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Autore: crisalide    12/04/2009    2 recensioni
Quando nascerà e vedra la luce, sarà coperto dal mio sangue. Ed allora, forse, ne uscirà una farfalla.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                Gravidanza.

 

 

Sola con una farfalla  gioco con le ombre.

Dalle vetrate colorate e polverose, la luce entra a fatica, a ferire la mia pelle bianca.

E allora come un ragno bianco stringo le mie dita lunghe e rotte,  spezzo le ali di una farfalla  bianca per poter giocare con la sua anima disperata.

Con la sua anima frivola o lontana, chi può capire una farfalla?

Nella scia del suo ballo, danzo cercando di scacciare la luce e la polvere, con una sigaretta in bocca per dimenticare il vuoto.

Il vuoto della solitudine che non ho scelto.

 

Perché mondo, io sono stata allontanata perché guardo nella pioggia e nelle nuvole e rido?

 

“Figlia mia, tu l’hai scelta e tu appartieni solo a me, hai scelto e implorato la mia compagnia, e io non ho fatto altro che porre me e il mio seme  in una crisalide nel tuo cuore caldo.”

 

I miei occhi.. cominciano a vedere rosso, più del tramonto che insanguina il cielo.

Dalle mie labbra esce un suono di carillon rotto, e di ossa spezzate.

Questa mia crisalide.. non fa che uccidermi, mi sta consumando.

Come un figlio, concepito con il più orribile dei peccati.

La perdita dell’ anima.

 

E cosa ho avuto in cambio?

Due occhi coperti da una patina opaca per vedere altri mondi, per sentire e scrivere la storia della nebbia.  Della notte, di incubi distorti e Cafè dimenticati nelle realtà.

La mia felpa grigia, si tinge di sangue.

 

“Figlia mia, io sono colui a cui appartieni, perché la tua ispirazione è solo mia, e io ora la tua vita me la riprendo.”

 

È quindi così?

Nient’altro che la mia realtà… sento i miei organi schiacciarsi dentro di me, per fare posto a questa crisalide immensa, che si nutre dei miei sogni e dei miei incubi, che tu culli, quando mi sussurri emozioni all’orecchio.

Sapendo questo, non mi oppongo.

E nostro figlio, vedrà la luce.

 

“Nostro figlio, amore mio.

 Un requiem per te cara, e scivola piano in questo sogno senza fine, addormentati con calma e chiudi quietamente gli occhi.

Non ti abbandonerò, verrò ancora a raccontarti le nostre storie, quando fredda riposerai in una bara insieme ai vermi e ai ricordi”

 

Gli angeli, gli angeli verranno mai a prendermi?

 

Io sono il tuo angelo, e ti ho ucciso.”

“ Va bene così, è questa la giusta via”

 

Mi concedo alla nebbia, e mi annullo in essa, nel modo giusto. Solo, non lasciarmi sola, ho freddo.

 

 

 

   
 
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