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Autore: Cardiopath    25/05/2016    1 recensioni
... that I'm alone | racconti del terrore
"Forse notiamo le cose solo quando è il momento di vederle"
- Crimson Peak
~ Caro lettore, sono immensamente lieta di poterti accompagnare nel mondo del mistero e della paura, tendendoti la mano: io sono la voce narrante, la tua fedele accompagnatrice! Non aspettarti di trovare lupi mannari e streghe in queste storie, perché capirai ben presto che non c'è niente di più terrificante della cruda realtà. Un piccolo consiglio prima di iniziare: non avere paura dell'impossibile, dei mostri che vivono nella tua mente; abbi invece paura di quel che è intorno a te, sciocco mortale, perché un semplice incubo non può raggiungerti, ma sii assicurato che un essere umano non ci penserebbe due volte a prendere la tua vita se per proprio beneficio. Non fidarti di nessuno... nemmeno di me.
((Storia pubblicata anche su Wattpad + il rating potrebbe passare a rosso in futuro))
Genere: Dark, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
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Non c'era niente di particolarmente bizzarro nella vita di Fabio Del Colle o, almeno, niente che potrebbe essere considerato fuori dal normale. Il diciannovenne era il classico idolo imitato dai coetanei ed osannato dalle ragazze, bello come il sole, intelligente, dotato e così via dicendo. Attributi inutili considerando la morsa del tempo che corrode e offusca, spezza e distrugge i miseri aspetti quotidiani e materiali, tanto agognati dagli esseri umani. Una cosa è certa, ovvero che la vanità degli uomini non ha limite: il seme dell'arroganza trae sostentamento dall'ignoranza e dalla superficialità e nessuno può definirsi immune dai suoi effetti devastanti. Potreste star pensando, erroneamente o giudiziosamente, all'esagerazione e tragicità di questo ragionamento: questo onore, d'altronde, spetta a voi e a voi solo. Cos'è una storia senza il pubblico, il lettore che fa muovere i suoi personaggi come un burattinaio con le proprie marionette? Io sono solo una mera voce narrante, il richiamo che s'insidia nella vostra mente quando iniziate a leggere spensieratamente, ignari della mia presenza, ma consapevoli al tempo stesso. Eppure eccomi qui, onnipresente e sempre al vostro fianco. Ma non prestate troppa attenzione, non fate caso a me. Vi accompagnerò fedelmente in questa ennesima opera come sempre, silenziosa e rumorosa come al solito.

Ritornando alla storia senza ulteriori divagazioni, il nostro protagonista si era recato tranquillamente verso scuola, senza preoccupazione alcuna, nonostante la campanella dell'inizio della prima ora fosse suonata da qualche minuto. Data la sua popolarità tra ambi studenti e professori, non incontrava alcuna difficoltà nello scampare note e ramanzine di rimprovero. Come dicevo, l'arroganza del giovane cresceva assieme alla sua fama nella scuola e allo stesso modo faceva la sua vorace brama di lode. L'unica persona che riusciva a contenere l'indole spudorata e alquanto superba di Fabio era la sua compagna – o come è diffuso dire oggi 'fidanzata' – Chiara, una dolce creatura più giovane del ragazzo di un anno e conosciuta per la sua amabilità. I due adolescenti costituivano le due facce della medaglia, lo Yin e lo Yang, il solito cliché secondo cui gli opposti si attraggono.

La relazione dei due giovani, nonostante fosse basata sul debole equilibrio del classico colpo di fulmine, si dimostrava persistente e solida: tra appuntamenti e feste trascorsi assieme, i due avevano avuto modo di conoscersi a fondo e di stabilizzare il loro rapporto. La coppia poteva esser scorta mano nella mano a passeggio in un parco cittadino, abbracciati in discoteca o appoggiati l'uno all'altra in un cinema, ma mai a scuola. I due, infatti, frequentavano istituti diversi: mentre il ragazzo era portato per la matematica e le materie scientifiche, l'animo della ragazza l'aveva avvicinata alle arti e alla loro storia. Fabio e Chiara si erano incontrati per uno scherzo del destino, uno sbaglio naturale, voluto dalla probabilità e dal caso che una volta in un secolo si incrociano, dando vita a grottesche e madornali coincidenze. E così è nata la storia stessa.

Quella tiepida giornata di primavera passò lentamente per Fabio, tra complimenti e le avances da parte delle sue compagne ed amichevoli chiacchiere con i suoi amici. Perpetuamente concentrato sul suo appuntamento quella sera, il ragazzo si fece strada verso casa, mentre il tempo scorreva portando un alone sfocato e strampalato sulla città. Non ebbe tempo di posare la cartella nella sua camera che decise di anticipare il suo incontro a sorpresa previsto per quella sera, uscendo nuovamente di casa dopo aver avvisato sua madre.

