I
händerna på en gitarrist
Alla
mia profuga,perché ti voglio bene davvero.
Perché
mi incoraggi e mi appoggi. Ti profugo <3
Sempre
allo stesso tavolo,allo stesso modo,durante la
stessa cena. Bill aveva portato a tavolo un vassoio pieno di crostini
con le
salse più strane. Tom seduto alla destra del gemello,batteva
incostantemente i
piedi a terra.
All’altro lato,la sua migliore amica Öde,sedeva
accanto al marito,Vind.
-Non
posso farlo- continuava a ripetere il chitarrista
buttando giù una quantità eccessiva di crostini.
Bill,per assaggiarne almeno
uno,dovette togliere il vassoio dalla visuale del fratello.
-Tom-
disse Vind incrociando le braccia al petto- sei il
migliore amico di Öde,se ti ha chiesto di battezzare Lycka non
puoi dirle di
no-
Bill
sbuffò deluso dalla risposta del gemello. Avrebbe
voluto lui battezzare la figlia della sua migliore amica,quella bimba
con i
capelli rossi come la madre,e gli occhi nocciola simili a quelli del
suo
gemello.
-Tom-
riprese Öde- sei il mio migliore amico,semmai
dovesse succedere qualcosa-deglutì- a me e Vind,sei
l’unico che vorrei si
prendesse cura di lei-
Lo
fissò con gli occhi da cerbiatto che lo avevano
convinto mille volte.
-Il
bello è che non ho neanche tanto tempo per decidere-
disse il chitarrista buttando la sua testa all’indietro dando
segno di
disperazione.
-Allora??-
lo esortò Bill.
-Ok,va
bene! Solo perché sei la mia migliore amica,solo
perché adoro Lycka-
Fu
così che accettò di battezzare quella creatura di
tre
mesi.
Durante
il sacramento,voleva mandare tutto all’aria,ma
l’unica cosa che non voleva era deludere Öde,erano
legati da tanto. Era stata
la sua prima cotta,e poi era diventata la sua migliore amica. Da quando
era
diventato famoso in tutto il mondo,lei, aveva intrapreso una sua vita.
Aveva
conosciuto Vind in un viaggio studio e da allora erano la coppia fissa
della
regione. Andando avanti nel tempo,si erano innamorati seriamente,si
erano
sposati ed era nata Lycka. Lycka significa felicità e il
nome la rappresentava
bene perché era l’unica bimba
dell’ospedale che non piangeva mai.
Tom
non era geloso del matrimonio di Öde,componeva anzi
il suo numero,o quello di Vind, solo per chiedere qualche consiglio.
Una volta
Öde dovette andarlo a prendere in un locale,perché
si era dimenticato la strada
di casa. Non gli faceva pesare mai niente,era come il fratello che non
aveva
mai avuto. Anche Bill,certo,ma la prima cotta non si dimentica mai.
Durante
il pranzo al ristorante,generosamente offerto
dal padrino, Öde si liberò della sua famiglia
giusto cinque minuti per avere il
tempo di fumare una sigaretta. All’esterno del locale il sole
illuminava gran
parte delle montagne. A farle compagnia c’era anche Tom.
Öde gli si
avvicinò,prese posto come sempre tra la sua mega felpa e gli
passava la sua
sigaretta ogni qual volta Tom lo richiedeva.
-Ma
tu le tue no,eh?- chiese lei guardando il tramonto.
-Si,ma
le tue sono più buone!!-
-E’
sempre droga,Kaulitz!!-
Tom
le baciò la fronte e poi prese a fissare il sole che
sembrava intento ad illuminare solo loro due.
Calò
lentamente il silenzio,Vind non era geloso del loro
rapporto,stimava Tom,lo aveva aiutato sempre quando era successo un
qualsiasi
casino.
-Tom-
disse Öde guardandolo negli occhi- grazie per aver
deciso di prenderti cura di mia figlia. Adesso è anche un
po’ tua figlia-
Non
era abituato ad avere una figlia.
-
Öde,deve chiamarmi
zio,però!!-
-Certo,papà-
disse l’amica togliendosi dalla sua
felpa,ma mentre stava per uscire venne bloccala e Tom rialzò
la zip.
-Non
ti piace stare qui?-chiese lui.
-Si,lo
sai ma dentro ci aspettano. E poi dai Tom, che
altro mi devi dire?-
-Che
sono felice di essere il tuo migliore amico,il
padrino di Lycka e che ti voglio bene, davvero-
Öde
lo guardò,le si gonfiarono le guance e poi
scoppiò
in una risata talmente fragorosa che gli altri ospiti del locale che
stavano
all’esterno,la guardarono quasi terrorizzati.
