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Autore: invisjble    02/06/2016    3 recensioni
Mi ha lasciato poche ore fa. Mi ha semplicemente detto:”Devo andare. Devo fare la cosa giusta per noi.” Poi è svanito. Non so cosa sia successo, so solo che la guerra è iniziata. E probabilmente non vedrò mai più Castiel. Mai più, perché potrebbe essere una di quelle stelle luminose che cadono in picchiata verso la terra.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anna, Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Dean’s pov

È uno spettacolo terribile ma allo stesso tempo mozzafiato. Non riesco ad immaginare quanto tutto ciò debba sembrare strano alle persone normali, a quelli che non credono (o non voglio credere) nel soprannaturale. Probabilmente staranno tutti pensando ad un’improvvisa pioggia di stelle cadenti. Ma io so che quelle non sono stelle cadenti. Sono angeli. Meravigliosi angeli. Angeli che stanno combattendo per me e, soprattutto per Castiel.
Mi ha lasciato poche ore fa. Mi ha semplicemente detto:”Devo andare. Devo fare la cosa giusta per noi.” Poi è svanito. Non so cosa sia successo, so solo che la guerra è iniziata. E probabilmente non vedrò mai più Castiel. Mai più, perché potrebbe essere una di quelle stelle luminose che cadono in picchiata verso la terra.

