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FAIRY TALES AND RAINDROPS
scritta da Phoenix DeFuego, tradotta da Alessia Heartilly

"Questa è l'ultima volta!" si imbronciò la strega. Quistis inarcò un sopracciglio mentre Rinoa incrociava le braccia sotto il seno e corrugava la fronte per la rabbia. "Se mi bidona un'altra volta, è finita!" Rinoa se ne andò di corsa, separando la folla nel corridoio con il suo cattivo umore.

Avrebbe potuto dire a Rinoa dov'era lui. Quistis sospirò mentalmente, accorgendosi che era egoista a non dire la verità a Rinoa. Stringendo di più l'ombrello, andò in Giardino. Non stava di certo cercando di proposito di separare Squall e Rinoa, ma non riusciva nemmeno a mettere insieme la determinazione di aiutarli a stare insieme. I tacchi dei suoi stivali ticchettavano ritmicamente mentre marciava lungo il corridoio con la striscia rosa, un cipiglio a disturbare i lineamenti dolci del suo viso.

Avrebbe dovuto dire qualcosa a Rinoa. Quistis sapeva che a Squall importava davvero dell'energica ragazza. Non lo aveva mai visto così innamorato di qualcuno, prima. Immaginava che il motivo per cui aveva taciuto era che aveva paura. Quistis aveva visto Squall cambiare molto sin da quando aveva incontrato Rinoa, e in un modo che la turbava. Era bello che lui sembrasse aprirsi di più con i suoi amici, e che stesse finalmente iniziando a lasciare che le persone si avvicinassero di nuovo a lui. Quistis era combattuta, però. Non voleva che lui cambiasse, e allo stesso tempo le piacevano i cambiamenti che vedeva.

Forse era solo gelosa che fosse stata Rinoa a portare quel cambiamento in lui, e non lei. Quistis si fermò sulla soglia del Giardino con un sorriso sulle labbra, e ridacchiò in silenzio. D'altra parte, c'erano cose che non sarebbero mai cambiate. Degli studenti le passavano accanto correndo dentro, perché nuvole nere e tuoni distanti li incoraggiavano a trovare riparo dalla tempesta in arrivo. Tranne uno.

Nel mezzo di una zona erbosa quadrata c'era una quercia molto alta e molto vecchia; i rami intrecciati coperti di foglie smeraldo fremevano nel vento freddo. Accoccolato tra le vecchie radici e appoggiato al tronco robusto c'era Squall, con il naso sprofondato in un romanzo piuttosto grosso, del tutto dimentico del mondo.

Quistis sorrise, guardando Squall perdersi nel suo piccolo mondo di fantasia. Era una cosa poco conosciuta che Squall amasse leggere romanzi. Era un segreto che Quistis custodiva gelosamente. Amava guardare le emozioni passare sul suo bel viso mentre leggeva. Aveva scoperto che quando Squall era davvero perso in qualsiasi storia stesse leggendo, i suoi occhi diventando di un blu acceso.

Si chiedeva spesso come sarebbe stato essere presa sotto quello sguardo azzurro. Se solo fosse riuscito ad imparare a trattare le persone come trattava i suoi preziosi libri. Sempre sorridendo, Quistis scosse la testa, scendendo attentamente gli scalini di marmo.

Il rumore del tuono rimase inascoltato; Squall divorava con occhi affamati ogni parola, le spalle piegate e la testa china mentre la storia lo assorbiva, come se avvicinarsi al libro potesse in qualche modo portarlo più vicino ai personaggi e alla storia. All'improvviso Squall sbatté le palpebre, sorpreso, quando qualcosa di bagnato cadde sulla pagina.

Come se vedesse il mondo per la prima volta, Squall si prese un secondo per guardare ciò che lo circondava, e imprecò mentalmente rendendosi conto che aveva cominciato a piovere. Usando il dito come segnalibro, Squall si mise il volume sotto la giacca, nel tentativo di proteggere il suo tesoro dalle gocce di pioggia che riuscivano a penetrare le difese dei rami della vecchia quercia.

Si accigliò quando la pioggia divenne più fitta. Se non faceva qualcosa presto, il suo libro si sarebbe bagnato e molto probabilmente rovinato.

Un'espressione di completa sorpresa e leggera confusione gli attraversò il viso quando le pesanti gocce di pioggia all'improvviso si fermarono. Quistis sorrise a Squall e gli tese la mano, tenendo l'ombrello aperto sopra di loro. Una traccia di blu gli filtrò negli occhi quando Squall sorrise e ringraziò in silenzio Quistis per il suo pensiero, accettando la sua mano e alzandosi in piedi.

Lei arrossì furiosamente quando Squall le mise un braccio intorno alle spalle, e rifletté che era solo per poter stare entrambi sotto l'ombrello mentre attraversavano il Giardino. Gettando la cautela alle ortiche, Quistis gli posò la testa sulla spalla e si appoggiò al suo abbraccio, incapace di nascondere il sorriso luminoso che le tagliò il viso quando lui non obiettò. Il suo sorriso svanì, però, quando ricordò la strega bruna. Perché la sua vita doveva essere così complicata?

Quando arrivarono in corridoio, Squall si allontanò e a Quistis mancò immediatamente il suo calore. Tutto il suo corpo si scaldò, però, quando lei si sciolse davanti all'inaspettato e sincero sorriso che Squall all'improvviso le regalò.

"Grazie."

La sua voce le mandò brividi lungo la schiena, e lui era già a metà corridoio quando Quistis tornò in sé. All'improvviso si accigliò e aprì la bocca proprio mentre Squall svoltava l'angolo. Con un sospiro pesante, chiuse la bocca e chinò le spalle. Avrebbe dovuto avvisarlo della tempesta che senza dubbio lo aspettava in camera. Un sorriso triste le attraversò le labbra pallide. Se quei due avessero litigato, lei sapeva dove poterlo trovare.

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