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Autore: Orion919303    04/06/2016    1 recensioni
"Alle sei di sera il laboratorio torna ad essere silenzioso [...] L'assistente però nota da qualche tempo che Oak mette sempre meno passione in quello che fa..."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Prof Oak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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È un freddo pomeriggio di novembre a Biancavilla. Il professore Samuel Oak, tetro in volto, siede abbattuto nel suo studio. Ogni tanto poggia il gomito sulla scrivania e si regge la testa mentre continua a guardare quella vecchia fotografia raffigurante suo nipote Green ed il ragazzo-prodigio Red, immortalati anni addietro subito dopo aver ricevuto il Pokédex.
È la prima domenica del mese e, come consuetudine, è il giorno in cui dieci giovani allenatori selezionati in tutto il Kanto sceglieranno il loro Pokémon iniziale, uno tra Bulbasaur, Charmander e Squirtle. L'assistente Justin ricorda ad Oak che l'appuntamento con i futuri allenatori avrà luogo di lì ad un'ora, dunque il professore comincia a prepararsi per la solita routine mensile.

Le parole gli escono ormai spontanee: "Buon pomeriggio, ragazzi e ragazze. Oggi è un giorno molto importante per voi, oggi è il giorno in cui diverrete allenatori...". E via con la spiegazione di cosa significhi essere allenatore, avere dei Pokémon al proprio fianco, eccetera.
Alle sei di sera il laboratorio torna ad essere silenzioso; a quanto pare i Bulbasaur sono andati a ruba questo mese. L'assistente però nota da qualche tempo che Oak mette sempre meno passione in quello che fa e decide di andarci a fare due chiacchiere.

"Permette, professore?"
"Dimmi, Justin."
L'assistente si toglie gli occhiali e si siede all'altro capo della scrivania.
"Non se l'abbia a male se glielo dico, ma.. Ho come l'impressione che lei non sia contento."
Oak lo fissa negli occhi per un paio di secondi, poi riprende in mano la vecchia foto di Red e Green che stava guardando qualche ora prima; la pone al centro del banco di lavoro, senza curarsi delle scartoffie circostanti.
"Cosa vedi in questa foto, Justin?"
"Beh, sono suo nipote Green e Red con i rispettivi Charmander e Bulbasaur, no?"
"Io ci vedo anche un'altra cosa. Ci vedo la novità, l'avventura, l'entusiasmo... Diavolo, sì! Questa foto profuma! Questa foto profuma di novità, avventura ed entusiasmo!"
Justin è spiazzato. Il tono del professore, seppur acceso, lascia trasparire una vena di tristezza.
"Professore, cosa intende dire? E tutti i ragazzini che ogni mese vengono qua a ricevere il loro primo Pokémon? Non profumano anch'essi di avventura ed entusiasmo?"
"Non sto parlando di loro, Justin: sto parlando di me! Per una volta, qui, si parla di me..."
Solo ora il collega realizza quanto Samuel sia giù di morale. Ammutolisce e lo lascia parlare.
"Come tu ben sai, il mio sogno era ed è tuttora quello di raccogliere dati su ogni specie di Pokémon esistente. La gioia che mi ha dato Red quando per primo ha portato a termine questa missione qui nel Kanto è stata incommensurabile. Neanche il tempo di festeggiare e si sparge la notizia che un altro centinaio di specie è stato scoperto: la mia felicità sale alle stelle ed affido l'incarico di aggiornare il Pokédex a Gold di Johto. Terminato anche questo compito, saltano fuori altri Pokémon, poi altri ancora, e poi altri ed altri ed altri..."
"Professore, dove vuole arrivare?"
A questo punto, Oak si alza dalla scrivania e si dirige cupo verso la finestra.
"Justin, io non credo che vedrò mai realizzato questo sogno. Chissà quante altre nuove specie scopriranno. Io..." Lo sguardo di Oak passa dalla finestra di nuovo al collega seduto. "Io non potrò aspettare per sempre, capisci? Non è che non voglia, sia chiaro: non posso fisicamente! Caro Justin, io sono vecchio. Sono stanco. Per quanto tempo ancora credi che potrò star dietro a tutti questi Pokémon? Forse l'unica cosa che mi rimane da fare è passare la staffetta ai colleghi delle altre regioni. Magari saranno loro a completare l'opera e a coronare il mio sogno, che a lungo andare è diventato un po' il sogno di tutti noi ricercatori."
Cosa può dire adesso l'assistente Justin? L'anziano Oak non ha tutti i torti ma non sa come pronunciarsi in merito. Per fortuna il professore, tornando dalla finestra alla scrivania, elimina questo dilemma.
"Non dire niente, Justin. Non dovevo sfogarmi così, mi scuso. Cominciamo a dare una sistemata, così ce ne andiamo a cena."

I rumori dello spegnimento del quadro elettrico e della chiusura del portone del laboratorio riecheggiano per un attimo nella tranquilla e fredda serata di Biancavilla. I due si danno appuntamento per il giorno seguente.
Lungo la strada verso casa, Oak si vede volare a pochi metri sopra la sua testa un piccolo stormo di Zubat che, inspiegabilmente, gli strappa un sorriso. Una volta giunto all'uscio di casa, però, s'accorge che da dietro la cassetta delle lettere una piccola Murkrow lo sta fissando timidamente. Oak dapprima sobbalza per lo spavento, in seguito riesce a cacciare via il Pokémon fingendo di sferrare un calcio. Questo comportamento gli sembra subito strano: il professore non è mai stato superstizioso. Probabilmente è stato solo per lo spavento.
Samuel Oak entra in casa chiudendosi l'uscio alle spalle mentre la Murkrow, nascosta dietro un albero, decide di rimanere nei pressi dell'abitazione per tutta la notte.
   
 
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