Film > Il pianeta del tesoro
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Autore: MadogV    31/05/2016    1 recensioni
L'isola che non c'è incontra alice nel paese delle meraviglie rivelando che esiste un delicato equilibrio fra i mondi, equilibrio che qualcuno ha rotto
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo piuttosto breve, lo so, ma è così che deve andare e no, non c’entra la fretta e una mia scelta, anche i prossimi capitoli saranno piuttosto brevi, perché preferisco creare una certa atmosfera e quindi meglio un capitolo breve, ma compendioso, che uno lungo e sconclusionato, con troppe informazioni.

“when there is no more rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh

corsair you are, you have to sail the sea

hoist the color, forge your honor

but be attenction to your actions

because when  ends rum, comes Belzebù Yo-oh-oh Yo-oh-oh. “

Era la canzone che ormai cantava anche lui, era la canzone della ciurma di Capitan Uncino.

Sulla coffa se ne stava, suonando l’ocarina, quando fu chiamato d’abbasso.

“Giovanotto.” Incominciò Uncino:” Mozzo sei arrivato e pirata sei diventato, grazie alle tue impareggiabili doti, ma ora basta cincischiare. Spugna provvedi ad informare il giovane della missione.”

Spugna si schiari la gola e incominciò con tono solenne, ma lievemente nasale:” Tu e tre dei migliori pirati scenderete sulla terra ferma, dove tu suonerai la tua ocarina e loro si apposteranno. Quando Pan, attirato dalla tua musica si presenterà, noi lo uccideremo.”

“E cosa vi fa pensare che Pan verrà?” Chiese

Uncino batte forte il pugno sul tavolo e disse:” Tuoni e fulmini, nei siamo certi. Vedi mentre tu suonavi ci siamo accorti, che furtivo scivolava Pan e veniva per ascoltare te, Jim Hawkins.”

“Capisco.” Disse Jim e poi, direttosi sul ponte, chiese quali fossero i suoi compagni di ventura.

Spugna gli indicò, allora, un pirata color del mogano, dagli scintillanti baffi neri e dallo sguardo torvo: il suo nome era Montblanc.

Poi un altro pirata, simile in tutto e per tutto a un grosso tronco sbozzato con l’accetta e con una la guancia segnata da una livida cicatrice: Bourbon lo chiamavano.

E infine, quello che da tempo era diventato il miglior amico di Jim, Shanks, detto il rosso per via dei sui capelli, ma era conosciuto anche come capello di paglia, per via del suo inseparabile cappello fatto di quel materiale e che a suo dire lo aiutava nel prendere meglio la mira.

Cosi fu calata una scialuppa, con abbordo un piccolo cannoncino, giusto nel caso l’approdo riservasse sorprese.

 A Jim l’Isola che non C’è dava, nonostante la lussureggiante e colorata natura, sempre un’impressione di cupezza, di morte, di angoscia profonda e i suoi sogni non l’aiutavano.

E cosi, schioppo alla mano, seduto sulla canoa, che furtiva scivolava, lanciava lunghe occhiate di qua e di là, e così anche i suoi tre compagni di barca, a un certo punto Shanks si avvicinò al ragazzo e gli poggiò una mano sulla spalla con fare paterno: Ancora quello strano sogno, ragazzo?”

“Si vecchio mio, ancora quello strano sogno, con quella strana e triste ragazza e quello strano e inquietante gatto.” Rispose Jim.

Stava di nuovo per piombare in uno stato di ambascia, quando vide di fronte a sé un movimento sospetto nella radura che avrebbe funto loro d’approdo e rapido fece caricare il cannone a mitraglia e per tre volte piovve morte, sollevando ogni volta una densa polvere di sabbia fina.

Quando la polvere si fu posata, lo scenario che si parava innanzi era quello di una dozzina di pellerossa crepati dalle suddette cannonate.

“Ci sai fare con quel cannone, ragazzo.” Si complimentò Bourbon, una volta sbarcati.

Intanto Shanks stava sforacchiando, con la sua spada, i cadaveri dei trucidati, il che non piacque a Jim.

“Non c’è più rispetto per i morti?” Chiese indignato.

“Sei morti non sono morti diventano pericoli, per questo conviene fare dei morti, dei morti molto morti.” Rispose Shanks con pacatezza, anzi quasi con distacco.

Poi continuò:” Anche se le cannonate hanno allarmato le nostre prede, occorre che tu Jim raggiunga il punto prestabilito e che non ci appostiamo. Il cannone lo lasciamo qui, sarebbe sprecato contro quel demonio di Pan.”

Il punto prestabilito era una radura con una gorgogliante cascata e uno specchio d’acqua limpidissimo in cui nuotavano pesci di variopinti e cangianti colori, e qui arrivò Jim, sedendosi su di una roccia che permettesse una visuale su ogni punto di agguato o di fuga.

Suonò l’ocarina fino a farsi venire mal alla faccia, ma di Pan non c’era traccia; poi all’improvviso se lo vide apparire, con le gambe incrociate, a mezzaria, tutto sorridente.

“Sei bravo, pirata” Disse

“Grazie” Fu la risposta.

“Ho due domande da farti, pirata.”

“Spara?”

“Dove hai preso quell’ocarina? E, quei simpaticoni li nascosti, immagino siano il comitato di benvenuto, giusto?”

“Non ricordo dove l’ho presa o se qualcuno me l’ha data e si quello è il comitato d’accoglienza.” Rispose Jim, facendo un lieve cenno con la mano.

Bourbon li appostato era pronto a sparare, ma fu fermato da Shanks.

“Che c’è?” Mugugnò il pirata.

E il rosso rispose:” Andiamo, siamo circondati e meglio evitare lo scontro.”

Ma Bourbon non gli diede retta e spuntò dal suo rifugio, sparando a tutto spiano, ma in quel momento sbucarono i bambini perduti e i pirati furono costretti a battere in ritirata.

Purtroppo lungo la fuga, nel tentativo di salvare Shanks, fu Jim a rimetterci le penne, che si accasciò al suolo ferito al fianco.

Fu portato sulla barca, dove però le sue condizioni erano così gravi che non si poté fare niente e in breve spirò.

   
 
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