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Autore: Uptrand    15/05/2016    5 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Laudat prese accuratamente la mira, davanti a lui tre mercenari si stavano avvicinando ai resti bruciati della casa dove si era appostato. Da come camminavano dovevano essere nuovi. I veterani avevano imparato quanto poco fosse salutare credersi al sicuro.
Fece fuoco uccidendoli in pochi istanti, la sorpresa era stata completa. Procedette fuori dalle macerie, aprì una botola e ci si tuffò dentro. Uno dei punti d’ingresso della manutenzione della cupola 28 o di quello che rimaneva. Era stata abbandonata, i mercenari come prima cosa aveva colpito i centri abitati ribelli distruggendo la spessa cupola che proteggeva dal clima esterno.
Molti si erano rifugiati in altre zone abitative. Altri, soprattutto chi voleva combattere, nei tunnel sotterranei di manutenzione e collegamento tra cupole, Caninea e in altri in costruzione. Esistevano mappe, ma dure lezioni avevano insegnato ai mercenari a non avventurarsi.
Salì su un carrello trasportatore, dopo pochi minuti scese alla fonderia 31. Sotto la Weaver, in quel posto tonnellate di metallo fuso venivano lavorate. Adesso era una delle sedi della resistenza, ancora aveva difficoltà a credere che la sua vita fosse peggiorata tanto in due settimane.
Quindici giorni da quando aveva visto Luciana impiccata, da quando aveva sparato il primo colpo della ribellione. Veniva considerato quasi un eroe, lui avrebbe riso se la cosa non fosse stata tragica.
Fortunatamente la sua famiglia stava bene, sua moglie Libby e la figlia Aylin occupavano un rifugio di fortuna come tutti la dentro. Il vero problema era che nessuno sapeva cosa fare di preciso.
All’inizio si era pensato di conquistare Noveria e tenerla per se, ma subito fu chiaro che era impossibile. Privi del loro equipaggiamento abituale avevano solo mezzi di fortuna, spesso pezzi del loro passato, non avevano rinforzi né rifornimenti sicuri mentre il nemico sì.
Più di tutto mancava una guida, una vera motivazione per combattere. Alcuni alti ufficiali di Divisione N si erano salvati ed ora comandavano la resistenza. Ma non erano la Weaver, lei aveva parlato al lato più egoistico di ognuno dei presenti “Lavora per me, in cambio avrai la cosa che desideri di più in base al tuo valore come dipendete”.
Quando aveva accettato il lavoro neanche sapeva che significasse, pensava a qualche buffonata. Le grandi compagnie non erano mai generose. La Noveria Corps si. I semplici addetti alla sicurezza come lui avevano diritto a cure mediche, un'abitazione e assistenza legale tutto passato dalla compagnia. Quello era il minimo che veniva elargito, tutto calcolato secondo un punteggio di benefit.
Più si saliva la gerarchia della società, più i punti di benefit aumentavano e maggiori vantaggi si avevano. In cambio dovevano dare la propria “anima”. Avrebbero dovuto dimenticare di avere un senso della morale, se la compagnia dava un ordine lo si eseguiva, non si accettavano recriminazioni.
Aveva partecipato a una missione contro i pirati, li avevano scovati facilmente. Ricevettero l’ordine di eliminarli, l’idea era di dare un forte segnale ad altri gruppi simili. Li giustiziarono tutti. Quando tornò a casa, quello era solo un brutto ricordo da tenere fuori dalla porta. Aveva partecipato a un massacro, chiunque l’avrebbe condannato, ma così manteneva un lavoro che rendeva felice sua figlia.
Sua moglie non chiedeva mai, anche lei sapeva come funzionavano le cose e almeno in casa voleva tenerle fuori, ritagliandosi un piccolo angolo di paradiso personale fittizio o reale che fosse.
Militari o civili lavorando per la Noveria Corps ci si aspettava che soddisfare la compagnia sarebbe venuto prima di qualsiasi questione morale, in particolare se si apparteneva a Divisione N, alla sezione ricerche o si era un dirigenti della società.
Questo era il cuore nero della Noveria Corps che la Weaver aveva fondato, tenuto ben nascosto alla gente comune. Che tutti credessero pure alla facciata di rispettabilità della compagnia.
Adesso invece non avevano più niente, Divisione N era nata con la Noveria Corps. Dalla sua fondazione erano passati quasi una decina di anni. Per garantire la sicurezza della società il numero dei suoi appartenenti era aumentato col crescere della compagnia. L’ultima stima era di 64.000 totali dislocati su Noveria, pianeti distanti e soprattutto navi. Questo ne faceva il più grande corpo di sicurezza privata della galassia. Dotati di un equipaggiamento moderno, erano gli unici a poter annoverare divisioni di cari armati, stormi di cannoniere, truppe missilistiche.
La loro presenza era possibile solo su Noveria, la compagnia non poteva certo spostare divisione corazzate da una parte all’altra della galassia senza provocare uno scandalo. Sul pianeta si poteva sempre dire che servivano per dei test. Nessuno avrebbe mai potuto dire che non fosse vero.
Era stato tutto inutile, prima della distruzione di Caninea la forza militare ammontava a 7000 unità. 3000 di fanteria addetti di guardia a impianti e zone sensibili, 2000 a garantire la sicurezza delle cupole, di fatto dei poliziotti di quartiere. I restanti si dividevano tra i mezzi dell’artiglieria pesante e la guarnigione di Caninea.
Alla distruzione di quest’ultima più della metà dei reparti pesanti si trovava nel gigantesco impianto industriale per cambiare armamento, come numerosi reparti di fanteria.
Nessuno aveva pensato che un solo colpo sarebbe bastato a distruggere Caninea. Le sue porte blindate, si diceva avrebbero resistito ad una corazzata, erano state abbattute. Lui le aveva viste, al centro un gigantesco buco. Era come se il metallo fosse stato fuso. In qualche modo un’unita del nemico, un mech enorme era arrivato vicino a Caninea senza essere rilevato. Nessuno aveva capito “come” per quello che sapeva.
Dopo questo fatto la forza maggiore sul pianeta era rappresentata dai “poliziotti di quartieri”, non aveva niente contro di loro ma quel lavoro peggio pagato di altri e più sicuro era in genere affidato a soldati di seconda scelta.
Degli ufficiali superiori di Divisione N pochi si erano salvati, la catena di comando si era spezzata. Finché c’era stato Tetrius il problema era stato tamponato, “lo scheletro” come lo chiamavano i soldati, teneva saldamente le redini del comando. Nonostante i vuoti creatisi, aveva saputo rimediare ripartendo i compiti a chi era rimasto in vita.
La Weaver avrebbe dovuto provvedere prima a risolvere il problema dell’organico, ma aveva deciso diversamente. Pensava di avere tempo. Lo pensano sempre tutti prima di morire. Quello era l’unico errore che rinfacciava alla gran donna, non che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di dirglielo.
Quello che rimaneva di Divisione N era diviso in diversi centri di resistenza, al comando degli ufficiali ancora vivi o liberi. Ma la cosa peggiore era l’assenza di speranza sul futuro.
« Ehi. » fece Sartrone giungendo in quel momento. Il batarian non era messo meglio di lui, dalla morte di Luciana parlava ancora di meno. Se prima diceva due parole, adesso ne usava una.
« Dimmi amico, qual era il tuo sogno quando hai accettato il lavoro? » chiese Laudat.
« Trovare un posto dove fermarmi, ero stanco di girare. Questo era poi il desiderio di molti. »
« Già. Avessi da bere farei un brindisi “ Ai sogni, che riposino in pace.” »
« Hai ragione soldato. » - disse una voce alle loro spalle, facendoli scattare armi in pugno - « Se i sogni non bastano, un miracolo ti può andare bene? » dalle ombre emerse una figura. Metà del corpo aveva segni di ustioni ed erano evidenti impianti meccanici sotto la pelle. Un braccio era una protesi di metallo. Anche così la riconobbero.
« Comandate Takara! » dissero all’unisono totalmente sbigottiti.
« Adesso, datevi da fare e riunite tutti. Ci sono novità. »
pochi minuti dopo tutti i presenti riempirono la base dello stabilimento, come ogni passerella dei piani superiori. Tutti volevano sentire. Naomi salì su un palco improvvisato, si guardò in giro critica. Come richiesto avevano aperto una comunicazione con gli altri centri di resistenza.
« Chi vuole è riassunto in Divisione N, tutti i benefit di prima saranno accordati. »
« Che diavolo significa? Chi comanderà? Senza la Weaver non c’è Divisione N. » queste e molte altre voci si alzarono dalla folla.
