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Autore: narixxx    30/05/2016    2 recensioni
~YOONSEOK
Slide Jikook
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole piano piano stava scomparendo dietro l'altalena, segno che un altro giorno stava per terminare. Il tepore dei teneri raggi del sole che dolcemente ti carezzavano la pelle stava lasciando il posto al leggero freddo che creava piccoli brividi facendo drizzare i peli sulle braccia. L'estate stava piano piano lasciando il posto all'autunno.

Yoongi  aveva passato l'intero pomeriggio a giocare nel parco del quartiere immerso tra le risate dei suoi amici, mentre tra una giostra ed un'altra il respiro gli veniva meno nel rendersi conto di quanto fosse fortunato. Con gli ultimi raggi ad illuminargli il tragitto verso casa il piccolo era ancora circondato dalla felicità che aveva provato quel giorno. Era passato tantissimo tempo dall'ultima volta che aveva provato una tale emozione.

''Mamma mammina lo sai mi sono fidanzatoooo!'' entrò tutto felice in cucina. ''Mamma mamma guarda l'anello che mi ha regalato!!'' disse saltellando pieno di felicità mentre tutto orgoglioso mostrava il suo anello di caramelle alla madre ''Non ti sembra stupendo?'' chiese con gli occhi che brillavano di felicità ''Vero!? Vero?'' chiese mentre tutto adorante fissava quel piccolo anello multicolore che indossava orgogliosamente sull'anulare proprio come sua madre che al proprio portava la fede.

''Certo Yoongi è stupendo,'' rispose la donna guardando attentamente l'anello ''Ma sai dovrebbe essere il ragazzo a regalare l'anello alla ragazza e non il contrario!'' continuò la donna ironicamente.

Yoongi aveva 10 anni troppo piccolo per comprendere appieno quello che la donna gli stava dicendo. Per lui quelle parole non avevano senso. Non riusciva a comprenderle fino in fondo e non capiva perché ci fosse questa distinzione ''ma mamma,'' continuò perplesso ''questo vuol dire che essendo io un ragazzo se mi piace una ragazza devo essere io a regalare l'anello '' parlava scandendo attentamente ogni parola come gli avevano insegnato a scuola ''ma se a me piace un ragazzo allora come bisogna fare?'' chiese serio inchiodando i suoi dolci occhi color cioccolata a quelli neri della madre.

Dinanzi a quelle parole la donna rimase immobile. Agli occhi del piccolo Yoongi sembrava quasi fatta di cemento, non una parola usciva dalle sue labbra e sembrava anche che avesse smesso di respirare. Se non avesse visto la vena sulla tempia destra pulsare furiosamente avrebbe chiamato aiuto pensando che fosse morta. A rendere l'immagine ancora più cupa e tetra era il freddo che penetrava nelle sue ossa per colpa dalla porta d'ingresso che aveva distrattamente dimenticato di chiudere.''Non è possibile!'' continuò destandosi dalla sua trance mentre si accovacciava per stare alla stessa altezza del figlio '' non è possibile che ti piaccia un ragazzo, dopotutto anche tu sei un ragazzo quindi ti prego! fai il serio Yoongi! ormai sei cresciuto per fare questi stupidi scherzi.'' rispose risoluta la donna mentre scuoteva il corpo del piccolo.

''ma mamma quello che ho detto è tutto vero! Davvero. Io quando sto con lui è come quando c'è il temporale con tuoni e fulmini e mi catapulto tra le lenzuola con te e papà'' affermò mentre alcune lacrime avevano lentamente iniziato a scendere per la frustrazione sulle sue guance. ''Con lui  io- .'' balbettò.

''Basta Yoongi!'' rispose la donna sfilando l'anello dal dito del piccolo mentre tutta arrabbiata a passo pasante ritornava a cucinare lasciando da solo il piccolo Yoongi in ginocchio a piangere.

Il freddo della notte che entrava dal portone insieme alle lacrime che ancora scendevano inesorabili lungo le guance scuotevano senza sosta il corpo del più piccolo. La rabbia per il comportamento della donna l'aveva ferito profondamente, in testimonianza le unghie stringevano forte la pelle delle braccia da cui scure lacrime di sangue scorrevano lungo tutto lavambraccio. Tutto il suo corpo  insieme al suo cuore stava soffrendo a quell'assurda  situazione. La voce stridula della donna lo riportò alla realtà facendolo tremare ancora una volta. Stancamente dopo le lamentele della stessa per il troppo freddo si alzò e barcollando chiuse la porta. L'immagine amorevole della donna che per tutta la sua breve vita aveva considerato una delle più dolci e speciali lentamente scomparve soppiantata da quella di una pazza isterica. La visione del suo anello frantumato ai suoi piedi rafforzó ancora di più quelle parole. Parole che a stento riusciva a comprenderne fino in fondo il significato,ma che per le innumerevoli volte che la madre le aveva usate per descrivere le sue amiche gli sembravano più che appropriate.

