Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: Arial    10/04/2009    4 recensioni
Le ultime parole di John aleggiano da anni sulle teste dei suoi figli e se per Dean fosse arrivato il momento di mantenere la promessa fatta a suo padre? Sam ormai è totalmente fuori controllo, avra Dean la forza di fermarlo o...?
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
And I feel like everything I saw

And I feel like everything I saw
Is being swept away
When I refuse to let you go

(Map of the Problematique, Muse)

 

 

 

Le prove sono tutte qui, disposte in bella mostra davanti ai tuoi occhi. Sei a capo chino, il viso rigato di lacrime. Non hai commesso tu questo delitto, ma la colpa dell’accaduto è solo tua, e lo sai. Avresti dovuto fermarlo prima che la situazione degenerasse a tal punto, ma era più comodo tenere la testa sotto la sabbia; fingere che lui fosse quello di prima o che, perlomeno, un briciolo di coscienza gli fosse rimasto. E se a volte si lasciava prendere un po’ troppo da una caccia, beh non stava certo a te giudicarlo. Quante volte ti eri buttato nel lavoro per non sentire la paura o il dolore? Quante il sangue di un mostro qualsiasi aveva lavato via i tuoi sensi di colpa? La differenza fra te e Sam è soltanto una e, purtroppo, sostanziale: tuo fratello non sapeva più riconoscere le proprie prede. Non faceva più differenza fra buoni e cattivi, umani e demoni; l’importante era uccidere, poco importava cosa o chi. L’ubriaco che vi aveva seguito nel parcheggio perché tu avevi guardato troppo insistentemente la sua ragazza; il custode del cimitero che aveva assistito alla vostra ultima performance. Non sapevi ancora esattamente cosa lo scatenasse, poi l’avevi capito: Sam uccideva chiunque si avvicinasse troppo a te. Aveva sviluppato un inquietante istinto di protezione nei tuoi confronti, ti seguiva ovunque e se per caso ti allontanavi troppo… preferisci non ricordarlo. Neppure a Ruby era consentito vederti. Non che sentissi la mancanza di quella sgualdrina, ma eri così desideroso di un contatto umano che ti saresti accontentato persino di lei. Poi se Sam avesse pensato bene di uccidere il suo mentore non ti saresti di certo disperato…

Sam comunque continuava a vederla, anche se non in tua presenza. Usciva chiudendosi la porta alle spalle, sicuro che non saresti mai uscito rischiando la vita di qualcuno. L’ultima volta che ci avevi provato aveva dato fuoco al motel e a tutti i suoi occupanti… Sam sì che sapeva come tenere qualcuno al suo fianco.

