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Autore: cabin13    13/05/2016    0 recensioni
Chi più, chi meno, avevano tutti trovato il loro "posto nel mondo".
Per quanto riguardava lui, beh, non poteva desiderare più dalla vita. Anzi no, una cosa c'era, quella cosa... Ma l'avrebbe realizzata di lì a poco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sokka, Suki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come il mare è legato alla luna


Stringeva tra le dita il sacchettino di raso blu lucido dirigendosi a passo spedito verso casa, fremeva di impazienza ma anche di paura.

Erano passati otto anni da quando il Signore del Fuoco Ozai era stato sconfitto, da quando aveva quindici anni e aveva fermato la flotta di aeronavi del Re Fenice. Chi più chi meno avevano tutti trovato il loro "posto nel mondo": vivevano a Ba Sing Se nelle case dell'anello superiore che il Re della Terra aveva donato loro dopo la liberazione della città. Aang e Katara si erano sposati da poco e l'avatar stava facendo il possibile per provare a risanare i cento anni di conflitti che avevano dilaniato il mondo. Collaborava con i capi delle quattro nazioni, soprattutto Zuko: il Signore del Fuoco e Mei vivevano nel palazzo della Nazione, ma spesso facevano visita agli amici nella capitale e si riunivano nella sala da tè che lo zio Iroh gestiva poco distante dal Palazzo della Terra.

Toph, invece, si era riappacificata con i genitori e aveva iniziato a provare un certo interesse per Haru: entrambi i dominatori pattugliavano le mura esterne o il palazzo a seconda degli ordini ed erano entrambi ufficiali dell'esercito. Quando non era in servizio la ventenne cieca trascorreva molto tempo con Suki e Katara in giro per Ba Sing Se o ad allenarsi nel dominio – o nel combattimento nel caso di Suki.

Per quanto riguardava lui, beh, non poteva desiderare più dalla vita, anzi no, una cosa c'era, quella cosa... ma l'avrebbe realizzata di lì a poco. Era a capo della fazione della Tribù dell'Acqua del Sud che operava in città, viveva nell'anello superiore con gli altri e abitava insieme alla sua ragazza, vicino ai suoi migliori amici e a sua sorella. Parlando di sua sorella, c'era rimasto di sasso quando lei e Aang avevano annunciato il matrimonio, ma si era sentito sollevato nel sapere che Katara avrebbe passato il resto della vita con un suo amico così caro di cui lui si fidava ciecamente.

Presto anche lui avrebbe trascorso la sua vita con la persona più cara a lui...

Si riscosse dai suoi pensieri e si accorse di essere arrivato nel suo quartiere. Preso da un panico improvviso inspirò profondamente e per scaramanzia strinse l'elsa della spada che portava a tracolla: dopo la fine della guerra il maestro Piandao gli aveva dato la possibilità di riprendere l'addestramento e aveva forgiato una nuova spada con un metalo che Toph aveva estratto.

Con il cuore che aveva accelerato il battito si avviò verso il viale dell'abitazione, strinse il sacchettino blu più forte e abbassò la maniglia della porta entrando in casa: – Ciao, Suki – salutò.

La ragazza in casa alzò lo sguardo dalla pergamena che stava scrivendo e gli occhi le si illuminarono alla vista del ragazzo coi corti capelli scuri raccolti in un codino, la pelle abbronzata e gli occhi azzurri, gli abiti bianchi e azzurri, la spada e il boomerang a tracolla.

Le sue labbra si distesero in un sorriso: – Ciao Sokka.

Il giovane guerriero si sentì le gambe molli e avrebbe preferito mille volte farsi il Passo del Serpente andata e ritorno, ma tentò di calmarsi. Andiamo, aveva guidato un'invasione durante un'eclissi e aveva infranto il record della prigione più impenetrabile della Nazione del Fuoco, di cosa cavolo aveva paura?!

Inspirò a pieni polmoni e assunse un'espressione seria: – Devo parlarti  disse.

Suki sussultò: Sokka non era mai serio e non aveva mai usato quel tono con lei. Si alzò dal tavolino e titubante seguì il ragazzo in giardino, non sapeva cosa aspettarsi. Fuori l'aria primaverile era tiepida e non c'era vento, qua e là c'era qualche nuvola.

