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Autore: Barbara Baumgarten    26/05/2016    3 recensioni
Sam è tornato dalla Gabbia ma qualcosa non va. Castiel prova a capire cosa sia cambiato, ma tutto viene interrotto da una telefonata del nonno Samuel che li informa di un attacco di Djinn proprio dove abita Dean. Storia partecipante al Contest "Il Citazionista" di SherylHolmes
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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L’angelo lo guarda silenzioso, con occhi carichi di quella compassione che, ultimamente, ottiene in cambio solo la sua rabbia. Lo scopo della sua vita – vissuta fino a quel momento – è stato liberare la Terra da creature e demoni. Cacciare cose, salvare le persone… Questo è sempre stato l’affare di famiglia; questo è ciò che suo fratello Dean glia ha insegnato. E non è, forse, quello che continua a fare, anche ora che è tornato dalla Gabbia? L’unica differenza è che non prova alcun tipo di rimorso, non si domanda più ciò che sia giusto o sbagliato. È diventato più efficiente.

“Qual è il tuo problema, Castiel?”. La voce è fredda, leggermente inespressiva.

“Non stiamo parlando di un mio problema. Ma del tuo. Sei diverso, Sam”. Castiel non sa cosa sia cambiato nel suo amico. Con Sam non è mai stato semplice perché è un uomo diverso da Dean. Dean è prevedibile nei suoi valori; Sam è più difficile da leggere.

“Sì, Castiel, hai ragione. Sono diverso. Quindi?”. Sam ringhia; Castiel inarca il sopracciglio.

“È per via di ciò che è accaduto, suppongo. Forse, se parlassi con Dean…”

“Mio fratello deve rimanerne fuori!”, tuona Sam, interrompendo bruscamente l’angelo. “Gli ho dato la possibilità di rifarsi una vita e non sarò io a portargliela via”

Sam ha ragione, ma Castiel non gli crede fino in fondo. Prima di cadere nella trappola di Lucifero, aveva fatto promettere a Dean di andare avanti, di dimenticare la vita da Cacciatori. Eppure c’è qualcosa di profondamente poco fraterno in quelle parole e Castiel crede che ci sia altro.

“Non lo stai facendo per lui”, lo rimprovera.

“Di cosa parli?”

Castiel fa qualche passo in avanti, guardandolo negli occhi. “Hai paura”, gli dice convinto. “Hai paura che tuo fratello ti veda in questo stato”

Per la prima volta Sam abbassa lo sguardo. È una frazione di secondo, giusto il tempo di un battere di ciglia ma Castiel lo percepisce.

“Non sono più come prima”, dice sommesso ma senza pentimento. Castiel gli poggia una mano sulla spalla.

“Ti manca solo tuo fratello, Sam”

No, non è vero e Sam lo sa. Non è la mancanza di suo fratello, non è l’assenza di Dean la causa di tutto.

“Castiel, ascolta. Ero debole, sempre sopraffatto dai sensi di colpa, costantemente preoccupato di ciò che fosse giusto fare. Ora sono più forte, non ti basta?”. Castiel scuote la testa, incapace di riconoscere quel ragazzo che sedeva accanto a Dean sull’Impala.

“Porre fine ad una vita, Sam, qualunque vita, non è mai qualcosa di giusto. È necessario, ma non giusto. E chi lo fa senza porsi il problema non è forte, ma debole di spirito”

Sam comincia a dare segni di insofferenza: si passa le mani fra i capelli, portandosi indietro la chioma e scoprendo il volto.

“Guarda!”, gli dice improvvisamente, chinandosi accanto a uno dei tanti corpi decapitati che giacciono per terra attorno a loro. “Lo vedi questo corpo?” domanda afferrando la testa e avvicinandola al collo tranciato di netto. “Era di una ragazzina, Castiel. Poco più che una bambina, strappata alla sua vita e resa un vampiro da un mostro. Non sono stato io a ucciderla. Lei era già morta”. In fondo questo è quello che conta, no? Che i mostri muoiano evitando altri delitti. Sam ne è convinto fino al midollo e non saranno gli occhi compassionevoli di Castiel a fargli cambiare idea.

“Hai mai pensato che avresti potuto salvarla?”, domanda l’angelo mettendosi le mani sui fianchi e rimproverandolo.

“Qual è il punto?”, fa eco sbuffando Sam, mentre si rialza e si pulisce le mani sui jeans.

Questo è il punto! Prima avresti cercato un modo per salvarla. Ora l’hai semplicemente uccisa”

Sam ride amaro. Tutta quella discussione è assurda: erano vampiri e lui li ha uccisi. Fine del problema, fine della discussione.

“Prima avrei solo perso del tempo utile”, conclude il minore dei Winchester, ma Castiel non è soddisfatto. “Mettiamola così, Castiel. Tutto dipende dal punto di vista. Se uccidi un uomo sei un assassino, se ne uccidi dieci sei un mostro, se ne uccidi cento sei un eroe, se ne uccidi mille sei un conquistatore, se ne uccidi a migliaia… sei un Dio. Non so dove mettermi, sinceramente. Forse fra gli eroi”

Castiel tace. Quel discorso, quelle parole… hanno la logica di Sam ma sembrano appartenergli. Vorrebbe scoprire cosa gli sia accaduto, comprendere perché sia cambiato fino a quel punto.

“Andrò via per un po’”, chiosa l’angelo, esausto. Sa bene che Sam non lo fermerà.

“Buona fortuna”, dice di rimando Sam già voltato di spalle.

 

Sam rimane da solo, domandandosi se quell’angelo andrà da Dean. Sale in macchina e mette in moto, stringendo un po’ troppo il volante. Il vibrare del telefono nella tasca dei jeans lo desta dai suoi pensieri.

“Sì?”

“Sam, abbiamo un lavoro urgente”. La voce dall’altro capo è ferma eppure gentile.

“Dove?”, chiede telegrafico Sam. Non gli interessano più i dettagli, ora vuole solo agire. Fanculo i dettagli!

“Dove vive Dean”, risponde Samuel, il nonno. “Sembra che ci siano diversi Djinn”

“Sto andando” e chiude la conversazione. Ingrana le marce velocemente, portando su di giri il motore. Non è l’Impala ma corre ugualmente bene. Dean… Dean… Per quanto abbia fatto di tutto per tenerlo fuori dalla sua vita, il destino sembra averli condannati a un’esistenza da Cacciatori. Ride, Sam. È nervoso ma non quanto si sarebbe aspettato.

“Okay, fratellone”, dice più a se stesso. “Sto arrivando!”

 

   
 
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