La donna dal suo canto pensava che distruggendo quel piccolo anello ciò avrebbe fatto tornare tutto alla ''normalità'', avrebbe fatto capire al figlio che quello che aveva detto era semplicemente qualcosa di brutto e cattivo. Sbagliato. Dentro di lei però conosceva la verità. Semplicemente la paura l'aveva fatta agire d'istinto. Paura di aver sbagliato ad educare il suo unico figlio,  paura di essere derisa dinanzi alle sue amiche per colpa di suo figlio. Paura. Una semplice parola che però può far riflettere quando con essa può sopraggiungere l'isolamento e la derisione di chi ti circonda.

In Yoongi dopo quell'episodio qualcosa era scattato. Il solito Yoongi sempre vivace, spensierato che rallegrava chiunque gli stesse di fianco scomparve. Iniziò a chiudersi in se stesso. Aver perso la fiducia nella madre gli aveva fatto aprire gli occhi, e la realtà lo aveva fatto tremare. Una realtà già difficile da sopportare per un adulto, non pensiamo ad un ragazzino di soli 10 anni. All'inizio dopo la sfuriata aveva provato in tutti i modi a comprendere il comportamento assurdo che la donna aveva avuto quella sera. Aveva iniziato ad evitare il ragazzino che gli aveva regalato l’anello. Poi però quando i giorni divennero settimane e la risposta sembrò impossibile da trovare tornò alle giostre e cercò di non farsi scoprire dalla madre delle sue innocenti uscite con il ragazzino dai profondi occhi marroni a cui era tanto affezionato. Più usciva con lui e piu si convinceva che non ci fosse nulla di sbagliato nella sua scelta.

Solo quando era con Hoseok,il ragazzino che occupava un posto speciale nel suo cuore, riusciva a respirare. Solo quando vedeva i suoi dolci occhi marroni guardare profondi nei suoi riusciva ad essere felice. Era per i momenti che passava con Hoseok che riusciva ancora a chiamare sua madre con l'appellativo di mamma.

Poi però come succede sempre, gli occhi critici delle persone a cui poco o nulla sfugge avevano riportato dei suoi brevi incontri sulle giostre del parco alla madre, della sua manina stretta forte a quella dell'altro, del loro stare seduti e parlare fitti fitti incuranti degli altri bambini che volevano giocare a tutti i costi con i due. Purtroppo da quel momento in poi le cose andarono solo peggiorando.

 La madre senza dire nulla e fregandosene dei sentimenti del figlio decise di trasferirsi in un altro distretto e così di iscrivere il figlio in un'altra scuola, non dando neanche il tempo ai due ragazzi di salutarsi. Fu in quell'occasione che scomparve definitivamente Yoongi che tutti conoscevano ed apparve Suga. Il dolce ed innocente Yoongi venne sostituito da un freddo e menefreghista Suga. Vuoto, apatico insensibile. Il suo perenne broncio e gli occhi sempre stretti in due fessure avevano innalzato un muro che aveva allontanato tutti. Certo aveva degli amici, ma le loro risate, la loro compagnia non leniva la mancanza di Hoseok. Nonostante tutto la memoria di quel ragazzo era qualcosa di difficile da dimenticare.

La vita di Suga trascorreva tra un uscita con gli amici e la scuola. Tra il divertimento e il riposo. Perché l'unica cosa che faceva Suga tra una lezione e l'altra era quella di dormire sui libri. Quello era il suo modo di ribbellarsi alla madre, facendola stare perennemente seduta in presidenza annullando gli appuntamenti con le sue amiche per il suo atteggiamento poco presente alla vita scolastica. ''Suo figlio è troppo apatico Signora'' le ripeteva di continuo il preside ma poco potevano quelle parole, specialmente dinanzi ai suoi voti.

Perchè strano ma vero, ma ad ogni verifica era sempre il primo in classifica.

''Ehi Suga!'' lo salutò Jungkook saltandogli sulla schiena.

''Ya Kook scendi che pesi!'' rispose piatto Suga.

