29/05/2016
8 recensionie questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Note: Sono ufficialmente distrutta.
La scorsa settimana ho avuto duemila cose da fare a scuola, fra interrogazioni, compiti e simulazione di prima e terza prova d'esame.
Domani, poi, mi aspetta un compito di chimica che non voglio assolutamente fare e per cui starò sveglia probabilmente fino a tardi, e... boh, mentre studiavo, mi è venuta voglia di scrivere una brevissima flashfic, perciò ecco qui.
Si tratta di una stupidaggine fluffosa e senza senso. Ma vabbé!
Spero vi piaccia (e, come sempre, che vi strappi un sorriso) e fatemi sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia!
Alla prossima,
Lawlietismine
p.s: Il titolo. Come per le altre due, non sapevo cosa mettere. Ho deciso che le unirò tutte in una serie, visto che probabilmente non sarà l'ultima Untitled che pubblicherò ^^".
È notte fonda quando Derek bussa piano alla sua finestra e Stiles non si sorprende minimamente.
Lancia un'ultima occhiata alle ultime due righe del libro di chimica, all'argomento maledetto che sta studiando ormai da ore per il compito del giorno seguente, poi fa ruotare e scorrere grazie alle rotelle la sedia girevole e lo vede accovacciato sul bordo, in attesa che lui lo faccia entrare. Si alza con una spinta forzata e lo accontenta, concedendogli un sorriso stanco quando Derek, una volta balzato dentro e richiusa la finestra, si sporge per depositargli un bacio all'angolo della bocca.
“Hai finito?” gli chiede, accennando con un gesto della testa all'ammasso di quaderni e libri che occupano la scrivania, illuminata debolmente da un'abat-jour.
Stiles si stiracchia fra le sue braccia, allungandosi fino a circondargli le spalle e stringerlo più a sé, e si lascia a un lieve sospiro esausto, prima di affondare il volto nell'incavo del suo collo e rilassarsi finalmente un po'. Derek aumenta impercettibilmente la presa alla base della sua schiena per sorreggerlo meglio.
“Sì” risponde alla fine in modo biascicato, strofinando così piano le labbra contro la sua pelle.
Il licantropo si muove leggermente in avanti e in questo modo costringe anche lui a indietreggiare di qualche passo. Quando Stiles sente distrattamente le gambe scontrarsi col bordo del letto, sguscia via dalle sue braccia e si lascia cadere seduto, cercando di trattenere inutilmente uno sbadiglio.
“È ora di andare a dormire” decide l'altro scrutandolo dall'alto, quasi indeciso se metterlo a letto o riempirlo di baci nel vederlo strusciarsi il dorso della mano sugli occhi lucidi per la stanchezza, poi si distrae andando a spegnere la luce mentre l'umano si mette sotto le coperte e alla fine si spoglia, rimanendo con addosso i boxer, e lo raggiunge al caldo.
“Notte Der” mugugna Stiles in modo confuso, spostandosi subito come d'abitudine per accoccolarsi contro il suo petto.
“Notte Stiles” gli risponde lui, circondandolo subito di riflesso per avvicinarlo ancora di più a sé.
Ed è così che lo Sceriffo li trova, quando la mattina seguente rientra dal turno di notte e raggiunge la camera del figlio per svegliarlo. L'umano e il licantropo che si stringono l'uno all'altro quasi in un intreccio, profondamente addormentati e sereni, entrambi con l'espressione più in pace che lui abbia mai visto sui loro volti.
Si limita ad alzare esasperato gli occhi al cielo e trattiene uno sbuffo, perché Stiles non gliel'ha ancora presentato ufficialmente come suo ragazzo ma lui non è stupido e lo sa da un po', magari questa è la volta buona che lo rendono partecipe di questo segreto non tanto segreto. A meno che Derek Hale non sgattaioli via dalla finestra come le altre mattine in cui no, lui non ha proprio fatto in tempo a coglierli in flagrante, ma questo non vuol dire che non fosse a conoscenza della sua presenza in casa.
Scuote leggermente la testa e poi se ne va verso le scale, così da tornare in cucina per preparare speranzoso la colazione per tre.
Passano almeno trenta minuti, prima che Stiles si decida a scendere, i capelli incasinati e il passo strascicato per il risveglio.
E dietro di lui, stavolta, c'è anche Derek.