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Autore: scarlett_midori    13/05/2016    0 recensioni
Cosa accade se i presenti ad una tranquilla cena si ritrovano tutti innamorati del Sommo Stregone a causa di una pozione?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Catarina Loss, Clarissa, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«È stato Simon, credetemi! Lui e i suoi modi da scimmia non ammaestrata. Ero stato chiaro, no? Non avvicinatevi al tavolo nuovo e non toccate nulla. È lo stesso principio dell'ultima volta, quella in cui diventò un topo.
"Non bevete niente" avevo detto, forse, beh...»
«Magnus...» cercò di intervenire Clary, ma lo Stregone non le aveva neanche lasciato il tempo di pronunciare qualcos'altro. 
«Capisci? Ora è facile dire che è colpa dello Stregone, solo perché aveva in casa sostanze pericolose e non dichiarate al Conclave!»
La cacciatrice sospirò per l'ennesima volta e, per essere sicura di essere finalmente ascoltata, alzò la voce.
«Alec sta bene» gridò quasi, «e anche gli altri, si stanno risvegliando tutti.»
Magnus, a quel punto, si calmò ed annuì lentamente. Per fortuna, Catarina era lì quella sera, così, aveva controllato che i quattro ragazzi stessero bene.
«Niente di grave, in apparenza» aveva detto, dopo che lo Stregone aveva fatto apparire i quattro corpi sui letti della camera degli ospiti.
Dopodiché, l'amica si era concessa mezz'ora da sola, per visitare tutti per bene e controllare che nulla fosse andato storto.
«Catarina...» sussurrò il Sommo Stregone, davanti alla porta della camera da letto, mentre accarezzava la schiena di Chairman Meow. 
«Stanno bene, Magnus, non ti preoccupare. Tu hai ripulito il casino di là?»
Dopo quella domanda, tutti notarono Alec svegliarsi. 
Sembrava semplicemente assonnato, ma non c'erano evidenti tracce di... magia.
«Perché mi state fissando tutti?» chiese il cacciatore, evidentemente imbarazzato. Appena sveglio si era ritrovato steso accanto a Simon (con nessuna idea di come fosse finito lì, in realtà) e poi con il fidanzato, Clary e Catarina che lo fissavano come se fosse un folletto, di quelli brutti, per giunta.
«Va bene, mi spiegate cosa è successo?»
«Che giorno è oggi, Alec?» chiese la Stregona.
«Sabato... Ma perché?»
«L'ultimo ricordo che hai?»
Il Nephilim storse il naso, ma rispose ugualmente: «Noi. Noi tutti insieme a cena qui. Pizza e tante chiacchiere...»
«Perdita dei ricordi delle ultime ore» sentenziò Catarina e prese nota su un piccolo taccuino. 
«Non capisco di nuovo, potete spiegarmi?» chiese Alec, per l'ennesima volta.
«Giusto un attimo, il tempo che si svegliano anche gli altri» gli rispose Magnus, rivolgendogli un sorriso accennato, ma tenero. 
Ad un tratto, si svegliò anche Jace, evidentemente disturbato dal trambusto della camera, infatti disse: «Non si può neanche dormire in pace...»
Però, poi, accorgendosi della situazione, sgranò gli occhi e si alzò velocemente dal letto.
«Io, Izzy, Alec e Simon in un letto e voi che guardate... 
Perché non ricordo cosa è accaduto?»
Magnus a stento si trattenne dal fare qualche battuta, specialmente dopo lo sguardo rivoltogli sia da Clary che da Catarina.
«Perfetto, state tutti bene, addio» sussurrò lo Stregone pronto ad andare in salotto, per concedersi un bicchiere di vino. 
Ormai, anche Isabelle e Simon si stavano svegliando.
«Magnus, aspetta. C'è qualcosa che non va qui.»
No, ancora niente vino.
Catarina stava controllando gli occhi di tutti, per accorgersi con spavento, che erano diventati tutti viola. Tranne quelli di Alec, che aveva ancora i suoi bellissimi occhi blu; ma, invece, Jace, Simon e Isabelle presentavano delle iridi viola chiaro (che, secondo Magnus, stonavano anche un po' con la carnagione di alcuni, stavano bene sono a Jace, ma non l'avrebbe mai ammesso). 
«Per l'Angelo» esclamò Isabelle, dopo essersi guardata allo specchio e dopo aver osservato anche Jace e Simon.
«Cosa è successo?» chiese anche Simon e Alec gli rispose: «Sono venti minuti che domando la stessa cosa.»
Il panico sembrò aver preso il sopravvento, ma solo per un attimo, perché poi Magnus attirò l'attenzione alzando la voce e lasciando successivamente la parola a Catarina. Era una fortuna che ci fosse anche lei, quella sera.