Passavi i rari momenti da solo maledicendoti per la tua debolezza. Neppure ora che la verità ti colpiva con la sua evidenza potevi deciderti a fare quello che gli altri si aspettavano da te, a prendere la decisione più giusta. Continuavi a mentire a te stesso: è troppo forte, un attacco frontale sarebbe suicida; aspetterò l’occasione più adatta. Peccato però che quel momento non arrivasse mai. Preferivi la coscienza dilaniata da centinaia di morti senza volto, piuttosto che macchiarti le mani del sangue di tuo fratello. Come si poteva chiedere a te di ucciderlo quando l’avevi salvato così tante volte da non ricordarle neppure più, quando avevi tirato su e amato con tutto te stesso il vero Sam? Tuo fratello non è un mostro, è una vittima. Se solo Azazel non avesse scelto lui, se solo il suo sangue non fosse ormai parte di lui… In genere questi ragionamenti erano il preludio di una crisi: passavi le ore successive seduto sul letto, le gambe al petto, gli occhi fissi nel vuoto. Cercavi di uscirne, ma la tua mente si ostinava a riandare ad un passato non troppo lontano in cui Sam non era un assassino e tu non eri suo prigioniero. La mancanza di cibo ti rendeva difficile mantenerti vigile e concentrato. Sapevi che Sam metteva sempre qualcosa nei tuoi pasti, quindi avevi smesso di mangiarli; la soluzione si era rivelata però poco efficace: ogni volta che Sam riteneva che tu avessi bisogno di riposo, ti iniettava qualcosa direttamente in vena. Almeno non faceva più niente alle tue spalle, avresti dovuto esserne grato. Lo sentivi spesso urlare al telefono, minacciando i suoi interlocutori; ti chiedevi quante volte mettesse in pratica le sue minacce, sebbene i vestiti grondanti sangue fossero una risposta molto eloquente. Sam era ormai incapace di contenere la sua rabbia. Ti auguravi che un giorno si scagliasse contro di te; lo provocavi in ogni modo, sperando ti attaccasse, mettendo fine alle tue sofferenze. Tuo fratello però ti riservava sempre un sorriso gentile; quando si posavano su di te i suoi occhi si riempivano immancabilmente d’amore e questa, se possibile, era la cosa che ti spaventava di più. Una parte di te si illudeva di essere l’unico legame di Sam col suo lato ancora umano, l’unica persona che avrebbe potuto farlo tornare in sé; un’altra, decisamente più razionale, sperava ardentemente di morire. Persino all’Inferno saresti stato più in pace che al fianco di questo surrogato della tua famiglia. Purtroppo però eri uno dei pochi fortunati ad avere un angelo custode sulla spalla, quanto c’avrebbe messo quel figlio di puttana a riportarti in vita? Un attimo, Castiel... Come avevi potuto non pensarci prima? Gli angeli non esorcizzano i demoni, li purificano. Un’angelica manata sulla fronte e tanti saluti al fratello psicopatico, ai poteri demoniaci e al sangue di occhi gialli.

Avevi sfiorato il marchio ancora visibile sulla tua spalla sinistra, il palmo della sua mano impresso a fuoco nella tua carne, e avevi pregato per ore, prima sotto voce poi fino a quando la voce non ti era venuta a mancare. Niente.

Avevi scacciato via calde lacrime di frustrazione, perché ti aveva abbandonato anche lui? Beh, l’avresti scoperto presto: se non si faceva vivo con le preghiere, l’avresti fatto arrivare con un’invocazione, per poi prenderlo a calci nel culo. Non sapevi officiare un rito tanto complesso, quindi avevi preso la macchina meno squallida fra quelle presenti nel parcheggio del motel e ti eri fiondato a casa di Bobby. Eri certo di aver trovato la soluzione ai tuoi problemi e invece ti eri ritrovato, poche ore più tardi, a stringere il cadavere dell’uomo che consideravi quasi un padre…

-“Dean, sei così prevedibile. Sapevo saresti corso a chiedere aiuto a Bobby.

La voce di Sam è calma, controllata. Sembra quasi uno speaker radiofonico.

-“Sam, che diavolo hai fatto?” chiedi, sollevando lo sguardo su di lui.

-“Che ho fatto io? Che hai fatto tu, Dean!”

Lo guardi qualche secondo, esterrefatto.

-“Sei scappato, di nuovo. Continui a farlo. Non mi hai lasciato altra scelta: dovevo insegnarti una lezione, Dean” sospira.

Basta, non ne puoi più. Scatti in piedi e lo spingi contro il muro, poi cominci a colpirlo. Continui per un’eternità: pugni al volto, allo stomaco; ovunque. Ti fermi solo quando non hai più la forza di sollevare il braccio, quando le dita ormai rotte ricadono inerti lungo il tuo corpo. Fai un passo indietro e osservi quell’ammasso di carne sanguinolenta in cui hai trasformato il suo volto. L’innato bisogno di proteggere tuo fratello ti spingerebbe a chinarti su di lui, a rimetterlo in sesto; cazzo, persino in questo momento una parte di te urla affinché lo aiuti. Indietreggi ulteriormente.

