Highschool SAO
Prima Parte
Quando Rias si ritrovo ad essere
convocata dalla sala del
Club per le Ricerche sull’occulto, capì che
qualcosa di grande stava per
accadere. Del resto non succedeva spesso che lei venisse convocata.
Come un
diavolo di alta classe, non era il tipo di persona che veniva chiamata
per cose
come aiutare con le faccende di casa, o ascoltare le lamentele di
qualcuno. In
genere quando veniva convocata c’era sempre qualcuno che
aveva bisogno di
protezione da qualche mostro, o qualche oggetto maledetto che aveva
bisogno di
essere affrontato.
Basti pensare che l’ultima
volta che era stata convocata è
stato quando aveva trovato Ise morente a terra davanti a lei.
Riportarlo in vita come un diavole le
era costato sei
pedine, ma lei ancora lo considerava un affare. In cambio aveva infatti
ottenuto un adorabile fratellino, anche se un po’ perverso,
nel suo titolo
nobiliare. E considerando quante pedine le era costato, non
c’erano dubbi che
un giorno sarebbe diventato molto forte. Un perfetto membro della sua
famiglia,
sia in tempo di pace, che durante i Raiting Game.
Ciononostante, dopo essere arrivata,
quando prese il suo
primo sguardo di quanto la circondava una volta svanita la luce del
teletrasporto, poteva già dire che qualunque compito stava
per affrontare, sarebbe
senza dubbio stato straziante.
Lo erano sempre quando veniva
convocata in ospedale.
“Che cosa-?” Il
ragazzo di fronte a lei si era già alzato in
piedi dalla sedia su cui era seduto un secondo prima, raschiandola
rumorosamente sul pavimento. Rias poteva sentire che lui era quello che
l’aveva
chiamata. Sentiva il cerchio magico del contratto richiamarla
dall’interno
della sua tasca. La prima impressione che Rias ha avuto su di lui era
che era
magro. Beh, forse magro non era la parola adatta. Ad occhio poteva dire
che la
sua magrezza era quella di qualcuno che non mangiava a sufficienza, ma
la poca
carne che poteva vedere sotto i vestiti, tutti neri, sembrava essere
ben
muscolosa.
Il suo viso portava lo sguardo di
qualcuno che si era appena
ripreso da una lunga malattia. Quando Rias posò lo sguardo
sul letto d’ospedale
vicino al quale era seduto il ragazzo, vide una ragazza con i capelli
castani
lunghi che fuoriuscivano da una strana sorta di casco. Lei era anche
più magra
del suo evocatore.
‘Una malattia,
forse?’ Rias pensò tra sé mentre
osservava i
due. ‘Una da cui lui ha recuperato e lei invece no? Questo
spiegherebbe il
motivo per cui sono stata convocata…’
“Tu chi sei?” il
ragazzo farfugliò, suonando innervosito, ma
senza mostrare reale paura. Rias sollevò un sopracciglio
mentre il ragazzo si
spostava frapponendosi tra lei e la ragazza sul letto. A questa vista
non poté non
sorridere un po’. Lui, ovviamente, aveva profonda cura di
lei, se arrivava
addirittura a proteggerla quando accadeva qualcosa di inaspettato. Se
aveva
ragione sul perché era stata convocata, doveva tenere a lei
immensamente.
Ci vogliono sentimenti forti per
essere in grado di
convocare un diavolo di alta classe come lei.
"Buona sera," ha parlato
educatamente, sorridendo
nel tentativo di calmare il ragazzo. "Il mio nome è Rias
Gremory. E io
sono un diavolo."
*
Pausa *
Non ci volle tutto il tempo che
immaginava per spiegare la
sua situazione al ragazzo. Di solito era la parte più
difficile di un accordo
con un nuovo cliente convincerlo che era davvero un diavolo e che non
voleva
cibarsi delle loro anime.
Questo ovviamente valeva per la
maggior parte delle volte,
infatti c’erano occasioni in cui il desiderio del cliente era
così forte da
giustificare persino la perdita della sua vita. Tuttavia erano eventi
rari, e
la maggior parte delle volte i pagamenti erano qualcosa di
più a buon mercato.
