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Autore: PersephoneAm    21/05/2016    1 recensioni
La luce dell'astro notturno illuminava il cortile del palazzo, mentre Nitocris vi passeggiava. Un rumore sinistro catturò la sua attenzione, ma non riuscì a chiamare le guardie ché una mano le si posò sulla bocca, impedendole di urlare. Il ladro la fece voltare e ciò che Nitocris vide le riempì il cuore di gioia: quegli occhi neri, così scuri e misteriosi appartenevano a una sola persona nel regno.
La mano abbandonò le sue labbra e con l'oscurità che la nascondeva sorrise. Era finalmente tornato. Ora poteva finalmente deliziarsi nel vederlo cavalcare con sicurezza il suo stallone nero dalla terrazza del palazzo, poteva vederlo allenarsi nel cortile insieme ai soldati, mentre le goccioline di sudore scivolavano sulla sua schiena scoperta e abbronzata dall'astro di Ra.
-Ramses?-chiese lei, per cercare conferma dei suoi sospetti.
-Si, sono io Nitocris!-rispose lui.
Il cuore prese a batterle furiosamente nel petto: il principe era finalmente tornato!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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Quando il principe Ramses entrò nelle sue stanze sperò di trovare la sua amata sposa e riempirla di baci e di carezze e di darle il dono che le aveva fatto portare, ma non si aspettò mai di vedere sul suo talamo Nitocris e Hatshepsut che dormivano abbracciate strette l'una all'altra. Sorrise e sfiorò la guancia di sua sorella, facendola svegliare pian piano.

«Ramses ...»borbottò lei, sfregandosi gli occhi.

«Shh! Sveglierai Nitocris»le disse, posandosi un dito sul naso,«Non mi dire che l'hai fatta stancare troppo!».

«No, fratello!»mormorò lei, sollevandosi a sedere,«Nostra madre l'ha trovata affacciata a uno dei terrazzi della sala del trono e l'ha mandata qui ad asciugarsi».

«Ad asciugarsi?»domandò lui.

Hatshepsut annuì.«Si era inzuppata tutta d'acqua. Per la pioggia.»

Ramses sospirò. Quella ragazza non lo avrebbe lasciato tranquillo per molto. Avrebbe voluto rimproverarla, ma guardarla dormire beatamente gli fece dimenticare tutte le punizioni che avrebbe potuto assegnarle.

«Hatshepsut, lasciaci ora.»disse il Principe alla sorella. «Devo parlare di una cosa importante con Nitocris.»

La piccola lo guardò sconvolta. «Ma io voglio dormire con lei!»

«Dormirai con Nitocris un altro giorno. Ora va' e non fare rumore.»

La bambina portò le braccia al petto, piegandole in un gesto di stizza, ma poi scese dal letto. «Sei cattivo, fratello.»

«Me lo dici sempre, sorellina.»ridacchiò lui. «Ora però va'!»

Hatshepsut sbuffò e andò verso l'uscita dell'appartamento dei Principi. «Promettimi che potrò stare con lei, la prossima volta!»

«Sul mio onore.»giurò il Principe.

Hatshepsut sapeva che suo fratello non mentiva sul suo onore. Mai. Così gli fece un sorriso e se ne andò, lasciando Ramses finalmente solo con la giovane moglie. Egli carezzò il viso della giovane sposa, la quale, al contatto con la pelle calda del marito, si svegliò, afferrando la mano di lui con le sue.

«Ramses.»sospirò lei, aprendo gli occhi e richiudendoli. «Bentornato!»

«Buongiorno, dolce Nitocris.»la salutò lui, con un sorriso stampato sulle labbra. «Vedo con dispiacere che sei stanca.»

La fanciulla annuì. «In questo periodo faccio fatica persino ad alzarmi dal letto.»

«Una pigrona, insomma.»la schernì lui, sfiorandole il viso con dolcezza e continuando verso il collo. La carezzò sul viso, sul collo, sul petto e poi la sua mano si fermò sul ventre di lei. Nitocris rimase in attesa. «Mio figlio cresce molto, nel tuo ventre.»

La ragazza posò una mano su quella del marito e gli sorrise. «Tuo figlio è forte e vigoroso come il padre. I sacerdoti di Ra hanno pronunziato il favore degli dèi, su di lui.»

Ramses sgranò gli occhi. «Davvero, mia dolce sposa?»

Nitocris annuì. «Quando sei partito per le ispezioni a Giza, quattro giorni fa.»

«Sono contento di queste belle nuove!»esclamò Ramses. «E gli dèi si sono pronunciati su altre questioni?»

«No, mio Principe.»rispose lei. «I sacerdoti non hanno riferito altro.»

Ramses annuì. «Allora, se questo è tutto, vorrei mostrarti una cosa. Un regalo.»

«Un regalo per me?»fece Nitocris, meravigliata.

«Si, dolce Principessa.»disse lui, prendendola in braccio.

Nitocris rise, stringendosi al collo di Ramses. «Ora sono curiosa. Che regalo mi hai portato?»

«Chiudi gli occhi, però.»la avvisò lui. «Altrimenti non sarebbe più una sorpresa.»

Lei obbedì e si coprì gli occhi con la mano, abbassando la testa. «Puoi almeno darmi un indizio, mio Signore?»

«Uno è freddo.»le disse. «È freddo, ma è bellissimo. L'altro, invece, è qualcosa che credo ti piacerà ancor di più.»

«Ma questi indizi non mi portano a nulla!»si lamentò lei.