 ''Allora dopo lezione si esce?'' chiese speranzoso guardandolo con i suoi occhioni da cerbiatto e il suo sorriso alla bunny ''Sai volevo andare al nuovo locale di Chicken in centro''

''Kook sono le 8 di mattina come cavolo fai già a pensare al cibo!?'' chiese Namjoon mentre si avvicinava ai due. 

''ma Hyung io ho bisogno di crescere'' rispose mentre si avvicinava al più alto facendo finta di misurare l'altezza. ''Allora?Allora?''. Jungkook non era propriamente un amante del pollo piccante più che altro trovava affascinante il cameriere che glielo serviva, e i due sapendo di questo bizzarro interesse contro voglia annuirono. ''Hyung,'' disse in tono dolce avvicinandosi a Suga ''però questa volta offri tu!'' disse per poi correre a tutta velocità verso l'entrata della scuola.

''Quel dannato mostriciattolo..tsk'' ed insieme a Namjoon si incamminarono verso l’entrata.

Dopo due ora di matematica e altre 3 ore di un tizio che blaterava cose senza senso sulla bellezza della critica letteraria, il rumore della campanella fece riprendere vita al corpo rimasto inanimato di Suga durante tutta la lezione facendolo alzare di colpo ed uscire di corsa da quel posto assurdo. Namjoon dal canto suo la pensava diversamente. ''Suga hai sentito il prof? Stupendo come ha spiegato le varie differenze della favola di cappuccetto rosso durante il passare dei secoli. Come ogni rivisitazione si sia dovuta adattare al periodo-'' parlava sognante '' Sai vorrei fare anch'io un lavoro come i  fratelli Grimm, andare in giro per il nostro paese e raccogliere tutte le storie popolari sarebbe davver-.'' si fermò quando si accorse che Suga invece di ascoltarlo si era messo le cuffiette nelle orecchie con la musica talmente ad alto volume che anche lui riusciva ad ascoltare da lontano la canzone.

Namjoon non si stupì di quella visione. Conosceva il più piccolo. Sapeva che non lo faceva apposta ad escluderlo dalla sua vita, sapeva che era qualcosa che gli veniva spontaneo ed automatico e non lo condannava. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo 12 anni. Lo aveva incontrato nella sala giochi di un vecchio cinema seduto in un angolo con gli occhi fissi nel vuoto e le mani che stringevano compulsivamente la stoffa dei suoi jeans rendendo le nocche delle mani bianche. Namjoon era rimasto subito colpito dalla visione del più piccolo ed appena aveva posato il suo sguardo sull'altro qualcosa gli era scattato dentro. I suoi genitori gli avevano ripetuto per tutta la vita che il bene portava bene, e che bisognava aiutare il prossimo. Così il suo corpo si mosse automaticamente andando incontro al ragazzo. Namjoon era poco più grande del ragazzo ed anche se con tutta la sua anima voleva aiutarlo non sapeva come fare. La visione di quel misero corpo quasi senza vita, troppo magro per la sua età gli faceva venire un senso di rabbia che poco aveva a che fare con il suo solito carattere. Guardando con attenzione il ragazzino si accorse della maglietta che indossava, non ci pensò sù due volte e mise delle cuffiette nell'orecchio dell'altro che a stento se ne accorse, almeno non fin quando la musica iniziò.

''Run away-ay with me

Lost souls in revelry
Running wild and running free
Two kids, you and me

And I say
Hey, hey hey hey
Living like we're renegades
Hey hey hey
Hey hey hey
Living like we're renegades
Renegades, renegades

Long live the pioneers
Rebels and mutineers
Go forth and have no fear
Come close and lend an ear

And I say
Hey, hey hey hey
Living like we're renegades
Hey hey hey
Hey hey hey
Living like we're renegades
Renegades, renegades

All hail the underdogs
All hail the new kids
All hail the outlaws
Spielbergs and Kubricks

It's our time to make a move
It's our time to make amends
It's our time to break the rules
Let's begin...''

Al termine della canzone i suoi occhi erano ancora lontani e distanti, ma aveva smesso di afferrare compulsivamente la stoffa dei suoi jeans. ''Ciao io sono Namjoon,'' si presentò allungando una mano come gli avevano insegnato i suoi ''tu come ti chiami?'' continuò prendendo di sua iniziativa la mano dell'altro la quale era bellamente distesa lungo il suo corpo. ''Allora?''

''Suga'' rispose con voce flebile mentre toglieva velocemente la mano dalla stretta dell'altro.

