Film > Pirati dei caraibi
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Autore: seceunpostoneltuocuore_01    15/05/2016    0 recensioni
Avete mai pensato di venire catapultati in una realtà di cui avevate solo letto? Di chiedervi perchè proprio a voi? Ecco, questo è quello che è successo a me. Sono Jane, il mio cognome non ha molta importanza. Sono sempre stata convinta che i pirati esistessero, ma non avevo nessuna voglia di incontrarli. Eppure, mentre tanti altri bambini sognavano questi momenti senza realizzarli, io che non volevo ho vissuto quest'esperienza. Non so ancora se sia stato un bene o un male. Caso? No. Il vento che per una volta ha soffiato dalla mia parte.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Iniziai a chiamare mia sorella, a perdifiato. Camminavo, senza una logica né una meta, mi scontravo con la gente lì vicino. Poi mi venne un barlume di intelligenza: la bottega del fabbro, ma certo! Doveva per forza essere andata lì. Probabilmente aveva capito che quello che stava facendo era sbagliato, ma aveva paura di tornare a casa da sola. Camminai più forte che potevo, e arrivai quasi davanti alla porta della bottega. Tossii. Quando mi riebbi, davanti a me c’era l’ubriacone della scorsa sera. I suoi anelli gli scintillavano alle dita, una luce nella notte. La barba e i baffi gli scurivano il viso. Arretrai, sconvolta, non sapendo che fare. Se quella volta avessi accettato la proposta della mia istitutrice di farmi dare lezioni di scherma e di combattimento per difendermi … L’uomo mi guardava con i suoi grandi occhi scuri. Avevo paura a muovere un solo muscolo. Ero bloccata. "Lo so cosa sta facendo: sta aspettando un mio passo falso per aggredirmi" pensai. Come risvegliatosi da un sogno, quell'uomo mi si avvicinò, mi prese per il braccio e quasi correndo mi trascinò in un vicolo tra la bottega di Will e un altro edificio. Gridai. Le mie urla non sarebbero servite a nulla, tanto era il trambusto. Cercai di divincolarmi, ma la presa dell’uomo era salda sul mio braccio. “Lasciatemi!” urlai. Lui mi disse: “Fate silenzio, non sono qui per aggredirvi. Tutt'altro: sono qui per darvi salva la vita, mademoiselle.” “Non vi credo! Voi siete un pirata, non è così? E siete amico di quelli che ora stanno massacrando quella gente, cittadini di Port Royal come me!” sbottai urlando. “Si, okay, d’accordo.” Gesticolò con la mano libera, poi riprese: “Sono in combutta con loro, ma riservo a voi un trattamento, per così dire … D’oro, non trovate?”. Un furbo sorriso gli comparve in viso. “Perché lo fate?” gli domandai disperata. “Oh, beh. Perché … Mi avete colpito ieri sera. Insomma, una donna del vostro rango sociale sola soletta che guarda il molo … Ammirevole, oserei dire”. Si avvicinò ancora a me. Potevo sentire l’odore di rum che la sua giacca grigio-nera emanava. “Io oserei dire che qui sta parlando il rum, non voi signore” appuntai, con paura ma anche per punzecchiarlo un po’. “No, no, per carità, mia mademoiselle, non chiamatemi signore” disse. Arretrò, e con un’eleganza da copione si tolse il cappello, anch’esso grigio-nero, e si presentò: “Capitan Jack Sparrow, per servirvi”. Mi trovavo di fronte al terrore dei mari in persona. Farfugliai qualcosa come “devo andare, oh santo cielo” e camminai all'indietro, senza togliere gli occhi di dosso da quell'uomo. Svoltai l’angolo, e guardai dentro le finestre della bottega di Will. In fondo ero uscita per cercare mia sorella. Scorsi un vestitino azzurro, e mi precipitai dentro, mezza sconvolta. “Coraline!” urlai. Lei con le lacrime agli occhi si girò verso di me e mi corse incontro, abbracciandomi e chiedendomi scusa. “Sorellina, adesso non mi importa nulla di quel che hai fatto, l’importante è che tu stia bene” dissi mentre le accarezzavo i capelli. Cielo, che sollievo. Will arrivò da dietro un macchinario e ci si avvicinò. “Buonasera, signorina Lyrow.” Fece un piccolo inchino. “E’ venuta qui di sua spontanea volontà.” Ringraziai Will e, devo dirlo, mi commossi un pochino. Coraline mi disse: “Possibile che voi grandi piangiate per ogni sciocchezza?” e poi rise. Io non le risposi. Guardai fuori dalla piccola finestrella della bottega, e c’era ancora il caos in strada. La mia mente andò per un secondo a quel pirata, che mi aveva salvato la vita, per così dire. Ma i miei pensieri si interruppero in fretta. “Signorina Lyrow?” mi chiamò Will. “Avrei piacere di assicurarmi che torniate a casa sane e salve. Lasciate che vi accompagni." “Non è necessario, Will, vi ringrazio, davvero, non c’è bisogno che voi …” “Mi permetto di insistere, signorina Lyrow”. Potevo dirgli di no nuovamente? No. “D’accordo, siete veramente un gentiluomo … Ma per favore, chiamatemi Jane.” “Splendido. Chiamatemi Will, Jane.”
   
 
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