Castiel’s pov

Non mi dimenticherò mai, finchè mi sarà concesso di vivere, il modo in cui mi ha guardato quando gli ho detto che dovevo andarmene. I suoi occhi verdi, che tanto amo, farsi ancora più brillanti a causa delle lacrime che cercava di trattenere, per non apparire debole ai miei occhi, ma fallendo miseramente. Dopo tutto quello che abbiamo passato Dean non riesce ancora a mostrarmi le sue emozioni. Ormai però ho imparato a conoscerlo. Gli occhi rossi e la testa puntata verso l’alto per impedire alle lacrime di cadere, la mascella serrata per intrappolare i singhiozzi, le mani strette rigidamente a pugno per non farle tremare. Tutto indicava che era a pezzi, che gli avevo spezzato il cuore. Ma era inevitabile. Lo sto facendo per lui. Da quando la nostra relazione è diventata di dominio pubblico in Paradiso, io sono stato bandito. Era impensabile, inaccettabile, che io, un angelo immortale, la creatura più pura creata da Dio, amassi Dean, un uomo mortale, la creatura più corrotta che fosse mai esistita.
Nei primi tempi della nostra relazione, subito dopo esserci dichiarati il nostro amore e quando esso era sconosciuto alla conoscenza dei più, fummo felici. Oh, quanto fummo felici. Lui mi ha fatto capire cos’è davvero il Paradiso: non è il posto in cui sono nato e in cui ho sempre vissuto. È tutto ciò che lui mi fa provare. Ho passato in Paradiso la maggior parte della mia esistenza e non ho mai provato nulla simile a ciò che provo quando sono con Dean. Una sensazione di appagatezza, pienezza, felicità nella sua forma più pura e pulita, potenza e impotenza insieme e terrore, paranoica paura di poter perdere la cosa più bella che mi fosse capitata in tutta la mia lunga e tediosa esistenza. Lui mi ha reso umano.
Ero fiducioso che tutto sarebbe continuato ad andare per il meglio, così non fu. L’arcangelo Michele, il maggiore dei miei fratelli, scoprì di noi. Mi cacciò dal Paradiso e iniziò ad inviare dei sicari con l’ordine di uccidere Dean e anche me, se avessi deciso di difenderlo. Iniziarono i giorni peggiori , in cui ero costantemente immerso nel terrore di poterlo perdere, per sempre. Perché se fosse morto, Michele non avrebbe mai permesso a Dean di andare di andare in Paradiso, sarebbe stato destinato all’Inferno o, peggio, al Nulla.
Cominciò così anche la nostra vita da fuggitivi. Ci spostavamo continuamente, di motel in motel, da una casa abbandonata all’altra. Ogni volta che arrivavamo in un nuovo posto facevamo i simboli di rito per tenere lontani i miei fratelli ma nonostante ciò non ci sentivamo mai al sicuro. Eravamo, siamo, forti ma cosa avremmo potuto fare contro l’intero Paradiso noi due soli?
E alla fine riuscirono a trovarci. Io ero uscito a comprare delle provviste. Al mio ritorno, non appena mi avvicinai alla porta della nostra stanza, che si trovava in un misero motel dell’Illinois, percepii subito la presenza di altri angeli. Sussultai. Andai in panico. Spalancai immediatamente la porta, così forte dalla farla uscire dai gangheri. Vidi Dean accasciato a terra, con il viso tumefatto. Dall’altra parte della stanza c’erano Zaccaria e Uriel. Poi, Improvvisamente, Dean si alzò, s’incise un profondo taglio sul palmo della mano e si diresse verso uno dei simboli che avevamo disegnato il giorno prima. “Scusami, Cas”, disse, poi premette il palmo sul simbolo. Era successo tutto così in fretta che quando mi risvegliai nel deserto non riuscii a capire né dove fossi né come ci fossi arrivato. Dopo pochi minuti ricordai tutto e c’era una sola cosa a cui non riuscivo a smettere di pensare, un unico viso che mi perseguitava, una sola voce che mi rimbombava nelle orecchie - Scusami Cas. Dean. E in quel momento realizzai che l’unico modo per tenerlo al sicuro era lasciarlo. Non potevo permettere che il mio egoistico desiderio di amarlo, di tenerlo vicino, di sentire il suo respiro sulla mi pelle lo mettesse in pericolo.
Lo raggiunsi immediatamente. Lo trovai semisvenuto nell’Impala. Il viso ricoperto di sangue e lividi, una spalla lussata. Tutto ciò mi convinse che stavo facendo la cosa giusta. Lo svegliai. “Cas…” sussurò. Il mio nome sembrava così dolce pronunciato da lui. “Piccolo mio” gli risposi, - era mio e ho dovuto lasciarlo. Gli posai due dita sulla fronte e lo guarii. “Non era necessario” esordì, come ogni volta. E io, come ogni volta, gli risposi sorridendo:”E’ il mio lavoro”. Poi gli presi il viso fra le mani e mi avvicinai fino a che le nostri fronti si toccarono. Chiusi gli occhi e inspirai il suo profumo che ormai era diventato così familiare - Riuscirò a sopravvivere senza? Probabilmente no, ma darei volentieri via la mia vita in cambio di quella di Dean. – Lo baciai, per l’ultima volta. I nostri respiri si sincronizzarono, così come i nostri battiti. Ci misi tutto l’amore e la passione di cui ero capace. Poi ci staccammo e lo guardai negli occhi – come farò senza quegli occhi? – e dissi:”Devo andare. Devo fare la cosa giusta per noi.” E mi teletrasportai immediatamente in Paradiso.
Ora sono qui, al cospetto di Michele di tutti gli angeli del Consiglio.
“Michele, fratello, sono venuto a costituirmi per porre fine a questa inutile guerra”, dico io.
“Molto bene, quindi alla fine hai deciso di piegarti alle nostre leggi.”
Lo fisso. Vorrei tanto incenerirlo ma ciò va molto al di là delle mie capacità.
“Sono sollevato. Purtroppo però il tradimento non può rimanere impunito. La tua storia con quella scimmia glabra lascerà per sempre una macchia su tutta la nostra specie.”
Stringo i pugni al sentirlo chiamare Dean scimmia glabra.
“Perciò” continua “a malincuore devo condannare entrambi a morte.”
La mia testa diventa leggera. E ancora una volta non riesco a pensare a nient’altro che all’incolumità di Dean. Come farò a proteggerlo se sono imprigionato qui e condannato al suo stesso destino?
Sono così immerso nei miei pensieri che quasi non mi accorgo del brusio di disappunto che si è disseminato nella sala. Poi una voce si stacca nettamente dal brusio.
“No” urla Anna “non puoi farlo, Michele.”
“Non osare dirmi cosa posso o non posso fare” risponde l’Arcangelo in tono minaccioso.
“Non puoi condannare a morte Castiel, né l’umano” continua Anna decisa. Alcuni sembrano d’accordo con lei ma sono roppo spaventati per appoggiarla apertamente.
“Allora mi costringi a condannare anche te per tradimento.”
Improvvisamente Gabriel e Balthazar si affiancano a lei. “Allora dovrai condannare anche noi” dice Balthazar. E Gabriele:”Non puoi ucciderlo, fratello. È uno di noi.”
Quindi accade tutto velocemente. Alcuni si schierano con Anna, altri con Michele, i più codardi scappano. La guerra civile è iniziata, a causa mia. E tutto ciò a cui riesco a pensare è che devo salvare il mio umano dagli occhi verdi.
Il combattimento è feroce e ben presto ci sono i primi caduti che infiammano il cielo. Devo raggiungere Dean prima che Michele mandi qualcuno ad ucciderlo. Ma non posso lasciare i miei fratelli e sorelle, devo aiutarli. In tutto quel caos riesco ad incontrare Anna. Mi guarda in modo interrogativo:”Cosa ci fai ancora qui? Devi andare da lui… prima che sia troppo tardi” “Ma Anna…” provo a dire. Lei m’interrompe subito. “No, Castiel. Devi andare. Potrà sembrarti che questa guerra sia scoppiata per colpa tua ma non è così. Era da molto tempo ormai che la tirannide di Michele ci stava stretta, tu e Dean siete stati solo la scintilla che ha fatto accendere la miccia. Quindi non ci devi nulla. Ora vai o sarà troppo tardi.” Il suo sguardo è deciso ma riesco a scorgere un velo di preoccupazione. È preoccupata per Dean. A volte dimentico che anche lei lo ha amato.
Non me lo faccio ripetere due volte e mi precipito sulla terra. Cerco Dean e la sua luce vitale dappertutto. Finalmente riesco a trovarlo. E’ in una fattoria abbandonata, poco lontana dal motel dove gli ho detto addio. Apro lentamente la porta del fienile dove di sta nascondendo. “Dean sono…” e le altre parole mi rimangono intrappolate in gola. Sono arrivato troppo tardi. Dean è al centro della stanza e dietro di lui c’è Uriel che gli punta una lama angelica alla schiena.
“Uriel, ti prego” sussurro. Non riesco a respirare, non riesco a pensare.
“Castiel, finalmente. È da un po’ che ti aspettiamo, non è vero scimmietta?” dice rivolgendosi a Dean.
Dean mi fissa. Ha un atteggiamento fero, sprezzante. Ma io so che ha paura, i suoi occhi lo tradiscono. “Vai via, Cas” mi dice con tono deciso.
“Ho aspettato ad ucciderlo perché non volevo che ti perdessi lo spettacolo. Dovresti ringraziarmi
“Uriel non farlo.” Il mio terrore comincia ad essere rimpiazzato da rabbia. I miei occhi s’infiammano e stringo più forte la spada angelica nelle mie mani.
È una frazione di secondo. Uriel spinge con forza la lama nella schiena di Dean.
Dean spalanca gli occhi.
Uriel estrae la lama insanguinata.
Dean preme le mani sulla ferita, subito si tingono di rosso.
Non riesco a controllarmi. Salto addosso ad Uriel che, preso di sorpresa, non riesce a difendersi. Cade all’indietro. io lo trapasso con la spada angelica. Lui agonizza e poi muore in un fascio di luce
Poi corro da Dean.
“Amore mio” le lacrime cominciano ad offuscarmi la vista. “Posso guarirti, devo guarirti” balbetto.
“No, Cas, non puoi. È troppo grave” dice lui. Mi sorride nonostante tutto. Un rivolo di sangue gli scorre sul mento.
“ Ti porterò indietro. e vivremo insieme felici. Compreremo una casa e una barca e nei weekend andrfemo a pescare, come hai sempre voluto.”
“Sai bene che non è possibile, amore.”
“Ti prego non dire così.”
“Cas, va tutto bene. Doveva andare così. Ora potrai andare in Paradiso potrai renderlo un posto migliore” e chiude gli occhi. Il suo respiro si fa sempre più debole.
“Dean, ti prego. Non lasciarmi. Ti amo, non lasciarmi. Non lo voglio il Paradiso se devo perdere un pezzo di me, se devo perdere te. Sei tu il mio Paradiso. Svegliati. Ti amo, Dean.”
“Ti amo anche io Cas, non dimenticarlo” dice flebilmente.
Poi smette di respirare. E smetto di respirare anche io. E il mio cuore si ferma insieme al suo. Stringo il suo corpo esanime, assorbo il suo calore. Bagno il suo viso con le mie lacrime. Il dolore è troppo grande. Non sono più Castiel. Sono un corpo freddo fatto di puro dolore. Urlo, così forte da far tremare terra e cielo. E poi fu il nulla.

