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Autore: hodie    02/06/2016    4 recensioni
I Winchester sono una delle famiglie più apprezzate di tutta Lawrence. John è a capo di un'imponente agenzia automobilistica che gestisce insieme a suo fratello maggiore, Bobby, mentre insieme a sua moglie Mary - professoressa di filosofia del Liceo locale- è a capo di una famiglia composta da loro e da due meravigliosi figli: Sam e Dean. Sam, il più piccolo, è un semplice ragazzo che si distingue dal resto per la sua innata intelligenza, frequenta il secondo anno del college. Ha un debole per l'arte e per suo fratello, ma sono due passioni che nasconde da sempre. Dean, invece, è scappato di casa per girare il mondo da quando aveva sedici anni e non si è mai pentito della sua scelta. Vive con le stesse persone che conobbe al Liceo tredici anni fa, Castiel, Ruby e Samandriel ed ogni giorno lo vivono come se fosse l'ultimo, ed ogni due settimane viaggiano per una nuova destinazione, sempre diversa. Ma se un giorno decidessero di andare proprio a Lawrence, in Kansas? E se Dean volesse convincere Sam a far parte della sua insolita vita?
[ WINCEST ]
Genere: Avventura, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Ruby, Sam Winchester, Samandriel
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione
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La Weshburn University School of Law è una delle università più selettive, nonostante la sua fama non sia nota come Oxford, Stanford - Sam aveva vinto una borsa di studio per quest'ultima, ma per non abbandonare i suoi genitori preferì non realizzare il suo sogno - e molte altre. Inoltre, i suoi corsi erano sempre molto interessanti e Sam adorava parteciparne attivamente, con le sue solite domande provocatorie ma allo stesso tempo ben fondate.
Peccato che quel giorno il ragazzo non riusciva proprio a concentrarsi sulla lezione. Ascoltava distrattamente ciò che la professoressa Palmers affermava con tono sicuro, insieme ai soliti mezzi sorrisi che la caratterizzavano, eppure non riusciva a concentrarsi. Trovava decisamente più interessante osservare dalle ampie finestre che davano sul campus la tempesta di pioggia che si stava abbattendo sulla capitale del Kansas. Topeka, infatti, non era molto distante da Lawrence: bastava pressoché una mezz'oretta di treno, e quel tempo non andava mai perso dato che Sam era solito a ripassare ogni mattina l'intero programma. Era una città magnifica, immensa, che non avrebbe mai scoperto del tutto. L'unica pecca, appunto, erano gli improvvisi temporali.

« Sam, dimmi che oggi sei libero, ti prego! Tra qualche giorno ho un esame e senza di te non riesco a studiare.. » Sussurrò Jessica al suo orecchio, dopo essersi avvicinata al suo viso, per poi allontanarsi di poco per sbattere le ciglia ripetutamente, assumendo un'espressione da cucciolo bastonato. « Jess-- »
« Oh, andiamo.. Ne ho davvero bisogno, non essere crudele. » Insistette la ragazza, mentre di tanto in tanto spostava lo sguardo verso la professoressa per non farsi beccare. « Jessica, mi piacerebbe, davvero. Solo che.. ho un impegno familiare, è una cosa di una certa importanza. » Rispose con tono titubante Sam. E per la ragazza la sua espressione preoccupata fu sufficiente. Sam non le mentiva mai, e sapeva quanto fosse legato alla sua famiglia. Dopo avergli dato un rapido bacio a stampo sulla guancia, come se volesse trasmettergli coraggio, si mise composta sulla sedia e riprese a prendere appunti fino al termine della lezione.


Le ore successive sembravano non passare più. Il ragazzo cercava di distrarsi il più possibile per evitare di pensare a suo fratello Dean. Non aveva idea di cosa sarebbe successo quella sera, probabilmente gli sarebbe saltato addosso e lo avrebbe iniziato a picchiare a sangue. E no, non era un tipo aggressivo, solo che in tutti questi anni la rabbia repressa che ha accumulato era troppa. Non si fidava di lui, non lo considerava un familiare, semplicemente perchè un fratello per essere riconosciuto come tale doveva meritarselo. Sospirò rassegnato quando suonò l'ultima campanella, e insieme al suo quaderno degli appunti vuoto faceva e la sua mente colma di pensieri, lasciò l'edificio e si diresse verso la stazione da solo.




