UN
SENTIMENTO CHE TRASCENDE IL TEMPO
Era
una calda serata estiva
quando Light Yagami entrò nel bel ristorante, che era stato
completamente
riservato a loro, per festeggiare il compleanno della sua fidanzata,
Misa
Amane.
Venne
investito dalla fresca
aria condizionata, beandosi del leggero refrigerio che questa donava, e
solo in
un secondo momento notò che la sala era già tutta
gremita di persone, venute
per la festa della bionda.
Si
avviò verso di loro,
salutando tutti in modo amichevole, anche le persone per cui non aveva
una
grande simpatia, quando ad un tratto lo vide…
LUI
era li, nell’angolo di
destra, che parlava e rideva con Matt, bello come mai se lo era ricordato in quegli
ultimi due anni.
Una
fitta al cuore lo prese,
mentre ricordava quel passato che, nonostante tutti i suoi sforzi, non
era
ancora riuscito a dimenticare.
Ricordava
bene quando erano
compagni di classe, e quella sana rivalità che li aveva
accompagnati durante
gli anni scolastici. Ricordava
l’estate del loro diploma, la storia che era nata tra loro,
che fino a quel
momento non avevano manifestato i loro reali sentimenti. Ricordava la
gioia, le
lacrime, la passione e le discussioni di quel loro rapporto.
Ricordava
come L, un giorno,
mentre guardava la luna, seduto alla finestra, gli avesse detto, senza
neanche
guardarlo, che il signor Watari gli aveva offerto un lavoro nella
polizia
investigativa; di come, con così tanta, apparente,
facilità, gli avesse detto
che sarebbe presto partito per Londra.
Ricordava
il loro doloroso
addio, in un piovoso sabato pomeriggio, all’aeroporto di
Tokio, dove si erano
divisi, dove, tra mille lacrime, aveva visto partire la persona a cui teneva di
più al mondo, solo per
un suo capriccio, solo perché non aveva voluto
seguirlo…
Ma
lui ora era li, era
tornato, ed il cuore di Light ricominciò a battere forte,
come ormai non faceva
da tempo.
Lo
osservò meglio…
Non
era cambiato in questi
anni; i capelli sempre scompigliati, sempre così esile, con
la sua carnagione
chiara, su cui adesso spiccavano due occhiaie, sempre così
dannatamente
affascinante da farlo capitolare.
Stava
sostenendo un’animata
discussione con il ragazzo, e sorseggiava quella che sembrava
un’aranciata…
l’unica bibita analcolica… tipico di L.
Sorrise
tra se e se, ma il suo
flusso di pensieri fu interrotto da Misa, che, quando lo vide, gli si gettò
tra le braccia.
Dopo
poco fu lei stessa a
dirgli “lo sai, Matt ha portato un ospite
speciale…”, mentre, facendosi spazio
tra tutte quelle persone, si avvicinava a L, fino a quando non si
trovarono l’uno
di fronte all’altro.
“ti
ricordi? L era partito per
Londra una volta terminati gli studi…” disse la
bionda, ancora abbracciata a
lui
“si,
me lo ricordo” rispose
sbrigativo
“ciao Light” disse L
“ciao…”
“bene,
ora vi lascio un po’
soli, vado a salutare gli altri ospiti” e detto questo se ne
andò, seguita da
Matt, che si allontanò con una scusa banale.
Erano
rimasti soli, o almeno,
così si poteva dire, e questo li imbarazzava entrambi, in
quanto non
avevano neanche il
coraggio di guardarsi
negli occhi.
“quindi
ora, tu e Misa…”
esordì il detective
“si”
“…
e dal suo comportamento
presumo che non sa di noi…”
“no…”
“ok…”
fece cadere la
conversazione il moro, in tono lieve, bevendo un altro sorso di
aranciata.
“ti
trovo bene…” gli disse
improvvisamente Light, cogliendolo di sorpresa
“oh,
grazie… anche tu…”
Quella
situazione era
frustrante. Avevano migliaia di cose da dirsi, ma
nessuno dei due voleva,
o trovava la forza per farlo.
Si
limitavano a tacere,
guardandosi talvolta di sfuggita.
Per
fortuna quella situazione
così assurda fu interrotta dalla voce di Misa, che incitava
tutti a sedersi a
tavola.
Un
tavolo immenso
apparecchiato tutto in bianco e nero, proprio come aveva voluto la
festeggiata.
I
due non erano seduti molto
distanti, ma non si parlarono mai. Light lo guardò a lungo,
spesso
soprapensiero, ma L, dal canto suo, si sforzò mentalmente di
non farlo.
La
cena sembrava non finire
mai, ogni volta veniva servita una nuova portata, ma dopo il terzo
dessert Misa
si alzò, raggiungendo il castano, attirando
l’attenzione dei presenti battendo
lievemente un cucchiaino sul bordo di un bicchiere.