“Quindi sei un
diavolo.” Sussurrò il ragazzo, respirando
tranquillamente mentre osservava le nere fiamme del tuo potere della
distruzione che ti ballavano tra le dita, scorrendoti nelle vene. Rias
annuì,
sorridendo dolcemente mentre lasciava scomparire la palla
dell’annientamento.
Nel tempo aveva capito che dare una piccola dimostrazione delle sue
capacità,
aiutava a convincere le persone. È stata la cosa migliore in
quanto non aveva
poi bisogno di rifarlo al secondo contratto, in quanto le persone che
in genere
ne facevano uno, poi generalmente trovano motivi per farne altri.
“E puoi
concedermi…” guardò la ragazza sul
letto “… puoi esaudire desideri,
giusto?”
“Si” Rias
annuì incoraggiante.
“Ad un prezzo?”
il ragazzo continuò a parlare, guardandola
in maniera ambigua. Normalmente, questo era il punto in cui in cliente
si
innervosiva, cercando di rivendicare la propria anima o qualcosa del
genere.
Invece il suo evocatore sembrava pieno di speranza, come se pagare un
qualunque
prezzo fosse fin troppo facile pur di vedere il suo desiderio esaudito.
“Si” Rias
annuì nuovamente. “Il prezzo varia a seconda del
desiderio, ma se è in mio potere farlo accadere, lo
farò.”
Ancora una volta, il ragazzo
guardò la ragazza sul letto, e
Rias sentì il cuore stringersi alla disperata nostalgia dei
suoi lineamenti. È durato
solo un momento però, e quando tornò a guardarla
quasi trattenne il fiato.
Non c’era niente se non
determinazione nel suo sguardo, una
risoluzione così solida ed incrollabile che Rias non aveva
alcun dubbio,
qualsiasi fosse stato il presso, lui avrebbe pagato volentieri.
“Salvala”
ordinò a Rias. “ed io ti darò tutto
quello che
chiedi”
Rias gli sorrise con espressione
dolce ed incoraggiante. “Mi
puoi dire esattamente qual è la situazione? Se è
in mio potere, e se potrai
pagare il prezzo, lo farò.”
Il ragazzo si irrigidì, e
poi si affloscio, ricadendo sulla
sedia sulla quale era seduto prima che arrivasse. I suoi occhi erano
rivolti
alla ragazza, anzi no, al casco che era sulla sua testa.
“Credo che dal momento che
sei un diavolo, non conosci molto
del mondo umano, vero?” chiese il ragazzo. E nonostante
così non fosse,
nonostante Rias amasse il mondo umano ed in particolare il Giappone, lo
lasciò
spiegare con i suoi tempi. “Quella cosa sulla sua
testa” indicò il casco “si
chiama NerveGear. E se proviamo a toglierlo lei
morirà.”
“Cosa intendi?”
Rias chiese, sorpresa dalla dichiarazione.
Certo, gli esseri umani avevano creato cose strane di ogni tipo, ma
addirittura
un casco che ti uccide nel caso venisse tolto? Perché
qualcuno dovrebbe
inventare una cosa simile? Forse c'entrava qualche nemico della
famiglia, che l’aveva
costretta ad indossarlo? E da quanto tempo lo indossava? La ragazza era
così
magra… doveva averlo con se da un lungo periodo di tempo.
“Dovrebbe essere utilizzato
per i giochi a realtà virtuale”
il ragazzo continuò la sua spiegazione con una smorfia.
“Ehm… sai cosa
significa realtà virtuale, vero?” chiese
goffamente, dandole modo di annuire solamente,
piuttosto che offendersi per aver dato per scontato che non conoscesse
una cosa
così semplcie. “Beh, due anni fa, qualcuno,
ha… ehm… sabotato un gioco, ed ha
fatto in modo che esso avrebbe ucciso chiunque si togliesse il casco.
