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Autore: Shikki    14/05/2016    1 recensioni
Il Saint del Toro riflette sul significato del suo compito. Qual è il motivo principale che muove un Cavaliere col suo potere?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aries Mu, Taurus Aldebaran
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cosa vuol dire essere il Saint del Toro?
 Da quando lo avevano investito della cloth Aldebaran se lo chiedeva spesso. Aveva compreso le tecniche, il credo e i dogmi relativi all’ essere un cavaliere, ma sentiva dentro di se che ancora mancava qualcosa. Il Saint osservò la seconda casa come aveva fatto moltissime altre volte. La struttura era imponente, adornata da fregi e rappresentazioni della sua costellazione. Le due statue raffiguranti il Toro erano all’ ingresso della casa, come un monito per chi oltre ai dodici e ad Athena avesse voluto attraversare la seconda casa. Aldebaran si avvicinò alla rappresentazione del toro alla sua destra, e passò le dita sulla scritta in rilievo che campeggiava sulla statua: “Il toro selvaggio dorato che diventa risoluto, orgoglioso di proteggere una fortezza inespugnabile”.  Il cavaliere rifletté su quelle parole, voltandosi verso le piccole aiuole che costeggiavano la casa. I fiori bianchi che crescevano in quel piccolo pezzetto di terra ondeggiarono sotto il soffio del vento. Da quando il suo maestro gli aveva dato il compito di prendersene cura lo aveva assolto in modo impeccabile. Sebbene non ne capisse il motivo alla fine si era affezionato a quel compito e ai fiori bianchi. Tornò a pensare alla frase.  Cosa mai potevano voler dire quelle parole? Aldebaran ancora non lo capiva. Sapeva di avere la forza per proteggere la sua casa e il grande tempio, sapeva di essere risoluto e orgoglioso nel farlo, ma perché avrebbe dovuto “diventare” in quel modo se lo era già??  Il suo maestro Ox non aveva voluto dirglielo prima di investirlo. 
Il flusso dei pensieri del Toro fu interrotto dai passi che si avvicinavano dalla scalinata di marmo. Toro sapeva già chi fosse. Era uno dei pochi cavalieri che riteneva suo amico. Il Saint dell’ Ariete, il grande Mu terminò di salire gli scalini fermandosi accanto al cavaliere del Toro. Le due Cloth dorate emisero una leggera risonanza quando furono vicine, riempiendo l’ aria di un suono cristallino. Mu si tolse l’ elmo e lo  mise sottobraccio, attendendo in silenzio. I due Saint rimasero accanto senza proferire parola per diversi minuti, osservando l’ ondeggiare dei fiori nel piccolo pezzetto di terra. Il sole calante illuminò le Cloth che donarono il loro riflesso dorato al paesaggio circostante. 
“Vuoi parlarmi del problema o restiamo in silenzio fino alla prossima guerra Sacra?” disse Mu voltandosi verso Aldebaran.
“Non ti si può nascondere nulla vero?” rispose Aldebaran sorridendo.
Mu sorrise a sua volta. “In realtà molte cose mi sono nascoste, ma capisco quando un amico è in difficoltà” rispose.
Aldebaran sospirò. “Vedi amico mio, ho paura di non riuscire a comprendere il vero significato dell’ essere il Saint del Toro.”
“Cosa vuoi dire Aldebaran?” rispose Mu voltandosi verso l’ altro Saint.
“Vedi Mu, io conosco i miei doveri, i miei poteri e il peso di questa cloth. Ma la frase scritta all’ ingresso della mia casa ancora non la comprendo. Cosa vorrebbe dire che devo “diventare risoluto e orgoglioso di proteggere una  fortezza inespugnabile? Non arrivo ad una soluzione. Maestro Ox non ha voluto rivelarmi il significato di questa frase, ma so che racchiude il reale essere del Saint del Toro. E se non lo capisco non sono degno di essere il suo successore”. Lo sguardo di Aldebaran si spostarono verso l’ orizzonte, celando la velatura di lacrime che si era posata sui suoi occhi. Si sentiva piccolo e impotente di fronte a quel concetto che non capiva.
Mu osservò l’ amico, riflettendo sulle parole all’ ingresso della casa del Toro. All’ improvviso sorrise. Aveva capito.
“Aldebaran” cominciò Mu.
“Si?”
“Quanta cura metti nel far crescere questi fiori in mezzo alla roccia del grande tempio?” chiese Mu.
“Cerco di metterci tutto me stesso amico mio, lo sai” rispose Aldebaran.
“E cosa faresti se una persona qualsiasi cercasse con tutte le sue forze di distruggere quello di cui tu ti prendi cura?” continuò l’ Ariete.
“Glielo impedirei senza esitazione!” disse il Toro alzando la voce
“Perché sono qualcosa a cui tieni, qualcosa della quale ti prendi tenera cura. Qualcosa così forte da crescere in un posto come questo, ma al contempo così fragile da poter essere strappata via o calpestata da qualcuno o qualcosa di esterno.” Mu guardò nuovamente l’ amico.
Gli occhi del Toro incontrarono quelli dell’ Ariete.  All’ improvviso Aldebaran comprese tutto. La risposta che aveva cercato era sempre stata davanti ai suoi occhi. Il Saint del Toro ha un motivo per “divenire risoluto e orgoglioso di proteggere una fortezza inespugnabile”. 
Proteggere la vita.
Il Cavaliere è già padrone di quelle qualità al momento dell’ investitura, ma il reale compito del Toro è sfoderare il meglio di stesso nel momento di proteggere la vita. La sua, quella degli altri Saint d’ oro,  quella di Athena. Ma soprattutto il Toro protegge la vita generale del mondo. 
Egli è un difensore della vita.
 E di fronte a chi non ha rispetto per essa o vuole opprimere chi è troppo debole per difendersi il Toro “diventa risoluto ed orgoglioso”. Protegge una “fortezza inespugnabile”, ovvero la vita di coloro che sta proteggendo. Finché il Toro protegge, nessuno deve temere.
Aldebaran aveva capito finalmente. Le lacrime calarono sulle sue guance. Il compito che il suo maestro gli aveva dato era servito proprio a fargli capire il valore della vita, del prendersene cura e innanzi a tutto di doverla proteggere da coloro che sono malvagi.
“Grazie Mu, non avrei capito se non ci fossi stato tu” disse Aldebaran.
“Non pensarci neanche Aldebaran, gli amici servono anche a questo. Adesso credo di poter tornare alla mia casa, la tua inquietudine non esiste più. A domani amico mio.” Mur si diresse verso la scalinata che portava alla sua casa, sparendo mano a mano che la discendeva.
Aldebaran osservò finché l’ amico non fu scomparso, poi si chinò sui fiori. Posando uno sguardo dolce sui fiori, dorati dal riflesso della sua cloth, rivolse una carezza ai petali del fiore più piccolo.
   
 
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