-
Öde,ma che figure mi fai fare?- scherzò Tom.
-Quelle
che ti meriti!!-
Tom
la guardò mettendo il broncio,come un cucciolo
piccolo e indifeso.
-Lo
so Kaulitz è crudele per te accettare una cosa del
genere,soprattutto se questa è la pura verità,ma
tanto un giorno ti ci
abituerai- gli fece l’occhiolino e aperta la zip,con grandi
saltelli torno
all’interno assieme alla sua famiglia.
La
serata era stata molto divertente,come al solito la
piccola non aveva dato fastidio a nessuno.
In
auto, Tom era dietro con Bill e la piccola tra le
braccia. Öde,sedeva a destra del guidatore e Vind mentre
guidava cambiava
tremila stazioni radio.
-Dovrei
farti un cd dei Tokio,Vind- disse Bill, con
l’aria di vocalist famoso e affermato.
-No,Bill
poi inizio ad odiarti seriamente-
Tom
soffocò una risata, Öde lo guardò male e
Lycka parve
sorridere.
Accompagnati
i gemelli,che per il bene di
tutti,preferivano usare la vecchia A5 di Vind,la famiglia Regn si
recò nella
piccola villetta che avevano acquistato con il lavoro di ingegnere del
capo
famiglia. Neanche a
farlo apposta,era situata
di fronte a quella dei Kaulitz. Da sempre erano anche vicini. Vind era
un
cugino di secondo grado di Gustav ed era anche per merito suo se Gustav
e Georg
si erano uniti alla grande famiglia.
Öde
una volta entrata in casa,sistemò le borse della
piccola nella sua cameretta e poi le preparò il latte caldo.
Appena pronto,Vind
la prese tra le braccia,iniziò a cullarla lentamente mentre
con la mano
sinistra le teneva la bottiglina rosa con i coniglietti. La
madre,seduta sul
letto li guardava piena d’amore. Era così
felice,perché dopo la morte dei suoi
genitori,non aveva desiderato che una famiglia.
Quando
la piccola chiuse gli occhi,Vind le baciò la
fronte e la mise nella culletta ai piedi del letto. Raggiunse poi sua
moglie
che sfinita stava quasi chiudendo gli occhi.
-Amore,ti
fidi di Tom?- chiese lui
-Più
di qualsiasi altra cosa al mondo!- disse lei.
Il
marito le baciò le labbra e poi chiuse gli occhi
assieme alla donna della sua vita. Non si preoccupava di Tom,aveva
fiducia in
loro.
Anche
lui aveva una migliore amica che aiutava ogni
volta,perché la moglie non doveva essere la migliore amica
di Tom Kaulitz?
Chitarrista più sexy del secolo? Più pensava a
quanto fosse più bello di lui
e più gli saliva una rabbia,ma dentro di
sé,sapeva che l’unica cosa che sua moglie non
ammetteva e non avrebbe mai
ammesso,erano i tradimenti. Alla fine anche lei,aveva spesso di voler
bene a
Tom come fidanzato,prima dei 16 anni. Era la storia più
sicura del mondo.
Öde
e Tom si erano conosciuti a dieci anni,quando lei si
trasferì della Svezia in Germania,dopo la morte dei
genitori. La zia a cui era
stata affidata morì alcuni mesi dopo e Simone divenne la sua
mamma. Approvava
il rapporto Öde-Tom ma nessuno ci credeva davvero. Per prima
lei. L’amicizia
profonda li legava da sempre,e questo era l’unico dato di
fatto.
La
mattina seguente Öde fu svegliata dall’odore di
cappuccino proveniente dalla cucina. Notando la culla
vuota,infilò di fretta le
sue scarpe da notte e prese a scendere le scale a due a due. Sotto,vi
trovò suo
marito intento a preparare caffè e cappuccino e Tom che
stava dando il biberon
a sua figlia.
-Buongiorno-
dissero i due appena la videro.
Öde
corse a dare un bacio sulle labbra al marito,un
bacio sul naso a sua figlia ed uno sulla fronte al chitarrista.
-Ehi
ci manca un ragazzo,dov’è Bill?- chiese bevendo il
suo caffè-latte bollente.
-Eccomi,tesoro.
Sono andato a comprare qualcosa a mia
nipote- disse facendo l’occhiolino ad Öde.
Prese
le buste e le mise sul tavolo. Vind rimase
sorpreso dalla quantità di vestiti minuscoli che riuscivano
a contenere. Tute e
vestiti stupendi,degni di una bimba come lei.