Un sacco
di persone sono rimaste intrappolate per un lungo periodo di tempo, ma
di
recente finalmente, la maggior parte di loro sono riuscite a liberarsi.
Tuttavia, circa trecento persone intrappolate, non si sono svegliate.
Nessuno
sa cosa gli è successo o cosa è andato storto.
Asu-” ha concluso di parlare a
metà parola, dando a Rias uno sguardo cauto.
Rias era curiosa, ma riconobbe
l’esitazione. C’erano un
sacco di voci su diavoli che sono in grado di controllare le persone se
conoscono
il loro nome, tant’è che non erano poche le
persone si mostrassero riluttanti a
condividere quell’informazione, anche dopo aver convocato un
diavolo più volte.
“Lei è una di
loro.” Il ragazzo ha finalmente concluso. Le diede
uno sguardo disperato. “Quindi?” ha continuato.
“Puoi farlo? Puoi togliere il
NerveGear dalla sua testa senza ucciderla?”
"Hmm," Rias pensava, considerando la
richiesta.
Aveva bisogno di un po’ più di informazioni per
essere sicura, ma probabilmente
... "Come li uccide?"
"La batteria", ha spiegato indicando
la parte
posteriore dell’ingombrante casco. "Ha un gruppo di
continuità sempre
carico. Quando li hanno sabotati, hanno fatto in modo tale che quel
gruppo di
continuità avrebbe rilasciato un impulso EMP distruggendolo
se tolto."
"Capisco," Rias annuì,
prendendo in considerazione
la richiesta. Per un momento, pensò di utilizzare il suo
primo alfiere, Gasper,
ma lei represse una smorfia e si rese conto che non avrebbe funzionato.
Certo, la
Forbidden Balor View avrebbe potuto fermare la macchina il tempo
necessario a
farla rimuovere, ma dal momento che il mezzo vampiro ancora non
riusciva a
controllare il suo potere, le cose sarebbero potute andare male nel
caso ne
avesse perso il controllo. “Il casco puo essere manomesso?"
"No", il ragazzo scosse
immediatamente la testa.
"È stato provato prima dalle autorità e tutte le
volte non è finita bene"
"Hmmm," Rias ronzava, scartando tra
se e se l’opzione
di vaporizzare il casco. Il potere della distruzione avrebbe
annichilito tutto
ciò con cui fosse venuto in contatto, ma non c'era alcuna
garanzia che sarebbe
stata in grado di distruggerla completamente prima che i sistemi di
difesa si
fossero attivati.
'Forse sto facendo tutto nel modo
sbagliato,' Pensò il
diavolo, tornando con la mente agli altri membri della sua
nobiltà.
"Cosa fai?" chiese il ragazzo vedendo
un cerchio
rosso brillante di fronte a Rias. Lei gli rivolse un sorriso
rassicurante.
"Sto consultando un collega diavolo",
lo
rassicurò, concentrandosi sulla sua convocazione. Con un
lampo, non erano più solo
in tre nella stanza.
"R-Rias-sama?" Asia Argento rimase a
bocca aperta
mentre si guardava intorno con confusione e nervosismo. "C-cosa sta
succedendo? Dove sono?"
"Va tutto bene, l'Asia," Rias sorrise
alla ex
suora, ora diavolo. "Ho solo bisogno di farti una domanda sul tuo
Sacred
Gear ..."
* Pausa
*
"Sei sicura che
funzionerà?" chiese il ragazzo ad
alta voce, combattuto tra speranza e disperazione.
"Sì," Asia ha dichiarato,
annuendo con enfasi al
ragazzo. "Ho usato il mio Sacred Gear per casi simili prima, quando
ancora," si interruppe, senza dubbio ricordando il suo tempo come Santa
fanciulla, prima che la chiesa la rinnegasse. "Beh, prima".
"Funzionerà”
Rias annuì, sorridendo per rassicurare il
ragazzo. Per ancora un momento rimase teso, prima di sospirare e
crollare
nuovamente sulla sedia. Quasi si sentì male quando ha
continuato. "Ma
prima di salvarla, dobbiamo discutere il prezzo."