Sam ti guarda, un occhio ormai completamente chiuso. Si deterge il sangue dal viso, senza mostrare il minimo segno di dolore. Ben presto capisci anche il perché: le sue ferite sono completamente guarite. L’ennesima prova di quanto ormai poco di umano sia rimasto in tuo fratello.

-“Perché non uccidi anche me, Sam?”

Il tuo tono è stanco; a questo punto non sai né ti importa sapere se la tua sia una domanda o una preghiera. Lo guardi dritto negli occhi e per la prima volta da mesi nei suoi ritrovi qualcosa del vecchio Sam.

-“Non potrei mai farti del male. Tu sei la mia famiglia, Dean.”

Senti le gambe cederti, di colpo. Sam ti prende prima che tu possa cadere, ti stringe a sé e ti lascia scivolare delicatamente a terra. Avverti il calore del suo abbraccio, il profumo di tuo fratello misto a quello del sangue di Bobby e non riesci più a trattenere le lacrime. I singhiozzi ti squassano il petto, tremi incontrollabilmente. La mano di Sam descrive ampi cerchi sulla tua schiena, l’altra ti carezza i capelli.

-“Ssshh, tranquillo Dean” sussurra, stringendoti ancora più forte. Sarebbe fisicamente impossibile essere più vicini di così, eppure non ti sei mai sentito tanto solo in vita tua. Questo non è il tuo Sam, non hai più nessuno al mondo. Sammy è morto fra le tue braccia quella notte in Wyoming, questo è uno sconosciuto, un mostro, un nemico e la colpa di tutto questo è solo tua. Avresti dovuto lasciarlo andare allora, Sam non avrebbe mai voluto diventare questo.

-“Scu… sa… mi, Sam…” cerchi di dire, in respiri sempre più laboriosi. Ti manca l’aria, senti la testa leggera, avverti un ronzio nelle orecchie…

-“Dean, resta calmo. Non vorrai svenire come una ragazzina?” ti canzona Sam. “Prendi dei respiri profondi, coraggio.” 

Fai come ti dice e ben presto sei di nuovo in grado di metterlo a fuoco. Sul suo viso è comparsa un’espressione triste, decisa. Che gli prende?  Non hai il tempo di rispondere a questa domanda, Sam ha estratto un lungo coltello, sembra si sia finalmente deciso. È strano, hai atteso così disperatamente la morte e adesso quasi la temi. Lo guardi negli occhi; speri che capisca che lo perdoni per quello che ha intenzione di fare e che ti perdoni per quello che tu hai fatto a lui. Sam alza la lama al di sopra della tua testa.

-“Non volevo che andasse così, ma non posso più aspettare...” sussurra.

Il pugnale fende l’aria; un grido ti sfugge dalle labbra, mentre il sangue comincia a cadere in piccole gocce scure sul pavimento sporco.

-“Che cazzo hai fatto, Sam?” domandi, allibito. Il polso di tuo fratello è squarciato in due, riesci ad intravedere il bianco dell’osso e il fitto reticolo di tendini e terminazioni nervose.

Sam trattiene una smorfia di dolore, poi sposta il braccio in modo che sia a pochi centimetri dalle tue labbra.

-“Bevi.”

-“Cosa?”

Ti ritrai immediatamente, sconvolto. Sam è messo molto peggio di quanto immaginassi.

Tuo fratello sospira, esasperato: -“Se lo bevi non avremo più problemi Dean” cerca di farti ragionare. “Io non dovrò più preoccuparmi che qualcuno possa farti del male e tu… beh, la smetterai di tormentarti. Saremmo di nuovo fratelli, saremmo felici. Vuoi?” chiede.

Ti porge nuovamente il braccio, sorridendo come se ti stesse passando un cosciotto di tacchino il giorno del ringraziamento. Ormai non dovresti stupirti più di nulla, invece… Reprimi un conato di vomito e punti gli occhi in quelli di Sam: -“No Sam, non voglio. Preferisco i sensi di colpa e una coscienza a... –agiti una mano in direzione di Bobby- quello che mi prometti tu” concludi.

