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Autore: Alexys_Tenshi    15/05/2016    4 recensioni
[Digimon Tri|Taichi/Yamato|1147parole]
Osserva la luna piena e le stelle nel cielo scuro. Tra le mani ha il suo vecchio telefono e scorre la rubrica fino a trovare il giusto contatto. Si morde il labbro inferiore, indeciso sul da farsi. Sicuramente non è la mossa giusta da fare, soprattutto a quell’ora di notte, eppure Taichi preme forte il tasto di chiamata e si porta il telefono vicino orecchio destro.
Tre squilli… quattro squilli… cinque squilli…
Il cuore di Taichi batte forte e la gola sembra seccarsi. Dannazione, è un adulto ormai, non dovrebbe avere ansia nel fare una chiamata. Si passa una mano sul viso e proprio in quel momento sente la voce di Yamato.
“Taichi… cosa c’è?” domanda il ragazzo con voce bassa e roca. Sì, lo ha svegliato e Taichi si sente leggermente in colpa.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Of the night    
Prompt
: "
Digimon Adventure Tri, Taichi/Yamato, Taichi chiama Yamato alle tre di notte e camminano per la città" (Come sempre amo autofillarmi.)
Personaggi: Yamato Ishida, Taichi Yagami.
Paring: Taichi/Yamato
Rating: Verde
Note
: Seconda OS di questo Fandom. Questa volta ci sono solo Taichi e Yamato. All'inizio volevo un'AU ma sono rimasta nel loro universo. Mentre scrivevo mi sono resa conto che non è che camminano poi tanto per la città... ma facciamocelo bastare.

Alexys

 
Of the night.
 
[A Ku-chan,
che voleva questa storia da troppo tempo.]


 
Gli occhi di Taichi non vogliono proprio chiudersi. Restano aperti a fissare il legno del letto a castello oppure si spostano sul soffitto bianco. Il ragazzo si gira, sdraiandosi a pancia in giù, cercando di leggere l’ora sulla sua sveglia. Sono le 2:55 e  il sonno ha davvero deciso di non farsi vedere.
Si alza, cercando di non svegliare Hikari che dorme tranquilla, apre piano la porta-finestra che da sul balcone ed esce, con il vento che soffia leggero a fargli compagnia. Osserva la luna piena e le stelle nel cielo scuro. Tra le mani ha il suo vecchio telefono e scorre la rubrica fino a trovare il giusto contatto. Si morde il labbro inferiore, indeciso sul da farsi. Sicuramente non è la mossa giusta da fare, soprattutto a quell’ora di notte, eppure Taichi preme forte il tasto di chiamata e si porta il telefono vicino orecchio destro.

Tre squilli… quattro squilli… cinque squilli…

Il cuore di Taichi batte forte e la gola sembra seccarsi. Dannazione, è un adulto ormai, non dovrebbe avere ansia nel fare una chiamata. Si passa una mano sul viso e proprio in quel momento sente la voce di Yamato.
“Taichi… cosa c’è?” domanda il ragazzo con voce bassa e roca. Sì, lo ha svegliato e Taichi si sente leggermente in colpa.
“Scusa se ti ho svegliato…” risponde. Lascia passare due secondi, cercando le giuste parole, ma alla fine riesce a dire soltanto “non riesco a dormire. Scendiamo?”
Chiude gli occhi mentre aspetta la risposta di Yamato. Incrocia anche le dita della mano libera dal telefono e cammina avanti e indietro sul piccolo balcone.
“Va bene. Vieni sotto casa.”
A quelle parole Taichi lo ringrazia e stacca la chiamata. Torna in camera e indossa subito i vestiti del giorno prima. Il jeans scuro e la felpa rossa leggermente scolorita. Indossa le scarpe solo quando è sulla soglia della porta dell’appartamento.

Scende le scale a due a due e prende la bicicletta, pedalando il più veloce possibile. Taichi ama la città a quell’ora. Sembra sempre che lui sia l’unico rimasto sulla Terra e sente i problemi sparire poco alla volta. Svolta a destra all’incrocio, pedala per circa trecento metri e poi di nuovo a destra. Passa il ponte e alla fine trova il palazzo dove vive Yamato. Il ragazzo lo aspetta seduto sul suo motorino. Ha una maglia bianca e una giacca di jeans e dei pantaloni blu. Sente gli occhi azzurri posarsi sulla sua figura e lo vede scuotere la testa mentre scende dal motorino.
“Guarda un po’ cosa mi tocca fare per te.” Mormora portando le mani nelle tasche della giacca.
Taichi gli sorride e scende dalla bicicletta. “Dai Yamato, andiamo da qualche parte” gli risponde mentre inizia a camminare spingendo la bicicletta. Il ragazzo dai capelli biondi lo segue senza parlare.