Era stata convocata qui come un
diavolo, per fare il lavoro
di un diavolo. Anche se si simpatizzava per il ragazzo, anche se si
trattava di
qualcosa che non le sarebbe dispiaciuto fare, era ancora necessario che
riscuotesse una qualche forma di pagamento.
"Nome” Il ragazzo
parlò chiaramente, fissandola con
intensità negli occhi. Rias annuì, felice di
vedere la sua determinazione.
“Un momento," gli disse,
tirando fuori il suo
cellulare. Il ragazzo rimase confuso quando vide un diavolo con un
dispositivo
così… umano. "Devo solo caricare i dati sulla mia
app ..."
"Avete
un’app
per questo genere di cose?" mormorò il ragazzo, fissando
Rias che giocherellava
con il suo telefono.
"Anche io ero sorpresa," disse Asia,
sorridendo
timidamente. "Sono ancora un nuovo diavolo, quindi è stato
davvero
sorprendente quando l’ho visto la prima volta."
"Il nostro mondo cerca di essere
progressivo per questo
genere di cose", ha informato entrambi Rias, mentre digitava il
desiderio.
"Con questo, possiamo garantire che noi diavoli veniamo sempre ripagati
adeguatamente per i nostri servizi”
"Questo è così
surreale," mormorò il ragazzo, continuando
a fissarla. Rias finì di inserire il desiderio
nell’app, colpendo poi il
pulsante di invio.
La risposta arrivò appena
un secondo dopo, facendo sollevare
un sopracciglio al demone per la sorpresa.
"Questo è ...»
mormorò, prima di scuotere la testa
sorpresa. "Ancora un attimo, per favore". Il ragazzo continuava a
guardarla, iniziando a innervosirsi, mentre lei inseriva nuovamente il
desiderio.
Quando venne fuori la stessa risposta lei strinse le labbra.
"Che cos'è?" chiese il
ragazzo, sporgendosi in
avanti mentre la guardava da vicino. "Qual è il prezzo? Non
importa cosa
sia, io pagherò ..."
"Il prezzo," Rias iniziò,
abbassando il suo
telefono per dare al ragazzo uno sguardo serio. "Il prezzo è
che tu venga
reincarnato come diavolo e ti unisca alla mia nobiltà."
"Nobiltà?"
ripeté il ragazzo, la testa piegata di
lato in confusione, ovviamente non capiva quello che stava dicendo.
"Ah," Asia apparve stordita mentre
guardava la sua
padrona. "Questo significa…"
Come il diavolo che più
recentemente era stato reincarnato,
lei si prese la briga di parlare con l’evocatore, mentre Rias
continuava a
tenere le labbra strette, studiandolo. Aveva sentito parlare di prezzi
come
questo. Non era neanche troppo raro in realtà. Del resto non
tutte le persone
avevano lo stesso valore, ed il prezzo per alcuni di loro poteva essere
diverso
che per altri anche desiderando la stessa cosa. A volte, per servire
sotto il
diavolo che concedeva il desiderio, l’evocatore era in
possesso di grandi
abilità, o anche un qualche talento specifico o una Sacred
Gear. Se qualcuno
del genere, che aveva effettivamente qualcosa di speciale avesse
espresso un
desiderio di una cera grandezza, unirsi alla nobiltà del
diavolo convocato era
il miglior prezzo per loro.
Il problema reale era che davvero non
avvertiva nulla
provenire dal ragazzo. Anche mentre lo studiava, non avvertiva la
presenza di
nessuna Sacred Gear, nessuna capacità segreta o
abilità speciale. Era solo un
ragazzo magro, uno che probabilmente aveva attraversato le stesse
sfortunate
circostanze della ragazza stesa sul letto. Era improbabile che avesse
fatto
qualcosa di eroico o avuto un grande potere nascosto.
