"Aprii gli occhi. Intorno a me si disgiungevano e ricongiungevano milioni di particelle d'ossigeno. Andavano fluttuando fino in superficie per poi scomparire alla mia vista, creando indivisibili crepe nell'acqua. Rimasi fermo qualche istante in più sul fondo della piscina e poi scivolai verso il pelo dell'acqua, riemergendo. Una veloce occhiata al cielo mi fece intendere che fossero passate ore dall'inizio del sonno. Feci forza sulle braccia e riemersi completamente: non ero affatto rigenerato, maledizione. Tornai in camera chiudendo dietro di me la porta del poggiolo e afferrai l'asciugamano al bordo del letto lanciando uno sguardo al grande specchio decorato davanti a me. L'immagine rifletteva la stessa irritante perfezione di sempre. Mi avvicinai alla cornice vecchia ed usurata della superficie riflettente e seguii con il dito le striature nere e rosse, mentre riflettevo. Quello stesso giorno sarei andato da Anastasia. Le avrei parlato e l'avrei convinta a seguirmi. In caso non avesse avuto alcun desiderio di accompagnarmi, tuttavia, sarei passato alle maniere forti. Stavo soppesando i pro e i contro di uno scontro fisico quando la porta si aprì di scatto, sorprendendomi magnificamente nudo. Alzai gli occhi e sorrisi mestamente. -Buongiorno mia cara.- "