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Autore: destiel87    13/05/2016    3 recensioni
"Cerchi sempre di salvare tutti tu..."
"Cerco solo di vedere la luce nell' oscurità..."
"A volte non c'è alcuna luce, solo tenebre. Solo che tu ancora non lo capisci."
Charles alzò il viso, fino ad arrivare all' altezza di quello del ragazzo.
"Non ci sono solo tenebre in te Erik... C'è anche la luce, una luce splendente. Io l' ho vista..."
Sorrise, mentre guardava accendersi un piccolo bagliore nei suoi occhi.
Erik accarezzò i suoi capelli castani, perdendosi nel suo sguardo. Poi scese con le dita fino a sfiorare la sua guancia, sempre guardandolo fisso negli occhi.
Quando passò l' indice sul contorno delle sue labbra, Charles fece un profondo respiro e istintivamente chiuse gli occhi, assuefatto dalle sue carezze.
In quel momento Erik Lehnsherr pensò di non aver mai visto qualcosa di più perfetto.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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INNOCENCE LOST


"I was born in a thunderstorm
I grew up overnight
But I’ll survive
I’m still breathing
I’m alive"





CHAPTER 1 -  WHISPERS IN THE DARK

"My love is
Just waiting
To turn your tears to roses
You'll never be alone
When darkness comes I'll light the night with stars
Hear my whispers in the dark"

 