Eppure, nonostante questo, il prezzo
era scritto a chiare
lettere. Non era impossibile adempiere alla richiesta, aveva i pezzi
del male
necessari ed anche dopo la reincarnazione di Ise, gli erano rimasti
ancora due
pedoni. Nel caso più improbabile che ci fosse davvero un
potere sopito nel
ragazzo, aveva anche una torre ed un alfiere.
Rias si ritrovò
incuriosita. Che cosa aveva reso il ragazzo
abbastanza unico da renderlo degno di diventare un diavolo sotto di lei?
“Detto tutto?”
chiese infine ad Asia, che si era fermata
nella sua spiegazione di cosa un titolo nobiliare fosse.
“Conosci il prezzo
ora, sei ancora disposto a pagarlo?”
“Ah” Asia
intervenne ancora, mettendo le mani davanti a lei
seriamente. “Non è poi così male signor
Cliente! Rias-sama è molto gentile e
lei si è presa davvero molto cura di me da quando sono
diventata anche io un
diavolo!”
Il ragazzo la guardò, il
conflitto evidente nei suoi occhi.
E poi guardò la ragazza nel letto ancora una volta. Il
conflitto scomparve.
“Fallo.” Le
disse, tornando a fissarla con sguardo risoluto.
“Non mi importa se sei la persona più gentile del
mondo o la più crudele. Lo
farò. Anche se devo servirti per sempre, questo è
un prezzo basso da pagare per
salvarla.”
“Che spirito
risoluto!” Rias gli sorrise. Anche se non
avesse dimostrato alcuna caratterista importante, il suo atteggiamento
gli fece
guadagnare la sua approvazione. Era un uomo che era disposto a seguire
i suoi
ideali, che aveva abbastanza cura degli altri da mettere se stesso a
rischio.
Qualcuno con un atteggiamento del genere, che si preoccupava
così tanto,
sarebbe stato un ottimo acquisto alla sua nobiltà! Avrebbe
nel peggiore dei
casi trovato qualcuno che lo addestrasse più in
là nel tempo, o aiutarlo a
sviluppare le competenze necessarie per combattere
nei Raiting Games. “Come ti chiami, tu che
presto
servirai nella mia nobiltà?”
“Ki..” il ragazzo
abbassò un attimo lo sguardo, raggiungendo
una qualche conclusione. “Kirito.”
“Bene allora,
Kirito” lo salutò gentilmente, nonostante
fosse già a conoscenza del fatto che quello non fosse il suo
vero nome. “Iniziamo
con l’esaudire il tuo desiderio.”
Dopo così tanti negoziati
e tanta confusione, e dopo la
drammatica rivelazione del prezzo, il compito in sé duro
quasi troppo poco. Finì
senza quasi aver tempo di incominciare. Con il Twilight Healing di
Asia, anche
il danno di un EMP era stato guarito in una questione di secondi,
lasciando a
Rias unicamente il tempo di poggiare il casco sul tavolo.
"Ki ... ri ... a ... kun?" le labbra
della ragazza
si mossero, ed anche con il suo udito da diavolo, Rias fu a malapena in
grado
di sentirla. Kirito, che era ancora accanto a lei,
singhiozzò, e Rias vide
delle lacrime cadere sulla coperta sotto di lui.
“Asuna”
sussurrò. Come se richiesto dalle sue parole, Asuna
apri gli occhi.
“Kirito-kun, sei davvero
tu?” sussurrò, sbattendo le
palpebre mentre anche i suoi occhi iniziavano ad annebbiarsi di
lacrime. “Non
sto sognando… vero?”
“È finita
Asuna” Kirito parlò, mentre Asuna allungava una
delle sue braccia sottili e tramanti verso di lui.
“È finita, sei finalmente
libera…”
“Andiamo a chiamare un
medico Asia” disse Rias alla bionda.
Gli occhi della ex-suora stavano cominciando ad inumidirsi di fronte
alla scena
toccante, e anche Rias cominciava a cedere mentre li osservava.
Augurando buona
fortuna alla ragazza, Rias lasciò i due alla loro
riconciliazione.