« Silenzio! » - urlò netta imponendolo - « Alexya, Trish e Diana Weaver sono tornate su Noveria, io e Tetrius con loro.  »
« Sono ragazzine!» « Dove sono? » gridò la folla eccitata.
« Sono delle Weaver, credetemi se vi dico che ancora non hanno mostrato di cosa sono capaci. Forse non vi fidate di loro, ma saremo io e Tetrius a guidare Divisione N alla riconquista. Non avrete dubbi sulle nostre capacità? »
A quelle parole la folla si zittì, non vi era dubbio che il ritorno del generale Turian e del secondo in comando non li avesse entusiasmati. Ma ancora non bastava.
« Perché dovremmo impegnarci per loro? Il cognome non basta, non sono Dasha Weaver. » urlò Laudat, non sapeva come quelle parole gli fossero venute, lui era un semplice capo squadra.
« Impegnarsi per loro? » chiese Naomi guardando nella sua direzione, azionò il proprio omnitool. Un segnale acustico risuonò da quelli di tutti i presenti che controllarono cosa fosse. Scoprirono che diecimila crediti erano stati depositati sul conto di ognuno. « Dasha Weaver ha lasciato molti fondi alle sue figlie adottive. Non vi dovete impegnare per loro, ma per voi. Avete accettato di lavorare per la Noveria Corps ottenendo denaro e la possibilità di realizzarvi, in cambio avete dato la vostra anima. Loro tre vogliono la stessa cosa, combattete per loro, macchiatevi di qualunque crimine vi chiedano in cambio otterrete quello che desiderate. “ Non ci sono santi su Noveria!” » disse gridando l’ultima frase.
Un ruggito esultante dalla folla fu la risposta, Naomi sorrise. Li aveva in pugno.
« Pronti a partire fra tre minuti. La destinazione è lo stabilimento 42. Lì è dove il nemico ha stoccato l’equipaggiamento di Divisione N. Siete armati da schifo, Tetrius e i vostri nuovi capi sono sul posto. Sono sicura che siete curiosi di vederle in azione. »
 
L'equipaggiamento di Divisione N non era stato usato dai mercenari, per via dei codici di sicurezza che bloccavano la parte elettronica delle corazza. Una misura per evitare furti. I mercenari avrebbero dovuto riprogrammare ogni singolo pezzo, nessuno ne aveva voglia. Laudat si batté con piacere il petto con sopra la corazza di Divisione N. Quando erano giunti avevano avuto un'immediata dimostrazione di cosa fossero capaci le giovani Weaver. Vista la sua importanza, il sito 42 era stato adeguatamente difeso. Da quello che aveva capito le sentinelle erano state eliminate dalle “principesse”, nomignolo dato dalla gente di Noveria alle tre sorelle, e da un drell chiamato Tenus. L’aveva già sentito nominare, si sapeva che lavorava alle dirette dipendenze di Dasha Weaver ma non bene che lavoro facesse. Nessuno era stato così stupido da formulare quella domanda a voce alta.
In qualche modo avevano disattivato allarmi e comunicazioni dello stabilimento, ucciso le sentinelle. Fatto l’Atlantic Codex era scesa in picchiata, bombardando l’intera area tranne i magazzini.
La pessima disciplina dei nemici aveva fatto il resto, gettandosi alla fuga all'esterno e alla rinfusa.
Loro erano giunti in quel momento, nel tragitto si erano uniti altri gruppi che avevano udito quella chiamata, guidati da Takara avevano dato l’assalto eliminandoli tutti. L’ordine era di non fare prigionieri. Adesso riavevano il loro vecchio equipaggiamento, in abbondanza.
« Disporsi su due righe! Sull'attenti! » gridò un tenente in quel momento, tutti corsero, si urtarono, ma infine fecero come gli era stato detto. L’ufficiale li passò velocemente in rassegna. Laudat lo riconobbe quando gli fu vicino, aveva barba incolta e occhi rossi. L’aveva visto spesso alla fonderia, pensando fosse un semplice soldato che affogava i dispiaceri nell'alcool. Con indosso l’armatura sembrava un'altra persona. Si chiese che aspetto avesse lui.
Un rumore di passi e tra le due ali di soldati passarono Alexya, Diana e Trish Weaver a volto scoperto, dietro di loro Tetrius, Naomi e Tenus. Adesso capiva, quella era una piccola parata perché tutti vedessero le figlie adottive della Weaver. Le aveva viste da vicino poche volte, ma gli sembrarono leggermente diverse. La loro espressione era più sveglia.
Passarono semplicemente, sembravano dirette da qualche parte e prima di uscire Naomi si voltò a ordinare « Adunata in cortile fra dieci minuti. Muoversi! »
 
« Sicuri che sia servito a qualcosa? » chiese Trish, l’idea di passare in mezzo ai soldati era stata di Naomi. Affermava che dovevano farsi vedere e conoscere, se volevano che quegli uomini le seguissero. Anche Tetrius aveva detto qualcosa sull'importanza del legame tra ufficiali e soldati.
Inoltre l’idea di quello che stavano per fare la rendeva nervosa. Avrebbero dovuto parlare a tutte quelle persone radunate, invidiava le sue sorelle. Diana era, come sempre, pronta a lanciarsi all’avventura, Alexya era semplicemente sicura.
« Tutto bene Trish? » chiese Kelly, leggermente imbronciata la ragazza annuì. La psicologa le diede un consiglio « Ascolta, gli uomini la fuori hanno paura quanto te. Quello che vogliono è una guida. Dasha li ha conquistati grazie al suo forte carattere. Tu sei altrettanto forte solo ma non serve che lo sei allo stesso modo, basta esserlo alla propria maniera. »
Quando salirono sul palco era l’ultima, ancora le risuonavano in mente le parole di Kelly. Lei sapeva di essere forte, almeno fisicamente. Per un istante fissò attonita la gente, domandandosi come fare a spiegare i suoi sentimenti e ragioni. Adesso che poteva parlare, le parole le sembravano uno strumento molto difficile da usare. Provò paura e rabbia.
Le prime file caddero all'indietro, chi era in fondo si abbassò per resistere. Sopra alle loro teste passò fortissimo un vento biotico. Esterrefatti e ammutoliti tutti guardarono quella ragazzina, difficile credere che tanta energia provenisse da lei. Lo stesso valeva per Alexya e Diana, appena sul palco Trish aveva dato dimostrazione di se sbalordendole.
Ma lei non aveva finito e gridò a squarcia gola « Vaffanculo Durand e chi ha portato qui, Noveria è casa mia. La riprenderò anche se non mi aiutate…Stronzi! » e si zittì. Lo sfogo improvviso l’aveva calmata.
« Ci ha dato degli stronzi? » disse qualcuno nella folla.
« Pare.» rispose un altro. Ci fu mormorio sommesso, poi la moltitudine esplose in una risata.
Diana si fece avanti « Avete sentito mia sorella, l’idea è quella. Possiamo riuscirci con voi o senza.  Preferisco con voi, adoro una folla che mi acclama. »
« Acclamarti?! » - disse un altro dalla folla - « Diventa adulta e vedrai come acclameremo. Già adesso prometti bene. » L’anonimato nella massa rendeva coraggiosi. Poi Dasha non aveva mai punito nessuno per qualche battuta di troppo su di lei.
« Non vedo che differenza farebbe, l’ultima volta che avrai visto una figa sarà stata quella di tua madre quando ti ha partorito. » rispose a tono Diana. Un altro coro di risate.
Ma questo si spense quando fu Alexya a farsi avanti, il volto serio gli conferiva una maturità che poco si adiceva a un aspetto giovane.
« Sapete cosa vogliamo fare, da soli non avete ottenuto molto, collaborando con noi si. Non saremo noi a darvi ordini, non abbiamo questa presunzione come non l’aveva Dasha. Il generale Tetrius avrà il comando delle operazioni militari. Come lei vi assicuro che passeremo sui vostri cadaveri per avere quello che vogliamo sia che ci aiutate o ostacoliate, garantiamo i benefit che vi siete guadagnati. Avete dato la vostra anima a… » si bloccò un attimo, non era certa di avere il coraggio per dire quello che voleva «….nostra madre, adesso datela alle sue figlie. »
Il silenzio era assoluto. « Weaver! » gridò improvvisamente Sartrone alzando un pugno in aria, poi una seconda, una terza, alla quarta Laudat si uni a lui, poi altri. Infine l’intera folla gridava solo un nome « Weaver! Weaver! Weaver! »
 
Vetta 15, o meglio la torre su di essa, era stata il QG di Divisione N. Per varie ragioni Tetrius aveva deciso che il corpo di sicurezza della compagnia avesse una sede distaccata. Caninea era fin troppo affollata e la presenza di Dasha soffocante, un comandate aveva il diritto e il bisogno di sentirsi tale.