Non saprai più dove sbattere la testa, è vero, ma sai che quello che ti sta offrendo Sam è sbagliato e almeno uno di voi deve continuare a ragionare in termini di bene e male.

-“Mi dispiace, Dean…” mormora.

Scuoti la testa, non c’è nulla di cui scusarsi: Sam voleva il meglio per entrambi, l’unico problema è che non sa più cosa sia.

Sam ti ghermisce il braccio e ti costringe a sollevare lo sguardo su di lui.

-“Ti prometto che è l’ultima volta” si scusa.

Un veloce lampo di giallo sporca le sue iridi: -“Bevi” ordina.

Senti la mente svuotarsi, ogni possibile obiezione bloccata; devi fare quello che ti ha comandato Sam.

Chiudi gli occhi, la bocca ormai vicinissima alla ferita, quando di colpo sei spinto lontano. La morsa mentale di Sam è svanita,  sei di nuovo liberissimo di prenderlo a calci e sembra che ci sia qualcuno disposto ad aiutarti: Castiel si è finalmente deciso a farsi vivo.

-“Non osare toccarlo” sibila, furibondo.

-“Cas, non ucciderlo” gridi, convinto che stia per fargli del male.

Sam ti sorride: -“Credi che questo moscerino possa crearmi problemi?”

Castiel lo guarda, altrettanto sicuro. Un’aura di potere lo circonda; non ti è mai sembrato così pericoloso, letale… angelico. Solleva una mano e Sam viene investito da una raffica di vento. L’angelo spalanca gli occhi, sorpreso. Sam fa un movimento col braccio sinistro e Castiel si ritrova immobilizzato contro un muro.

-“Credi che i tuoi trucchetti da demone possano avere qualche effetto su di me?” chiede, senza fiato.

-“Onestamente? Sì” ribatte Sam. Chiude le dita a pugno.

-“Fermati, Sam!”

Un’accecante luce bianca inonda la stanza. Quando riesci a riaprire gli occhi li punti sul muro dov’era Castiel, ma del tuo angelo non resta che l’ombra delle ali ormai bruciate sulla parete. Sembra che neppure i guerrieri di Dio siano immuni alla tua maledizione: qualsiasi cosa tocchi si distrugge e Castiel non faceva eccezione…

Sam si inginocchia nuovamente al tuo fianco e ti offre il suo polso. Non provi neppure a scacciarlo via; mormori un vaffanculo e posi le labbra sul taglio. Le dischiudi; la tua lingua si immerge in tutto quel rosso, dividendo delicatamente i lembi della ferita. Senti il sapore ferroso del sangue inondarti la bocca; è caldo contro il palato, ma quando scende lungo la gola brucia. Ti sembra quasi di percepirlo mentre si fa strada nel tuo corpo: estraneo, velenoso, malvagio. Continui a bere finché Sam non si ritrae.

“Bravo Dean” ti dice, soddisfatto.

Lo guardi, confuso. Ti gira la testa, stai malissimo. Sam ti stringe nuovamente a sé, ti fa distendere sulle sue gambe e prende a carezzarti i capelli. Sorride. Dice che presto tornerà tutto come prima e voi resterete insieme, per sempre. Stai tremando; senti il buio scendere su di te, avvolgendoti fra le sue braccia. Non riesci più a vedere Sam, anche le sue parole sono ormai solo un mormorio indistinto. Sorridi, qualsiasi cosa accada presto non sarai più solo. Mai più. Te l’ha assicurato Sam.

 

 

 

Note:

Il titolo è l’ispirazione per questa ff vengono dalla canzone “Map of the Problematique”, dei Muse. La dedico a due persone molto speciali: a Nicole che me l’ha commissionata, ama quello che scrivo e mi insegna il fiorentino; e a Silvia che è una delle persone più dolci che abbia mai conosciuto e oggi compie 23 anni, auguri tesoro!

Spero vi piaccia, fatemi sapere ^^

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Arial