*
Pausa *
“Sei pronto dunque,
Kirito?” Rias chiese al ragazzo in nero.
C’era voluta quasi un’ora prima che avesse la
possibilità di parlare da solo
con lui. Aveva fatto tornare Asia indietro qualche tempo fa, e da
allora aveva
aspettato pazientemente che medici ed infermieri eccitati, e poi molti
uomini e
donne in abiti costosi, si susseguissero nella stanza. Aveva guardato
con perplessa
curiosità quando apparvero due agenti di polizia ed
arrestarono uno degli
uomini in abiti costosi, trascinandolo fuori dall’ospedale.
Di fronte a quella
scena, Kirito sembro particolarmente soddisfatto per qualche motivo.
“Si” il ragazzo
in nero disse soddisfatto. Sembrava così in
pace che Rias non poteva che essere felice che presto sarebbe stato un
suo
servitore. Era il modo di fare dei Gremory quello di far tesoro della
loro
nobiltà, come se fossero membri effettivi della famiglia, e
questo voleva dire
che presto avrebbe guadagnato un nuovo fratellino. “Grazie,
Gremory-san. Dopo
quello che hai fatto, sarò contento di servirti per
sempre.”
“Sono contenta”
gli disse, facendo apparire una delle sue
pedine rimanenti. Lentamente l’avvicino al petto di Kirito.
“Bene, allora
Kirito-kun, benvenuto nella mia nobiltà.”
*
Pausa *
“Ara, Ara” Akeno
si copriva la bocca con una mano mentre
versava il the. Rias diede alla sua regina uno sguardo curioso, alzando
gli
occhi dal lavoro d’ufficio di fronte a lei.
“Quindi, quando avremo l’occasione
di vedere il nuovo membro del club, Buchou?”
Erano passati due giorni da quando
Rias aveva accolto il suo
ultimo pedone, e finora aveva affrontato più problemi di
quanti se ne
aspettasse. Aveva fatto richiesta perché Kirito, o Kirigaya
Kazuto, che era il
suo vero nome, si trasferisse all’accademia Kuoh in modo da
poter essere in
contatto con il resto della sua nobiltà, ma nonostante lui
fosse d’accordo, si
stava rivelando abbastanza difficile sbrigare le pratiche burocratiche.
Per
qualche ragione,
le persone che gestivano il suo attuale liceo erano riluttanti a
lasciarlo
trasferire. Il lavoro d’ufficio iniziale era stato respinto e
Rias si era
dovuta recare personalmente alla scuola, usando un po’ della
sua magia da
diavolo perché le pratiche venissero accettate. Un ritardo
del genere era molto
insolito, e la cosa aveva fatto aggrottare la fronte a Rias.
“Presto Akeno”
Rias rispose alla sua regina. “Kirito-kun
dovrebbe trasferirsi la settimana prossima.”
“Non vedo l’ora
di incontrarlo.” Akeno sorrise. “È
così
romantico che abbia usato il suo desiderio per salvare la sua ragazza.
Mi
piacerebbe vedere un gentiluomo del genere più da
vicino…”
“Anche io sono interessato
ad incontrare il nostro nuovo
compagno.” Kiba sorrise, sorseggiando il suo the.
“Da quello che hai detto di
lui, sembra uno splendido gentiluomo.”
“…Meglio del
pervertito.” Koneko ha aggiunto mentre
continuava a mangiare i suoi soliti spuntini.
“Chi è meglio di
chi?” Issei intervenne non appena
attraversò la porta, cogliendo solo l’ultima parte
della conversazione. Dal
momento che ancora non aveva alcun potere demoniaco da utilizzare per
il
cerchio di evocazione, era sempre l’ultimo a raggiungere la
sala del club.
“Ara?” Akeno mise
una mano sulla guancia fingendo sorpresa. “Non
te l’ha detto nessuno, Ise-kun?”
“Dirmi cosa?”
chiese il ragazzo, grattandosi la guancia in
confusione.
