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Autore: Lavi Bookman    29/05/2016    0 recensioni
«Sappiamo entrambi che alla fine mi ucciderai, Lavi», e la realtà detta ad alta voce riuscì a colmare il vuoto della stanza che inizialmente era sostituito dai loro gemiti.
«Sì.»
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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La mano di Lavi scese lentamente lungo l'addome dell'altro ragazzo che, in risposta, mosse leggermente il proprio corpo inarcando la schiena per incoraggiare quel tocco. Un sospiro uscì dalla sua bocca, quando il rosso sfiorò con le labbra il suo capezzolo e lo mordicchiò appena.
«Shh, ti ho detto di resistere prima, no?», chiese raggiungendo con la propria mano il membro dell'altro e stringendo appena la presa su di esso. La reazione repentina fu un mugolio eccitato e un cenno di assenso con il capo.
«Mi ami?», era la domanda che gli veniva sempre posta, come una preghiera, quando in realtà Yuu aveva sempre più la sensazione che la sua risposta stipulasse un patto non scritto, un'accettazione quasi passiva alla caduta verso un Inferno in cui aveva accettato di entrare senza rendersene conto. Aveva provato a negare, sia a se stesso che a Lavi, di amarlo, e per un po' era stato semplice. Per un po' aveva potuto fingere che andasse bene così e di non aver bisogno di lui. Per un po'. Sino a quando tutto era crollato e non era più riuscito a mantenere quel "no" sicuro e certo dentro di sè.
 

Would you bleed for me?
Lick it off my lips like you needed me?


Si rifiutò di rispondere, graffiando la schiena dell'altro con le unghie e ringraziando mentalmente di averle lunghe quel che bastava per conficcargliele nella pelle.
«Dillo», e soffiò contro il suo capezzolo bagnato di saliva. «Dillo e basta», sussurrava mentre mordeva nuovamente con la certezza che l'altro per orgoglio non si sarebbe mai lamentato.
«Dovremmo smetterla», tentò il moro, e il tono con cui lo disse fu abbastanza risoluto da meritarsi un'occhiata stranita dell'altro. «Sappiamo entrambi che alla fine mi ucciderai, Lavi», e la realtà detta ad alta voce riuscì a colmare il vuoto della stanza che inizialmente era sostituito dai loro gemiti.
«Sì», rispose iniziando a muovere la mano sul suo membro. Non voleva distrarlo, lo appagava sapere che la sua attenzione era focalizzata sulla consapevolezza che alla fine sarebbe morto per mano della persona che diceva di amare. Lo eccitava perché, nonostante tutto, lo struggimento psicologico delle sue vittime non era mai abbastanza. Con nessuna di loro aveva mai intrapreso una relazione sentimentale e questo rendeva Yuu unico, in quanto era la sola persona che avrebbe mai voluto amare in un modo tanto completo.
Scese con le dita sui suoi testicoli e più in basso, spingendo l'indice contro la sua apertura che si dilatò abbastanza per permettergli di entrare senza fatica. «L-Lavi...»
I sussurri, aveva imparato a scoprire, avevano un effetto calmante sul suo aguzzino. Le suppliche non lo rendevano più buono, non provava pieta, ma smorzavano inaspettatamente la foga e, solo con lui, Lavi si addolciva quel minimo che bastava per non fargli troppo male.
Fece un sospiro, allargando maggiormente le gambe. In parte odiava ciò che Lavi era diventato dopo il suo ritorno, quando se ne era andato dopo essersi trovato costretto ad uccidere un ragazzo durante una lotta. Pensò che fosse meglio lasciarlo da solo, che sarebbe tornato una volta resosi conto che la colpa non era sua e la consapevolezza di non poter far nulla per cancellargli i ricordi di quegli attimi lo portò ad accettare il suo "me ne vado" pronunciato a denti stretti. Si era rifiutato di seguirlo perché non avrebbe mai accettato di dimostrarsi così innamorato, ma dentro di sè era certo che qualcosa si fosse rotto. Ne ebbe la conferma quando, la prima notte che passarono insieme dopo così tanto tempo, Lavi gli confessò di aver provato piacere ad uccidere.

«Me ne andai per vergogna, ma poi iniziai a chiedermi cosa si provasse ad uccidere il proprio passato», aveva spiegato mentre Yuu istintivamente aveva iniziato a cercare con lo sguardo qualsiasi oggetto utile ad un'eventuale difesa.
«Non ho intenzione di ucciderti. Non ora. Non ci riuscirei.»
Pensò che non avesse senso e che stesse scherzando, ma alla fine si ritrovò le mani sporche di sangue tanto quanto le sue, con la differenza che non ne provava alcun sadico piacere alla vista, e non rideva eccitato davanti ai cadaveri. Guardava la pazzia dell'altro come uno spettatore silenzioso, o almeno così giustificava sé stesso.
«Sarai il prossimo, lo sai.»
«Lo so.»
«E perché mi hai seguito?»

Let's cause a little trouble.
Oh, you make me feel so weak.
I bet you kiss your knuckles
right before they touch my cheek.


Il membro di Lavi si fece spazio tra le sue natiche ed entrò con un colpo secco, senza dargli la possibilità di continuare il ricordo di quel momento. In realtà, neanche era sicuro di quale fosse stata la sua risposta. Perché lo aveva fatto?
Cinse le gambe attorno al suo busto, attirandolo a sè per baciarlo.
«Quindi, mi ami?»
Forse era questa la motivazione che lo aveva spinto a tradire chiunque, si disse. Non era stato in grado di curarlo dalla sua pazzia e non era riuscito a scindere ciò che era prima da ciò che era adesso.
Ripensò ai momenti in cui avrebbe potuto porre fine all'Inferno, a come si era rifiutato di vedere le vie d'uscita perché, per quanto il loro rapporto fosse sbagliato, era comunque la cosa che più si avvicinava a considerare come "casa" e non gli dispiaceva così tanto.
Odiava, in realtà, la persona davanti a sé perché aveva distrutto tutto ciò che erano stati e sarebbero potuti essere.
Strinse il lenzuolo tra le dita, cercando di trattenere gemiti di eccitazione mentre il suo corpo ormai si muoveva automaticamente in risposta ai colpi di bacino che riceveva. Arricciò le dita dei piedi in previsione di un orgasmo che ormai da lì a poco sarebbe arrivato probabilmente per entrambi, e annuì.
«» e nuovamente ottenne il proprio personalissimo lascia-passare verso il nulla in cui stava annaspando. Come posso amare una persona come te?, ma la sua mente non riusciva mai ad elaborare una risposta chiara a riguardo.
Scivolò con la mano sotto al cuscino, approfittando dell'attenzione calata di Lavi poco prima del raggiungimento dell'orgasmo, e strinse con forza ciò che vi trovò sotto.
«Ti amo anche io», lo sentì dire. E ciò che faceva male era la consapevolezza che fosse vero. Avrebbe davvero voluto non andasse così.
Fu in quel momento che con un movimento rapido recise la sua gola, rigirandosi poi il pugnale tra le dita prima di farlo cadere sul materasso.
Lo vide crollare di fianco a sé, con l'unico occhio scoperto sbarrato e puntato addosso, più per il dolore che per la sorpresa. Non provò a dire nulla, non chiese il perché e non domandò aiuto negli attimi precedenti la morte.
Yuu rimase al suo fianco, accarezzandone il corpo nudo e venendo sporcato dal suo sangue.
«Lo so.»

But I've got my mind, made up this time.
Cause there's a menace in my bed.

Can you see his silhouette?

Can you see his silhouette?

Can you see his silhouette?

  
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