Il Lawrence Municipal Airport era esattamente come se lo ricordava, in quel posto tutto era esattamente identico al giorno in cui erano partiti, e faceva un certo effetto ritrovarsi di nuovo lì.
« Dean, ma qui piove. Che diamine ti è venuto in mente? Pensa che se per una volta avresti ascoltato me, adesso saremmo a Saint Tropez. » Si lamentò Ruby, guardandosi attorno una volta che scesero dall'aereo. Dopo un viaggio di circa quattro ore, la ragazza non ne poteva già più. E non perchè non le piacesse viaggiare, era perchè detestava la destinazione.
« La prossima volta, mh? Promesso. » Le disse con un sorriso divertito sulle labbra, facendole l'occhiolino. Anche se Ruby non era del tutto convinta della sua risposta, si limitò ad annuire.
« Quindi domani a quest'ora ci ritroviamo qui per partire di nuovo, giusto? » Chiese per sicurezza Samandriel, il più piccolo del gruppo, che nel frattempo stava parlando con Castiel.
« Certo. Entro domani mattina vi faccio sapere se dobbiamo prenotare un posto in più. » Rispose Dean, alludendo al fratello minore.
I tre ragazzi capirono subito - impossibile non farlo, Dean parlava sempre del suo adorato fratellino - e dopo essersi scambiati dei sorrisetti complici si salutarono, prima di prendere direzioni diverse, un po' con timore ed un po' con curiosità.
Castiel, che per tutto il tempo era rimasto in silenzio, si voltò verso Dean quando gli altri due sparirono dal loro campo visivo e lo congedò con un « Mi raccomando, non fare stronzate » seguito da uno sguardo tremendamente serio. Dean sorrise, prima di dirigersi verso casa. Castiel è la persona più responsabile del gruppo, il loro punto di riferimento. Con lui tutti si confidano, perchè lui è davvero un ottimo ascoltatore e adora dare consigli, per cercare di aiutarli a superare le loro difficoltà. Un vero angelo, insomma. Inoltre è molto divertente, sa come divertirsi e spesso lo usano come esca perchè chi potrebbe mai dire di no ai suoi occhioni blu?

Era ormai sera, ed aveva appena avvisato Mary che tra qualche minuto sarebbe arrivato-- non voleva di certo farla morire d'infarto, conoscendo la sua sensibilità. Aveva preferito non prendere nessun mezzo pubblico poichè preferiva camminare, ed inoltre la loro abitazione distava non più di una dozzina di minuti dal centro di Lawrence. Adesso che si trova davanti al portone di casa, però, inizia a sentire una sensazione strana all'altezza del petto che non riesce a definire. Una parte di lui voleva scappare, ma non poteva tirarsi indietro proprio adesso. Quindi ispirò a fondo e suonò il campanello, attendendo con ansia.

Dall'altra parte, a qualche metro di distanza, Sam camminava avanti e indietro per la stanza con in mano il libro di Economia Politica e mentre nell'altra teneva il cellulare premuto contro l'orecchio mentre ascoltava la voce di Jessica. Alla fine la stava aiutando comunque, nonostante si fosse già scusato per l'accaduto di qualche ora prima. Quando sentì il campanello suonare, Sam era talmente concentrato a spiegarle l'ultimo passaggio che aprì il portone di legno con disinvoltura, credendo che fossero i loro genitori. Ovviamente non si aspettava di ritrovarsi suo fratello maggiore che lo scrutava da cima a fondo con un sorriso sulle labbra. Salutò rapidamente Jessica, e chiude la telefonata prima che potesse aggiungere altro.
« Allora, Sam, mi fai entrare o no? » Chiese il maggiore, spezzando il silenzio con la sua solita ironia. Il minore annuì facilmente, scostandosi di poco dall'ingresso ed aprendo meglio la porta per permettergli di entrare, richiudendo la porta di casa subito dopo.
« Non sono ancora arrivati.. Mamma e papà intendo, zio Bobby doveva parlare con loro. » Affermò con tono serio il più piccolo, dopo aver notato che Dean si guardava intorno come se stesse aspettando qualcosa. Infatti, sembrò quasi sollevato da quella notizia. « Ah, capisco. Come stanno? » « Non ti interessa davvero. » Rispose Sam, non riuscendo a trattenersi. Quando le iridi verdi del fratello maggiore si posarono su di lui, Sam non abbassò lo sguardo, e si avvicinò di qualche passo verso di lui.
« E adesso dimmi, perchè sei qui? Prova a dirmi che sei venuto perchè ti manchiamo e giuro che ti spacco la faccia. » Sam non sapeva dove aveva tirato fuori tutto quel coraggio, ma ne era davvero soddisfatto, tanto che stupì anche il fratello.
« Ma tu guarda che bel caratterino. E io che pensavo che fossi sottomesso al volere dei nostri genitori. » Rispose Dean, avanzando a sua volta verso di lui, guardandolo con una certa ammirazione. « Hai deviato la mia domanda, Dean. » Continuò il minore dei due, nonostante il suo sguardo lo mettesse perecchio in soggezione. Dean fece per aprire bocca, ma le parole gli morirono in bocca quando la porta si aprì e scorse le figure sorridenti dei suoi genitori. All'improvviso, tutti smisero di sorridere. John sembrava parlalizzato alla vista del figlio, infatti distolse lo sguardo ed entrò in casa, mentre Mary non perse tempo: gli corse incontro e avvolse le braccia intorno al suo collo, stringendolo con forza tra le proprie braccia e Sam, data la vicinanza, notò che stava tremando dall'emozione.