“Così
sembra…” Rias sorrise, iniziando a spiegare, solo
per
fermarsi nel momento in cui a sopresa, comparve un cerchio di
evocazione sotto
di lei.
“Ancora?” Akeno
fece schioccare la lingua e Rias ha condiviso
la sorpresa della sua regina. Perché ricevesse due
evocazioni in così poco
tempo… Chi altro potrebbe avere un desiderio che
richiederebbe un diavolo d’alta
classe?
Nonostante la sua confusione, Rias si
alzò, permettendo alla
convocazione di portarla via. La sua confusione raddoppio quando si
trovò
nuovamente in ospedale. No, non solo in ospedale: lo stesso ospedale e
la
stessa camera dell’ultima volta che era stata convocata!
“Tu” una voce
femminile roca si fece strada tra i suoi
pensieri. In essa avversi accusa, ostilità e solo in ritardo
che era diretta a
lei. “Tu sei il diavolo, non è vero? Quello che
fatto un accordo con il mio
Kirito-kun?”
“Io?” Rias si
trovò onestamente scoraggiata davanti all’accusa
malcelata, prima di riconoscere chi stesse parlando. “Ah,
Asuna, non è vero?”
“Si” Asuna
annuì debolmente. Rias osservò con attenzione la
ragazza. Lei era poggiata in maniera tale che potesse stare seduta sul
letto e
le sue braccia sottili erano incrociate di fronte a lei. Nonostante il
fatto
che stesse tremando dallo sforzo, una mano stringeva saldamente il
volantino da
convocazione. “Penso di ricordarmi di te da quella notte, ma
tu sei lei giusto?
Il diavolo con cui ha fatto un contratto.”
“Si” ammesse
Rias, ancora incerta sulla situazione. “Sono
Rias Gremory, il diavolo che ha fatto un contratto con
Kirito-kun” Lei esitò
mentre gli occhi della ragazza si socchiusero a senti pronunciare quel
soprannome. “Ma come fai a saperlo? Non dovresti essere a
conoscenza delle
transizioni dei diavoli…”
“Me l’ha
detto.” Asuna la interruppe, prima di tossire. Le
deboli mani della ragazza tentarono di afferrare una tazza
d’acqua dal suo
capezzale, e nonostante l’ostilità che le aveva
dimostrato, Rias si avvicinò
rapidamente per aiutarla. Rias non poteva evitarlo, vedendo quando
debole fosse
la povera ragazza. Avrebbe
probabilmente
impiegato un po’ di tempo per recuperare la forza perduta, ed
anche allora
sarebbe probabilmente rimasta magra come il suo servo fino a che non
avesse
avuto il tempo di recuperare tutto il peso perduto. “La
scorsa notte, quando ho
chiesto come mi ha salvata, mi ha detto tutto.” Asuna si
fermò e nonostante la
sua evidente antipatia per Rias, mormorò un veloce
“grazie”, dopo aver finito
un sorso d’acqua.
“I Diavoli non dovrebbero
parlare di questo genere di cose
con le persone che non sono coinvolte.” Rias
sospirò tra se. “Dovrò
rimproverarlo per questo.”
“Persone non
coinvolte?” Asuna si accigliò nuovamente,
fissando Rias. Il diavolo vide i suoi occhi scivolare verso il basso,
prima di
tornare a fissarla con il suo cipiglio raddoppiato. Rias si chiese per
un
attimo il perché la ragazza avesse iniziato a fissarla.
Aspetta, non stava fissando lei,
stava fissando lei sue…
Ah, questo spiegherebbe tutto. Anche
Ise spesso le fissava i
seni, ma Rias era abbastanza sicura che la ragione per cui lo stesse
facendo
Asuna fosse totalmente diversa.
“Asuna-san.” Rias
iniziò con tono rassicurante, sorridendo
alla ragazza. “Non c’è niente di cui tu
ti debba preoccupare. Anche se lui è il
mio servo, ciò non significa che Kirito ha alcun obbligo
verso di me in quel
modo.” Eppure, nonostante il possibile equivoco, Rias si
ritrovò a sorridere.