-Amore-
riprese poi quest’ultimo- io devo scappare a
lavoro,dovremmo decidere quando iniziare il progetto di cui ti ho
parlato: il
centro d’assistenza sociale-
Le
si avvicinò,le baciò la fronte e poi salutando
sua
figlia,scappò dalla porta del retro per prendere la sua
auto. Rimasta sola,con
i gemelli e la sua bambina,ne approfittò per pulire un
po’ la stanza e poi con
l’aiuto di Tom fece il bagnetto alla bambina. La sintonia tra
lei e Tom era
molto alta. Lycka era entusiasta delle risate che Tom procurava a sua
madre.
-Tom,mi
passi un pannolino?- disse Öde asciugando la sua
piccola che si agitava come una pazza.
-Ehm..
cos’è un pannolino?- disse il chitarrista facendo
finta di niente.
Öde
lo guardò male,scettica.
-Ehi
Öde sorridi,so cos’è un pannolino..-
-Lo
spero per te- disse lei- Vieni qui e mettiglielo
tu,dai-
Tom
arrossì violentemente,si avvicinò alle gambe di
Lycka e mentre Öde le manteneva provò per la prima
volta nella sua vita a
mettere un pannolino.
-Essendo
la prima volta è andata bene,Kaulitz. Sii
soddisfatto,sarai un padre ottimo- disse facendogli
l’occhiolino.
Poi
mentre aspettava Öde che era intenta a scegliere
cosa mettere,si stese sul letto con la piccola,facendole il solletico
sulla
pancia.
-Sai-
disse parlando alla bambina ma alzando
la voce per farsi sentire anche da
Öde- sei bella come la tua mamma,anzi più bella.
Purtroppo tuo padre,doveva
essere qualcun altro,ma non fa niente. Tua mamma,fa tante scelte
sbagliate che
una in più o una in meno,non cambia. Sarà per la
prossima volta.-
La
bambina fece un verso di gioia e lui continuò –Lo
so
che tu mi volevi come papà,tesoro,ma tua madre deve partire
per le vacanze studio,e
su tesoro,non si può.-
Dal
bagno arrivarono le risate soffocate di Öde,che
stava ancora decidendo il vestito adatto.
-Guarda
Tom che ti ho sentito,e lo sai che non era
destino-
-Ma
sei il destino lo hai nel sangue- disse lui- ti
chiami anche destino!!-
Indossando
una maglia rossa e un jeans scuro,uscì dal
bagno,si sedette accanto a Tom e posizionatasi sopra di
lui,iniziò a fargli il
solletico,mentre la bimba ormai presa dai suoi giochi nella culla,non
gli
infastidiva.
Tom
ribaltata la situazione,si mise sopra di lei e prese
anche a darle baci sulla fronte.
-Tom,basta-
rideva Öde senza riuscire a fermare le sue
risate.
-Tu
dovevi stare con me- disse Tom mettendosi al suo
fianco.
-Stà
zitto!!!- disse Öde e con una mossa veloce prese il
cuscino e lo piazzò giusto in faccia al chitarrista.
Continuarono
così per ben 5 minuti,ma poi dovettero
smettere perché Lycka si era addormentata e non volevano
disturbarla.
Si
mise i tacchi Öde e si avvicinò alla culla di sua
figlia con Tom molto preso che faceva le stesse sue cose.
-Davvero
è stupenda- disse poi il chitarrista mettendo
le mani sui fianchi della madre.
-Uhm
Kaulitz perché tu devi sempre esagerare?-
-Ma
dai Öde,ti voglio bene,dico quello che penso-
Öde
si voltò e si ritrovò faccia a faccia con il
chitarrista. Piantò i
suoi occhi
verdi,in quelli nocciola del chitarrista e si morse il labbro.
-Amo
Vind Tom-
-Si
ma ami anche me- disse lui.
Spostò
il suo sguardo al collo del chitarrista,aveva
ancora la stessa collana di quando erano 16enni.
-Dillo
che mi ami- disse lui con una vena di malizia.
-Si
ti odio,Kaulitz- prese a ridere e poi scese in
cucina a preparare il pranzo per il ritorno del suo maritino.
Prima
di uscire Tom si voltò.
-Ci
vediamo domani,stasera ho le prove. Ricordati tu mi
ami…- e con una grossa risata,lasciò la villetta.
Certe volte,Tom sapeva
davvero farsi odiare da Öde,ma alla fine si volevano bene
davvero.