Inoltre un punto di comando secondario sarebbe potuto tornare utile, fosse successo qualcosa al principale. Per quanto lo ritenesse improbabile a quel tempo aveva optato per questa scelta strategica. Non aveva mai pensato di azzeccarci.
Per la sua importanza era stato occupato dai mercenari da subito. Da lì venivano guidate le squadre di repressione e centro di controllo per tutte le truppe di occupazione.
La notte su Noveria era inospitale, senza una luna naturale la tenebra si accompagnava perfettamente al gelo.
« Che posto di merda? Ho l’impressione che quello che faccio si congeli ancora prima di averlo cagato. » borbottò un mercenario turian al suo compagno. Erano di pattuglia all'esterno.
« Vero ma siamo autorizzati a rubare, incendiare e uccidere a volontà. In pratica stiamo stuprando il pianeta… e le donne. » disse sorridendo.
Il compare rise anche lui « Voglio tornare da quella turian che alcuni dei nostri hanno messo...come dicono gli umani? »
« Gogna. » gli suggerì l’altro.
« Esatto. È stato divertente scoparla in piazza davanti alla gente. »
« So che ci sono passati altri…» Non fini la frase che cadde colpito in testa, l’altro turian gli faceva compagnia. Ombre passarono oltre.
«Qual è il problema ?» chiese l’ufficiale entrando in sala di comunicazione, al secondo piano della torre.
«Abbiamo una forte interferenza, siamo ancora in contatto con l’esterno ma sembra che la comunicazione possa cadere in qualsiasi momento. »
« La causa? » domandò.
« Sconosciuta »
Lui si fece avanti, provando a contattare le squadre « Rilevata attività insolita? »
Ci fu un forte rumore di statica « zzzz…Qui…zzzzzz…tre…zzz…no. » la comunicazione cadde.
« Ehi mi sentite?...Dannazione é…»
Un colpo silenziato alla nuca e cade morto in avanti, gli addetti alla comunicazione subito dopo.
Quattro figure con l’armatura in grigio roccia presero il controllo della stanza. « Qui squadra assassini, missione compiuta. » disse il caposquadra al comunicatore.
Ricevuta conferma Tetrius diede il segnale, cecchini eliminarono sentinelle all'esterno della torre. Truppe appiedate di Divisione N assaltarono la base, mentre Atlantic Codex giungeva indisturbata alla sua cima. Base e vetta della struttura furono conquistate in simultanea. Il corpo centrale preso poco dopo. Rimaneva il sottosuolo della torre, la parte più vasta della struttura con alloggi e diverse aree dedicate alle truppe ma soprattutto dotata di una monorotaia sotterranea collegata direttamente a Caninea.
« Via alla fase tre. » ordinò Tetrius.
Un carrello della manutenzione arrivò alla stazione della monorotaia ignorato da tutti. I mercenari avevano altro da fare, Noveria era loro, che pericolo poteva mai esserci? 
Il carico del carrello esplose, un fumo irritante e soffocante si diffuse in pochi istanti. Divisione N fece irruzione dal piano superiore e dalla galleria sotterranea, avevano usato i pozzi di manutenzione per entravi. Equipaggiati con sensori termici la cortina fumogena non era un problema, oltre ad essere aiutati dalla conoscenza dell’ambiente.
L’operazione terminò in dodici minuti, Vetta 15 era nuovamente il QG di Divisione N.
Tetrius riprese possesso del proprio ufficio, contento e allo stesso tempo scocciato. Il livello di disordine e sporcizia era oltre a quello che poteva sopportare. Usare il segnale di comando inserito nelle menti delle ragazze era stata una buona idea, Mores aveva trovato il modo di trasmetterlo.
Avevano causato problemi di comunicazioni al nemico, superando facilmente gli allarmi di Vetta 15 e altri.
« Vecchio, perché non hai voluto che facessimo niente? » chiese Diana, beccandosi un rimprovero da Trish per la maleducazione « Però ammetto che vorrei saperlo anch'io. » ammise Alexya.
« Questione di fiducia, gli uomini al nostro comando avevano bisogno di sentirsi nuovamente utili e capaci. Sanno di cosa voi siete in grado, ora dovevano ricordarsi di quello che loro potevano fare. Poi voi siete troppo importanti per farvi rischiare. Mancano due ore all'alba, preparatevi! »
« Pensi che Naomi ci riuscirà? » chiese Alexya.
« Lo sapremo presto. »
 
Alla distruzione di Caninea uno dei reparti pesanti era interamente schierato all'esterno, l’artiglieria. Questo aveva fornito supporto all'attacco di terra alla nave dei grigi che si era rilevato un fallimento. Se le divisioni corazzate e le squadriglie aeree avevano subito enormi perdite, questo reparto era pressoché intatto.
I lanciamissili pesanti NX-001 e leggeri NTP, un totale di centosessanta mezzi a formare tre divisioni, erano stati posteggiati alla loro sede originaria: il colle Yukon. Un ammasso di ghiaccio e roccia che si alzava per trecento metri, situato vicino alla zona delle cupole abitative “ Mille Città” era possibile intravedere Caninea dalla sua cima.
Da esso i mercenari tenevano sotto continua minaccia i centri abitati. Quelli che si erano rivoltati erano stati bombardati danneggiandone gravemente la cupola, costringendo gli abitanti ad evacuare.
Ogni volta i mercenari aspettavano i profughi al varco per derubarli, ucciderne qualcuno che sembrava un po’ troppo combattivo o per divertimento, prendere le femmine di qualsiasi specie che più volevano. Dopo andavano a saccheggiare le abitazioni abbandonate.
In un occasione non permisero agli abitanti di una cupola di andarsene, li fecero rimare nella sfera abitativa ormai inutile fino a quando il freddo di Noveria non uccise tutti in quattro o cinque giorni. Quello fu un esempio da parte del nuovo regime, la ribellione delle cupole si calmò ma rimase l’odio.
Un camion di rifornimenti saliva la strada che portava alla cima di Yukon, le sentinelle intimarono “Alt” al conducente. La guardia turian che parlò all'autista chiedendo i documenti, rimase un attimo sorpresa quando un braccio metallico gli porse un datapad. Non ricordava nessuno con una simile protesi.
Venne eliminato insieme al resto della squadra, dagli uomini in grigio roccia scesi dal retro del camion. Naomi lo parcheggiò per non richiamare l’attenzione, scese e camminò tranquilla nella notte sul manto nevoso. Facendo attenzione poteva udire urla soffocate, i suoi uomini si stavano comportando bene. L’equipaggiamento di Divisione N era progettato per missioni in climi rigidi, nascondeva ogni traccia termica ma rilevava con precisione le altre.
« Fortuna che nessuno ha dato il nostro equipaggiamento ai mercenari. » borbottò tra se. Arrivò davanti a un NTP, aprì il portellone e rimase un attimo di stucco. Un umano e una turian stavano facendo sesso, la guardarono immobili non meno sorpresi.
« Scusate l’interruzione! » Disse e li uccise con un paio di colpi. Buttò i corpi nella neve per poter salire nel mezzo. La batteria missilistica sul retro si mosse alzandosi di qualche centimetro, ruotando di alcuni gradi a destra.
Fece fuoco sugli edifici della guarnigione, qualcuno riuscì a scampare al loro crollo solo per fortuna ma venne eliminato dai nemici che li attendevano. Un mercenario chiese pietà, il soldato di Divisione N a cui era stato chiesto rise di gusto e rispose «Dove credi di essere? Su Noveria non ci sono santi. » e lo uccise.
Laudat raggiunse Naomi e la vide china, con le mani nella neve, a farfugliare qualcosa, non capiva cosa stesse facendo. « Tutto bene signore? »
« Si.» Rispose scocciata, aveva usato la neve per ripulirsi le mani. Quando aveva usato i comandi, aveva scoperto con disgusto che c’era sperma umano e chi sa quale liquido delle femmine turian un po’ ovunque. Come diavolo lo stavano facendo si chiese.
« La base è nostra e anche i mezzi, pronti a muoversi come da ordini. »
« Si signore, ma da Caninea non potrebbero vedere le fiamme? » chiese Laudat.