“signori,
un attimo di
attenzione” disse, con quella sua voce così
squillante, prendendo Light per
mano “è con immensa gioia che vi annuncio
che… io e Light ci sposiamo!!” disse,
baciandolo, tutta sorridente, per poi riprendere “la
settimana prossima,
ovviamente siete tutti invitati!”
In
quel momento i ruoli si
erano invertiti…
L,
a quelle parole, si era
girato di scatto, guardando il ragazzo, che teneva lo sguardo fisso sul
tavolo,
mentre tutto intorno a loro gli invitati facevano le loro
congratulazioni alla
coppia.
Subito
dopo fu fatto spazio e
la stanza diventò una grande sala da ballo, che presto si
riempì di musica.
Il
futuro sposo però non si
unì alle danze, ma uscì fuori, sulla terrazza,
sapendo che avrebbe trovato li
il soggetto dei suoi pensieri.
Ed
infatti eccolo, con i
gomiti appoggiati sulla ringhiera, piegato leggermente in avanti, che,
pensieroso, guardava quella notte carica di stelle.
“sempre
a guardare le stelle,
vero?” gli disse dolcemente il castano affiancandolo
“già…
non me le ricordavo così
belle! A Londra non si vedono così
bene…”
“da
quant’è che non tornavi a
casa?”
“da
quando ci siamo salutati”
“e
adesso perché…”
“avevo
un caso da risolvere
qui in Giappone, ma ora che l’ho risolto non so quanto mi
fermerò”
“che
ne pensi di me e Misa?”
chiese improvvisamente
“beh…
lei sembra molto
innamorata… vi auguro di essere felici” rispose,
in tono piatto
“COSA?!
Stai scherzando,
spero?!” domandò Light adirato, ma notando lo
sguardo interrogativo di L
continuò “ti presenti qui dopo due anni, durante i
quali non ci siamo ne visti
ne sentiti, e l’unica cosa che riesci a dirmi è
“vi auguro di
essere felici”?!?”
“non
sono stato io a voler far
finire tutto, Light, lo sai! È stata una tua scelta, ed
è giusto che tu sia
andato avanti e ti sia rifatto una vita!”
“adesso
sarebbe colpa mia?!
Sei tu che sei voluto partire a tutti i costi per Londra!”
“…non
potevo rinunciare, era
la mia occasione! Quindi ti ho chiesto di fare una scelta, e tu hai
scelto di
rimanere…” disse, abbassando lo sguardo, facendo
per andarsene con un “non
verrò al tuo matrimonio… partirò
quella stessa mattina”
A
quel punto Light, agendo
d’istinto, lo afferrò per i polsi e lo
tirò a se.
“te
ne vai un’altra volta?”
gli chiese, con voce carica di dolore
“Light,
lasciami…” cercò di
divincolarsi, ma la presa dell’altro era troppo salda
“perché?”
chiese semplicemente
il castano, come se non lo avesse neanche ascoltato.
…ma
quella singola parola fece
crollare ad L tutte le difese…
Smise
di divincolarsi,
lasciando che l’altro continuasse a tenergli i polsi, e
scostò la testa, in
modo da non guardarlo negli occhi, dopodiché, con un filo di
voce disse
“come
puoi chiedermi di
guardarti mentre ti sposi con Amane?”
La
sua voce, così insicura e
tremante, colpì Light come uno schiaffo.
Vederlo
così fragile gli
faceva male, e, senza neanche accorgersene, allentò la
presa, per poi attirarlo
a se, abbracciandolo con forza.
Il
moro sgranò gli occhi per
la sorpresa, poi appoggiò la fronte nell’incavo
della sua spalla, stringendo
tra le dita il tessuto della sua camicia.
“mi
sei mancato tanto” gli
sussurrò il castano all’orecchio, e, prima che
potesse opporsi, calde lacrime
gli rigarono le guance, in un pianto silenzioso, andando ad infrangersi
sull’indumento dell’altro.
Per
entrambi sembrò di essere
tornati indietro nel tempo, al periodo in cui erano felici insieme, e
desiderarono che quel momento durasse in eterno…
…purtroppo
questo non era
possibile…
E
Misa Amane, dopo aver bevuto
l’ennesimo drink, fece il suo ingresso sulla terrazza,
incrinando quel fragile
equilibrio che si era formato tra i due.
L
si allontanò immediatamente
da lui, quasi come fosse rimasto scottato, portandosi uuan mano al
viso, ad
asciugarsi le lacrime.
“L,
stai bene?” gli chiese la
bionda, vedendolo in quello stato
“si,
Misa, stai tranquilla,
sono solo un po’ stanco… “
mentì “…ora, se volete scusarmi, andrei
in albergo…
grazie per la serata”. E senza aspettare una risposta
tornò dentro per prendere
il cellulare per chiamarsi un taxi, ma si imbatte in Matt, che si stava
dimenando come un pazzo sulla pista da ballo.