Sokka aveva la gola secca ed esitava a parlare... lui era un tipo istintivo, che cavolo stava aspettando?! Si maledì mentalmente per quella paura assurda che lo bloccava e con un groppo in gola si decise ad aprir bocca.

– Senti, Suki, è... è tanto che stiamo insieme, ma io...  iniziò.

– Se è per lasciarmi, non fare tanti preamboli e dimmi solo prerché-  lo interruppe lei, una voce mista a delusione, tristezza e rabbia.

Il guerriero rimase a bocca aperta e osservò la ragazza con tanto d'occhi, poi si riscosse e articolò:  No  poi prese a gesticolare animatamente:  Ma che hai capito? Come cavolo dovrei mollarti, no, no, sarei un emerito idiota! Tu sei Suki, sei bellissima, intelligente, stupenda,... – smise solo quando la ragazza posò le labbra sulle sue. Gli abbracciò il collo e lui la strinse a sé.

Quando si staccarono la guerriera Kyoshi rise:  Tu parli troppo. – Lo fissò incuriosita negli occhi e chiese: – Allora, che dovevi dirmi di importante?

Con una lentezza estenuante Sokka estraé dalla tasca il sacchettino di raso blu che aveva stretto in mano prima: aveva ricamato sopra il simbolo della Tribù dell'Acqua in azzurro ed era chiuso da un laccetto dello stesso colore. Il giovane sciolse il nodo e allargò l'apertura.
Estraé una collana molto simile a quella che portava Katara.

– La collana di tua sorella?  chiese Suki confusa.

– No  sorrise lui. Assomigliava a quella della dominatrice, ma la parte sinistra era tutta occupata da una luna crescente e nella parte inferiore destra c'erano delle onde stilizzate.

– È di mia nonna – spiegò – Quando è morta l'ha lasciata a me, dato che Katara ha quella di nostra madre. Questa collana gliel'ha donata il maestro Pakku quando si sono rincontrati. E io la voglio dare a te.

– Ma.. è di tua nonna, è preziosa  obiettò la ragazza.

– Fammi finire, scema  la prese in giro lui con un sorriso. – Nelle Tribù dell'Acqua queste collane sono speciali – spiegò sentendosi avvampare, non era bravo in queste cose, proprio per nulla. Sforzando ignorare quel tamburo che aveva nel petto riprese: – Gli uomini della Tribù le regalano alle donne che ritengono speciali e senza cui non potrebbero stare.

Suki, che aveva capito dove voleva arrivare il fidanzato, riuscì a fatica a trattenere le lacrime, ma gli occhi le diventarono lucidi comunque.

Tenendo la collana slacciata in mano Sokka le si avvicinò e quando fu a un millimetro da lei domandò piano: – Quindi... Mi vuoi sposare?

Alla domanda la guerriera non riuscì a trattenersi e di slancio abbracciò Sokka gridando: – Sì! Sì! Sì! Certo che lo voglio!

Le loro labbra si incontrarono in un bacio dolce e appassionato al tempo stesso, sentivano ognuno il cuore dell'altra battere all'impazzata. Quando si separarono Sokka le scostò i capelli dal collo e le allacciò il ciondolo.

– Lo diciamo agli altri?  chiese Suki entusiasta.

Sokka intrecciò la mano con quella della ragazza e mentre ritornavano in casa ridacchiò: – Nah, lasciamo che lo scoprano da soli...

 


Holaaaa
Questa è la mia coppia preferita di Avatar, yep! *.* Amo questi due, quando si baciano sul Passo del Serpente ho sclerato un casotto (problemi da fangirl, lo so)
La storia l'ho elaborata tra stanotte e le ore pallose di oggi, quindi se fa schifino mi dispiace, ma faccio di tutto per sopravvivere alle ore di storia e inglese x_x
Mi dispiace se è cortina, ma ho già detto che è venuta fuori dalla mia mente bacata quindi...
Se vi è piaciuta o vi ha fatto pena ditelo nei commenti e boh, ciao, ci vediamo alla prossima per la seconda parte! ;)
Adioooos

   
 
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