Anna’s pov

Eravamo nel bel mezzo della battaglia quando sentimmo un urlo e poi il Paradiso tremò. Un episodio più unico che raro che era capitato solo una volta, prima di allora: quando nostro padre, Dio, aveva scaraventato Lucifero all’Inferno. Capii subito cos’era successo. Dean non c’era più e Castiel stava soffrendo così tanto da smuovere cielo e terra. La battaglia si fermò. Tutti si misero ad ascoltare per capire cosa stava succedendo. Poi tutto finì. Decidemmo di andare a scoprire cos’era successo davvero e a cercare Castiel.
Ci recammo nel fienile dove era accaduta la tragedia. Il corpo esanime di Uriel era in un angolo, di Castiel e Dean nessuna traccia, sebbene le loro luci vitali si potessero percepire chiaramente.
“Non è possibile…” dissi stupita.
“Cosa? Cos’è successo?” mi chiese Samandriel.
“Castiel è… Non c’è più. Quello che gli è successo capita raramente poiché Dio concede solo ai più puri di cuore di avere un tale destino. La sua anima e quella di Dean si sono disintegrate e ora sono andate a comporre la linfa vitale dell’intero universo. Ora sono dappertutto, sono l’aria che respiriamo, la luce che attraversa i nostri occhi, i raggi solari che ci scaldano la pelle. Ora e per sempre loro saranno presenti in tutto ciò che compone l’universo. Ora e per sempre rimarranno insieme.”



Salve a te che sei arrivata alla fine di questa storia! E' la mia prima fanfiction e per scriverla mi sono ispirata alla canzone Heaven di Troye Sivan. Spero che ti sia piaciuta o che non ti abbia fatto troppo schifo, ecco. In ogni caso, grazie per essere arrivata fino in fondo. lasciami una recensione se ti va!
  
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