« Certo caposquadra ma non fa differenza, ormai è quasi l’alba. Con un mezzo veloce da Caninea ci va almeno mezz'ora, di più se inviano una squadra d’attacco. Yukon non è collegato alle reti di galleria. »
« Se arrivassero via cielo? »
« Attaccare una base con truppe missilistiche con aerei? Magari i nostri avversari fossero così stupidi. Torna al lavoro. »
« Sissignore. » e Laudat corse via.
Naomi si voltò verso un punto nella tenebra « Tutto fatto? » chiese.
Tenus emerse dall'oscurità « Fatto.»
Stavano lasciando Yukon con i lanciamissili, quando distante risuonò il suono di un'esplosione. Naomi guardò l’orologio, da Caninea erano stati più veloci di quanto credeva a mandare qualcuno a controllare. Non volendo correre rischi, aveva chiesto a Tenus di piazzare un paio di mine sulla strada.
I loro nemici adesso avrebbero impiegato più tempo, anche solo per timore di altre trappole. Si adagiò tranquilla sul sedile passeggero. Erano in orario.
 
Alexya era nervosa come non mai, controllando il respiro cercava di calmarsi. Doveva svolgere un compito mai svolto prima, lei e le sue sorelle avrebbero mandato un messaggio sul sistema della Noveria Corps. Ogni sede della compagnia sarebbe stata raggiunta, in esso avrebbero dovuto reclamare i propri diritti sperando di ottenere l’appoggio dei direttori. Ma sarebbe stato un segnale udito da chiunque fosse sul pianeta, nemici compresi.
Doveva essere un messaggio chiaro e deciso, avevano stabilito che solo lei avrebbe parlato. Aveva obbiettato, ma Diana la zittì con un gesto imperioso della mano « Sei la sola che può farlo, quella tua faccia seria è quello che ci serve. »
« Ti ricordo che le nostre facce sono uguali. » obiettò lei.
No fece la sorella agitando il dito « Io ho meno rughe attorno alla bocca, perché sorrido di più. »
Trish le fece sentire il proprio sostegno con un abbraccio, Alexya si arrese all'idea. Adesso però se ne stava pentendo, sentiva qualcosa di strano alla stomaco.
Kelly e Chakwas arrivarono in quel momento e la psicologa disse entusiasta « È ora di farsi belle. » le fissò un attimo interdetta, non era sicura di aver capito.
 
Zaeed ascoltava divertito, fuori dalla porta, le grida di lamento della ragazza e delle due donne che la stavano preparando per la diretta che si sarebbe tenuta all'alba. Aveva il compito di proteggerle, non che gli dispiacesse, il vecchio turian non aveva voluto sentire ragione. Noveria sarebbe stata liberata solo da personale della compagnia, gli estranei sarebbero rimasti ai margini.
« Meglio, alla mia età il freddo nuoce. » borbottò tra se tirando fuori un sigaro.
« Non sembra la solita merda che fumi. » disse Naomi, giungendo in quel momento. Lui ne trasse un altro dal taschino e glielo lanciò.
Preso al volo lo guardò critica « Un Toscano autentico! » dichiarò ammirata. Lo accese e lentamente inspirò, fu come se l’aroma si potesse masticare. Quando espirò riuscì a formare tre cerchi di fumo. « Molto buono, si sente che non è quella robaccia artificiale. »
« Come vanno le protesi? L’occhio? »
« Eh?!  Vuoi giocare al padre? »
« Chiedo...»
« Danno fastidio, appena le cose saranno tornate a posto mi farò clonare qualche pezzo nuovo e sarò come prima. »
« Perché lavori per Dasha? » - chiese a un tratto Zaeed - « Ho fatto delle ricerche …eri un'ombra N7, uno dei soldati più promettenti del tuo corso, secondo molti saresti arrivata sicuramente a capitano dell’Alleanza, alcuni ti davano anche ammiraglio »
« Pensi di farmi una paternale? Hai solo “schizzato” un po’ di te dentro a una donna ubriaca. L' il nostro legame finisce. »
« La morte di tua madre mi è dispiaciuta. »
« Anche a me…grazie per il sigaro » e si allontanò, Zaeed insistette « Perché lavori per Dasha? »
« Paga meglio di tutti e nessuno l’ha mai battuta. »
« Olivia lo ha fatto.»
Lei lo fissò incerta « Di che parli? »
« La prima volta che si sono incontrate. Forse il tuo datore di lavoro non racconta dei propri fallimenti? » disse con l’aria di chi la sapeva lunga.
Naomi stava per chiedere, ma Alexya uscì proprio in quel momento. Perfettamente pulita, lavata e pettinata, un autentico angioletto se non fosse stato per l’espressione arrabbiata.
Quando andandosene passò vicino a Naomi, che si scansò, la sentì borbottare “umiliante”. « Direi che è tutto pronto. » Affermò divertita.
 
Il monitor si spense quando il video di Alexya che incitava tutta la Noveria Corps ad appoggiarle terminò. Su di esso si riflesse l’immagine di Xoros Zak, il vorchà digrignò i denti « Troviamole alla svelta e uccidiamole. »
Yaafe’Xos seduta con le gambe accavallate consultava freddamente i dati. Era l’artefice del blocco delle comunicazioni su Noveria, dello smembramento e cancellamento ancora in corso del sistema operativo della compagnia . In qualche modo avevano violato il suo programma e trasmesso quel video, non capiva ancora come.
Da quando aveva incominciato a manomettere i computer aveva spesso trovato cose che non comprendeva. Se su Noveria avessero sviluppato in segreto una IA l’avrebbe capito, ma non si trattava di quello o almeno non era così semplice.
Era come se la presunta intelligenza artificiale fosse stupida, un paradosso a cui non trovava spiegazione. Aveva fatto dei test e il risultato era sempre stato che non si trattava di un IA, però la sua esperienza le diceva che non era un IV. Se esisteva un punto d’incontro tra queste due cose lei non lo sapeva.
Hehosuul si fece avanti, disegnò su un datapad e nel farlo spiegò la sua idea « Quello che rimane di Caninea ha la forma di una L rovesciata. I mercenari hanno fatto un buon lavoro sulle fortificazioni e chiudendo numerosi tunnel sotterranei. Qui siamo protetti, altrove no. Avete letto i rapporti, squadre sono attaccate ovunque sul pianeta. La gente ha una “bandiera” attorno a cui radunarsi, riuniamo i mercenari e mandiamoli ad attaccare Vetta 15. Teniamo con noi solo i più fidati, ci aiuteranno a caricare tutto il bottino fatto e a rubare quello di chi sarà a combattere. »
« Vuoi seguire il piano di Durand ?» chiese la quarian interrompendo il drell.
« No, non faremo esplodere nessun ordigno nucleare. Se lo facessimo gli s.p.e.t.t.r.i. del Consiglio ci darebbero la caccia. Con quello che abbiamo guadagnato, non sarà un problema difenderci da qualche mercenario sbandato se verranno a cercarci. »
La quarian sospeso quelle parole, l’idea non gli dispiaceva. Qualcuno voleva quel posto? Si tenessero pure quella roccia ghiacciata.
«NNooo! » - urlò il vorcha - « Nessuno andrà da nessuna parte. Noi terremo Noveria, Io guiderò le truppe all'attacco. » uscì sbattendo la porta.
Quarian e drell si fissarono un attimo. Fu la prima a parlare. « Ci prendiamo anche la parte di quello stupido e lo lasciamo qui a morire? »
« Assolutamente! »
 
Una colonna di uomini e mezzi uscì da sottoterra, da Caninea. Uno Xeros Zak euforico li guidava dal centro dello schieramento, al sicuro in un mezzo blindato. Lui aveva grandi piani, per cominciare avrebbe ucciso la resistenza e quelle giovani umane che si presentavano come le figlie della Weaver. Forse avrebbe tenuto le loro teste.
Quella vittoria l’avrebbe messo in luce rispetto ai suoi soci e fatto assumere il comando di tutti i Vorcha sul pianeta. Sempre più membri del suo clan e di quelli alleati giungevano sul pianeta, i mercenari a un certo punto se ne sarebbero andati ma il suo clan sarebbe rimasto.
Noveria sarebbe diventato un pianeta Vorcha, lui ne sarebbe stato al comando. Il clima rigido era un problema per le altre specie, ma non per loro che si adattavano con la stessa facilità sia al caldo che al freddo.
