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Autore: Shikki    14/05/2016    1 recensioni
Anche il cuore più freddo, se legato a qualcuno può arrivare a versare una calda lacrima.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Aquarius Camus, Cygnus Hyoga
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La piccola capanna era immersa nella penombra, soltanto il centro della stanza era illuminato dal piccolo fuoco che Camus aveva acceso.
Piccoli sbuffi di fumo si alzavano dalle fiamme di tanto in tanto e un vivace scoppiettare faceva compagnia al cavaliere.
Camus osservò le fiamme crepitanti; sicuramente ai due ragazzi avrebbe fatto piacere trovare un po' di calore quando fossero tornati, anche se ormai il gelo era loro compagno. 
Il maestro pensò ai molti progressi fatti negli ultimi anni dai suoi giovani allievi, le abilità sviluppate li rendevano entrambi degli ottimi candidati alla cloth del Cigno ma ancora dei dubbi attanagliavano il cuore del mentore. Da un lato Abadir, dedito agli allenamenti anima e corpo, talentuoso, probabilmente il più forte dei due studenti, ma ancora lontano dalla mentalità giusta. Il ragazzo peccava di umiltà e Camus lo sapeva. 
Poi c' era Hyoga. 
Il ragazzo aveva talento pari ad Abadir, ma aveva una profonda debolezza nell' attaccamento alla defunta madre, cosa che lo portava a non riuscire a sviluppare del tutto il potere del suo cosmo. Nemmeno Camus era ancora riuscito a capire il reale potere del ragazzo,ma aveva intravisto in lui la tendenza allo zero assoluto e sapeva che forse Hyoga avrebbe potuto arrivarci un giorno, magari anche prima di lui...
NO! Il cavaliere allontanò subito quel pensiero.
L' uomo destinato allo zero assoluto era lui solo, e nessun altro!
Il fuoco emise uno scoppiettìo più forte e il santo si destò dai suoi pensieri. Notò che la legna era quasi totalmente consumata.
Da quanto erano fuori i ragazzi? Si aspettava che tornassero appena finita la meditazione nei ghiacci.
Camus si alzò e si diresse verso la finestra, i vetri erano appannati per lo strato di umidità che impediva di vedere fuori. Prese un panno e asciugó il vetro destro. Appena poté vedere fuori vide Hyoga avanzare incerto sulla neve, ma prima di raggiungere la casetta il ragazzo cadde a peso morto sulla neve.
Il maestro si lanciò fuori dalla capanna correndo verso il suo allievo. Correre sul ghiaccio non era certo un problema per il signore delle forze fredde. Appena lo raggiunse Hyoga aprì gli occhi sentendo il tocco familiare del maestro, e con la voce ridotta ad un sussurro disse: "Mi dispiace."
"Dimmi cosa è successo Hyoga, sei stato sopraffatto dall' allenamento? E dov'è Abadir? Perchè non ti ha accompagnato lui vedendoti in queste condizioni?" replicò Camus.
Il ragazzo non rispose.
"Coraggio, dimmi cosa è successo e dove si trova Abadir" disse il cavaliere d' oro.
Ancora nessuna risposta.
"Hyoga, adesso non te lo chiederò più amichevolmente, ma in qualità di tuo maestro. Dimmi tutto". La voce di Camus era diventata fredda e ferma come il ghiaccio attorno a loro.
L' allievo sgranò gli occhi che si riempirono di lacrime e iniziò: "Maestro, ti ho deluso. Ho provato a raggiungere mia madre tramite i tuoi insegnamenti, ma sono rimasto sotto il ghiaccio troppo a lungo e Abadir si è tuffato per salvarmi". La voce gli tremolò. "Mentre tornavamo in superficie una corrente marina più forte del normale ci ha investito in pieno trascinandoci verso gli abissi...e...e...e Abadir con le sue ultime forze ha preferito salvare me invece di se stesso...". Il ragazzo fece una pausa.
" Maestro...Abadir...è morto. Morto...per causa mia!". Le lacrime del ragazzo stavano pian piano raggiungendo l' azzurro suolo ghiacciato. 
Camus guardò il ragazzo in silenzio. La notizia appena giunta era triste, ma in qualità di maestro non poteva mostrarsi debole o troppo sensibile. Raccolse il ragazzo e lo portò nella capanna sistemandolo sul suo giaciglio, poi ravvivò il fuoco. Il silenzio regnava da alcuni minuti, rotto solo dal levarsi del vento fuori dall' abitazione.

Il cavaliere d' oro si alzò, prese il suo mantello e si girò verso il suo allievo che piangeva in silenzio. Senza esitazione alcuna disse:
"Hyoga, Abadir ha fatto quello che riteneva più giusto in quel momento. Adesso che lui non vi è più, il peso della cloth del Cigno ricade solo su di te, devi diventare degno di quelle vestigia come Abadir avrebbe voluto esserne degno...e come ha pensato nel suo ultimo momento, che tu lo fossi. 
Adesso riposa, domani riprenderai ad allenarti e mi aspetto che tu lo faccia con tutto te stesso."
Camus uscì dalla casetta. Il vento si stava levando e i suoi ululati cominciavano a sentirsi come una melodia triste.
Un piccolo diamante di ghiaccio scorse sul viso dell' unico ascoltatore di quella melodia. L' unica lacrima di Camus di Acquarius.
   
 
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