Era così che si erano conosciuti. Suga non spiegò mai perché fosse così scostante e freddo, e Namjoon non chiese mai perché si fosse nascosto in una sala giochi. Ed anche se all'interno del loro rapporto c'erano parole non dette i due dal loro primo incontro non si erano mai più staccati. Ormai avevano 23 anni e il loro rapporto aveva raggiunto un punto in cui l'uno era indispensabile all'altro e vice versa. Si comprendevano ascoltando i silenzi.

Suga, Namjoon e Jungkook si avviarono verso il ristorante. Jungkook tutto elettrizzato saltellava al fianco dei due mentre distrattamente ripeteva ad alta voce il menu, giusto per non fare la figura dell'imbranato un'altra volta davanti al cameriere. Ricordando l’ultima volta che erano stati lì e quello che aveva combinato l’ansia l’assalì facendogli venir voglia di andarsene a gambe levate, poi però l'immagine del cameriere e le due mezze lune che comparivano ogni qual volta sorrideva gli fece cambiare idea.

Entrarono nel locale. Di solito all’ora di pranzo era quasi sempre pieno, ma stranamente quel giorno solo la metà dei tavoli era occupata. I tre a passo svelto si diressero verso il loro tavolo abituale, non fecero in tempo neanche a sedersi che un cameriere gli andò incontro portandogli il solito menù. Suga lo conosceva bene. Di solito era sempre J-Hope, questo era il nome scritto sulla targhetta identificativa, che gli poneva il menù e sempre prima a lui, ma ogni volta dopo averglielo dato scompariva in cucina per poi essere sostituito dal cameriere dagli occhi a mezze lune che tanto faceva battere il cuore al piccolo Jungkook. Anche questa volta come tutte le altre diede il menù prima a lui e poi a tutti gli altri guardandolo dritto negli occhi. I suoi due amici sostenevano che il cameriere avesse una piccola cotta segreta per lui, ma a Suga questo importava poco o niente. Specialmente perchè il suo cuore era già occupato, e nessun altro poteva cambiare la realtà. Certo il cameriere era davvero attraente, gambe muscolose, alto e bene proporzionato. Le tenere fossette che gli comparivano quando sorrideva gli facevano mancare l’aria, ma i suoi occhi, quei profondi occhi scuri che luccicavano ogni volta che i loro sguardi si intrecciavano gli ricordavano tremendamente quelli di Hoseok e questo gli faceva montare dentro una rabbia davvero assurda. Era qualcosa che gli capitava spesso. Gli mancava talmente l'altro che anche a distanza di anni non faceva altro che cercare quegli occhi nelle persone che incontrava per strada. Piano piano aveva imparato a guardare per terra, a non soffermarsi sui volti.

‘’Ecco a voi i vostri menù’’ sussurrò e con la tranquillità con cui era venuto così se ne andò. 
Come sempre Jungkook ordinò il combo patatine, pollo e coca-cola, lo stesso fece Namjoon mentre lui ordinò una coca-cola ed un hamburger. Le ordinazioni come solito vennero prese dal cameriere che piaceva a Jungkook facendolo balbettare ed arrossire come una scolaretta alle prese con la sua prima cotta.

Yoongi e Namjoon avevano incontrato Jungkook per strada. Il ragazzino a quei tempi stava seduto sul ciglio della strada con le macchine che a tutta velocità gli passavano a pochi centimetri dai piedi. Teneva le ginocchie strette contro il busto mentre la testa era adagiata su di esse. A tratti il corpo era scosso da singhiozzi, i pantaloni erano lacerati e sulle braccia si vedevano piccoli graffi ed alcune macchie di sangue. A Namjoon quella scena era fin troppo famigliare infatti fu il primo tra i due ad avvicinarsi. Gli si accovacció pettinandogli dolcemente i capelli. Il lento e ritmico movimento piano piano fece calmare il ragazzo. "Eii ragazzino tutto bene?" chiese calmo il più grande mentre continuava ad accarezzargli la testa.

"Si s-si" biascicó il piccolo.

"Piacere Namjoondisse mentre gli allungava la mano.

"J-J-Jungkook" rispose l'altro.

"Il ragazzo là in fondo è Sugacontinuò Namjoon.

Sul volto del più piccolo comparve lentamente un sorriso alla bunny mentre due scocchette rosse apparivano sulle guance. Il sorriso fu poi distrutto da due ragazzi alti, figli di papà che passandogli di fianco lo chiamarono checca.

