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Autore: AlBo    19/05/2016    0 recensioni
Gli occhi verdi erano attenti, racchiusi in un volto deciso. Una rada barba, un po’ più folta sul pizzetto e sopra le labbra, gli copriva il volto di biondo scuro. Un cappello gli nascondeva i capelli.
Non si accorse di essersi incantata fino a quando lui non si mosse.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per Nicole, sognatrice ad occhi aperti


 
Obliterò velocemente il biglietto e saltò sul treno. Le porte si chiusero subito dietro le sue spalle. Vicino a lei, un venditore ambulante parlava al telefono nella sua lingua ancestrale, per nulla disturbato dal rumore di quel polveroso treno regionale.
 
La ragazza controllò di avere tutto e ondeggiando cercò un posto dove sedersi.
I sedili erano occupati dall’umanità più varia. Famigliole, ragazzi e ragazza, molti stranieri, anche un vecchio, che da sotto le cespugliose sopracciglia guardava attento la periferia, velocemente attraversata dai carrozzoni.
Si sedette nel posto che le sembrò più pulito, col trolley davanti e i piedi sopra questo. Non era molto signorile, ma chissenefrega.
 
Appoggiò la testa sul finestrino, la città era già lontana, la nebbia copriva la pianura, attraversata qua e là dai raggi del sole.
Davanti a lei si sedette un vecchio. Non aveva voglia di farea conversazione, al suo saluto rispose con un freddo sorriso. Frugò nella borsa fino a trovare le cuffiette e il cellulare.
Facendo partire la musica se ne accorse.
 
Un ragazzo stava leggendo. Gli occhi verdi erano attenti, racchiusi in un volto deciso. Una rada barba, un po’ più folta sul pizzetto e sopra le labbra, gli copriva il volto di biondo scuro. Un cappello gli nascondeva i capelli.
 
Non si accorse di essersi incantata fino a quando lui non si mosse.
Ebbe un sussulto e finse di cambiare canzone.
Tornò subito a guardarlo. “Bel fisico il tosat*”
 
C’era qualcosa di molto dolce in lui, la attraeva. Quando cambiava pagina, una strana forza muoveva le sue mani. Come il mare calmo, la distesa piatta che nasconde le forti correnti alla luce della luna e delle stelle.
 
Siamo in arrivo a …
 
La voce gracchiante la svegliò dal suo dolce naufragio.
Guardò il cellulare e rispose a due messaggi, controllando che il ragazzo non si alzasse.
Al suo cuore mancò un battito quando vide che stava prendendo la giacca a treno fermo. Non voleva perdere quella visione. Studiava arte, era abituata a immagini così belle. E quella che aveva davanti era troppo perfetta.
Le salì quasi un moto d’invidia. Si rassicurò un po’, vedendo spuntare dalla felpa un colletto messo male. Gli urtava il collo, toccando la pelle fra i fasci di muscoli. Riusciva quasi ad avvertirne il profumo.
 
Il treno si svegliò tutto al passare del controllore.
Il suo sorriso, il guizzare dei pettorali sotto la stoffa, l’armonia del corpo nel prendere il biglietto.
 
Era finita.
 
“Signorina, il biglietto”
Rivolse il peggior sguardo ebete al controllore, prima di porgergli il biglietto imbarazzata.
Stava per tornare al suo dolce perdersi, quando si accorse che lui la guardava sorridendo.
 
Arrossì all’istante, distogliendo lo sguardo, ancor più imbarazzata, ma piena di segreta felicità.
Tornò a guardarlo con un sorriso di scuse. E gli occhi si incontrarono.
 
Un’aquila non sbaglia mai il bersaglio. Quando dall’alto vede una preda, un piccolo topolino come un veloce coniglio, raramente lo manca. Scende dall’alto e con gli artigli pronti l’agguanta. I muscoli delle ali subito le riportano nel loro regno.
 
Ogni tanto, gli artigli mancano il bersaglio, e solo i peli vengono recisi.
Ancora più di rado, solo un piccolo pelo viene staccato dall’artiglio. Cade sull’erba, con l’aquila ormai lontana e la piccola preda salva. Tutta la forza muore in un solo leggero atto. La forza di tutte le aquile era racchiusa in quel solo sguardo.
 
Il treno si fermò, e il vecchio davanti a lei scese.
 
I ragazzo si alzò e venne accanto a lei. Posò i piedi sul sedile davanti e le tese la mano.
Il suo profumo riempiva l’aria.
 
Cupido rise, su quel grigio regionale, perso nelle campagne.
 

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*tosat, vuol dire ragazzo in dialetto veneto
   
 
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