Era una notte fredda, illuminata da una pallida luna.
Erano le due del mattino.
Era la notte che avrebbe cambiato il suo destino.
Era il 1962, quando Charles Xavier sentì urlare Erik Lehnsherr dall' interno della sua stanza.
Passeggiava tranquillamente nei corridoi della sua villa a Westchester, immerso nella lettura dello strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, quando era stato attirato dall' urlo disperato dell' amico.
Aveva fatto cadere il libro per terra ed era corso verso la sua stanza, temendo che fosse stato vittima di un attacco da parte dei mutanti di Shaw.
Quando era entrato aveva visto Erik muoversi convulsamente nel suo letto, urlando ad occhi chiusi.
Il resto della stanza era perfettamente normale, le finestre erano chiuse e tutto pareva tranquillo.
Charles posò due dita sulla sua tempia, cercando di localizzare li eventuali nemici.
Ma non c' era nessuno li dentro, eccetto loro due.
Così si concentrò sulla mente di Erik.
Fu allora che vide quello che stava tormentando il suo amico...
Un cancello di ferro, una donna che urlava disperata dietro le sbarre, il pianto di un ragazzo e una mano che si allunga verso di lei.
Soldati, rabbia, dolore.
Una monetina argentata appoggiata ad un tavolo di mogano, dietro il quale sedeva Sebastian Shaw.
1... 2... 3.
Le immagini si susseguivano come flashback confusi, sovrapposti tra di loro, impregnati di oscurità.
Una pistola che spara, una donna che muore.
Esperimenti, urla, dolore. Sempre più dolore.
Charles poteva sentire l' angoscia di Erik, la poteva sentire come una lama che incideva la sua pelle.
Ad un certo punto, tutto quel dolore divenne insopportabile.
Corse verso il letto e ci si sedette, provando a svegliare delicatamente il ragazzo.
"Erik... Erik, svegliati! Per favore, apri gli occhi!"
Ma Erik non si svegliava, si muoveva violentemente nel letto, tremando e sudando.
Diceva qualcosa, qualcosa che Charles non riusciva a capire completamente.
Distinse le parole "No." "Lasciami." "Mamma." "Ti prego!"
Fu troppo per lui, che non aveva mai conosciuto una sofferenza simile.
Lo afferrò per le spalle e lo scosse con forza ripetendo il suo nome.
Nell' istante in cui Erik aprì gli occhi, Charles sentì un oggetto freddo e metallico stringergli con forza il collo.
Mentre la sua gola veniva schiacciata, riuscì a distinguere la sbarra del letto dietro di Erik che si spostava, mentre la mano del ragazzo la accompagnava.
Erik, sono io. Sono Charles! Va tutto bene, sei al sicuro! Disse alla sua mente confusa.
Erik ansimava, la sua mano tremava.
Erik, ti prego! Lasciami andare, così mi uccidi!
Erik chiuse gli occhi, scosse la testa e poi gli riaprì.
In quel momento prese consapevolezza di ciò che stava accadendo.
Lasciò la presa, e mentre Charles cadeva all' indietro tossendo, lui lo afferrò.
"Charles! Charles stai bene?!"
Prese il suo viso tra le mani e lo osservò, sconvolto e confuso.
"Cosa ho fatto... Charles... - Sussurrò - Mi dispiace! Mi dispiace!"
Charles faceva dei profondi respiri e tossiva, mentre con le mani si aggrappava al suo petto.
"Charles parlami! Come stai? Devo chiamare un dottore?" Urlò Erik disperato.
Lui scosse la testa, tornando lentamente a respirare con regolarità.
"Mi dispiace, mi dispiace..." Continuava a ripetere Erik.
Non è colpa tua, andrà tutto bene... Gli disse comunicando con la mente, cercando di rassicurarlo.
Erik fece una smorfia di dolore, come se quelle parole lo avessero ferito ancora di più.
Così Charles lo attirò verso di se e lo abbracciò forte, sperando con quel gesto di calmarlo. Gli passò le mani intorno alla schiena e lo strinse, mentre appoggiava la testa sull' incavo della sua spalla.
Era buio in quella stanza, così buio, che Charles riusciva a malapena a distinguere il corpo del ragazzo che stava abbracciando, ma piano piano, tra il buio e il silenzio, entrambi riuscirono a calmarsi.
Rimasero stretti l' un l' altro, mentre le lancette dell' orologio continuavano a girare.
Potevano sentire il calore e il profumo del corpo dell' altro unirsi al proprio, in un intrecciarsi di emozioni contrastanti.
"Perchè sei qui Charles?"
"Ti ho sentito urlare, ero preoccupato... Poi ho visto..."
"Cosa hai visto...?"
"I tuoi incubi. Tutto quel dolore..." Dicendolo, Charles strinse con i pugni la sua camicia, perchè i ricordi gli facevano ancora troppo male.
"Ho cercato di svegliarti, perchè non volevo che soffrissi ancora." Aggiunse sospirando.
Per un istante, a Charles sembrò che Erik stesse sorridendo.
"Cerchi sempre di salvare tutti tu..."
"Cerco solo di vedere la luce nell' oscurità..."
"A volte non c'è alcuna luce, solo tenebre. Solo che tu ancora non lo capisci."
Charles alzò il viso, fino ad arrivare all' altezza di quello del ragazzo.
"Non ci sono solo tenebre in te Erik... C'è anche la luce, una luce splendente. Io l' ho vista..."
Sorrise, mentre guardava accendersi un piccolo bagliore nei suoi occhi.
Erik accarezzò i suoi capelli castani, perdendosi nel suo sguardo. Poi scese con le dita fino a sfiorare la sua guancia, sempre guardandolo fisso negli occhi.
Quando passò l' indice sul contorno delle sue labbra, Charles fece un profondo respiro e istintivamente chiuse gli occhi, assuefatto dalle sue carezze.
In quel momento Erik Lehnsherr pensò di non aver mai visto qualcosa di più perfetto.
Avvicinò le sue labbra a quelle dell' amico, unendole lentamente.
Charles sussultò leggermente a quel tocco, poi le premette di più contro le sue.
Si baciarono, avvertendo dentro di loro una sensazione mai provata prima, come se stessero cadendo e si stessero sollevando allo stesso tempo.
"Credo... - Iniziò a dire timidamente Charles - Che forse dovrei restare qua stanotte... Per controllare che tu non abbia altri incubi."
Erik aprì gli occhi, tenendo strette le sue mani sul suo viso.
"Credo che sia un ottima idea..."
Sempre tenendolo tra le mani scese con la schiena verso il letto, appoggiandosi.
Charles scese con lui, sdraiandosi sul suo corpo.
Mise la testa sul suo petto, mentre Erik circondava la sua schiena con le braccia.
Chiuse gli occhi e ascoltò il battito del suo cuore, fino a quando scivolò in un sonno profondo e confortevole.


 
  
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