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Autore: Ciuffettina    19/05/2016    5 recensioni
«Quanto devi rimanere qui dentro?» chiese l’arcangelo.
«Sei giorni» sospirò il profeta.
«Beh, mi sembra inutile non farti divorare dai leoni se poi muori di fame, aspettami qui… non che tu abbia molta scelta…» e sparì ridacchiando.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Gabriel comparve appena in tempo per impedire che i leoni divorassero Daniel, con uno schiocco delle dita chiuse loro la bocca, poi si rivolse all’umano: «Non temere, ora non ti faranno niente.»
«Oh, sei tu!» esclamò il profeta felice: «Puoi farmi uscire di qui?»
«Bene, per una volta tanto non sei svenuto(1). Certo che potrei ma sfortunatamente gli ordini che ho ricevuto non contemplano la tua fuga. Se il re vedesse che non ci sei più, penserebbe che in qualche modo tu sia riuscito a scappare, invece se ti trova ancora qui dentro illeso, capirà che c’è un Dio più potente di quello stupido drago che si ostina a pregare, mi hai compreso?»
Daniel annuì.
«Quanto tempo devi rimanere qui dentro?» chiese l’arcangelo.
«Sei giorni» sospirò il profeta.
«Beh, mi sembra inutile non farti divorare dai leoni se poi muori di fame, aspetta qui… non che tu abbia molta scelta…» e sparì ridacchiando. Ricomparve soddisfatto qualche minuto dopo con del cinghiale bollito e del vino. «Ecco qui, direttamente dalle cucine del re.»
Ma Daniel gli lanciò un’occhiata disgustata: «So che vuoi mettere alla prova la mia fede e rettitudine, pertanto non mangerò questo cibo impuro e non berrò questa bevanda(2)
Accidenti! Mi son dimenticato di studiare il Levitico! Certo che ‘sti aspiranti santi non san proprio godersi la vita. Fortuna che l’ha presa per una prova…” «Molto bene, sarebbe però un peccato sprecare questo ben… questo cibo…»
Per un attimo pensò di riportarlo indietro ma non gli andava di fare un altro giro a vuoto. Mangiarlo lui stesso? Per carità! Avrebbe scandalizzato il profeta, accidenti a lui!
I suoi occhi dorati si posarono sui leoni. “Ma sì, poveracci!” Schioccò le dita ed essi, che fino a un momento prima erano tranquilli, si avventarono sul cinghiale.
Daniel si rifugiò dietro all’arcangelo fissandoli terrorizzato, ma Gabriel lo rassicurò, strizzandogli l’occhio: «Non temere, la carne cotta è più appetitosa di quella cruda
I leoni lapparono anche il vino, poi si misero a dormire.
Daniel, rassicurato, disse: «Vorrei una minestra, di legumi possibilmente.»
«Molto bene ma prima…» Schioccò le dita, chiudendo di nuovo la bocca ai leoni, non voleva correre il rischio che si pappassero il profeta mentre era via, poi sparì con un frullio di ali.

Mentre volava Gabriel era seccatissimo, dove diavolo la trovava una minestra? Daniel gli aveva fatto fare un giro a vuoto, per una volta non avrebbe potuto fare uno strappo alla regola? Chissà se anche i suoi amati fichi erano considerati impuri? Finalmente vide il futuro profeta Abacuc il quale aveva proprio preparato una minestra. Gli comparve davanti e disse: «Porta il desinare che hai a Daniel a Babilonia, nella fossa dei leoni.»
Ma Abacuc rispose: «Non ho mai visto Babilonia e non so niente della fossa.»
Gabriel replicò: «Scommetto che non sai neanche quello che sto per fare.» Lo afferrò per i capelli, lo trasportò a Babilonia e atterrarono nella fossa.
Abacuc stava ancora strillando per il trattamento subito.
«Su, guarda il lato positivo» disse Gabriel. «Hai dei capelli sani e forti e non soffri di alopecia, piuttosto fa’ ciò per cui sei qui.»
Abacuc diede la minestra a Daniel che esclamò: «Grazie Dio che ti sei ricordato di me e non hai abbandonato coloro che ti amano.»
Già ma sono io quello cui tocca svolazzare di qua e di là!” pensò Gabriel irritato.
Daniel si mise a mangiare, mentre l’angelo riportava Abacuc a casa. «Ora sai dove si trova la fossa, perciò ti consiglio di andarci per altri 5 giorni con il cibo per Daniel o ti trasporterò io, esattamente come ho fatto oggi, sono stato chiaro?»
Abacuc annuì spaventato.
Bene, così mi sono risparmiato un bel po’ di viaggi.


All'alba del settimo giorno Gabriel si recò sopra la fossa per assicurarsi che liberassero il profeta.
Finalmente arrivò il re con il suo seguito, andò alla fossa e chiese: «Daniel, sei ancora vivo?»
«Sì, mio re. Il Signore ha mandato il Suo angelo che ha chiuso le fauci ai leoni, così non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a Lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male.»
Il sovrano lo fece uscire dalla fossa e vi fece gettare coloro che, con le loro calunnie, l’avevano convinto a condannare Daniel.
Bene, il mio lavoro è finito…” pensò Gabriel “Ah no! Stavo dimenticando la cosa più importante…” Schioccò le dita per liberare i leoni che si avventarono sui nuovi arrivati. “Buon appetito, ragazzi!” pensò prima di sparire.

 
*****

Racconto ispirato al capitolo 14 del “Libro di Daniel”
Non è specificato che l’angelo che aiuta Daniel sia proprio Gabriel ma, siccome il nostro arcangelo preferito compare dal capitolo 9 al 12, ho voluto inserirlo.
1) Nei precedenti capitoli, ogni volta che compariva Gabriel, Daniel crollava a terra svenuto.
2) Secondo il libro dei Leviti alcuni cibi erano considerati impuri.
   
 
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