Questo era il suo piano segreto che non aveva detto a nessuno, non lo preoccupava neanche il Consiglio. I Vorcha delle classi più basse erano ottimi operai/schiavi, avrebbero fatto funzionare le fabbriche del pianeta. Se quello non fosse bastato avrebbe combattuto anche il Consiglio. I suoi simili l’avrebbero ricordato come Yaart, il titolo che venivano accordato solo ai più grandi conquistatori del suo popolo.
Arrivarono a Vetta 15 dalla strada più diretta da Caninea, costeggiando una cresta montuosa che proteggeva la via da vento e neve salendo dolcemente fino quasi alla vetta.
Xeros sorrise raggiante per la vittoria vicina. Il nemico non aveva scampo, loro erano molto più numerosi e un altro gruppo stava arrivando dal tunnel sotterraneo. Vetta 15 sarebbe caduta conquistata dal basso e dal davanti. Avrebbe voluto usare anche delle Cannoniere, ma sarebbero state una preda troppo facile dei missili nemici.
Si issò sulla torretta del carro che lo portava, voleva che tutti lo vedessero. Stava per ordinare l’attacco che avrebbe dato il via al suo regno. Alzò il braccio, una sensazione simile a un tremolio lo fermò. Si guardò vicino e ai lati, non trovando niente di strano pensò di esserselo immaginato. Ma vide anche altri guardarsi attorno. Non ci diede importanza, stava per ripetere il gesto ma una scossa del terreno fece sobbalzare il mezzo.
Un fragore superiore a qualsiasi suono potessero emettere, sovrastò le urla di terrore. La cresta di rocce stava crollato su di loro. Terrorizzato Xeros rientrò nel veicolo blindato mettendosi ai comandi, premette l’acceleratore passando sui corpi dei suoi uomini. Doveva raggiungere la testa della formazione, dove la cresta cessava e sarebbe stato al sicuro da quel disastro.
La raggiunse ma capì di essere  al sicuro solo quando non sentì più il terreno tremare e il rumore delle rocce contro la corazza del mezzo. Era vivo e poteva ancora farcela. Tra i sopravvissuti e il gruppo in arrivo dalla galleria aveva abbastanza soldati. L’obiettivo era proprio davanti a lui.
La torre esplose da un lato, inclinandosi in quella direzione, cadde sulla neve cominciando a rotolare trascinando con se altri detriti.
Xeros urlò terrorizzato quando il corpo centrale della torre precipitò su di lui e travolse la sua avanguardia.
 
Tetrius abbassò il binocolo, gli scappò un grugnito di soddisfazione. Tutto era andato come voluto, rischiando aveva puntato sul fatto che i nemici non avrebbero usato le cannoniere per timore dei lanciamissili. Così aveva usato le ogive per minare la cresta rocciosa e Vetta 15. Aveva preso il necessario e ora usava un carro come postazione mobile di comando.
Era sicuro che, chiunque fosse il comandate nemico, si sarebbe comportato in previsione di una battaglia per la conquista del QG di Divisione N. Lui aveva deciso di sovvertire tutto questo, sacrificando la postazione di comando. A differenza di altri ufficiali non aveva mai avuto problemi a sacrificare uomini, mezzi e postazioni per ottenere la vittoria. La gerarchia turian aveva definito le sue tattiche “crimini di guerra” e condannato lui per questo, per lui era semplice logica di guerra.
Diede il segnale, mimetizzati tra roccia e neve i soldati di Divisione N emersero come dal nulla a finire il lavoro iniziato dalla frana. Fu un massacro a senso unico, mezz'ora dopo Tetrius dava il segnale di marcia registrando la perdita di tre soldati di cui uno era morto scivolando giù da una roccia spaccandosi il collo.
Arrivarono alle zona delle cupole abitative “ Mille città”, i centri abitati aprirono le porte al loro arrivo, la folla li acclamava per strada e spesso mostrava i corpi degli occupanti che avevano ucciso nella rivolta alla notizia della loro vittoria in quella che la gente chiamava già “Battaglia della Torre” .
Appena saputo della disfatta, i mercenari avevano da subito cominciato ad abbandonare gli insediamenti. La popolazione aveva notato qualcosa di diverso, senza la minaccia dei lanciamissili puntati sulle “Mille città” presto gruppi organizzati avevano catturato uno o due mercenari isolati. La notizia di cosa era successo si era diffusa all’istante.
L’intero pianeta era schierato con le ragazze Weaver, poco esperte di folla dovettero mostrarsi più volte alla gente esultante che spesso le indicava chiamandole “ principesse”.
Rimaneva però un grosso problema: Caninea. Per quanto danneggiata e distrutta rimaneva una formidabile postazione difensiva. I mercenari con i loro capi e tutte le loro forze vi si erano asserragliati all’interno.
Tetrius aveva qualche idea su come assaltarla, il problema era sempre la mancanza di artiglieria pesante. Le previsioni per superare la prima linea di difesa erano di ingenti perdite, se si fosse dovuto combattere per ogni centimetro della zona sotterranea la possibilità di una sconfitta non era distante. Era una delle situazione che lui odiava di più, dipendeva molto dall'umore delle truppe: quale delle due parti si fosse scoraggiata per prima avrebbe perso.
Era da più di un'ora che alla mappa tattica urlava contro i presenti perché qualcuno proponesse una qualche idea, Zaeed era l’unico che rispondeva alle sue imprecazioni. Massani aveva avuto qualche buon suggerimento, ma non bastava. Quello che il turian non sopportava è che proprio su Noveria non si trovassero armi pesanti, sembrava una barzelletta.
Le truppe missilistiche erano state riportate a Yukon, da lì minacciavano Caninea, garantendo nel contempo la sicurezza dello spazio aereo. Un bombardamento a tappeto non avrebbe avuto effetto, il nemico si sarebbe semplicemente riparato sottoterra. Non avevano nemmeno una gran scorta di missili. Gli stabilimenti sul pianeta avevano ripreso a funzionare, gli operai erano tornati volutamente ai loro posti, ma lo stesso non bastava. Non c’era organizzazione, producevano senza sapere bene cosa e quanto, ne quali fossero le scorte di materie prime presenti.
Purtroppo i membri del Consiglio d’amministrazione sopravvissuti alla distruzione di Caninea erano stati giustiziati dopo un tentativo fallito di una grande rivolta organizzata. Senza fare distinzione fra i presenti, impiccarono una persona per piazza.
Privi di qualcuno capace di comprendere la situazione economica della compagnia chiedevano a Tetrius ma di questo il turian non sapeva niente, tantomeno delle ragazze adolescenti. Lui aveva ordinato che continuassero a fare quello che facevano. Questo almeno li teneva impegnati e garantiva rifornimenti, aveva però la sensazione che senza Dasha la Noveria Corps non sarebbe andata avanti.
« Signore! È urgente! » gridò un ufficiale delle comunicazioni entrando nel centro di comando. Tetrius prese il rapporto, lo guardò un attimo e lo gettò sul tavolo perché anche gli altri lo vedessero. « Delle navi sono entrate nel sistema, dalla rotta sono dirette qui. Rinforzi nemici probabilmente, purtroppo ci hanno chiuso le comunicazioni extraplanetarie. Un forte segnale di disturbo con origine a Caninea ci blocca e non riusciamo ad aggirarlo, dopo aver inviato il messaggio. »
« Attaccare, è l’unica opzione che ci resta. » disse Zaeed.
Tetrius annui « Si, è sarà dura. Di fatto dovremmo affrontare due battaglie separate, prima contro le forze presenti poi contro quelle in arrivo. Dobbiamo riuscire prima che si riuniscano. Atlantic Codex salperà immediatamente e farà il possibile, sfruttando il suo occultamento.  Da Yukon forniranno fuoco anti aereo, colpiranno il nemico mentre sbarca. » - sorrise - « Pare che non avrò il problema dell’incubo della pensione. Questa battaglia sarà il mio capolavoro, un buon momento per morire. » Tutti lo fissarono un attimo costernati « Muoversi! » urlò facendo scattare i sottoposti.
Giunse una seconda comunicazione, il nemico si stava schierando per attaccare e in prima linea aveva cinquanta Dwerger. « Come fanno ad averne? Erano stati inviati tutti per combattere i grigi! » domandò con rabbia.
Un sottufficiale disse « Credo…la produzione è andata avanti, finché la Weaver era il presidente almeno. Devono essere stati inviati a Caninea, li sono rimasti. »
« Questo non cambia niente. » affermò Zaeed.
