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Autore: nonriescoa    03/06/2016    1 recensioni
Rimasero lì, in piedi, abbracciati, illuminati dalla luce di un giorno speciale di un Marzo confuso.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Jimin era sempre stato un ragazzo dai tanti complessi. I suoi diciassette anni di vita gli avevano solo portato paranoie. La sua mente era attraversata da pensieri incongruenti che non portavano altro che dolore. 

La tristezza era la sua unica amica. 
Il buio il suo salvatore.
La morte il suo più grande amore.  

Ogni giorno sprofondava sempre di più, il cielo gli sembrava sempre più grigio.
Tutto sembrava stesse scomparendo, tutta la felicità, la gioia...solo sofferenza gli si presentava davanti, come una vecchia amica che lo avvolgeva in un abbraccio soffocante. 

Era malefica quanto perfetta.
Se fosse mai stata una donna Jimin ne sarebbe stato il più grande spasimante.
Era elegante, assassina, ma lo faceva sentire vivo.

Un giorno, però, l'avrebbe abbandonata. 
Un giorno si sarebbe finalmente lasciato andare tra le braccia di Dio. Lo stava aspettando. Non c'era più tempo per soffrire. Non c'era più tempo per parlare.
E quel giorno era finalmente arrivato. 

Jimin prese un gran respiro e guardò giù.
L'aria fresca della primavera si irradiava nei suoi polmoni.
Che fantastica vista. Il suo corpo sanguinante avrebbe reso il tutto perfetto. 
Il vento soffiava leggero e gli scompigliava i capelli corvini. Le lacrime venivano portate via da esso. 
Come tutto il dolore subito e sopportato, che ora sarebbe andato via.

Finalmente avrebbe potuto respirare, finalmente sarebbe potuto essere libero.

Era sul tetto della scuola in cui, per due anni, era stato perseguitato. 
Due anni di inferno che, come li aveva iniziati, così li avrebbe conclusi. 

Guardò di nuovo giù, un passo e sarebbe tutto finito.
Un solo passo lo divideva dalla libertà. 

Jimin era pronto.
Semplicemente pronto. 

Un respiro profondo. 
Occhi chiusi.
Silenzio.

Jimin!

Aprì gli occhi di scatto e si voltò.
Un ragazzo dai capelli rossi appariscenti era in piedi davanti all'ingresso, le guance rosse, il respiro affannoso.
Gli si avvicinò lentamente, lo stava guardando dritto negli occhi.

Vattene disse Jimin con voce aspra, rigirandosi verso il paesaggio.

Non puoi salvarmi continuò con voce tremante.

Jimin, quello che stai per fare non è la decisione giusta

Disse il ragazzo avvicinandosi cautemente. Il cuore gli batteva fortissimo.
Aveva paura.

Chi sei tu per dirmi che quello che sto facendo non è giusto? Chi?!

Sono tuo amico

Amico?  rise Un amico che ti abbandona nel momento in cui hai bisogno del suo conforto? Sei fantastico Taehyung. Formidabile

Jimin, io ti chiedo scusa, mi sento mortificato, mi sento una merda per quello che ti ho fatto. Per non essere stato consapevole di quello che ti stava accadendo. Mi dispiace

Adesso è inutile chiedere scusa. Ho preso la mia decisione. E di certo non sarai tu a fermarmi

Jimin...ti prego, fallo per chi ti vuole bene, fallo per tua madre...fallo per tuo fratello...ti sta aspettando a casa. E' impaziente di rivederti. 
Mi ha anche inviato un messaggio, era preoccupato perché non sa dove sei. Ti sembra giusto abbandonarlo così?


Ora stai cercando di farmi sentire in colpa?

No, sto cercando di farti ragionare. Qui ci sono persone che sentiranno la tua mancanza. Persone che non saranno più le stesse quando non sarai qui. Che non potranno più essere...felici

Un silenzio assordante avvolgeva i due amici.
Il leggero vento diventava sempre più forte e piccole gocce di pioggia cominciarono a cadere graziosamente sulle loro teste.

Jimin si girò.

E tu?

Le lacrime continuavano a scorrere giù per le guance fredde.

Ti mancherò?

Taehyung lo guardò intensamente negli occhi.
Erano rossi, tristi, spenti.

Questo colse il ragazzo di sorpresa.
Come aveva fatto a non notare il suo dolore? Come aveva fatto a non accorgersi della sua solitudine? 
Chiuse gli occhi ed inspirò.
Sentì l'aria diventare sempre più insipida e pesante con il passare del tempo. 