In quel momento Suga che era rimasto distante e distaccato da quella scena gli si avvicinò "Piacere sono Yoongi, ma puoi chiamarmi Sugae gli pose la mano "Vuoi venire con noi a prendere un gelato?" chiese mentre malamente sopprimeva uno sbadiglio.

In realtà non era per nulla stanco o annoiato. Semplicemente trovava quelle parole, quelle accuse ridicole. Per esperienza sapeva che le parole erano le armi più affilate ed efficaci nel distruggere una persona, così si comportó come se non avesse sentito nulla. Con difficoltà fece comparire sul suo volto un piccolo sorriso sgembo " allora andiamo Kookie?".

Le ordinazioni furono servite, come previsto tutto il lavoro fu svolto da Jimin. Di J-Hope invece nessuna traccia se non per la leggera risata che proveniva da uno dei tavoli occupato da una coppia di signori anziani. Jimin stava cercando di trasportare tre bicchieri stracolmi di coca-cola che a stento si tenevano in equilibrio, quando un impacciato Jungkook cercando di dare una  mano fece rovesciare tutte le bibite su Suga.

La coca-cola scendeva lungo il suo corpo facendo aderire la maglietta al petto. Per la frustrazione un breve ringhiio gli uscì dalle labbra. Non fece in tempo ad aprire bocca per lamentarsi che si ritrovò coperto dal soffice tocco di un fazzoletto che cercava di pulirlo alla meglio, mentre il piccolo artefice del casino si nascondeva dietro le ampie spalle di Jimin che continuava a scusarsi.

"Seguimi, ti dó il cambio" affermò J-Hope con tono sicuro facendogli segno verso la cucina.

Piccole goccioline cadevano ad ogni suo passo lasciando alle sue spalle un piccolo sentiero.

"Tieni!" disse J-Hope mentre gli passava un asciugamano "se vuoi puoi farti anche una doccia".

"Si credo proprio che mi convenga" affermò Suga mentre sovrappensiero si toglieva la maglia.

"Mmmh, bene ecco questa è la doccia" disse mentre le guance del cameriere iniziavano a colorarsi di un tenue colore porpora. "Fai pure c-con comodo. Io sto in g-giro".

Yoongi di solito impiegava quasi tre quarti d'ora a rigirarsi sotto l'acqua, non perché fosse un maniaco della pulizia ma perché l'acqua che lentamente gli avvolgeva il corpo lo rilassava. Solo che questa volta il ticchettio dei passi provenienti dalla stanza affianco gli metteva una strana fretta mista ad ansia. Un ansia che non provava da tanto. All'improvviso smise di respirare, tutto ciò che lo circondava iniziò a girare. Un peso sul petto premeva forte, prepotente. Nell'estremo atto di respirare uscì dalla doccia. Arrancando si ritrovò in un ampia stanza. Tutto intorno a lui sembrava venirgli incontro. Non si rese conto che qualcuno lo stava chiamando, non si rese conto neanche  che il suo corpo nudo era in bella vista al resto dei commensali, non fin quando un tenero odore di menta non lo colpì. Il suo corpo ormai senza controllo si lasciò andare al contatto con due braccia forti e rassicuranti che lo sollevarono da terra circondandolo delicatamente mentre a passo tranquillo senza nessuno sforzo lo riportavano in bagno, e delicatamente lo poggiavano a terra.

''Yoongi stai bene?'' chiese preoccupato J-Hope mentre distrattamente gli carezzava la guancia cercando di fargli riprendere il controllo di se stesso.

''S-si'' biascicò Suga mentre il dolce tepore della mano dell'altro riscaldava il suo corpo infreddolito.

''Tieni'' disse J-Hope mentre attentamente avvolgeva il corpo dell'altro in un asciugamano.

''G-grazie'' sussurrò dinanzi a quella gentilezza. Il forte odore di menta stava lentamente bruciando dentro di lui facendogli piano piano riprendere a respirare. ''Grazie'' ripetè con più convinzione.

''Di nulla Yoongi'' rispose dolcemente l'altro mentre si alzava per lasciare la stanza.

Nella mente di Suga una sola parola si ripeteva e ripeteva -Yoongi Yoongi Yoongi. Come faceva quel cameriere a conoscere il suo nome? Era sicuro di essersi presentato sempre e solo come Suga, ed anche se Namjoon e Jungkook conoscevano il suo vero nome era sicurissimo che non l'avrebbero detto a nessuno. 
-Yoongi-ah andiamo sullo scivolo? sentì una voce nella sua mente chiamarlo. -Yoongi-ah vieni con me? Ho paura dell'altezza. -Certo Hoseok-ah, ora dammi la mano. 

