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Autore: HeySebastian    29/05/2016    3 recensioni
E se Magnus Bane e Maryse Lightwood un tempo avessero collaborato a un progetto insieme, progetto che fallì miserabilmente, lasciando però uno strano rapporto tra i due? Lo stregone e Alec si sarebbero conosciuti nello stesso modo?
***
Non capiva, anzi non si capiva e questo era ancora più grave. Aveva passato gli ultimi anni pensando solo a Jace, nascondendosi dietro le porte dell’istituto per osservarlo rischiando sempre di essere beccato. [...] Sapeva di essere innamorato di lui anche se in un primo momento aveva tentato di negarlo anche a se stesso perchè non lo riteneva possibile ma poi aveva iniziato a conviverci, alcune volte persino a evitarlo per paura di essere scoperto e, con il passare del tempo, era stato cosi stupido da iniziare a credere di aver smesso di provare qualcosa per lui. [...] Era tornato tutto, fino a quel momento. Fino a quando ad entrare nella sua mente non furono occhi felini, vestiti eleganti e decisamente troppi glitter.
[ Malec ]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi tornata con un nuovo capitolo decisamente fluff (non sarà l'unico della storia non preoccupatevi)
so che non è molto lungo, chiedo perdono, ma preferisco scrivere poco e non annoiare piuttosto che scrivere tanto e magari farlo
in ogni caso ringrazio tutte le persone che si sono interessate a questa storia mettendola tra le preferite, ricordate e seguite e a chi ha commentato
spero che continui a piacervi
baci^^
HeySeb

_ ALEXANDER LIGHTWOOD, I GATTI E I TEMPORALI _

Riapparì nella camera da letto dove una fioca luce, proveniente dal lampione sulla strada, illuminava metá del letto ricoperto da un piumone azzurro mare. Al lato di una parete, decisamente variopinta, vi era una scrivania in mogano con sopra una pigna di libri antichi che riuscivano a non crollare chissà per quale strana ragione fisica e una serie infinita di trucchi che facevano invidia persino a una top model.
 
Si guardò un'attimo intorno, sentendo ancora le voci provvenire dall'esterno della porta, la voce dura di Maryse e quella grave di un'uomo, ma non riusciva a distinguerne le parole forse perché neanche gli interessava. Poi con un movimento fluido della mano fece scattare la serratura della porta, chiudendoli all'interno.
Alec, intanto aveva appoggiato la testa sulla sua spalla e stava giocando con le infinite collane che lo stregone portava sempre al collo, una delle manine tenuta in bocca come se fosse un ciuccio.
- Gatto! - esclamò in seguito puntando il ditino su una figura che si muoveva sotto la scrivania per poi fare un balzo e stiracchiarsi sul letto, pigramente.
Le labbra di Magnus si incurvarono leggermente e avanzandosi verso il letto si sedette tenendo sulle gambe il bambino che, avvicinatosi il gatto, nascose il volto nell'incavo del collo dello stregone.
- non ti fa niente - disse quest'ultimo accarezzandogli con una mano i capelli, che sotto i suoi polpastrelli risultavano morbidi come piume, incerto.
 
Non aveva mai avuto a che fare con i bambini, non sapeva neanche come comportarsi e tantomeno credeva possibile che uno come lui ci avrebbe mai avuto a che fare. Si rifiutava persino di aiutare i neostregoni con le prime magie e non perchè era egoista o perchè odiasse i bambini, ma solo per il semplice fatto che non voleva più affezionarsi a qualcuno che sicuramente lo avrebbe abbandonato. In più quel bambino dagli occhi stupendi era tutto quello che lui non sarebbe mai stato, neanche in un'altra vita: puro e innocente.
 