Li riaprì lentamente e si avvicinò ancora di più all'amico.

Mi mancherai affermò, il suo sguardo non lasciava gli occhi tristi di Jimin. Mi mancheranno le nostre stupide partite a Street Fighter, mi manceranno le nostre conversazioni alle tre di notte, mi mancheranno le tue battute autoironiche, mi mancheranno le nostre uscite, solo io e te, mi mancherà la tua risata, mi mancherà il tuo sorriso, mi mancheranno anche le litigate, mi mancheranno i pugni che ci lanciavamo scherzosamente, mi mancherà la mia vita con te prese un gran respiro.
Non mi sono mai accorto di quanto tu sia stato importante fino a quando non ti ho perso. Mi sento uno schifo. Sono uno stronzo

Si inchinò a novanta gradi, i capelli, ormai fradici per la pioggia, gli corpivano il viso.

Ti chiedo perdono, non mi darò pace fino a quando non mi dirai che è tutto apposto, che va tutto bene, che niente andrà storto e che...

Qui la sua voce si spezzò.

...Mi mancherai, cazzo!

Si piegò sulle ginocchia e cominciò a singhiozzare violentemente, le lacrime non si fermavano, ora non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, non aveva il coraggio di vederli di nuovo spenti e malinconici.

Non voleva vederlo cadere.

Jimin...ti voglio un mondo di bene, sei il mio migliore amico, ti prego, non abbandonarmi. Sei tutto per me

Jimin, sentendo il discorso dell'amico, ebbe un crollo mentale. Le lacrime continuavano a scendere, il suo cuore gli batteva ad una velocità inaudita.
Non sapeva come agire.
Voleva finirla lì, ma non poteva abbandonare chi gli voleva veramente bene.
Non era il modo giusto di concludere la sua vita.
Non lo era.

Ma allo stesso tempo il dolore lo stava divorando.
I tagli sulle braccia gli ricordavano quanto aveva sofferto da solo.
Gli ricordavano quanto aveva odiato vivere.

Ma c'era qualcosa che gli impediva di compiere quel fatidico passo.
O meglio, qualcuno.

Guardò il suo amico singhiozzare. Stava tremando, le lacrime, unite alla pioggia, avevano bagnato le piastrelle del pavimento.

Forse poteva perdonarlo.
Forse era veramente pentito.
Forse...gli sarebbe mancato veramente.

Immagini di loro insieme lo perseguitavano.
I ricordi delle elementari, delle medie e di tutti gli anni passati lo portavano a sentirsi sempre più in colpa per quello che stava facendo.

Si ricordò di quando, alle medie, Taehyung lo difese da un bullo omofobo e diventò il suo eroe.
Si ricordo di quando gli regalò l'unico DS che aveva perché il suo si era rotto.
Quando lo spronò a dire ai suoi genitori chi era veramente e che non aveva paura di amare chi voleva.
Quando...

...promisero di essere amici per sempre, una notte d'estate di due anni fa.

Quel ricordo era ancora vivido ed impresso nella sua mente.
I loro mignoli che si intrecciavano, i loro sorrisi smaglianti.
Quel sorriso  che continuava a comparirgli davanti agli occhi mentre guardava un omonimo ragazzo, ma più cresciuto, che adesso era in lacrime, piegato in due dal dolore.

Aveva preso una decisione.
 
Taehyung disse Jimin con voce spezzata dalle lacrime.

Il ragazzo alzò lo sguardo.

Jimin tolse una mano dalla ringhiera e Taehyung si alzò di scatto, aspettandosi il peggio.

Ricordi quando promettemmo di essere amici per sempre?

Lacrime continuavano a scendere, impertinenti. 

C-Certo...quel ricordo è ancora vivido Jimin, io non ti ho mai dimenticato

Porto la mano oltre la ringhiera e tirò fuori il mignolo.
Non disse più nulla, ma Taehyung comprese e, con lentezza, si avvicinò all'amico.

Jimin, rimarremo amici per sempre, te lo prometto
I loro mignoli si intrecciarono e un sorriso incerto comparve sui loro volti.
Jimin non esitò e scavalcò la ringhiera per stringere Taehyung in un abbraccio.
L'abbraccio più caldo e dolce che si fossero mai scambiati.

Scusami, scusami...

Taehyung ripeteva mentre accarezzava Jimin.
In quell'istante il sole si fece spazio tra le nuvole.

Rimasero lì, in piedi, abbracciati, illuminati dalla luce di un giorno speciale di un Marzo confuso. 
   
 
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