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Autore: lawlietismine    20/05/2016    8 recensioni
Stiles e Derek hanno una storia da un po', ma non l'hanno ancora detto a nessuno del branco.
Il licantropo torna da un viaggio di due giorni in Messico e la prima persona che raggiunge non appena arriva a Beacon Hills, è ovviamente Stiles.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Sorpresa, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Untitled'
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Questi personaggi purtroppo non mi appartengono
 e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Note: ELEONORA, NON DOVRESTI ESSERE SU EFP DAMN GHGFVBERS
Sono senza speranze, vorrei sbattere la testa contro il muro fino a sentirmi male.
Domani mi interroga a storia e, naturalmente, io sono qui a pubblicare un'altra stupida One-Shot, contraddicendomi del tutto visto che avevo detto di essere in un periodo di blocco.
Non sono mai stata tanto normale, ma vabbé.
Ieri mattina sono andata a donare il sangue, poi quando sono tornata ho aperto il libro... Tempo due secondi e mi sono detta "dai, faccio una pausa e poi inizio", ma è nata questa cosa e io non sono più tornata a occuparmi di storia. Obv.
Quindi insomma, ora mi muovo e pubblico, così poi vado a studiare quella dannata materia che odio con tutta me stessa.
 In questa OS, Stiles e Derek stanno insieme, Derek è ancora un Alpha e il branco non sa nulla.
Lui è partito per due giorni e... niente, è tornato.
Addio.
Spero vi piaccia (e che vi strappi un sorriso, magari) e fatemi sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia!
Alla prossima, 
Lawlietismine


p.s: Il titolo... Beh, come per "Untitled (1)", non sapevo cosa mettere e quindi toh, ho messo questo.
p.p.s: vi lascio un'altra OS pubblicata un po' di tempo fa e a cui tengo (?): 
Can't help falling in love (with you)


 
Untitled (2)


 

A Stiles viene da ridere quando Derek lo sbatte con troppa forza contro la porta alle sue spalle e poi prende a baciargli frettolosamente e voracemente il collo, come se non avesse aspettato altro per tutta la giornata e ora non potesse più controllarsi: la cosa lo soddisfa in modi indicibili, facendogli dimenticare per un solo istante la situazione in cui sono. O dove sono.
Affonda le mani tra i suoi capelli scuri, trattenendolo dov'è e beandosi della sua lingua sulla pelle, mentre lui gli lascia inevitabilmente segni in quel punto alla base del collo che tanto gli piace marchiare ogni volta.
Stiles non può fare a meno di alzare gli occhi al cielo e mordersi il labbro per trattenersi dal mugolare, ma proprio quando l'altro abbandona quasi con uno schiocco il suo lavoro e lui di conseguenza sta per gemere rumorosamente, Derek gli stringe i fianchi tra le mani, lo bacia 
e lo zittisce malamente, mentre le braccia di Stiles lo avvolgono.


Sono passati solo due giorni dall'ultima volta che si sono visti e sembrano invece trascorsi anni da come il licantropo gli si è avventato contro appena l'ha raggiunto: Stiles ha finito gli allenamenti meno di mezz'ora fa, ha fatto una doccia negli spogliatoi e ha salutato Scott, prima di essere intercettato nel percorso per raggiungere il parcheggio.
Appena si è chiuso la porta sul retro della palestra alle spalle, l'altro gli ha fatto notare che, beh, è tornato senza avvisarlo dal suo breve viaggio.

“Ti sono mancato, eh?” ansima con un ghigno derisorio, quando Derek gli concede di riprendere fiato e gli bacia invece ogni singolo neo dalla guancia fino al bordo della maglia.
Lui grugnisce qualcosa in risposta e poi lo strattona su con la sua presa ferrea, costringendo l'umano a circondargli i fianchi con le gambe per trovare un po' di equilibrio: Stiles lo prende come un sì, sorride ferino e poi gli afferra il volto fra le mani per costringerlo a baciarlo di nuovo, beandosi del lieve strato di barba che gli preme contro i palmi.
Quando la sua schiena si scontra ancora con la porta alle sue spalle e il suo petto contro quello bollente di Derek, non può fare a meno di gemere nella bocca dell'altro e rabbrividire per quel contatto che, se l'è ripetuto fra sé e sé per tutti quei due giorni per non impazzire, a lui è estremamente mancato.
“Loft” sospira soltanto Stiles sulle sue labbra gonfie, arpionandosi alla sua spalla con una mano come se fosse un modo per ancorarsi alla realtà.
Derek alza finalmente lo sguardo, quasi animalesco e con le pupille dilatate, e lo fissa in quello dell'altro come per riprendersi da quell'attimo senza controllo, inebriato, poi annuisce, si sporge per rubargli un altro bacio profondo e umido e si decide a lasciarlo andare per raggiungere la macchina.