«Ora li vedrai, Nitocris.»ridacchiò lui.

Entrarono in una sala del palazzo faraonico e Ramses mise coi piedi per terra Nitocris, la quale tenne sempre la mano davanti ai suoi occhi. Il marito la spinse verso l'interno della sala e la lasciò ferma al centro di essa. «Ora puoi aprire gli occhi, mio amore.»

Nitocris lo fece e si trovò davanti un piccolo cucciolo di leopardo, che dormiva beatamente in una calda cuccetta di cuoio, ronfando come tutti i felini sanno fare. Accanto alla cuccetta vi era un enorme lapislazzulo, di un attraente color azzurro.

«Oh, amorevole Iside!»esclamò lei. «Che magnifici doni!»

La ragazza non guardò in realtà nemmeno per un momento la pietra preziosa, ma andò verso il cucciolo. A cosa non impressionò più di tanto il marito: a Giza la chiamavano la Principessa Buona, perché aiutava sempre gli schiavi a ottenere dei vestiti più pesanti per l'inverno o lasciava che le madri allattassero i loro bambini. Era diventata una buona via di comunicazione con il popolo egizio e Ramses aveva capito che lei avrebbe aiutato l'Egitto, in qualche modo.

«Ti piacciono?»le chiese, guardandola accarezzare il cucciolo di leopardo. «Sua madre è stata uccisa da alcuni cacciatori, ma sono riuscito a fermarli in tempo, prima che uccidessero anche lui.»

«Oh, povera creatura!»esclamò la fanciulla. «Come può essere crudele la vita, a volte.»

«Se te ne prenderai cura, la sua vita non sarà poi tanto crudele.»

«Ma è stato privato della madre a una così piccola età...»

Ramses le mise le mani sulle spalle. «Vi aiuterete a vicenda, ne sono sicuro.»

Lei si voltò a guardarlo e gli sorrise. «E tu credi che sarò una buona madre, per tuo figlio?»

«Si, nella maniera più assoluta si.»rispose. «Sarai una madre amorevole e affettuosa, tanto quanto io sarò rigido e istruttivo per lui.»

«E se dovesse essere una femminuccia?»

«La amerò come amo sua madre.»

Nitocris lo baciò sulle labbra e sentì il cucciolo leccare la mano. Si voltò verso il piccolo e sorrise. E Ramses, guardandole gli occhi luminosi, si convinse ancor di più che Nitocris sarebbe stata la miglior madre al mondo, per suo figlio.

Nitocris alzò lo sguardo e trovò un soldato all'entrata della stanza. Dopo la sparizione della Quarta Regina, suo marito aveva imposto ad almeno due guardie di seguire ogni membro della famiglia reale, anche Akhenator. E lei non se ne lamentava di sicuro! Si sentiva protetta, soprattutto quando Ramses doveva partire per qualche viaggio.

«Guardia, potresti chiamare uno schiavo, per favore?»chiese all'uomo.

Lui scattò subito in posizione. «Certamente, mia signora.»rispose e uscì dalla stanza.

«A cosa ti serve uno schiavo?»le domandò Ramses.

La fanciulla sorrise. «Credo che il cucciolo voglia del latte.»

Lo guardarono annusare l'aria, cercando qualcosa da mangiare, poi posò la testolina sulla mani di Nitocris e si rimise a dormire. I due risero sommessamente.

«Miei Signori. Ecco lo schiavo.»annunciò la guardia.

Fu Ramses a ordinargli di portare una ciotola con del latte di vacca e, dopo un secondo di smarrimento visto nello sguardo dello schiavo, lui corse subito a cercare ciò che i padroni gli avevano chiesto.

Quando finalmente il latte arrivò, il piccolo leopardo aprì gli occhi e iniziò a leccare dalla ciotola il latte, sporcandosi i baffetti e facendo ridere Nitocris.

«Come vuoi chiamarlo, mia adorata sposa?»le chiese Ramses.

Nitocris sembrò pensarci su, poi rispose: «Hathorus.»

«"Il consacrato all'amore"?»fece lui. «Bel nome.»

«Bel nome per un bel regalo.»sorrise la fanciulla, guardando il marito.

«Principe Ramses!»lo chiamò una Guardia. «Principe, abbiamo preso uno scriba che si è intrufolato nelle vostre stanze.»

Ramses si irrigidì, poi dette un bacio sulla fronte di Nitocris. «Torno più tardi.»

Lei annuì e a occuparsi del cucciolo. «Fa' attenzione, mio Principe.»gli disse. «Anche se sei sotto il mio stesso tetto.»

Ramses le sorrise, dicendosi fortunato per aver sposato quella ragazza: non solo aveva portato gioia e felicità, nella sua vita, ma Nitocris sarebbe diventata presto madre di suo figlio. Gli avrebbe donato un erede!

E, sopra ogni cosa, Nitocris lo amava e si preoccupava per lui. Ramses si sentiva al settimo cielo. Sentimento che era oscurato da uno scriba: che diavolo ci faceva uno scrivano nelle stanze sue e di Nitocris?







Buonasera ragazze! Come potete immaginare, mi è mancato il tempo materiale per continuare a scrivere e sono sicura che, dopo questo capitolo, non riuscirò a pubblicare nulla fino a luglio, almeno. Comunque mi farebbe piacere sapere il vostro parere sulla storia e i pareri sui personaggi. Chi vi piace di più? Come trovate Nitocris e Ramses insieme? Fatemi sapere eh! (: alla prossima!❤
   
 
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