono impegnata a scriverla-.
Buona lettura a tutti!