« Già, sarà solo più dura. »
Cinquanta Dwerger in prima linea, a seguire due linee di fanteria Krogan e dietro una massa confusa. L’intenzione di caricare non poteva essere più evidente. L’arrivo dei rinforzi li aveva resi coraggiosi, era il pensiero del generale turian.
Lui aveva scelto uno schieramento difensivo su tre linee, l’ordine era che le prime due si aprissero alla carica del nemico per attaccarlo ai lati. Soltanto l’ultima linea avrebbe opposto una solida resistenza, se la spezzavano avevano perso. Alexya, Trish e Diana erano in prima linea, tutti avevano detto che era una pessima idea. Se fosse successo qualcosa a loro per gli uomini sarebbe stato un duro colpo, non avevano sentito ragione. « Ricorda di chi siamo cloni e di chi ci dichiariamo figlie, nessuna di loro due si sarebbe nascosta. » rispose fieramente Alexya.
« Tranquillo “vecchio” faremo cagare il nemico dalla paura appena ci vedrà in azione, il campo di battaglia sarà nostro. » fu il commento di Diana.
« Voi non sapete come sia un campo di battaglia, è ben diverso dal commettere un omicidio. »
« Saremo prudenti, sono contenta che ti preoccupi per noi. » disse dolcemente Trish, lui alzò gli occhi al cielo. Quelle tre non avevano mai dimostrato di capire il significato di prudenza ma il tempo stringeva, così avevano preso posto dove volevano. Davanti a tutti.
I Dwerger caricarono seguiti dai Krogan, aprirono il fuoco con i loro cannoni principali. Esplosioni energetiche colpirono la prima linea di Divisione N la cui reazione era debole e fiacca. Un movimento in diagonale sul terreno che ancora separava i due eserciti attirò l’attenzione di Tetrius, guardò col binocolo. Le ragazze si stavano lanciando in un attacco solitario.
 
Correvano veloci sulla neve, i piedi appena la toccavano. Alexya guardò a destra verso lo schieramento nemico, i Dwerger erano in marcia e loro erano nel mezzo del percorso.  I mech aprirono il fuoco, schivarono un paio di colpi. Erano state avvertite che il segnale di controllo che emanavano non avrebbe funzionato, da ore Mores lo trasmetteva e quei Dwerger non rispondevano. Grazie a quello avevano violato spesso la sicurezza nemica, conseguito i successi che in meno di un giorno le avevano quasi riportate a riprendesi Noveria
« Trish! » gridò alla sorella che aveva preso posizione alla sua destra che colpì violentemente l’aria con un pugno, nuovamente questa sembrò creparsi. Una violenta onda biotica percosse la neve alzando un muro bianco che le celò alla vista. Risparmiando l’occultamento per dopo, visto il suo consumo energetico.
« Salto biotico! » ordinò Alexya non sapeva bene dove le stava conducendo ma aveva la sensazione di andare verso una forte concentrazione di eezo o di persone dotate di potere biotico. Era il suo istinto a dirglielo, ne avrebbe voluto uno da animale come quello di Isabella. Furono alle spalle dei Dwerger e dei krogan, a ridosso delle linee nemiche. Saltò un crinale e rimase sorpresa.
Cacciatrici asari, almeno dieci squadre ma il vero problema era che non erano davanti a lei ma sotto, in una trincea dietro al crinale. Tetrius l’aveva detto, un campo di battaglia era diverso da un omicidio. Adesso però era tardi per correggere lo sbaglio, come a rallentatore vide le loro armi venir puntate contro di lei. Si sentiva uno stupido uccello a cui tutti avrebbero sparato, poteva solo sperare che la velocità del salto, scudi e armatura se la sarebbe cavata. Avrebbe almeno voluto chiedere scusa a Trish e Diana per averle condotte lì.
Ci fu come una folgore, un movimento veloce e qualcosa di accecante precipitò fra le cacciatrici . L’istante passò e il tempo riprese a scorrere normalmente. Alexya e Trish caddero chine sul la neve, rivolte subito verso il nemico. Sgranarono gli occhi, Diana era caduta in mezzo alle asari. Dal suo corpo si irradiava potere sottoforma di scariche elettriche bluastre, ma soprattutto da spalle, braccia e gambe.
« Granate! » urlò un asari e si gettò al riparo quando un paio di queste caddero su di loro, Diana sfruttò quell'occasione per scappare mentre dietro di lei gli esplosivi si azionavano. Troppo veloce ruzzolo a terra, nell'ultimo metro finendo tra le sorelle. Aiutata dalle altre due ripararono tutte dietro una roccia.
« Diana mi dispiace, non dovevo condurvi » disse Alexya andando da lei.
«… Di che parli? Sei l’unica fra noi a sapere sempre quello che sta facendo. Allora è questa la sensazione che si prova quando si è piene di eezo 19 convertito. Mica male vero Trish? » dichiarò alla sorella che per prima aveva avuto quell'esperienza che annuì.
« Perché non ci hai detto che potevi farlo? Sei stato più che rapida, un vero fulmine.» la rimproverò Alexya.
« Perché non sapevo di poterlo fare, una volta mi ha chiesto se mi sentivo più forte. Non mi sentivo tale, era come se non riuscissi a sfogare i miei poteri…ha ragione Isabella a dire che i dubbi sono un blocco. Quando ho pensato che eravate in pericolo, non ho avuto dubbi che avrei dovuto far qualcosa.» mostrando gambe e braccia disse « Questo è il risultato. Adesso sorella che facciamo? »
Quella domanda rinfrancò Alexya, ancora le davano fiducia « Quello per cui siamo venute. »
Molte granate volarono in aria, non sapevano utilizzare armi da fuoco ma una granata la sapeva usare qualunque idiota. Premuto il pulsante bastava lanciarle. Avevano quindici granate a testa, i loro poteri biotici di gran lunga migliori di un biotico abituale e le loro spade.
Sotto quella pioggia improvvisa le asari si dispersero. « Trish fallo! » urlò Alexya.
Con molto più forza di prima la ragazza colpì il manto nevoso. Per dieci metri una nuvola di neve ricopri tutto nascondendo la visuale.
Le asari attaccarono nonostante l’assenza di visuale, tre attaccavano e una quarta forniva copertura con una cupola biotica.
L’ufficiale asari scrutava l’esterno della cupola ma non vedeva niente « Pochi istanti e si tornerà a vedere. » disse per incoraggiare le sue compagne, ma quando la cupola svanì si girò rabbiosa pronta a punire severamente chi l’avrebbe dovuta tenerla « Sbeck! » Esclamò bestemmiando nella propria lingua.
La quarta asari era in piedi, ma un ampio taglio le aveva spaccato il cervello in due. Lei non si era accorta di niente e forse neanche la vittima, che si era dimenticata di cadere o di lanciare un urlo.
« Schiena contro schiena! » ordinò mettendosi in formazione, con le rimanenti due compagne.
Le sembrò per un istante di vedere qualcosa, capì « Sono occultate! Fuoco! » aprirono il fuoco a casaccio per tenere lontano un nemico che non potevano vedere. Poi percepì qualcosa alle sue spalle, si girò nell'istante in cui le sue due compagne erano attaccate da due nemici.
Una figura fu così veloce che non fu nemmeno certo di averla vista ma il cadavere della sua compagna con braccio amputato, l’aveva usato per ripararsi, non lasciava dubbi. L’altra aveva invece uno squarcio enorme e orribile che dal collo proseguiva fino all'inguine. Le sembrò il lavoro di una bestia, per la forza che sembrava esserci stata messa.
« Ehi! » quel grido la fece voltare davanti. La spada le attraversò il petto uccidendola all’istante. Alexya la estrasse senza problemi.
Le cupole biotiche erano facile da individuare, anche senza le asari lo sarebbero state ugualmente. Il loro eezo le tradiva, lo faceva la sua luminescenza.
Loro non avevano quel problema, le armature che indossavano lo correggevano ampiamente e per chi era abituato a giocare nelle tormente di Noveria, l’assenza di visuale e la neve non erano un ostacolo. Il nemico pareva goffo, lasciava molte impronte e bastava seguirle per trovarlo.
« Mi viene da piangere a vedere Caninea distrutta. » mormorò Trish, sapevano cosa era successo. Avevano visto foto ma adesso che erano così vicine alla loro casa, vederla ridotta in quello stato e occupata da nemici, faceva sentire alla ragazza un magone in gola.
« Tranquilla Trish, quando ci riprenderemo Dasha e Isabella loro rimetterà tutto a posto. » disse Diana.