Durante la cena, John sembrava essersi calmato e aveva chiesto a Dean di raccontare ciò che faceva. Quest'ultimo iniziò a parlare dei suoi tre amici con cui condivideva quest'esperienza, dei luoghi che avevano visitato, delle cose divertenti e curiosi che aveva scoperto nei vari paesi. Ovviamente, scelse di evitare di parlare del modo in cui guadagnavano il denaro illegalmente attraverso il gioco d'azzardo e le slot machine. Il padre avrebbe voluto rimproverato, dirgli che era solo una delusione-- ma come poteva, dopo tutte le cose belle che aveva visto grazie al suo stile di vita? I suoi occhi brillavano quando parlava dei suoi amici o del modo in cui viaggiavano, non riusciva davvero a fargliene una colpa. Mary, accanto a suo marito, ascoltava le parole del figlio maggiore con un grande sorriso sulle labbra. Sam, invece, era completamente sconvolto. Non aveva toccato cibo ed era disgustato dalla scena a cui stava assistendo. Senza proferire parola, si alzò e andò dritto in camera sua, sdraiandosi sul letto. Inutile dire che la reazione di Dean fu immediata; ringraziò la madre per il cibo e si precipitò al piano di sopra verso la camera di Sam. Non appena entrò al suo interno, notò che era completamente diversa dalla stanza che si ricordava. La culla era sostituita da un letto a due piazze, le pareti blu erano ricoperte da poster e le mensole accanto la finestra che dava sul giardino erano colme di medaglie, premi, diplomi e certificazioni di ogni tipo. Doveva essere davvero brillante, pensò Dean. Si sedette accanto a lui sul letto e Sam non lo respinse, ma allo stesso tempo guardava ovunque pur di non spostare lo sguardo verso di lui.
« Sammy.. » Iniziò Dean per richiamare la sua attenzione, con tono dolce, mentre con una mano gli spostò la frangia che copriva la sua fronte. « Vattene via, non ti voglio qui. » Rispose prontamente il fratello, con un tono di voce talmente fragile che a Dean si spezzò il cuore.
Sarà pure cresciuto, ma alla fine era sempre il suo Sammy. « Dicevi la stessa cosa quando di notte ti infilavi nel mio letto durante le tempeste, eppure ti addormentavi sempre tra le mie braccia. »
« Dean, ero un bambino. » Ammise Sam esasperato, portandosi le mani sul viso, ma Dean riuscì ad intravedere un lieve sorriso sulle sue labbra.
« Vieni con me, Sam. » Disse tutto d'un tratto Dean. Il più piccolo spostò le mani dal proprio viso ed inarcò un sopracciglio, credendo che scherzasse, ma quando realizzò che era serio si alzò di scatto, mettendosi seduto accanto a lui. « Cosa? Sei pazzo? Io.. Io non sono come te, devo studiare, frequento il college! E.. Mamma e papà hanno bisogno di me, e Bobby, Jessi-- » Le labbra di Dean sul suo collo gli fecero dimenticare tutto. Erano dei piccoli baci, lo faceva sempre quando erano piccoli ma-- cazzo, era tutto molto diverso da allora. Sam si morse con forza il labbro inferiore, suo fratello sapeva davvero farci con le persone. Gli era mancato, ma non lo avrebbe ammesso facilmente.
« Tu verrai con me, chiaro? C'è un mondo da scoprire, Sammy, tu.. Non hai idea di quante cose meravigliose voglio mostrarti. Tu non sai cosa significa vivere. » Gli dice Dean, guardando il fratello dritto negli occhi - che adesso erano verdi, ma qualche minuto prima giurava che fossero grigi -. Sam sembrò pensarci su, ma prima che potesse dire ribattere Dean si avvicinò a lui e gli diede un rapido bacio sulla guancia. « Dai, dimmi di sì. » Sam non gli rispose, ma il suo sorriso valse più di mille parole.















































HI GUYS. Eccomi qui, con il primo capitolo!! Non ho molto da dire, le cose inizieranno ad evolversi nei prossimi capitolo. Cosa ne pensate del loro rapporto? Ve la aspettavate una cosa così fluff? ( Ecco, io no.. ) Come al solito, anche una piccola recensione è ben gradita. ♡ Ci sentiamo al prossimo capitolo!
  
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