Quei due, il suo servo e la ragazza che aveva salvato, erano
così adorabili
insieme! “Prometto che non interferirò nel vostro
rapporto.” Il viso di Asuna
arrossì alla parola ‘rapporto’.
“Non è raro che diavoli ed esseri umano si
frequentino, quindi non ci sarà alcun motivo
perché voi due…”
“Non è questo
che mi preoccupa!” Asuna la interruppe,
suonando sia imbarazzata che arrabbiata. “Kirito-kun
è mio marito e so che non
mi tradirebbe.”
“Marito?” Rias
sbatte le palpebre, sorpresa dal titolo. Quei
due erano già sposati? Dovevano amarsi davvero profondamente
per sposarci così
giovani! Rias decise in quel momento di fare tutto il possibile per
sostenere
la relazione del suo più giovane pedone. Era così
romantico! “Complimenti!”
“Grazie” Asuna
borbottò imbronciata di nuovo, arrossendo
all’evidente
incoraggiamento. Strinse le labbra strettamente per un momento,
porgendo poi il
contratto che ancora stringeva in mano. “Tu esaudisci i
desideri, giusto?”
“Oh” Rias si
raddrizzò, comprendendo. Così l’altra
ragazza
non l’aveva chiamata solo per un confronto sul suo fidanzato,
anzi marito. “Così
vuoi fare un contratto?”
Rias pensò ad una dozzina
di cose che la ragazza avrebbe
potuto desiderare. Forse voleva riguadagnare la sua salute, in modo che
potesse
tornare dal marito in breve tempo?
“Si” Asuna
annuì a se stessa, prima di incontrare direttamente
gli occhi di Rias. “Vorrei restare al fianco di Kirito-kun
per sempre.”
“Questo…”
Rias fu sorpresa dal desiderio. Era così semplice
che non poteva fare a meno di sbattere le palpebre. Non era raro che i
diavoli
ricevessero quel tipo di desiderio dalle giovani ragazze. Purtoppo,
qualcosa di
così ampio e non specifico aveva in genere un prezzo che non
poteva essere
pagato. “Beh, un momento per favore…”
“Così i diavoli
utilizzano davvero app per il telefono…”
mormorò Asuna, sembrando incredula come la volta in cui
Kirito gliene parlò
tempo prima. Rias non poté non sorridere alla sua
espressione. È stata davvero
una delle sue gioie segrete vedere la meraviglia negli occhi delle
persone
quando usavano l’app per trovare i prezzi adeguati.
“Il prezzo del tuo
desiderio è…” Rias si interruppe,
socchiudendo gli occhi mentre fissava la risposta del telefono.
Di nuovo. Anche in questo caso la
risposta era che lei
servisse nella sua nobiltà.
Non solo una volta, ma due. Questa
ragazza non aveva poteri
speciali, non aveva una Sacred Gear, non aveva capacità
degne di nota che Rias
potesse vedere, tranne forse l’esperienza di aver
attraversato qualcosa di
spiacevole. Ed ancora una volta, nonostante questo, era stata ritenuta
degna
dell’incarnazione.
‘Una volta sarebbe potuto
essere un incidente’ Pensò Rias ‘Ma
la seconda? Per di più da parte di persone così
collegate tra loro. Cosa sta
succedendo qui?’
“Il prezzo?”
Asuna chiese, stringendo gli occhi con
sospetto.
“Il
prezzo…” Rias ha iniziato, prima di decidere che
una
cosa del genere non poteva essere solo una coincidenza. Ci doveva
essere una
ragione se aveva incontrato i due. Ci doveva essere una ragione se
l’esatto
numero di pedoni che le erano rimasti poteva coprire questa situazione.
“Il
prezzo è che tu ti unisca a Kirito nella mia
nobiltà.”
Lo sguardo di Asuna non era sorpreso
o confuso. Rias avrebbe
potuto classificarlo come ‘trionfante’.
"Perfetto", la ragazza costretta a
letto dichiarò
ferocemente.