“L,
che hai?” gli chiese,
preoccupato
“niente…”
“hai
parlato con Light, vero?
Cosa vi siete detti?”
“Matt,
non ho voglia di
parlarne! Voglio solo andare in albergo…”
“tieni!”
A
differenza di quello che
pensava, Matt non gli fece altre domande, si limitò a
porgergli le chiavi della
sua auto, con un “tranquillo, poi mi faccio dare un passaggio
da Mello, o da
Near!”;
Ancora
una volta il rosso si
era dimostrato uno dei suoi migliori amici.
“grazie”
rispose il moro, che,
dopo averlo salutato con un sorriso, prese la sua giacca ed
uscì dal locale,
montando in macchina, dirigendosi verso l’hotel dove
alloggiava, conscio che
quella notte non sarebbe riuscito a dormire.
Fu
per questi suoi pensieri
che non vide Light, che si era precipitato fuori dal ristorante per
fermarlo.
Passò
una settimana, nella
quale Light cercò più volte, senza risultati, di
parlare con L, ed arrivò il
giorno del suo matrimonio.
Si
svegliò presto
quella mattina, era agitato; Ma fu
mentre finiva di vestirsi, facendosi il nodo alla cravatta di fronte
allo
specchio, che finalmente si decise.
Afferrò
il cellulare e ricercò
un numero in rubrica, quindi…
“pronto, Matt, sono Light”
“oh, ciao Light! Oggi
è il gran giorno, eh? Agitato?”
“si,
si… sai a che ora parte
il volo di L?”
“tra
un’ora e mezza, mi pare…
mi dispiace, Light, ma non sono riuscito a…”
“grazie
mille! Ah, Matt… non
ci sarà nessun matrimonio”
E
detto questo terminò la
telefonata e si diresse subito all’aeroporto.
Durante
il tragitto, a causa
della fretta, rischiò di investire una vecchia signora, che,
tranquillamente,
stava attraversando la strada, ed una volta arrivato a destinazione
parcheggiò
in terza fila, fregandosene di tutto, correndo dentro
l’edificio.
Guardò
il tabellone dei voli
in partenza… Londra… Terminal 5.
Ricominciò
a correre,
guardandosi intorno, ma non lo vide da nessuna parte, fino a
quando…
“Light?!”
Si
sentì chiamare, quindi si
voltò di scatto, vedendolo mentre gli si avvicinava
sorpreso, con in mano un
bicchiere di caffè, e una tracolla che gli ricadeva sul
fianco sinistro
“che
ci fai qui?” gli chiese
“non
farò due volte lo stesso
errore…” disse il castano avvicinandosi,
incatenando lo sguardo al suo “non
voglio perderti anche stavolta…”
Le
loro labbra si sfiorarono,
lievemente, ma questo bastò a dare i brividi ad entrambi.
“che
ne è di Misa Amane?”
domandò improvvisamente
L, poggiando la
fronte sulla sua
“non
lo immagini? Volevo che
mi aiutasse a dimenticarti… ma a quanto pare non
è servito…”
“non
capisco di cosa parli…”
sussurrò sulle sue labbra, facendo finta di non capire.
“sono
innamorato di te, come
il primo giorno! Come se questi due anni non fossero mai
esistiti!”
Questa
volta il bacio fu
passionale e travolgente, e fu seguito dalle parole più
belle che L potesse
aspettarsi…
“che
dici, ricominciamo?”
“si”
rispose semplicemente,
sorridendo
…
dopodiché …
“ciao,
io sono Light Yagami”
“L
Lawliet, piacere”
“ti
fa se facciamo colazione
insieme? Tanto per conoscerci un po…”
“volentieri…”
A
quel punto non riuscirono
più a trattenersi e scoppiarono a ridere, mentre si
avviavano, felici come mai,
verso il bar più vicino.
Non
c’è che dire,
l’amore è un sentimento strano;
ti
invade, così,
semplicemente,
senza
lasciare
possibilità di opporsi
e
poi non ti abbandona
più.
Anche
se si rimane
separati due anni
Senza
ne vedersi ne
sentirsi,
a
distanza di chilometri
l’uno dall’altro…
…
l’AMORE è proprio UN
SENTIMENTO CHE TRASCENDE IL TEMPO…
FINE
Allora, cari
lettori, che posso dirvi?
Spero solo che
questa mia nuova fic vi sia piaciuta, perché a
me è piaciuto molto scriverla! ^^
Quindi, se
questa storia vi ha appassionato, coinvolto, o
fatto battere il cuore almeno un pochettino, sarei felice se mi
lasciaste un
commentino per farmelo sapere. ^^
Grazie mille a
tutti in anticipo.
Baci.
ladyElric92