Camminano per le strade deserte e fredde, uno accanto all’altro, lanciandosi ogni tanto qualche occhiata. Decidono di scendere fino al fiume, per poi stendersi sull’erba umida.
“Qual è il problema?” chiede alla fine Yamato portando le braccia dietro la testa. Si volta leggermente per guardare meglio il suo amico.
“Nessuno…” risponde quest’ultimo fissando la luna. Il pizzicotto sul braccio destro lo fa sobbalzare e punta gli occhi su Yamato che si è avvicinato così tanto da far toccare i loro corpi.
“Oi, non prendermi in giro. Prima mi chiami alle tre di notte e mi chiedi di scendere e poi? Non vuoi neanche parlare.” Taichi segue i movimenti delle labbra di Yamato come in una sorta di trance. Deglutisce e apre la bocca due volte, però le parole non vogliono uscire.
“Te l’ho detto che non riuscivo a dormire. Ultimamente passo quasi tutte le notti sveglio e riesco ad addormentarmi solo verso le cinque del mattino” riesce finalmente a spiegarsi. Eppure ha saltato una parte, una molto importante. “…non dormo la notte perché passo il tempo a pensare a te.”
È da qualche settimana che lo ha capito. Taichi si è innamorato del suo migliore amico. E questa non è per niente una cosa buona. Ovviamente non l’ha detto a nessuno e si è tenuto questo peso tutto per sé. Ricorda il momento preciso in cui ha capito davvero di essersi innamorato. Ha solo perso un battito quando l’altro ragazzo gli ha preso il polso mentre correvano per scappare dall’ennesimo Digimon. Forse quel sentimento era presente già da prima, da chissà quanto tempo, e solo in quel momento l’ha concretizzato.
“Allora vai da un dottore!” dice Yamato tornando a sdraiarsi. Taichi lo guarda stranito e solo dopo qualche secondo capisce il motivo di quella risposta. Annuisce e continua ad osservarlo. Yamato è davvero un bel ragazzo, capisce perché ha così tante ragazze attorno. Osserva il suo profilo e si sporge leggermente verso lui. Yamato se ne accorge, chiedendo subito al suo amico se ha qualcosa sul viso. Taichi scuote la testa e sorride.
Sono a pochi centimetri di distanza, basterebbe sbilanciarsi leggermente per unire le labbra in un bacio leggero. A quel pensiero Taichi non riesce a non arrossire.
“Cosa ti prende?” Yamato si allontana leggermente, un leggero imbarazzo colora le sue guance. È così strano avere Taichi così vicino. Ormai era da troppo tempo che non riuscivano a stare insieme solo loro due. Yamato inclina la testa, aspettando l’ennesima risposta che tarda ad arrivare. Lo osserva mentre stringe i pugni e si morde il labbro, cosa che ultimamente sembra accadere troppo spesso.
“Yamato!” quasi urla Taichi prima di prendere un lungo respiro. “Non mi interessa quello che penserai, ma io devo dirtelo…” continua avvicinandosi di nuovo. Nessuno dei due abbassa gli occhi, quasi come una delle solite sfide che facevano da bambini.
“Mi piaci.” Quasi le sputa quelle parole. Il ragazzo lo fissa sorpreso.
“Come?” ha davvero capito bene? Ha davvero detto quelle parole?
“Tu. Mi. Piaci. Yamato.” Ripete piano le parole, sperando che il ragazzo abbia capito questa volta.
Momento davvero imbarazzante. Nessuno parla, ancora una volta.
“Dimmi qualcosa…”
“È che, non me l’aspettavo”  ammette Yamato grattandosi la testa. Non sa come comportarsi in questa situazione totalmente inaspettata.
È notte fonda e il suo migliore amico gli ha detto che gli piace.  Il suo migliore amico dalle elementari, colui che ha visto il meglio ed il peggio di Yamato.
Non muove un muscolo, sente solo la mano calda di Taichi sulla sua guancia e le labbra secche e screpolate sulle sue. Ecco che si stanno baciando, in una notte di luna piena mentre tutta la città sta dormendo tranquilla. Yamato esita leggermente, poi prende coraggio e ricambia il bacio.

Restano distesi sull’erba fino all’alba, quando i primi raggi del sole li colgono abbracciati e sorridenti, con i cuori ormai più leggeri.

Tornano ai loro appartamenti giusto in tempo per non destare sospetti e solo dopo poche ore si ritrovano avanti scuola, con Sora che li guarda leggermente sorpresa quando non sente nessun commento sarcastico o battibecco tra loro.
   
 
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