-

Catarina, da brava infermiera la quale era diventata, era un'esperta nel dare notizie ai pazienti, sia belle che brutte.
Quindi, aveva spiegato con semplicità che lo svenimento generale era stato causato da una pozione (vero), una pozione che non avrebbe portato loro nulla di grave (forse) e che tutto l'incidente era stato causato da Chairman Meow (falso), anche se Magnus avrebbe tanto voluto spiegare tutto quello che realmente era accaduto. Però, non aggiunse nulla e stessa cosa fece Clary: sembravano aver raggiunto un tacito accordo, senza neanche il bisogno di parlare. 
E alla domanda a proposito degli occhio viola, Catarina aveva detto: «È un effetto collaterale della pozione, momentaneo. Su questo sono sicura, un paio di giorni e passerà tutto.»
«Nel frattempo, sarai la versione maschile di Daenerys Targaryen» aveva commentato Simon (come se lui stesso non fosse vittima della pozione), rivolgendosi a Jace, che ovviamente non aveva capito. 
L'unico era stato Magnus, che aveva cominciato a ridacchiare e poi, per non farsi notare, aveva finto di osservarsi le unghie smaltate di blu. 
Jace era andato via borbottando, seguito da Clary (che, prima di uscire si era assicurata di parlare con Catarina), Isabelle e Simon.
Dopo un po', anche la Stregona andò via, con la promessa di tornare il giorno seguente per controllare la situazione.
Finalmente, Magnus poté concedersi il suo calice di vino rosso.

-

«Perché ho l'impressione che la storia raccontata da Catarina non sia completamente vera? E perché io sono l'unico a non avere gli occhi viola?»
Lo Stregone era steso sul letto, con l'unica intenzione di addormentarsi e riposarsi, finalmente, però Alexander aveva proprio tanta voglia di parlare, quella sera e Magnus non sapeva cosa rispondere. Erano passate un paio d'ore dall'apparente conclusione degli avvenimenti, ma Alec non sembrava soddisfatto.
«Non hai sonno, fiorellino?»
Il cacciatore si alzò, posizionandosi in piedi sulla ginocchia, proprio davanti al fidanzato.
«No, non molto. Sono solo tanto curioso e stasera voglio parlare» sentenziò, con tanto di tono autoritario che poco spesso utilizzava.
«Izzy, poi, era stranissima con quegli occhi viola! Sembrava ancora più pallida.»
«Io direi basta, Alec» si limitò a rispondere l'altro e, per assicurarsi che anche il fidanzato tacesse, si alzò, prese il suo volto tra le mani e cominciò a baciarlo. Un gemito soddisfatto arrivò dalle labbra di Alec e Magnus, per un momento, credette di essere salvo e contrario ad una dormita...
«MAGNUS. OH, MAGNUS.»
Il cacciatore, sorpreso, si allontanò e rivolse uno sguardo confuso all'altro.
«Uhm.»
«MAGNUS. OH, MAGNUS. APRI LA TUA PORTA E VIENI AD ME, O LASCIAMI ENTRARE.»

«Magnus, ma non è la voce di... Jace?»

   
 
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