« Davvero? »
« Davvero, davvero »
« Si Trish, ma prima dobbiamo liberare Caninea da chi la occupa. » - affermò Alexya - « Andiamo! » e si diressero verso altri nemici. Alexya si morse il labbro dal nervoso, in se non avvertiva cambiamenti particolari eppure era sicura che anche in lei eezo fosse ormai convertito nella forma 19. Era gelosa delle sue sorelle, si odiava a per quello e temeva che fosse quel sentimento che le impediva di raggiungerle. 
Rimaneva la migliore con la spada, ma questo contava fino a un certo punto.
Quando avevano attaccato le asari era stata lei, occultata, a lanciare un affondo biotico, un attacco con un raggio molto più stretto rispetto a un fendente, centrando in testa l’asari che alzava la cupola che non era servita poi a molto. L’affondo, alimento dall’eezo 19, aveva bucato la barriera e ucciso l’asari all’istante, un colpo di precisione di cui sapeva le sue sorelle non erano capaci e che l’avrebbe suscitato l’ammirazione di Dasha se fosse stata presente.
Non sapeva quali dubbi la trattenessero da dimostrare il suo vero potenziale, per adesso le sembrava solo di poter intuire la posizione o presenza di eezo in corpo in maniera molto più intensa di prima.
Si chiese di quale potere poteva mai essere manifestazione, accantonò il pensiero quando furono vicini a degli altri nemici « Trish, alza una tormenta. » Nuovamente la neve nascose ogni cosa.
 
Tetrius osservava con rabbia silenziosa il campo di battaglia, distrattamente ,con la lingua assaggiò il suo stesso sangue che da un graffio sulla guancia era colato a un angolo della bocca. Non era rimasto inerme a dare ordini, l’arma che teneva lo dimostrava.
A renderlo furioso era che il nemico stava vincendo non per bravura o altro ma solo perché aveva quelle dannate unità corazzate, queste per giunta avrebbero dovuto essere ai suoi ordini. Per lui era un affronto personale che dei dilettanti stessero avendo la meglio, solo perché la fortuna gli aveva fatto trovare quei Dwerger.
Tutto era andato come previsto, le prime due linee si erano aperte al passaggio dei nemici attaccandoli di lato, lasciando alla terza linea il compito di impegnarli frontalmente. Era anche riuscito il trucco di ingannarli sul numero, aveva fatto credere che fossero molto meno numerosi di quanto sembrava. L’equipaggiamento di Divisione N proteggeva perfettamente dal freddo, un terzo dei soldati era stato seppellito dai compagni sotto un leggero strato di neve.
Quando i krogan furono vicini sbucarono da sotto il manto nevoso, colpendoli da vicino ma i krogan non erano tipi per scoraggiarsi per quello e resistettero, lo scontro al centro si fece accanito.
Aveva notato un certo vantaggio sul proprio lato sinistro, sembrava che il nemico non stesse attaccando al massimo delle possibilità, lì era dove le ragazze si erano lanciate all'attacco. Quelle tre erano eccezionali, ma avevano davanti un centinaio di nemici.
« Signore! » disse un sottufficiale correndo da Tetrius « Atlantic Codex…»
« Cosa è successo? »
« Ha cambiato direzione.»
« Vuoi dire che quel maledetto batarian ha disertato? » gridò infuriato il generale.
« Io…ecco…non saprei…sta tornando indietro…credo.»
« Dannazione, spiegati soldato!! » urlò Tetrius furioso.
« Ecco…si…dunque…ha incrociato il nemico e dopo ha virato…poi…si è occultata e non la rileviamo più, non risponde ai messaggi. »
« Bastardo di un Multan, maledetto batarian, fosse l’ultima cosa che faccio lo ammazzo. Ordinate a Yukon di colpire il centro del nostro schieramento. »
« Ma signore….»
« Esegui! Saremo colpiti da fuoco amico, ma dobbiamo vincere ora! Perché in qualsiasi altro caso i rinforzi nemici arriveranno prima che si conquisti Caninea. »
Un rombo squarciò l’aria, tutti i combattenti sul campo l’udirono e molti alzarono la testa al cielo. Questo era sgombro, ma un fragore sordo era ancora percettibile e sembrava in avvicinamento.
« La! » gridò Tetrius indicando un punto nel cielo, proprio sopra al campo di battaglia. Atlantic Codex stava apparendo dal nulla, occultata sia ai sensori che alla vista era entrata nell'atmosfera di Noveria a velocità elevata e il suono che produceva non poteva essere nascosto. Ma ora era perfettamente visibile.
Un bagliore attirò il generale turian, il cannone principale della nave era in posizione e una flebile luce fuoriusciva dalla sua bocca da fuoco. Il segno che era carico al massimo, ma a preoccuparlo maggiormente era che la nave stava scendendo quasi in picchiata verso di loro.
« Pazzo, stupido di un pilota, cosa vuoi fare? Ucciderci! » gridò Tetrius livido in volto per la rabbia.
«Magari…sta attaccando il nemico..» suggerì il sottufficiale.
« Lo so! Idiota! Ma in questo modo colpirà anche noi! Non è possibile pilotare una nave e far centro a quella velocità. » - e voltandosi verso la nave - « Forza idiota uccidici tutti, giuro che dall’inferno degli spiriti verrò a tormentarti. »
La nave proseguiva nella sua corsa folle in picchiata, ormai tutti l’avevano vista e come anche il bagliore del suo cannone principale. Entrambi i fronti si fermarono, vi fu incertezza, se avesse fatto fuoco avrebbe spazzato via tutti: amici e nemici. Quell'idea si faceva largo in sempre più menti, alla fine fu il panico. Divisione N corse indietro, i mercenari si diedero alla fuga verso Caninea non avendo dubbi a cosa stesse mirando.  Solo i Dwerger continuarono l’attacco. Ma nel tempo che ognuno impiegò a fare tre passi l’Atlantic Codex fu su di loro a cento metri dal suolo. Tutti videro unicamente il bagliore del suo cannone di prua.
A cento metri dal suolo la nave fece fuoco, Laudat pensò a un dio vendicativo che scagliava i suoi fulmini contro gli stupidi mortali che l’avevano oltraggiato mentre correva lontano dai nemici, da quello che pensava e sperava sarebbe stato il centro dell’esplosione.
Il fatto che il cannone fosse sovraccarico, la vicinanza del bersaglio. Tutto contribuì ad aumentare la potenza all'impatto.
Il colpo fu impressionante, investì i Dwerger annientandoli, fondendo le loro corazze. Per la vicinanza l’energia non si disperse lungo il suo tragitto e prepotentemente cercò altre vie. Ai lati investendo ogni cosa.
Sartrone si gettò in un buco colmo di neve che si sciolse quasi istantaneamente « È come se una stella si stesse schiantando. » Ccmmentò.
Poi l’energia cercò un nuovo sfogo, verso l’alto investendo la nave. Atlantic Codex vibrò pericolosamente, lamiere dello scafo si staccarono ma rimase in rotta, dritta nel cuore di quell'inferno che aveva creato.
Sempre più giù, solo allora Tetrius notò che il raggio energetico del cannone non cessava.
Tutte le armi di quel calibro sparavano un colpo energetico di durata regolare, questo per via di blocchi di sicurezza inseriti. Senza di quelli l’energia liberata sarebbe stata troppa, finendo per distruggere l’arma stessa.
« Che significa?! » gridò, sdraiato a terra, mentre cercava di resistere al forte vento che si era originato dall'esplosione.
All'ultimo l’Atlantic Codex azionò i razzi di manovra, il muso della nave si alzò incominciando ad allinearsi al terreno. Il raggio del cannone avanzò sul terreno seguendo in senso inverso il tragitto dei nemici ora in ritirata.
Se i krogan erano stati i primi ad all'attacco, adesso erano ultimi nella fuga e i primi a cadere. Il centro dello schieramento nemico venne annientato in tutta la sua profondità. Sul terreno, una striscia nera costellata di cadaveri bruciati di ogni specie della galassia partiva dallo schieramento di Divisione N arrivando fino alle macerie di Caninea.
La battaglia era vinta, non la guerra. Il nemico in fuga stava riparando a Caninea e presto avrebbe avuto rinforzi.
In maniera po’ pesante e goffa Atlantic Codex atterrò sul terreno, l’intera parte anteriore presentava danni allo scafo. Il cannone era inservibile.
Ancora tutti allibiti guardavano la nave senza muoversi, nessuno sapeva bene che fare. I soldati non avevano ordini, gli ufficiali non sapevano quali decisioni fossero state prese. Tutti videro Tetrius a grandi passi raggiungere la nave lanciando bestemmie nella propria lingua, alcune delle quali i traduttori non riuscirono a rendere comprensibili per chi non fosse turian.