Alec gli mise le mani attorno al collo, cercando di nascondersi ancora di più dal gatto che ora se ne stava seduto difianco al suo padrone mentre lo osservava con la testa inclinata.
- gatto cattivo -
- i buoni e vecchi insegnamenti della dolce Maryse – commentò ironicamente - Presidente Miao è buono come la nutella, guarda - e con la mano libera iniziò ad accarezzare il gatto che subito inclinò la testa verso la sua mano, voglioso di altre coccole. Alec però non aveva la minima intenzione di staccarsi da quella posizione o di provare a guardare il felino.
- Alexander - riprovò questa volta dolcemente e solo allora il bambino spostò la testa quel tanto che bastava per osservare il gatto, rimanendo comunque attaccato allo stregone, come se potesse proteggerlo.
Dopo vari minuti in cui Alec era rimasto a guardare il gatto fare le fusa docilmente, Magnus gli prese una manina e l'avvicinò al persiano, bloccandosi però prima di toccarlo.
Girò lo sguardo verso di lui, sorridendo allo sguardo concentrato che aveva messo su il bimbo e in quel momento Presidente Miao miagolò, offeso dalla mancata attenzione che gli stava rivolgendo lo stregone.
- Mao - ripetè Alec, iniziandosi a staccare da Magnus
- Mao - questa volta il suo sguardo si girò verso lo stregone, sorridente come se Maryse non gli avesse mai fatto vedere un gatto e… probabilmente era cosi.
Maryse amava l'ordine e la perfezione e avere un'animale comportava esattamente il contrario. Avrebbe dato di matto dopo neanche un’ora.
- lo vuoi accarezzare? –
Alec in risposta si mise la manina in bocca poi annui impercettibilmente cosi lo stregone, riprendendogliela la avvicinò al gatto facendogli accarezzare il pelo bianco.
Dopo poco sia il bimbo che il gatto erano a giocare sul letto cosi Magnus approfittò per lasciarlo un momento da solo e andare a vedere se fuori dalla porta i tre Nephilin se ne erano andati.
Fece scattare la serratura, aprì di poco la porta e ci sbirciò fuori, con la testa.
Il salotto era completamente vuoto, non c'era più nessuna voce o grida. Facendo un sospiro di solievo richiuse la porta nel momento in cui un tuono esplose nel cielo, illuminando di bianco tutta la camera e facendo un boato.
Alec si girò di scatto, smettendo di fare le coccole al gatto, che si rintanò sotto al letto, e scoppiò a piangere.
Magnus agì come gli diceva di agire il suo corpo, o il suo cuore che giá si stava legando a quel bambino, contro la sua volontà, e, avvicinatosi al letto, lo prese in braccio.
Il bimbo si aggrappò al suo collo con le mani e nascose la faccia tra esso e la spalla, non smettendo di piangere.
- è tutto ok, è un tem - mi fu interrotto da un'altro tuono, questa volta più forte del precendente.
Alec si strinse di più a lui e Magnus, mentre iniziava ad accarezzargli i capelli con una mano, si avvicinò alla finestra, chiudendo la tenda scura, poi a grandi falcate uscì dalla stanza andando in salone.
Altri tuoni si susseguirono ma Alec si stava calmando sotto i tocchi della sua mano e non sembrava essere più cosi spaventato.
Lo stregone si fermò davanti all'enorme finestra che dava sul ponte di Brooklyn e iniziò a contemplare il paesaggio. Adorava quando la pioggia scendeva incessantemente facendo risultare la cittá un quadro pittoresco che soltanto il miglior artista avrebbe potuto disegnare.
Non seppe quanto tempo passò, ma ne doveva essere passato parecchio.
I tuoni erano un rumore in lontananza e Alec ormai dormiva tranquillo sulla sua spalla, il respiro regolare sul suo collo anche se una manina era ancora stretta alla sua veste.
Si incamminò verso la stanza da letto e, scostando le coperte, posizionó il bambino delicatamente, con una delicatezza che neanche lui credeva di avere, sul letto, sdraiandosi poi di fianco a lui.
Alec aprì gli occhi, se li stropicciò con le manine poi, quasi rotolando, si avvicinò allo stregone appoggiando la testa sul suo petto mentre richiudeva gli occhi.
Magnus sorrise e con il sorriso si addormentò.

Un tuono esplose ancora, facendo aprire allo stegone un'occhio non tanto per lo spavento del rumore, quanto per il fatto che il letto era decisamente vicino alla finestra. Finestra che aveva fatto trasparire un flesh biancognolo illuminando la stanza per pochi secondi.
L'altro occhio, invece, era ancora troppo addormentato per aprirsi davvero ma quando scorse la figura difianco a lui, piccola, seduta e tremante si svegliò si scattò.
- Alexander - parlò, tirandosi su a sedere con la voce ancora impastata dal sonno e i capelli, che di solito stavano in piedi con una dose sproporzionata di gel, che gli ricadevano sugli occhi.
Il labbro del bambino tremava ma non sembrava sul punto di piangere, almeno, non fino a quando lo stregone allungandosi con le braccia se lo portò in braccio, appoggiandosi con la schiena sulla spaliera del letto.
Alec iniziò a singhiozzare, nascondendo il volto contro il suo petto mentre diversi tuoni si susseguivano provocando deboli chiarori nella stanza.
- conosco il modo per farti smettere di aver paura dei temporali - e con un movimento calibrato della mano vicino a loro apparse un libro, uno dei tanti presenti in quell'appartamento, con disegnati su diversi motivi incisi nel legno con cui era fatta la copertina.
- Alexander girati -
Il bambino non si mosse da dov'era ma quando Magnus iniziò ad accarezzargli i capelli decise di girare il volto, rimanendo comunque con la testa appoggiata allo stregone, sicurezza insomma.
Lo osservo mentre apriva il libro facendo apparire una rappresentazione tridimensionale di una nuvola grigia, sotto di lei un prato verde smeraldo che ondeggiava mosso dal vento. Si tirò indietro di scatto, nascondendo di nuovo il viso mentre riniziava a tremare.
- sai che la nuvola si ci è rimasta male? - sussurrò dolcemente non smettendo di infondergli sicurezza con le carezze.
- paura. Cattiva -
- ma questa nuvola è buona, se ti fa del male gli faccio una magia va bene? -
Il bambino annui girandosi nuovamente verso il libro. Ora la nuvola lo osservava con i suoi grandi occhioni e tirò fuori le due manine salutandolo allegramente. Alec si mise una manina in bocca, rimanendo ad osservare le scene che continuavano a cambiare quando lo stregone girava le pagine. Poi, forse perchè era notte e forse perchè si sentiva protetto dalle braccia dell'immortale, chiuse gli occhi e si addormentò.


 
   
 
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