Le scene della sua infanzia si sovrapponevano l'una sulle altre facendogli mancare ancora una volta il respiro. ''Basta!!'' scoppiò tenendosi la testa fra le mani. ''Basta!'' sospirò mentre alcune lacrime scendevano libere lungo le sue guance.

''Yoongi, tutto bene?'' chiese J-Hope spaventato ''Y-Yoongi?''

''Basta! Smettila di chiamarmi con quel nome!'' continuò strillando in faccia all'altro tutta la sua frustrazione. 

Appena il suo sguardo incrociò quello dell'altro tutto il dolore e la delusione che vi lesse gli fece rimpiangere tutte le parole amare che avevano lasciato la sua bocca. ''S-scusa''

''Ho capito Suga'' disse l'altro mentre si alzava di nuovo ed usciva dalla stanza.

Un lampo argentato dentro tutto quel casino catturò l'attenzione di Suga, ed in un attimo di pura follia disse qualcosa che aveva poco a che fare con la logica e molto di più ad un vaneggiamento per prolungata assenza di aria così presa di quel lampo di pazzia lo chiamò ''Hoseok'' un sussurro appena udibile lasciò le sue labbra ''Hoseok'' continuò ''Hoseok'' gridò facendo tremare le pareti.

Non sapeva perchè lo aveva chiamato così, in quel momento non sapeva nulla. Mille dubbi e mille incertezze si rincorrevano nella sua mente. Aveva però una sola certezza. Quella collana al collo dell'altro non poteva non significare nulla. Così sulle gambe che tremavano sotto il peso delle sue paranoie, di tutto il dolore che aveva accumulato durate tutti quegli anni di solitudine, accecato dalla possibilità che la sua mente avesse visto giusto, ed in un estremo atto di speranza gli andò incontro ''Scusami Hoseok-ah per non averti riconosciuto prima''. Poi tutto intorno a lui divenne nero.
 

Un applauso a chiunque abbia letto fino in fondo... Voi siete persone valorose, mi inchino d'inanzi a voi.

Scusatemi ma nelle note autore non so mai da dove iniziare. 
Prima di tutto grazie ed ancora grazie per aver letto la mia storia. So che in confronto alle altre storie sulla Yoonseok la mia è alquanto banale ed anonima, ma è una coppia che mi colpisce ogni volta sempre di più ed ho deciso di scrivere una storiella su di loro.
Secondo ci tenevo a spiegare alcuni punti. Uno dei quali è spiegarvi come è nata questa storia. Un giorno stavo parlando con mia madre sui vari significati delle pubblicità (esame a breve T.T) ed è apparsa questa pubblicità di ''Cherry season'' io le ho spiegato il significato e lei mi fa ''Perchè tutto questo giro di parole solo per arrivare a questa cavolata?'' io lì ho risposto in base a quello che avevo studiato, quindi regole ed altri mille blablaa. Ora voi vi chiederete perchè vi stia dicendo tutto ciò, semplice. Io dentro di me stavo pensando che a volte per arrivare ad una conclusione che può sembrare ''banale'' ci sono mille problemi e situazioni e ragionamenti. Ora in poche parole quel titolo voleva chiamare nel lettore un immagine, una situazione e far arrivare a chiunque avesse mai letto il titolo ad una sua conclusione. Così nella mia mente malata (XD) ho voluto descrivere una storia con un carico d'emozione pesante alle spalle, partendo da un punto banale che poi si è dimostrato il più importante ad una conclusione che però ha affrontato altri mille passaggi importanti. Tipo che Yoongi si presenta a Namjoon come Suga,ma non lo fa con Jungkook. Oppure Suga è consapevole dei suoi sentimenti per Hoseok anche a distanza di anni.

Tenevo a farvi notare solo un altro particolare e che riguarda NamjoonNamjoon è il primo ad avvicinarsi a Jungkook e idem con Suga ed in entrambi i casi "usa" il suo corpo, quindi non vorrei che a voi sembrasse rude nel momento in cui prende di sua iniziativa la mano di Suga o accarezza la testa di Jungkook, lui semplicemente fa notare la sua vicinanza agli altri  due delicatamente.

Ok, spero di avervi fatto capire, nel caso potete sempre contattattarmi. Mi scuso per i vari errori grammaticali e un bacio.

Spero vi sia piaciuta *scappa per paura del contrario*

-Nari  

   
 
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