Bicicletta
"Andiamo al parco! Andiamo al parco!" La ragazzina si aggrappò alla gamba di suo padre e alzò la testa per guardarlo. Il ragazzo si abbassò per arrivare alla sua altezza -era sempre stato un tipo alto, e tra loro c'era molta differenza- e guardò il suo bel visino. Era proprio carina, con quelle guance così paffute e quegli occhi così luminosi, e non lo pensava solo perché era sua figlia.
"Cosa vuoi fare al parco, piccola?" Le chiese. "Voglio imparare ad andare in bici, già l'ho chiesto a mamma e ha detto di sì. Dai, andiamoci!". La bambina si mostrò entusiasta quando ottenne una risposta positiva.
Si incamminarono a piedi, dopotutto la meta era abbastanza vicina, e raggiunsero il luogo in poco tempo. Il giardino era pieno di ragazzi che correvano ovunque e di genitori intenti a parlare tra di loro, accanto a cespugli o alberi. La piccolina, ansiosa di imparare, corse verso la fine del parco dove poteva allenarsi quanto voleva -lo spazio era grande e non c'era il rischio di disturbare qualcuno- e i due giovani la rincorsero sperando di non farsela scappare. Una volta che la raggiunsero prepararono la bicicletta, e il ragazzo si offrì di insegnarle come rimanere in equilibrio. Ma quando vide la bicicletta si fece sopraffare dai ricordi di quando, da piccolo, la usava frequentemente, è inaspettatamente ci salí sopra e iniziò a pedalare. Non gli interessava che l'aspetto era estremamente femminile -tutta rosa e piena di fiorellini- , che molto probabilmente sarebbe caduto, e che gli sguardi di tutta la gente presente nel parco erano rivolti a lui. Nessuno poteva essere biasimato, non era una cosa di tutti i giorni vedere un uomo grande e grosso -soprattutto lui, che era pieno di muscoli- pedalare per il giardino su una minuscola bicicletta per femmine.
Appena sua figlia notò che la sua bici era stata rubata da suo padre andò vicino a sua madre e scoppiò a piangere; voleva tanto riuscire ad imparare, quel giorno. "Holly, non piangere... Sai com'è fatto tuo padre" Suzi Q, la giovane madre, prese in braccio la sua povera bambina e la consolò stringendola al petto, dicendole allo stesso tempo di non piangere. Dopo pochi istanti puntò anche lei lo sguardo su suo marito e sospirò, mentre un sorriso si formò sulle sue labbra.
"Joseph, cosa devo fare con te?"
Spazio autrice: Ciao a tutti! Ho iniziato a scrivere questa flashfic oggi a scuola e l'ho finita questo pomeriggio a casa. È un'altra storia su Jojo, stavolta di una coppia che amo. E niente, spero vi piaccia!