La rampa posteriore della nave si aprì, lui vi si arrestò davanti senza smettere di urlare.
« Multan! Trascinati qui che voglio ammazzarti! Nemmeno i sommi spiriti sapranno che farsene dell’anima di qualcuno così stupido, imparerai il significato di stare agli ordini batarian idiota, tu e chiunque altro sia coinvolto in questa faccenda. Vi ammazzerò è….» S’interruppe di colpo, la bocca spalancata, pareva essersi congelato.
Qualcuno in armatura nera stava scendendo dalla nave, sul casco un visore rotondo, rosso, di quelli usati dai cecchini. Dalle forme si capiva che era una donna.
Si fermò davanti a Tetrius a qualche centimetro di distanza, lui pareva una statua. Con un movimento teatrale la donna si tolse il casco. « Dice a me generale? » chiese Dasha.
Lui era certo di non confondersi, quella presenza, lo sguardo determinato e freddo che vedeva nell'occhio destro nonostante il sinistro coperto da una benda. Occhio con un iride perfettamente nera che metteva soggezione. Non poteva essere un falso eppure mancava qualcosa.
« Isabella? » domandò  il turia.n
« È scesa con lo spostamento di fase prima che la nave atterrasse. Sta cercando Alexya, Diana e Trish e qualcun altro.  Ha detto di averle avvertite o roba simile. Generale non crede sia io, potrei essere un falso, forse un clone? » - Si chinò verso di lui e all'orecchio - « Sono io generale, lei mi obbedirà come sempre perché conosco il suo prezzo e l’ho pagato molto tempo fa: l’assassinio della persona che la fece condannare per crimini di guerra e la possibilità di avere ancora un comando militare. »
Tetrius non disse niente, solamente le fece il saluto militare. Era lei, viva, non vi erano dubbi.
« Le navi in arrivo? » domandò lui.
« Trasporti, con dentro ogni singolo soldato di Divisione N sparso in giro per la galassia. Multan dovrebbe aver inviato un messaggio per informare tutti. Anche se le comunicazioni planetarie funzionano è fastidioso non avere quelle spaziali. »
Tetrius trattenne una risata, i mercenari avevano attaccato per disperazione non per eccesso di fiducia. La situazione era l’opposto di quella che aveva immaginato e tutta a suo favore.
« Mores? » domandò Dasha.
« Al centro di comando. »
« Lo contatti dicendogli di salire sulla nave, Sunt gli spiegherà il piano. » Il turian annuì.
Anche altri l’avevano notata, quelli che erano sul libro paga della compagnia come guardie armate, i responsabili della sicurezza: Divisione N. La voce si sparse velocemente, tutta la fissarono, incominciarono a radunarsi in gruppi sempre più numerosi, presto il loro numero circondò Dasha e la nave.
Ignorarono anche qui pochi ufficiali che cercarono di tenerli in riga. Il mormorio delle loro voce crebbe, divenne un grido di rabbia: Era forse impazzita? In quell'attacco aveva rischiato di uccidere anche loro? Dove era stata e perché aveva abbandonato Noveria? Sapeva cosa loro avevano passato? Chiedevano risarcimenti e le loro richieste crescevano con il grido che aumentava con la rabbia che s’ingrandiva con l’aumentare delle richieste.
Zittendoli e sorprendendoli tutti, sganciò il busto dell’armatura che cadde nel fango nato dallo scioglimento di tutta la neve sul campo di battaglia.
Dasha era sempre stata una donna piacente, non un esempio di armoniosa bellezza come Isabella, ma nessuno si sarebbe mai dispiaciuto del suo aspetto.
Tutti si aspettavano un fisico tonico, ma videro ben altro. Il mese di prigionia non avevano mancato di lasciare segni sul suo corpo. Il peso era calato di molto, le ossa si intravedevano bene, come i lividi e le cicatrice.
Girò su se stessa perché tutti la vedessero. « Quello che è stato fatto a voi e a Noveria è stato fatto a me, non devo niente a voi oltre a quello che vi è stato dato per lavorare per me. L’unica cosa che vi prometto è la vendetta. Se non vi sta bene, siete licenziati e solo chi lavora per la compagnia ha il diritto di rimanere. Non pensate neanche di sfruttare quest’occasione e ricattarmi per dei vantaggi. Voi servite me. Voi avete bisogno di me. Non sarà mai il contrario. Ho giocato con le vostre vite tutte le volte che ne ho avuto bisogno, le ho sacrificate senza problemi e non ho intenzione di smettere o avere rimpianti. L’alternativa la sapete. » Un discorso duro, con un tono altrettanto gelido e crudele. La Weaver gli aveva sbattuto in faccia una verità che tutti conoscevano.
Un uomo si fece largo tra la folla a spintoni, da come si muoveva era chiaramente arrabbiato. I gradi sull’armatura lo segnalavano come caposquadra, arrivò fin davanti alla Weaver.
« Caposquadra Laudat…ci siamo già incontrati di persona se non si ricorda di me.» Disse presentandosi.
« Vagamente.»
Il pugno colpì Dasha alla guancia sinistra lasciando un piccolo livido, centinaia di bocche si aprirono per lo stupore « Fanculo! Ha quasi ucciso me e molti di noi. Lo sa che stiamo combattendo per le “principesse”, le sue figlie? Lei è una fottuta bastarda! » urlò tutto a squarcia gola e cadde sulle ginocchia subito dopo. Sapeva cosa aveva fatto, la paura aveva infine preso il sopravvento sulla rabbia che l’aveva spinto a quel gesto suicida. Sperava solo che sua moglie e figlia potessero rimanere sul Noveria. Non voleva rovinare anche il loro futuro.
« Caposquadra …» sussultò a quel richiamo e chiuse gli occhi rimanendo a testa bassa, non aveva davvero il coraggio di alzarli. Sentiva lo sguardo della Weaver su di se.
« Mi guardi…» Lui ubbidì incondizionatamente. Era sicuro che altrimenti non avrebbe mai trovato il coraggio. “Uno squalo” fu il suo primo pensiero “ o un lupo” gli occhi della Weaver non mettevano soggezione senza motivo.
« Non si è rivolto a me come si deve “Fanculo e…”? »
« Io…non capisco…» rispose lui, si sentiva la mente vuota. Non riusciva a pensare
« Fanculo e…? » ripete lei con più insistenza.
Privo di idee lui rispose d’istinto « Fanculo signore. ». Dasha sorrise. Questo in certo senso lo sconvolse ancora di più
« Caposquadra è multato di un mese di paga, si ritenga fortunato. Adesso si alzi. » Lui tremante lo fece, non credeva di essere ancora vivo. Dasha gli ruppe il naso con un pugno mentre si alzava. Lui ricadde ma stavolta si rimise subito in piedi.
Si fissarono un istante, lui rise dal sollievo. La Weaver non era donna da lasciar passare un affronto e lui forse era davvero un uomo baciato dalla fortuna, per essersela cavata con così poco.
« Hai bussato alle porte dell’inferno è il diavolo non ti ha aperto per paura Dasha? Abbiamo letto il messaggio ma non ci credevamo, abbiamo preso una navetta per venire a vedere di persona » gridò Naomi, arrivava direttamente da Yukon, con lei Tenus
« Potrei chiederti la stessa cosa Naomi, la tua faccia attuale spaventerebbe per davvero il diavolo e forse anche Tenus. »
« Stronza come sempre. »
« Non ho motivo per cambiare. » si fissarono un istante, stringendosi la mano subito dopo. Entrambe erano sopravvissute alla trappola del nemico, che aveva fatto prigioniera Dasha e privato di quasi metà del corpo a Naomi.
« Tenus » disse Dasha lanciando un'occhiata a Naomi, il drell inclinò la testa in segno di saluto « Una donna offesa sa essere terribile. »
« Non capisco. »
Ma Dasha non diede altre spiegazioni, lanciò un comunicatore a Tetrius « Il colonnello Rumia è in attesa di ordini. Affido tutto a lei.» e s’incamminò verso Caninea seguita da Tetrius, Naomi, Tenus. Laudat si unì di sua iniziativa, Sartrone gli fu vicino, poi piccoli gruppi si unirono e infine fu una marea umana. Gelidi e rabbiosi come una tempesta del pianeta, Divisione N aveva di nuovo la sua sola e unica “signora ”.
   
 
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