Immagini della sua amata si ripetevano davanti ai suoi occhi, portando una calda e confortevole sensazione nel suo freddo cuore. Dolce, no? Anche se la mente è indubbiamente un luogo oscuro, in cui nessuno dovrebbe addentrarsi troppo profondamente, non possiamo che sentirci rincuorati dal contorto comportamento del peccatore, abile nel mascherarsi sotto un velo pietoso di inconsapevolezza. Potreste addirittura provare compassione, è questa la fragilità e stupidità dell'essere umano. Ritornando al racconto, Fabio non era il tipo da perdersi in chiacchiere o, in questo caso, in pensieri contemplativi e quindi passò all'azione: raggiunse la casa di Chiara senza indugi, pronto a mostrarle tutto il suo amore e il suo rimorso. La coppia perfetta, infatti, era andata incontro ad alcuni imprevisti che avevano portato ad un duro litigio. Come si dice, la gelosia a volte dà alla testa, no? E nemmeno il magnifico Fabio Del Colle era immune al suo potere ingannatore. Nessuno aveva previsto la scenata portata avanti dal ragazzo la sera del 12 Aprile, quando ad una festa un compagno di classe aveva proposto alla dolce Chiara di dirigersi verso un luogo più appartato. Nessuno aveva previsto la reazione di Fabio o la sua collera cieca. Nessuno gli aveva impedito di sfogare la propria ira e nessuno gli aveva impedito di portare avanti la sua vendetta finché non era ormai troppo tardi. Povero, stolto giovane. Se non avesse adottato quel comportamento arrogante nei confronti della fidanzata di Fabio, forse a quest'ora non sarebbe in ospedale, nel reparto di riabilitazione. Ancora una volta, arroganza e superbia la fanno da padrone in questo putrido mondo...

Povera Chiara! Quale sorpresa era stata guardare senza poter agire quell'atroce rissa di cui lei stessa era la causa: eppure, mai aveva visto il suo Fabio in un tale stato animalistico. Così, con le lacrime agli occhi, dopo aver urlato istericamente a quello che una volta aveva considerato il suo fidanzato, corse verso casa. Oh avreste dovuto vedere l'espressione di Fabio che, in un istante, aveva perso la sua adorata Chiara, anche se non se ne rendeva conto. Numerose chiamate e tentate visite si susseguirono quella scura notte che molte volte fu dannata dal giovane. Nessuna risposta, nessuna reazione. La ragazza si era segregata in casa, approfittando dell'assenza dei suoi genitori (partiti per una vacanza in montagna, pagata dalla figlia affinché i due si rilassassero) e non intendeva rivedere il ragazzo per nulla al mondo. Questo comportamento di sfida e rifiuto, aveva solo fomentato l'irritazione di Fabio, che finalmente era riuscito ad infiltrarsi in casa della giovane per chiarire l'intricata e tortuosa situazione.

Da quell'ultimo incontro erano passati quattro giorni, durante i quali Fabio aveva lasciato spazio alla sua adorata per riflettere e riconsiderare la loro relazione. Ma ora non avrebbe aspettato a lungo. Avendo le chiavi dell'appartamento, prelevate durante l'ultimo incontro con Chiara, il giovane entrò in casa spensieratamente, raggiungendo la ragazza che era stesa sul divano, sdraiandosi accanto a lei teneramente, carezzandole il viso e i fianchi. La diciottenne non gli rivolse la parola e Fabio pensò che probabilmente stava giocando a fare l'offesa, come molte volte aveva fatto prima di allora per istigarlo. Decise allora di sorprenderla, sollevandola dal divano e portandola sino al bagno tra le sue braccia. Ancora nessuna reazione. Nemmeno quando i loro corpi nudi si sfioravano nell'acqua calda della vasca da bagno preparata da Fabio, Chiara proferì parola. Il giovane iniziò allora a carezzarle nuovamente i fianchi, posando baci delicati sul suo collo. Lentamente, Fabio si spinse sempre oltre, fino a fare l'amore con la ragazza che tanto desiderava in quel momento. Ma dalla giovane non vi fu risposta, rimase stabile nel suo rifiuto. Fabio finalmente capì scrutando nei suoi occhi che non l'avrebbe perdonato così facilmente e che in fondo era tutta colpa sua. Frustrato e deluso, dopo essersi asciugato e vestito, il ragazzo uscì dalla casa sbattendo la porta, urlando profanità e bestemmie. Chiara non si mosse.

Cinque giorni dopo, alla porta di casa dei Del Colle, si presentarono due agenti di polizia che assieme a molte altre automobili delle forze armate avevano circondato la zona. Questi trascinarono a forza Fabio in macchina dopo essersi accertati della sua identità. Il diciannovenne, intanto, chiedeva inorridito spiegazioni, urlando agli agenti di lasciarlo andare. I due poliziotti gli spiegarono che si trovavano lì per arrestare l'assassino di Chiara Elidei, trovata morta in casa dei suoi genitori. Secondo gli accertamenti degli investigatori, la ragazza era stata inoltre violentata post mortem. Dibattendosi con forza, il ragazzo sostenne con ardore che lui era innocente, che non avrebbe mai potuto uccidere l'amore della sua vita e che l'ultima volta che aveva visto la sua ragazza lei era viva e vegeta. Sembrava proprio che lo stesso Fabio non riuscisse a comprendere il motivo della sua colpevolezza, proprio come il povero peccatore inconsapevole di cui vi ho parlato prima. Se per ipotesi avesse visitato la casa della sua ex-fidanzata quella mattina, non vi avrebbe comunque trovato nulla di strano, a parte lo stato di disordine in cui si trovava l'edificio. Non avrebbe prestato attenzione al fatto che il corpo della fanciulla era ancora nella vasca da bagno, immobile come lo era stato da una settimana; più in particolare come lo era stato dalla sera di quel fatidico 12 di Aprile, durante la quale il ragazzo si era intruso nella casa di Chiara sotto l'influsso dell'ira. È per questo peculiare dettaglio che il caso di quel folle amore non sarebbe potuto essere risolto nemmeno con gli occhi dell'assassino.

Dopo tutto, come si dice... l'amore è cieco, no?

   
 
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