“Io sono ancora arrabbiato con te” farfuglia Stiles vicino al suo orecchio, quando l'altro mette in moto la Jeep e parte sbrigativo, le labbra di entrambi ancora schiuse e il respiro pesante, come in attesa di ritrovarsi e riprendere da dove si sono interrotti.
Gli deposita un bacio lascivo poco dietro il collo e poi gli morde piano il lobo, sospirando contro la sua pelle.
Derek sembra trattenere il respiro quando le mani dell'umano lo studiano, posandosi affamate su ogni parte di lui quasi per far riaffiorare il ricordo che ne hanno a riguardo, come se esso si fosse sbiadito negli ultimi due giorni: stringe con forza il volante, fino ad avere le nocche bianche, poi lo spintona un po' bruscamente per farlo sedere di nuovo al suo posto e farlo smettere, perché fa vacillare in modo pericoloso la sua attenzione e al loft vuole farlo arrivare possibilmente vivo.
Stiles lo fissa soddisfatto dal suo sedile, leccandosi allusivamente le labbra – certo di non passare inosservato, visto lo sguardo dell'altro che velocemente e impercettibilmente lo segue, prima di tornare sulla strada – e poi si passa una mano fra i capelli ancora umidi per la doccia.
Un verso animalesco ripercorre la gola dell'altro: quel ragazzino è una dannata tentazione.
“Spero che tu non ti sia divertito troppo in Messico” aggiunge con una finta smorfia, incrociando le braccia al petto e mettendosi composto.

Quando arrivano a destinazione, Stiles si ritrova di nuovo nella presa di Derek prima ancora di poter entrare, le gambe intorno ai suoi fianchi e le mani al suo collo, la schiena contro la porta che l'altro tenta di aprire alla cieca mentre lo bacia ansante. L'umano gli passa la lingua lungo la gola, dal basso verso l'alto, quando lui riesce nel suo intento ed entrano nel loft.
Tenta di ricambiare il favore, di lasciagli anche lui un marchio sulla pelle che lo dichiari suo, unicamente suo, lambendola e succhiandola, curandola come se fosse preziosa, ma sa che al contrario sul licantropo non resterà per molto il segno visivo del suo passaggio.
Stiles” Derek boccheggia affannato, cercando di placare la parte animale di lui che vorrebbe prendere il controllo della situazione nel sentire il suo tentativo di reclamarlo e marchiarlo, lasciando perdere la razionalità.
Se lo tira meglio addosso con uno strattone, affondando le mani nelle tasche posteriori dei jeans dell'altro così da spingerselo contro ancora di più, e Stiles geme in modo osceno, perdendo la presa che le sue labbra avevano sulla pelle alla base del suo collo, per poi tornare su e avventarsi sulla sua bocca già schiusa come se fosse la sua unica ragione di vita.

Per favore, risparmiatemi”

Entrambi sobbalzano nel tornare alla realtà, quando una voce inaspettata li richiama con una nota di falso disgusto e molta presa in giro, quasi divertita: Peter se ne sta seduto a metà della scala a chiocciola che porta al piano superiore, dove loro stavano giusto per dirigersi, e li osserva senza troppa sorpresa, come se sapesse già.
Dalla gola di Derek esce una specie di ringhio e i suoi occhi si tingono di rosso in un istante, mentre stringe impercettibilmente più a sé di riflesso il ragazzo fra le sue braccia.
“Prova a dirlo a qualcuno...” lo avverte in modo minaccioso, lasciando la frase a metà e facendolo solo divertire di più.
Peter alza le mani a mezz'aria e ride in modo pungente, quasi a deriderli, prima di tirarsi su e scendere quei pochi scalini che li dividono: Derek poggia a terra Stiles, ma non lo libera dalla sua stretta e non smette di fissare l'altro.
“Probabilmente l'unico idiota che ancora non se ne è reso conto è McCall, nipote caro” ribatte, lasciandogli una pacca falsamente consolatoria sulla spalla che lo infastidisce ancora di più, e Stiles sobbalza a quella nuova informazione, perché loro sono stati discreti e non hanno parlato di questa loro storia con nessuno, certi di averla nascosta al meglio, perché non ancora disposti a condividere col branco questo segreto unicamente loro.
“Si può sapere cosa ci fai qui?” Derek cambia argomento malamente, passando di riflesso il palmo della mano contro il fianco dell'umano, oltre la stoffa della maglietta, quasi come per marchiarlo ancora di più con il suo odore.
Peter ride di nuovo nel notarlo e poi si avvia verso la cucina.


“Vi conviene spalancare le finestre e cambiare aria, magari farvi anche una doccia, se volete mantenere questa farsa” dice, aprendo distrattamente il frigorifero, e “perché stanno venendo tutti qui per una piccola riunione” conclude ferino, prima di godersi il grugnito poco trattenuto e infastidito di Derek e osservarli fare frettolosamente come gli ha consigliato.

In realtà non arriverà nessuno prima di almeno due ore, ma questo non lo dice e si gode lo spettacolo, gustandosi silenziosamente il suo panino.  

  
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