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Autore: Ciulla    30/05/2016    7 recensioni
Niente è più attuale di un'amicizia finita... Per colpa della carne.
Perché Aragorn ha voglia di un po' di selvaggina, e Legolas non può accettarlo.
“[...] Mio Estel, amico, non è solo quello...”
E l’altro gli chiese: "Che ho fatto di male?
Non posso sognar di mangiare un vitello,
ficcando i miei denti in un corpo animale?
Perché te ne angusti? Perché non è sano?”
E l’elfo rispose: “Perché son vegano!” [...]"
Genere: Comico, Demenziale, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Legolas
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I DIFFICILI RAPPORTI TRA ARAGORN E L'INSALATA

 

Un giorno, lasciato da un po’ Gran Burrone,
la notte già giunta con rapidità,
dei piccoli hobbit ed uno stregone 
sedevano in pace ed in tranquillità.
Il grigio giocava col suo gran bastone
e gli hobbit dormivano appena più in là;
un uomo beffardo ed un piccolo nano 
tiravan di scherma lì poco lontano.

Lasciati di guardia con gran sonnolenza
sedevano un elfo e un umano barbuto,
due amici che ognuno non può stare senza, 
con grande futuro ed illustre vissuto.
Di tale portata la lor confidenza,
nemmeno un contrasto restava imbattuto,
finchè quella sera fautrice di lite
finì per divider due anime unite.

Grampasso, o Aragorn che dir si voglia,
d’un tratto fe’ all’elfo un’uscita infelice.
“Amico, mio principe, bel Verdefoglia,
io vado a cacciare una qualche pernice,
con questo coltello che scuoia e che spoglia,
così che il mio stomaco viva felice”.
L’amico si oppose bloccandolo in fretta.
“Ma ti ho preparato una buona cenetta!

È ricca di fibre ed è nutriente,
è buona, squisita, così delicata...”
Ma all’uomo non parve granché convincente.
“Ne ho piene le palle di questa insalata!
Le bacche, le foglie, non sanno di niente,
ho voglia di carne! Bollita o impanata,
Grigliata od arrosto, al sangue o ben cotta,
bruciata o anche cruda, ghiacciata o che scotta!”

Lo sguardo dell’elfo sembrava ferito,
sembrava sconfitto, deluso, schifato,
e l’uomo sorpreso, confuso e pentito
gli diede un abbraccio sentito e accettato.
“Se quello che ho detto t’ha un po’ infastidito
mi scuso per essere stato sgarbato,
che tu per mio affetto ti sei dato pena
ed io da scortese rifiuto la cena”.

Ma l’elfo, che pure se triste era bello,
scuoteva la testa guardando il mortale.
“Mio Estel, amico, non è solo quello...”
E l’altro gli chiese: "Che ho fatto di male?
Non posso sognar di mangiare un vitello,
ficcando i miei denti in un corpo animale?
Perché te ne angusti? Perché non è sano?”
E l’elfo rispose: “Perché son vegano!”

La faccia dell’uomo rimase allibita
e l’elfo parlò senza avere risposta.
"Non chiedo che approvi il mio stile di vita,
né che questa vita ti venga mai imposta.
Però, non mangiare una preda aggredita
dovunque la scena ai miei occhi sia esposta!
Se m’ami d’amico divora una bacca,
ch’è sana, succosa e ti fa far la cacca”.

Amando l’amico l’umano esitò,
ma poi udì il richiamo del mondo selvaggio;
non ebbe la forza di dirgli di no:
quel dolce profumo chiamava all’assaggio.
Con grande dolore l’umano scappò, 
segnando di morte il suo folle passaggio;
lasciato alle spalle, l’amico comprese,
e sulla sua guancia una lacrima scese.
   
 
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